Il trucco dell'allargamento (Vanessa Gucci)

La politica ha ucciso i movimenti culturali degli anni Sessanta ricorrendo al trucco retorico dell'allargamento. Oggi, il capitalismo bancario ricorre allo stesso trucco del social-comunismo degli anni Settanta, per uccidere le speranze di cambiamento degli italiani.

Dal 1959 al 1968 è esplosa una rivoluzione culturale il cui obiettivo era migliorare la vita di ognuno "qui ed ora". Gli studenti volevano migliorare le loro scuole e le loro università. I giovani volevano più libertà di fare l'amore. I figli volevano emanciparsi dall'autorità paterna. I cattolici volevano migliorare le loro parrocchie e le loro pratiche di fede. Le donne volevano migliorare il loro ruolo nelle famiglia e nella società. I lavoratori volevano migliorare le loro condizioni di lavoro.

Ad un certo punto (difficile dire quando) qualcuno ha cominciato ha suggerire che i problemi fossero "più ampi". Non serviva più migliorare una scuola, ma occorreva cambiare il sistema scolastico. Non aveva senso una rivolta contro il proprio padre: bisogna combattere tutte le autorità. Non serviva modificare il proprio lavoro, ma si doveva emancipare la "classe operaia".

Subito dopo arrivò qualcuno a sostenere che il sistema scolastico, il rapporto genitori-figli, la sessualità, la condizione della donna non potevano essere cambiati senza l'abbattimento del sistema politico nazionale. Tutte le battaglie locali e categoriali erano inutili finche non si fosse abbattuto il regime politico dominante.

Infine qualcuno spiegò che il sistema politico nazionale era un'isola dell'arcipelago imperialista. Per cui, nessun miglioramento era possibile senza una vittoria del proletariato in tutto il mondo.

Intorno al 68-69 il glorioso movimento di emancipazione era finito, in nome di una lotta politica per l'emancipazione planetaria e l'abbattimento dell'imperialismo. Siccome questa lotta era un'allucinazione, la storia degli anni settanta, ottanta e seguenti è la storia di un regresso agli anni cinquanta, caratterizzati da repressione, oscurantismo, discriminazione e diseguaglianza. Proprio dove ci troviamo ora.

Oggi, dopo mezzo secolo, è tornato il trucco dell'allargamento ("il problema è più ampio").

L'Italia è in una crisi economica e sociale gravissima, ma il mondo politico non si chiede cosa fare per gli studenti, gli operai, i giovani, le donne, gli anziani italiani. Gli "esperti" si chiedono: cosa fa l'Europa? Nessun miglioramento in Italia ha senso se non si cambia la UE. Siccome la UE è legata agli Usa, gli esperti di interrogano su cosa dice Obama. E poichè nemmeno Obama ha un'idea sul da farsi, sta girando l'ipotesi che la nostra vita migliorerà solo se l'Iran si sottomette e se la Cina si fa più accomodante. Insomma, non ha senso cambiare la vita degli italiani se prima non cambiamo la UE, il Patto atlantico, l'Iran e la Cina. Nell'attesa scivoliamo, senza rendercene conto, verso gli anni 1920-1930 (quelli pre-dittature).