indice generale |
Il contatto corporeo è la forma più antica di comunicazione sociale sia nei primati che negli esseri umani. I primati si servono di una serie di forme diverse di contatto corporeo, per esempio il macaco piccolo e la madre si coinvolgono reciprocamente con tutto il corpo in giochi violenti e disordinati, mentre i macachi adulti si lisciano la faccia. H. Harlow, psicologo americano, in una serie di esperimenti svolti nel 1959 sulle scimmie reshus dimostra che i piccoli delle scimmie si affezionano di più a scimmie artificiali se queste sono ricoperte di morbida stoffa che non a scimmie da cui possono ottenere solo latte. Le piccole scimmie sono state allevate in isolamento, alla sola presenza di due sostituti (succedanei) della madre. Si trattava di due sagome di ferro: luna con un poppatoio dal quale la scimmietta poteva nutrirsi, laltra ricoperta di stoffa. Le scimmiette trascorrevano lunghi periodi di tempo abbracciate alla madre ricoperta di stoffa dimostrando che per loro era più importante la madre che forniva piacere tattile che non quella che forniva il cibo. Inoltre in presenza della madre di stoffa assumevano un atteggiamento di curiosità e di relativa assenza di paura dinanzi ad oggetti sconosciuti, mentre in presenza della madre di ferro il loro comportamento era di fuga. Harlow notò che le scimmie cresciute in laboratorio mostravano un forte attaccamento per i rivestimenti di tela morbida usati per coprire il pavimento e le pareti delle gabbie in rete metallica, e quando per ragioni igieniche si tentò di togliere la stoffa, i piccoli vi si aggrapparono e caddero in preda ad una collera violenta.
Negli
esseri umani una vasta parte del cervello ha la funzione di ricevere i
messaggi dalla superficie del corpo, che sono poi usati per dirigere i movimenti
del corpo. Ricevere i messaggi/informazioni del mondo esterno è compito
principale della pelle che ricopre completamente il nostro corpo. La pelle
svolge 4 funzioni fisiologiche:
1 la difesa
del corpo da offese meccaniche, da radiazioni e dallinvasione di sostanze
e organi
esterni
2 di percezione
in quanto organo di senso
3 di regolazione
della temperatura
4 di traspirazione
in quanto organo del metabolismo e dellimmagazzinamento dei grassi,
e del
metabolismo
dellacqua e dei sali.
Il contatto corporeo
stimola diversi tipi di recettori sensibili al tatto, alla pressione, al
caldo o al freddo, al dolore. La pelle invia diversi tipi di segnali sul
suo stato per mezzo del suo calore, sapore e odore (es. la traspirazione)
ed il cervello esegue le necessarie regolazioni in risposta alle informazioni
ricevute. Le stimolazioni continue della pelle da parte dellambiente
servono a mantenere il tono sensoriale e quello motorio. Le proporzioni
dellarea cerebrale tattile ci possono dare lidea dellimportanza
delle funzioni tattili attraverso la rappresentazione dellomuncolo
sensorio e motorio che evidenzia nella corteccia il prevalere della mano,
specialmente indice e pollice, e delle labbra.
Il tatto come messaggio di accettazione o di rifiuto
Nellessere umano la sensazione cutanea non è semplicemente questione di tatto, di pressione, di temperatura: è anche un messaggio di accettazione o di rifiuto, in quanto attraverso il tatto si possono comunicare i principali tipi di atteggiamento interpersonale e gli stati emotivi. Da qui il bisogno di contatto corporeo che, come il bisogno di soddisfazione orale, può diventare più intenso nei periodi di tensione. Ma se il bisogno di cibo si può soddisfare anche da soli, il contatto corporeo necessita della partecipazione di unaltra persona. Il bisogno di contatto corporeo è fondamentale in special modo da piccoli. Nel rapporto tra madre e figlio elementi diversi sono legati alla stimolazione esterna, come lo stretto contatto, il calore, lodore, lallattamento e i riferimenti visivi e uditivi. Le esperienze, alle quali sottostà il bambino in contatto con il corpo della madre, costituiscono il suo primo mezzo di comunicazione. Attraverso le labbra il bambino afferra la realtà, così come ingerisce le sostanze con le quali costituisce il proprio corpo. Appena può si porta alle labbra gli oggetti per valutarli, e continua a farlo anche molto tempo dopo che ha acquisito altri mezzi di percezione e di valutazione, come le punte delle dita e il palmo delle mani. Il contatto corporeo svolge un ruolo cruciale nello sviluppo emotivo del bambino. Osservazioni fatte su bambini ospedalizzati svolte dalla psicologo francese R. Spitz fanno sostenere che, nei casi di deprivazione di esperienze di contatto corporeo nella prima infanzia, può insorgere una patologia comportamentale (depressione anaclitica) che porta talvolta alla morte emotiva del bambino.
