Il regime senza memoria (Mircea Meti, 2016) |
Mass media, politici, opinionisti, conduttori di talk
shows, di fronte ai fatti tragici della cronaca hanno l'atteggiamento
stupefatto e indignato di chi sembra venire sorpreso. In genere, lo
stupore e l'indignazione rigurdano fatti causati dagli "altri",
cioè dai nemici del momento. Tutti diventano psicologi, economisti,
politologi ma dimenticano totalmente la storia. Tutti sembrano nati
ieri. Sembra che non fossero vivi dieci, venti, trenta anni fa e che
non abbiano mai letto un libro o visto un film. Sembra che siano del
tutto all'oscuro di quello che noi (l'Occidente) abbiamo fatto nel
corso della storia. Cercano di vendere al "popolo bue" una
visione perbenista per la quale i nemici scandalizzano l'anima immacolata
della nostra civiltà. 1. Combattenti
stranieri: dov'è la novità? 4. Uccisione di civili: dov'è la novità? Fanno giustamente scandalo le carneficine che i belligeranti di tutto il pianeta fanno dei civili. Nella mente dei cittadini, le guerre si dovrebbero combattere fra soldati. Nella realtà tutto il Novecento è stata una macelleria indiscriminata di soldati, civili, e persino operatori sanitari. Durante l'occupazione di Nanchino (1937) l'esercito nipponico commise numerose atrocità, come stupri, saccheggi, incendi e l'uccisione di prigionieri di guerra e civili. Nonostante le uccisioni fossero iniziate con la giustificazione di eliminare soldati cinesi travestiti da civili, si ritiene che un gran numero di innocenti siano stati intenzionalmente identificati come combattenti nemici e giustiziati man mano che il massacro cominciava a prendere forma. Tra le 300.000 vittime accertate, decine di migliaia furono bambini innocenti, uccisi per divertimento, e gli stupri di donne e gli omicidi divennero in breve la norma. Il benpensantismo guerrafondaio ha inventato l' ipocrita locuzione di "danni collaterali" per indicare gli sgradevoli massacri dei non belligeranti. La seconda guerra mondiale ha fatto 48 milioni di vittime civili fra tutte le nazioni coinvolte, di cui 130.000 in Italia. Nessuno può dimenticare Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema, le Fosse Ardeatine; nè le foibe. E' stato solo l'odio verso il nazi-fascismo e la guerra che ha spinto gli italiani ad applaudire i "liberatori" che fino a qualche giorno prima radevano al suolo interi quartieri urbani, con scuole, ospedali, chiese e case d'abitazione. Secondo "Il libro nero dellumanità" di Matthew White del quasi mezzo miliardo di esseri umani uccisi nei cento massacri più rilevanti, 315 milioni dipendono dalle guerre, che assommano 49 milioni di soldati uccisi contro i 266 milioni di civili. La media dei civili morti durante le guerre è dell85 per cento. Sono famosi i massacri di My Lai in Vietnam e di Sabra e Chatila,
alla periferia di Beirut. Quelli in Cecenia e quelli in Afghanistan.
La guerra in Bosnia-Erzegovina ha fatto vittime 31.270 soldati e 32.723
civili. Il massacro di Srebrenica è stato un atto di genocidio
e crimine di guerra avvenuto durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina.
Migliaia di musulmani bosniaci furono uccisi l'11 luglio 1995 da parte
delle truppe serbo-bosniache (cristiane), nella zona di Srebrenica
che si trovava al momento sotto la tutela delle Nazioni Unite. I bombardamenti
della Nato su Belgrado e tutta la Serbia (1999) durarono 11 settimane
e uccisero 2.500 civili, con la incostituzionale partecipazione dellaviazione
italiana. Ma più recenti sono i massacri di civili in Ucraina e in Siria. Numerosi incidenti con massacri di civili, sono avvenuti in Afghanistan, Yemen, Iraq, Libia, Somalia, Pakistan e Gaza. In Pakistan il rapportateur delle Nazioni Unite si e sentito dire da fonti ufficiali che 330 attacchi di droni dal 2004 nelle aree tribali del nord ovest del paese hanno provocato 2.200 morti, di cui 400 civili. Secondo la New America Foundation di Washington, dal 2004 sono stati effettuati 350 raid, soprattutto sotto la presidenza Obama. Il bilancio delle vittime sarebbe compreso tra i 1.963 e i 3.293, di cui tra i 261 e i 305 civili. Unaltra organizzazione, la britannica Bureau of Investigative Journalism, fornisce un bilancio tra i 3.072 e i 4.756 morti, di cui tra 556 e 1.128 civili, in Pakistan, Yemen e Somalia.
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