|
Il carattere dell'Impero - Sessuofobia e violenza (Adamus, 2014) |
Il "principio del piacere" assorbe il principio di realtà; la sessualità viene liberata in forme socialmente costruttive. Questa nozione implica che vi sono modi repressivi di de-sublimazione, a confronto dei quali gli impulsi e gli scopi sublimati contengono una maggior dose di deviazione, di libertà e di rifiuto di dar retta ai tabù sociali. Sembra che tale de-sublimazione repressiva operi davvero nella sfera sessuale, ed alla pari di quanto avviene nella de-sublimazione dell'alta cultura essa opera qui come sottoprodotto dei controlli sociali attivati dalla realtà tecnologica, che diffonde la libertà mentre intensifica il dominio. Il nesso tra de-sublimazione e società tecnologica può forse essere meglio illuminato se si esamina il mutamento avvenuto nell'uso sociale dell'energia istintuale. (H.Marcuse "L'uomo a una dimensione" cap. 3, p. 85) Per Marcuse insomma, la liberazione della sessualità altro non è che la sua amministrazione. la sessualità dell'Impero sembra libera, ma lo è solo se confinata nel circuito commerciale. La pornografia su Internet, la sessualità nelle discoteche, il porno-soft nella stampa sembrano spazi di libertà ma sono solo prodotti commerciali controllati dall'industria. L'unico motivo per cui si discute di legalizzare la prostituzione è il versamento delle tasse. Anche in tv la sessualità è libera, ma solo sui canali a pagamento. Persino la sessualità infantile diventa lecita, se circoscritta nel recinto della moda, dello sport o dello spettacolo. Se teniamo nel computer foto di bambine di 12 anni in costume da bagno veniamo arrestati per pedofilia. Possiamo invece tenere sul pc foto di dodicenni seminude che si contorcono sulle parallele, sfilano in passerella o si esibiscono come cantanti o ballerine. Insomma la sessualità del XXI secolo è libera solo a pagamento e solo come sguardo, non come pratica. Al contrario, la violenza è diffusa e gratuita, e in molti
casi elogiata. Esiste un evidente tabù per il sesso ma non
per la violenza. Impariamo ovunque mille modi per uccidere, ma uno
solo per fare sesso: fra partners adulti, di età simile, di
diverso sesso e solo nella prospettiva del matrimonio. A scuola, fin dalle elementari, viene imposta una storia dell' Occidente
raccontata come epopea eroica, con personaggi da ammirare e usare
come modello. Quattro secoli di impero romano, tre secoli di crociate,
cinque secoli di Inquisizione, cinque secoli di colonialismo, tre
secoli di schiavitù hanno fatto milioni di morti su cui la
scuola tralascia di insistere. Alessandro magno, Giulio Cesare, Napoleone
vengono descritti come grandi condottieri, non come massacratori di
massa. Il genocidio dei popoli pre-colombiani viene osannato come
romanzo di esplorazione (quello degli aborigeni australiani non viene
neppure ricordato). Sulle guerre di religione in Europa, durate quasi
due secoli si sorvola, come sulla strage degli Albigesi, la soluzione
finale dei Templari, le quasi 50.000 esecuzioni ordinate dal "simpatico"
Enrico VII e da sua figlia Maria "la sanguinaria".
|