SIPRI: spesa militare, cresce in Usa, diminuisce nell'Ue, Italia sempre settima (Fonte)

Il Rapporto Sipri 2006
Il Rapporto Sipri 2006
Cresce negli Usa e in Medio oriente, diminuisce nell'Ue, e l'Italia si attesta al settimo posto: è la spesa militare mondiale cosi come analizzata dal Rapporto Sipri 2006, l'Istituto di ricerca sulla pace di Stoccolma che quest'anno celebra i suoi 40 anni di attività. Nel 2005, infatti, la spesa militare ha sfiorato i 1.120 miliardi di dollari, 1.118 miliardi per l'esattezza; una cifra che supera il precedente record del 1988, quando aveva raggiunto il picco di 1100 miliardi di dollari e scavalca di ben 83 miliardi di dollari la cifra del 2004, con un incremento del 3,5% rispetto al 2004, quando era già aumentata dell'8%.

A segnare l'incremento sono soprattutto gli Stati Uniti che con con più di 507 miliardi di dollari ricoprono da soli poco meno della metà (il 48%) delle spese militari mondiali confermandosi al primo posto nella classifica. Seguono Regno Unito, Francia, Giappone e Cina che ricoprono ciascuno il 4-4% delle spese militari. Quindi la Germania (30,4 milioni di euro) e l'Italia che, sebbene diminuisca dai poco meno di 27,5 miliardi di euro del 2004 ai poco più di 25,1 miliardi di euro del 2005, mantiene il settimo posto per spese militari (nonostante alcune agenzie abbiano battuto che l'Italia sarebbe al sesto posto). Seguono Arabia Saudita, Russia, India, Corea del Sud, Canada, Australia, Spagna e Israele. La spesa totale di questi 15 paesi ammonta all'84% mondiale.

La spesa militare rappresenta il 2,5% del Pil mondiale, pari a 173 dollari pro-capite e il totale della spesa mondiale nel 2005 è stato inferiore di solo il 6% rispetto al periodo 1987-1988, quando si raggiunge il picco di spesa a causa della Guerra fredda. Gli Stati Uniti incidono per l'80% sui 30 miliardi di euro di incremento della spesa mondiale l'anno scorso. Se in termini relativi, sono i paesi del Medio Oriente e registrare i maggiori tassi di crescita nel capitolo delle spese militari, in Europa invece la spesa militare scende dell'1,7% e le riduzioni più consistenti sono state registrate da Italia e Gran Bretagna.

Negli ultimi dieci anni la spesa militare mondiale è aumentata del 2,4% l'anno in termini reali. Tra il 1995 e il 1998 c'è stata una consistente riduzione per effetto della fine della guerra fredda, poi la spesa è ripresa a crescere e nel periodo 2002-2005 il tasso di crescita in termini reali è del 6% a causa dell'ingente aumento delle spesa da parte degli Stati Uniti. Per la guerra globale al terrorismo, gli Stati Uniti in appena tre anni hanno incrementato il budget militare di 238 miliardi di dollari, che rappresentano un volume superiore a quanto spendono in un anno tutti i paesi dell'Africa, America Latina, Medio Oriente e Asia (escludendo il Giappone ma comprendendo la Cina).

L'impatto del budget militare americano sul totale mondiale è evidente con il rapporto pro-capite. Mai negli ultimi 20 anni gli Stati Uniti avevano speso tanto: oggi negli Usa la spesa ammonta a 1.604 dollari pro-capite rispetto ai 130 dollari di media mondiale. Segue Israele con 1.430 dollari, mentre la Cina spende per il budget militare 31,20 dollari pro-capite (ma va ovviamente tenuto conto dell'incidenza dell'alto numero di popolazione) e l'India 18,50 dollari. La Cina, infatti, in termini assoluti è quinta al mondo per spesa militare superata solo da Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone. E l'Italia con una spesa pro-capite di 468 dollari, supera di gran lunga la Germania (401 dollari) nella spesa militare in rapporto alla popolazione (si veda la tabella "The 15 major spenders countries in 2005"). (v fondo pagina)

Se l'egemonia statunitense nella classifica delle spese militari non desta sorprese, qualche novità si registra invece nei dati sulle esportazioni di armi. Stando al rapporto del Sipri, infatti, nel 2005 Mosca avrebbe scalzato per il secondo anno consecutivo, seppur di stretta misura, un primato che era di Washington: nel periodo fra il 2000 e il 2004 avrebbe esportato armamenti per un valore pari a 26,9 miliardi di dollari, seguita dagli Stati Uniti con un miliardo di meno e poi, a distanza, da Francia, Germania e Gran Bretagna. In termini di export, Russia e Stati Uniti si confermano comunque sostanzialmente alla pari, coprendo rispettivamente un 30% del mercato mondiale e lasciando alle tre nazioni europee un 20% ciascuno del rimanente.

Seguono i commenti della Rete Italiana Disarmo che raccoglie le associazioni italiane impegnate nella riduzione delle spese militari e nel controllo del commercio di armamenti.

di Giorgio Beretta