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NOTA: siamo curiosi di sapere chi è quel suicida che si accolla una idrovora come Alitalia, se persino i Mida arabi sono riusciti a fallire.
L'idrovora Alitalia
Alitalia di Stato, 30 anni di perdite e 7,4 miliardi di «tassa» pagati dai contribuenti

L’accordo nel 2014
Finisce così un’avventura sull’asse Emirati Arabi Uniti-Italia iniziata nel 2013, formalizzata un anno dopo, nell’agosto 2014, con la firma dell’accordo strategico complessivo da 1,76 miliardi di euro di investimenti totali. Tra questi: 387,5 milioni per rilevare il 49% della nuova Alitalia, 112,5 milioni per prendersi i tre quarti della società che gestisce il piano di fidelizzazione (MilleMiglia), 60 milioni per le cinque coppie di «slot» (i diritti di decollo e atterraggio) all’aeroporto di Londra Heathrow che dovevano poi essere riaffittate ad Alitalia «a condizioni di mercato». «Diventerà un’azienda più sexy, ci sarà da lavorare di più, ma il futuro è assicurato», si era spinto ad annunciare tre anni fa James Hogan, ai tempi ai vertici di Etihad.
Le trattative
Com’è andata a finire è questione di queste settimane. Ad aprile i dipendenti bocciano l’accordo stipulato da azienda e sindacati con un piano quinquiennale di tagli agli stipendi, ai permessi, cassa integrazione e contratti d’ingresso low cost. Pochi giorni dopo — come anticipato da questo giornale — i vertici di Abu Dhabi decidono di non investire più un centesimo sulla compagnia tricolore. Il 2 maggio il Consiglio di amministrazione di Alitalia stabilisce che il vettore non è in grado di andare avanti e quindi delibera l’avvio della procedura per arrivare all‘amministrazione straordinaria. Dalla fine di ottobre sono in corso i colloqui con i potenziali acquirenti di Alitalia, con il gruppo tedesco Lufthansa in pole per la parte «aviation», mentre qualcosina potrebbe essere ceduta ad easyJet («La nostra è l’offerta migliore», ribadisce Frances Ouseley, numero uno di easyJet Italia) e in attesa di capire il ruolo del fondo americano Cerberus. ( 19 dicembre 2017, Fonte)

I 900 milioni concessi alla compagnia entrano ufficialmente nel mirino di Bruxelles. Confermata la proroga della cigs: cala a 1480 dipendenti fino a ottobre.
Il prestito ponte da 900 milioni di euro è stato concesso al tasso del 9,90%, che al termine di un anno costerà circa 100 milioni di euro di interessi per un "conto" totale da circa un miliardo di euro. Anche il tasso (relativamente basso per il tipo di rischio connesso alle operazioni di una società in amministrazione straordinaria come Alitalia) entrerà nel dossier Ue.

Infine è stato raggiunto l'accordo al ministero del lavoro tra Alitalia e sindacati sulla procedura di proroga della cassa integrazione in scadenza il 30 aprile. La nuova cigs, che durerà altri sei mesi a partire dal primo maggio, interesserà 1.480 dipendenti, un numero che si riduce sia rispetto agli attuali lavoratori in cigs (1630), sia rispetto alla richiesta iniziale dell'azienda (1680). La cassa sarà a rotazione, mentre per meno di 300 (ma il numero verrà definito nei prossimi incontri) sarà a zero ore. (23 aprile 2018, Fonte)

Alitalia, i nodi da sciogliere dopo l’offerta di Fs
Eni e Leonardo, oltre a Lufthansa, si sono al momento tutti sfilati. A dicembre vanno restituiti 900 milioni più 100 di interessi e non c'è visibilità su quanto la compagnia debba ai fornitori e sugli altri debiti contratti. Entro il 23 marzo vanno poi rinnovati gli ammortizzatori sociali per 1.570 dipendenti. E la Cassa può intervenire al massimo per il rinnovo della flotta
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