Culture di contatto
La
frequenza e la qualità dei contatti fisici che un individuo ha con gli altri
varia a seconda delletà, dei rapporti sociali e soprattutto della
cultura. Vi sono culture dette di contatto, come quella africana
e araba, che legittimano il contatto corporeo e quindi nei rapporti sociali
è possibile stare vicini quando ci si parla, abbracciarsi, darsi manate
sulle spalle. Così come vi sono culture di non contatto, come
quella inglese o giapponese, in cui il contatto corporeo è ristretto ad
occasioni particolari. Lo psicologo canadese S.M. Jourad in una sua ricerca
chiedeva a 300 giovani adulti americani chi avesse toccato le diverse
parti del loro corpo, se il padre o la madre. Alcune conclusioni di tale
indagine mettevano in evidenza:
-
che le zone tabù (prevedibile) erano quelle più vicine agli organi
sessuali
-
che le madri toccavano meno i figli che le figlie sui capelli e
sulle braccia
-
che le madri toccavano meno le figlie che i figli sul petto
-
che le madri toccavano meno i figli che le figlie su faccia, collo
e spalle
-
che le amiche femmine si toccavano meno degli amici maschi sulle
spalle, petto, gambe
-
che gli amici maschi si toccavano meno delle amiche femmine sui
capelli, faccia, collo, avambracci
che le femmine toccano meno gli amici maschi di quanto i maschi
tocchino le amiche femmine sulle ginocchia
-
che i maschi toccano meno le amiche femmine di quanto le femmine
tocchino gli amici maschi sul petto e sulle pelvi
Ciò che emerge
da queste differenze è che ogni rapporto ha la propria combinazione peculiare
di zone tabù e non tabù
Modello comportamentale n.c.c. (non contatto corporeo)
Sul
contatto corporeo ho svolto una indagine nel 1985 su 84 soggetti di età
compresa tra i 25 e i 45 anni (60% donne, 40% uomini).
(indagine
sul contatto corporeo)
STRUMENTI
Tale indagine consisteva nel rivolgere due serie di domande, contenute in una scheda di auto osservazione, sui comportamenti comunicativi abitualmente agiti attraverso i linguaggi non verbali. La prima serie di domande si riferiva alla vita adulta del soggetto, la seconda allinfanzia. Le due serie di domande miravano a far emergere in quale misura si erano stabiliti e si stabiliscono contatti corporei nei comportamenti comunicativi più abituali dei soggetti. Nelle due finestre si possono leggere le due serie di domande
Prima
serie di domande (età adulta)
-
Solitamente, quando sei con un amico/a, per scherzo
o per affetto:
* si siedi
sulla stessa sedia * ti siedi in braccio
-
Ti capita di appoggiare la testa sulla spalla di un
amico/a:
* per
piangere * per farti accarezzare
-
Solitamente quando abbracci un amico/:
* aderisci
con tutto il corpo * tiri indietro il bacino * eviti
di sfiorare qualcosa del corpo
-
Il contatto fisico con un amico/a è condizionato:
* dal
sesso (se uomo o donna) * dalla situazione emotiva del momento
* dal grado di
pulizia * dalla simpatia/antipatia * dalla
presenza degli altri
Seconda serie di domande (infanzia)
-
I contatti con tua madre avvenivano in prevalenza:
* con
le carezze * con il gioco
* con le botte
* non avvenivano
-
Quelli con tuo padre:
* con
le carezze * con il gioco
* con le botte
* non avvenivano
-
Con i fratelli:
* con
le carezze * con il gioco
*
con le botte * non avvenivano
-
Ricercavi il contatto fisico?
-
Rifiutavi il contatto fisico?
-
Eri indifferente al contatto fisico?
