La fine della 2° Repubblica è accompagnata da scandali
più eclatanti di quelli della 1°, ma è anche caratterizzata
da una specie di "sagra della faccia tosta" messa in scena
dalla casta. Leaders politici, vassalli, valvassori e valvassini del
ceto dominante da vent'anni si affannano a dire che la situazione
è vergognosa e che occorre un rinnovamento, ma si dimenticano
di fare la sola cosa che dovrebbero: dimettersi in massa. Tutti parlano
come se non fossimo in presenza di una crisi di sistema: quel sistema
di cui tutta la classe politica attuale è stata la causa, con
ruoli attivi, o di complicità o di connivenza.
Comincia il "caro leader" Giorgio Napolitano a tuonare
contro gli scandali. Il Presidente naviga nel Palazzo dal 1953. Provate
a cercare negli archivi quante campagne ha fatto contro il malcostume,
il malaffare, la casta.
Seguono a ruota i Segretari dei partiti maggiori: Alfano e Bersani.
Due mammole il cui ruolo è quello di gestire il partito, ma
che si mostrano scandalizzatissimi come se non dovessero sapere cosa
combinavano quegli uomini che loro stessi hanno scelto come luogotenenti
regionali. Poi arriva Monti a dire che gli scandali regionali sono
una tragedia per l'immagine dell'Italia, e quindi meritano la mannaia
contabile. Come se invece le spese nazionali, il finanziamento dei
partiti a livello centrale, i privilegi dei parlamentati fossero un
vanto planetario e necessitassero solo di qualche ritocchino.
La Lega Nord viene travolta da un pasticcio che coinvolge leader,
figlio, moglie e amica: occorre una svolta! Ecco l'innocente Maroni
a interpretare il "nuovo": uno che sta a lato del Bossi
dalla prima ora e che per 20 anni ha battuto le mani al capo e, a
fasi alterne, anche all'alleato del capo (Berluschettino).
Anche Berluschettino, quello che un anno fa è scappato lasciando
l'italia in mano al Quisling Monti, tuona contro lo scandalo e vuole
rinnovare il paese, partendo dal PdL. Cambio di logo e bandiera e...voilà:
la nuova proposta per tutte le forze moderate, come se le sigle precedenti
non fossero le madri di tutte le ruberie regionali.
Fini e Casini, il duo dinamico del trasformismo italiano (Mastella
era un dilettante), sono molto scandalizzati e vogliono innovare.
Come? Creando l'ennesima "forza moderata" che punta a un
futuro governo di quel Monti che è stato portato alla ribalta
da una specie di dr. Frankestein , impersonato da Napolitano, Alfano,
Berlusconi, Bersani e Casini.
Luca Cordero di Montezemolo è giustamente allarmato dagli scandali
attuali e si presenta come la bella novità di Italia Futura.
Non gli crea nessun problema essere stato presidente della FIAT S.p.A.
dal 2004 al 2010 proprio gli anni della crisi peggiore della casa
automobilistica, in cui lavora dal 1977. Oltre trent'anni in cui ha
visto entrare i finanziamenti gratuiti dello Stato alla FIAT senza
mostrare alcun imbarazzo.
Il più recente senza vergogna è Giulio Tremonti. Un
uomo tutto d'un pezzo che ha fatto una carriera passando dal PSI (1987)
ad Alleanza Democratica, dal Patto Segni alla Federazione Liberaldemocratica,
a Forza Italia. Con Berlusconi è stato Ministro dell'Economia
e delle Finanze, ottenendo gli ottimi risultati che oggi abbiamo tutti
sotto gli occhi, dall'11 giugno 2001 al 3 luglio 2004, dal 22 settembre
2005 all'8 maggio 2006, dall' 8 maggio 2008 al 16 novembre 2011 (totale:
7anni su 11). Oggi è scandalizzatissimo e sorpreso per gli
scandali della casta e dunque propone un nuovo partito "innovatore".
Infine arrivano in tv tutti i parlamentari della casta, che si dichiarano
stupiti, colpiti, sdegnati per gli scandali ed anche moderatamente
critici verso il governo Monti, che tuttavia sostengono col voto in
Parlamento. Anche loro invocano a gran voce la necessità di
un rinnovamento, che però prevede la loro presenza sine die.
Quello che tutti questi svergognati fanno finta di non sapere o non
capire è che TUTTI coloro che oggi hanno una qualsiasi carica
elettiva (amministratori locali e politici nazionali, di qualsiasi
partito) sono corresponsabili dei tanti Trota, Fiorito, Lusi o Penati
per omertà, collusione o complicità.
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