Villaggio globale……………… abitante adeguato?
(
PATRIZIA SERBLIN*)

Ci siamo mai soffermati a domandarci come è la respirazione dell’attuale società?
Aritmica Asfittica Asmatica !

Ma l’incredibile è il fatto che lo sia non per mancanza bensì per eccesso.

Se nell’epoca del Villaggio Globale si sente la necessità di riorganizzare un dibattito sul Benessere, probabilmente alla società moderna manca qualcosa di fondamentale per godere appieno delle proprie realizzazioni e invenzioni.

Se è vero che la felicità non è la conseguenza di qualche cosa che si ha, forse potrebbe essere l’accontentarsi di quello che si fa senza dimenticare quello che si è.

Oltre 30 anni fa Marcello Bonazzola iniziò a diffondere in Italia il metodo di Dinamica della Mente e del Comportamento, uno strumento utile ad ogni persona per affermare e conquistare il proprio Benessere personale.

Il metodo di Dinamica della Mente e del Comportamento viene attualmente distribuito in Italia dall’I.S.I. Istituto Serblin per l’infanzia e l’adolescenza Ente Morale, che ha deciso di proporlo ai propri soci quale primo passo di un possibile cammino di Sviluppo Personale mirato alla conquista e la mantenimento del benessere e della felicità personale e collettiva.

L’articolo che segue, scritto da Marcello Bonazzola 25 anni fa circa, è di fatto estremamente attuale.

Le moderne invenzioni e tecnologie del Villaggio Globale rischiano, se non utilizzate con consapevolezza, di rendere l’abitante prigioniero delle sue stesse creazioni, determinando in lui un senso di meraviglia figlio dell’ignoranza della propria vera natura.

Al contrario essere abitanti adeguati del Villaggio Globale e quindi utilizzare le invenzioni e tecnologie in maniera corretta, senza dimenticare la propria vera natura, ben potrebbe far vivere all’Abitante il senso della "Meraviglia figlia della conoscenza" di chi era, di chi è, di chi sarà.