I risultati
di questa indagine, aggiunti ad altri tratti dalla pratica di lavoro, confermano
lipotesi di poter ricostruire i modelli comportamentali di base
agiti nellinfanzia nei gruppi familiari, partendo dallelemento
più facilmente ricordabile: quello del contatto corporeo. Quando in una
famiglia si evita il contatto corporeo, si evita anche il dialogo
profondo, cioè quel tipo di comunicazione attraverso il quale ogni
membro della famiglia sente laltro (o laltra) partecipe e disponibile
alla pena o alla gioia provata. La connessione tra contatto corporeo e dialogo
profondo si basa sul fatto che il contatto in sé costituisce una prova di
verità sul reale legame affettivo che unisce le persone tra loro. Il calore
di una mano, la pressione di un abbraccio, una lieve carezza, più di una
frase o di un lungo discorso, danno la misura di quanto laltro gioisce
o patisce con noi, quindi la sicurezza di essere accettati, di esistere
per gli altri. Le persone cresciute allinterno di un tale modello
di base in uso nella famiglia di origine, spesso nella vita adulta ripetono
inconsciamente gli schemi già sperimentati. Se invece nellinfanzia
è venuta a mancare la sicurezza sulla verità dei legami affettivi, poiché
sono mancati questi messaggi, quelle prove di verità che soltanto il contatto
corporeo riesce a veicolare, da adulti le persone potranno essere stimate
e accettate dal loro ambiente, ma esse non saranno mai certe di essere amate.
Su queste insicurezze di fondo si basano quelli che possono dirsi gli inquinamenti
comunicativi e cioè quelle ripetute richieste di accettazione, di
affetto dirette e indirette che continuamente vengono fatte
a partner e amici per riempire antichi vuoti purtroppo incolmabili da chi,
a sua volta, ne ha già altri da riempire per conto suo. Richieste di affetto
mascherate, come ad esempio che si venga accolti con sorrisi anche quando
si arriva tardi agli appuntamenti, che ad ogni richiesta non si riceva mai
un no, che siano sempre gli altri a capire, a perdonare e scusare,
piuttosto di mettere in discussione il proprio agire. Richiedere alloggi
di riempire un vuoto di ieri è più frequente di quanto si pensi e priva
lessere umano adulto del piacere di incontrare il suo simile, e anche
di allontanarsene quando i livelli evolutivi non sono daccordo. Partendo
dalla connessione: assenza di contatto-assenza di dialogo-assenza di accettazione,
si può ipotizzare un modello comportamentale che ho chiamato n.c.c.
(non contatto corporeo). Una volta localizzata questa prima connessione,
se ne possono trovare altre agite nel gruppo familiare di origine. Per esempio:
-
che ogni membro della famiglia delimitava il proprio spazio senza
scambiarlo mai con gli altri (i posti a tavola, quelli davanti al televisore,
alla finestra, sul balcone di casa, nellauto, ecc
)
-
che si era rigidi nello scandire il tempo di ogni giornata sia feriale
che festiva: lora del risveglio, del pranzo, quelle delle telefonate
agli amici ed ai parenti, quella degli acquisti e persino quella dei momenti
di maggiore intimità.
In questo modello
azioni, gesti, parole, sono abbastanza prevedibili da parte di tutti
i membri al punto di poterli agire automaticamente senza eccessivo
impegno. Con i comportamenti sempre sotto controllo è impossibile
manifestare limmediatezza di un sentimento, di unemozione che
andrebbe a turbare limmutabilità dei ruoli assunti, degli spazi occupati,
delle parole ripetute. La prevedibilità dei gesti, dei toni di voce, degli
sguardi, degli atti, delle parole, se da una parte garantisce la continuità
dellimmagine di sé che si vuole dare agli altri e anche limmagine
di un gruppo familiare equilibrato, dallaltra preclude laccesso
allimprevedibile, allimmediato che porterebbe alla profonda
conoscenza dei reali sentimenti che legano tra loro i membri di un gruppo
familiare. Nel processo comunicativo tra due o più persone, quanto più il
messaggio è imprevedibile tanto maggiore è il contenuto della comunicazione.
La comunicazione può dirsi davvero tale quanto modifica in qualche modo
il comportamento di chi la riceve. E quindi scontato che in un modello
comportamentale in cui si teme il contatto corporeo quale prova di verità
dei sentimenti provati, domini la prevedibilità di ogni azione, parola,
gesto e non si conceda spazio allimprevedibilità o immediatezza.
Ciò porta da adulti a ricorrere continuamente prove di accettazione, richiedendo
ai rapporti di oggi di riempire i vuoti dei rapporti di ieri.
(tratto da: Come sviluppare flessibilità relazionale nella comunicazione interpersonale di P. Pacifico, psicologa-antropologa, ed. F.Angeli)