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Statistiche truccate di Guglielmo Colombi | ||
"Nel primo trimestre 2013 si accentua la diminuzione
su base annua del numero di occupati (-1,8%, pari a -410.000 unità).
La riduzione degli uomini (-2,5%, pari a -329.000 unità) si
associa a quella delle donne (-0,9%, pari a -81.000 unità).
Al persistente calo degli occupati più giovani e dei 35-49enni
(rispettivamente -421.000 e -220 mila unità) continua a contrapporsi
la crescita degli occupati con almeno 50 anni (+231 mila)..... La situazione è già catastrofica così, ma in verità è molto peggiore. Il dibattito è aperto da tempo e riguarda l'inadeguatezza del concetto di "disoccupato" (vedi qui e qui). Nella concezione corrente è disoccupato chi è senza lavoro e lo cerca. Non è dunque disoccupato che è senza lavoro e non lo cerca. Non è disoccupato chi non cerca un lavoro perchè lavora in nero. Non è disoccupato chi ha un lavoro stagionale o precario o da apprendista. Non è disoccupato chi ha un'impresa individuale o famigliare che non incassa nulla. Non è disoccupato il professionista con uno o due clienti l'anno. Non è disoccupato il socio di una cooperativa in fallimento. Non è disoccupato chi si iscrive all'università per evitare di stare in casa a ciondolare. Non è disoccupata la donna che sta a casa coi figli perchè sul lavoro la pagherebbero meno di quanto chiederebbero il nido o l'asilo. Non sono disoccupati gli immigrati clandestini. Se il termine "disoccupato" fosse riservato ha chi non ha un reddito continuativo da lavoro o da rendita, pur essendo abile, il numero di 3.276.000, che già spaventa, arriverebbe rapidamente al triplo. Nel secolo scorso la forza lavoro era stimata intorno ai 20 milioni. In quindici anni, è dimezzata. |