LA FELICITA’ NON AMA CHI STA SEDUTO AD ASPETTARLA

Se vuoi che tutto il mondo ti ami, devi essere tu ad amare il mondo

Nel libro di Solzenicyn, "Il primo cerchio" è scritto (cito a memoria): "Il lupo ha ragione, il cannibale no!". Nel lupo, l’istinto di conservazione domina costantemente ogni manifestazione e la sopravvivenza è il risultato finale della costate lotta della bestia contro tutto quello che possa recarle danno.
Se può essere opinabile l’applicazione dello stesso principio da parte dell’uomo, nel rapporto con la natura, è, senza alcun dubbio, da condannare la sua determinazione di applicarlo nel rapporto coi propri simili.
A questo punto "l’uomo cannibale" non ha più ragione. Per quale motivo, quindi, amici, che fate con me esperienza in questa terra meravigliosa di felici incongruenze o di infelici realtà, tutti quanti noi, che lavoriamo, ci comportiamo da cannibali nei confronti dei nostri fratelli, che lavorano?
Quarte volte, nella vita, vi è capitato di ricevere sinceri apprezzamenti da qualcuno, per un lavoro ben fatto? Quante volte, nella vita, abbiamo detto "bravo" ad un nostro collega d'ufficio o di lavoro, per un risultato da lui conseguito?
Quante volte abbiamo pensato che se quelle stessa cosa l'avessimo fatta noi, avremmo fatto meglio?
Quante volte, infine, abbiamo gioito per il successo di un altro?
Se una volta È poco, due sono troppe. A meno che l'abitudine di barare nel fare un solitario, non sia entrata ormai come fatto di scarso rilievo nel modo normale di vedere la vita.
Questo intendo come comportamento da "cannibale" nei confronti del nostro prossimo.
La parola d'ordine dì attualità è ora la verifica dei fatti fra i fatti.
La domanda È: "Per cosa viviamo?' Dall'analisi dei fatti la risposta è che stiamo semplicemente sopportando il presente nell'attesa di un futuro migliore.
Nel frattempo, ogni tanto, diamo i numeri.
Oppure, diveniamo strumento di persone che hanno interesse a che qualcuno li dia. A voi decidere chi ci rimette in questo stato di cose.
Se le famiglie saranno in pace, ci sarà armonia nella città.
L'armonia delle città darà ordine alle nazioni.
L'ordine nelle nazioni porterà pace nel mondo.
I sentimenti di odio e di vendetta distruggono la sorgente che lì produce, allo stesso modo in cui il cancro non sopravvive all'ambiente che ha contaminato.
Questo chiaramente presuppone l'accettazione di un principio, per cui la ricerca della nostra felicità su questa Terra non è se non una proiezione di una felicita ben più grande cui naturalmente aspiriamo, "La felicità - disse Fiatone - è il fine detta religione, lo scopo della filosofia, il sogno dell'infelice, ciò che il mondo cerca".
Scuole, collegi, università, che insegnino come trovare la felicità, non esistono.
Una delle strade di ricerca e quella trovata dal doti. H.C. Link, che, in uno studio di dinamica della felicità, condotto con l'assistenza di una cinquantina di psicologi, è giunto alla conclusione che, nella vita di tutti i giorni, il raggiungimento della felicità coincide con la realizzazione della propria personalità.
Ma, cosa e la personalità?
Sempre, secondo il dott. Link, la personalità è "l'insieme delle abitudini e delle attitudini di ciascuno nel rapporto con gli altri, sviluppate ad un certo grado da ciascun individuo".
Vivere pienamente e accettare le nostre abitudini e attitudini e costantemente svilupparle sotto la spinta della speranza nella felicità, può costituire l'interesse e l'entusiasmo consapevoli nella vita dì tutti i giorni.
Grandi menti del passato hanno nel tempo percorso le infinite strade.
Ora io dico: "Vivere la vita pienamente, istante per istante, ora per ora, giorno per giorno, anno dietro anno, mettendo alla prova ogni teoria e filosofia, che rechi in sé qualche interesse al momento: questo e il metodo che dovete seguire, se siete interessati a quella ricerca universale, che e la ricerca della felicità. Chiunque vi dica diversamente, costruisce la propria felicità sulle parti che spettano di diritto a voi".
Il mio contributo a questa ricerca sta nel darvi l'indicazione, che per me è stata fondamentale, di cercare anche nel vostro cuore, nella vostra famiglia e nella vostra casa.
Se ognuno di noi è in pace con se stesso, ci sarà pace nella famiglia.
Questo indirizzerà anche ogni nostra energia verso di noi e non la disperderà negativamente contro i nostri simili. E ciò non significa diventare freddi egoisti, che ignorano tutto e tutti.
Significa invece creare tanti individui forti e onesti che daranno vita a gruppi forti e onesti, a città e a nazioni forti, oneste e felici.
E, qui, ancora, ribadisco un mio vecchio concetto, per cui, come non posso aiutare materialmente qualcuno, se io stesso sono nella condizione di dovermi fare aiutare, così non posso dare felicità ad altri se io stesso non ho trovato la mia felicità, fiducia agli altri se non ho fiducia di me stesso, amore ad alcuno se non sono capace di amare. "Se vuoi che tutto il mondo ti ami, devi essere tu ad amare tutto il mondo". In questa nostra ricerca inoltre È importante che evitiamo sempre di presumere di poter giudicare le scelte degli altri. Infatti, la nostra capacità di meravigliarci onestamente sta alla base della vita nel mondo.
Dice Chesterton: "Il mondo non languirà mai per mancanza di meraviglie, ma soltanto quando l'uomo cesserà di meravigliarsi".
La cosa per noi essenziale, quindi, sarà di combattere per la vita in ogni suo momento e di vivere consapevolmente ogni momento, della "nostra" vita. Perché, la vita è un continuo rifare noi stessi, Sinché alla fine sapremo come vivere."

Marcello Bonazzola

* Direttore generale dell’I.S.I. –Psicologa abilitata –Istruttore di Dinamica Mentale Base, specializzata in Dinamiche della Mente e del Comportamento