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In
un Gruppo dincontro succedono molte cose. Spesso succede
quello che non è accaduto in anni di psicoterapia individuale. Ho partecipato
ad diversi gruppi dincontro(maratone) e da circa 10 anni collaboro
come conduttrice ai gruppi dincontro proposti da A. Lo Iacono. La
particolarità della conduzione in questo tipo di incontro sta nellapparente
assenza di un percorso, di una guida. In realtà si tratta di una pratica
da DRAMMAUTOGENO, che fa esprimere larte dello psicoterapeuta più
come una scultura che come una pittura: si tratta cioè di togliere
le parti che secondo il conduttore sono ridondanti alla dinamica comunicativa
del gruppo, finché si configurano delle scene essenziali che
definiscono ciò che sta succedendo senza bisogno di parlare in quello che
si può chiamare rumoroso silenzio dellintervallo, evitando
le parole che spesso sono scuse per non sentire. Qualsiasi sia
il numero di maratone che si sono condotte, non si sa mai come si evolverà
lesperienza delle 20-25 persone che vi prendono parte e che si incontrano
per il periodo di tempo che va dal venerdì sera alla domenica sera: spesso
non si conoscono per niente, vivono questoccasione insieme e, altrettanto
spesso, non si rincontreranno mai più nella loro vita. Durante il seminario
gran parte del tempo si passa allaperto, a contatto con la natura,
sia inanimata (alberi e vegetali) che animata (uccelli, cani, gatti, pecore,
ecc.) cercando di recuperarne un nuovo significato, ed elaborando un nuovo
comportamento nei confronti di essa. Nelle maratone sono anche possibili
esperienze di regressione ad episodi passati della propria esistenza e
sperimentazioni fisiche tese a recuperare una nuova dimensione corporea
ed un veicolo di comunicazione più essenziale. Effettivamente, nei gruppi
del Drammautogeno si lavora anche facendo vivere corporeamente
le metafore, tenendo presenti i caratteri che delineano le persone. Spiegato
molto semplicisticamente potrebbe suonare così: chi è molto dipendente deve
rendersi conto della fragilità delle sue gambe (mancanza di autonomia, cioè
metaforicamente non ce la fa a camminare da solo) e allora può succedere
che il conduttore ritenga utile fargli vivere questa esperienza direttamente
e per esempio gli salti in groppa e resti lì fino a che le gambe del partecipante
non cedono. A chi vive solo con la testa può accadere di non venire ascoltato
nelle parole che pronuncia, ma venga considerato solo corpo. Chi è molto
rigido può sperimentare momenti nei quali si piega fisicamente e affronta
la paura di spezzarsi. Le regole proposte per partecipare ad una maratona,
che possono essere considerate una sorta di superego tra paradossi
e controregole e alle quali deve cercare di attenersi il partecipante
sono:
1 cerca di
fare quello che temi
2 abbi
il coraggio di sentire la paura
3 rispettati
e rispetta gli altri
4 non
mettere ostacoli nella comunicazione
5 concentrati
a fare una cosa alla volta
6 parla
per te
7 cerca
di esprimere tutto quello che senti
8 lascia
morire le vecchie storie che ti mortificano
9 vivi
il qui ed ora con tutto il cuore
10- impara
a dire addio entrando da padrone nel futuro.
Molte di queste
regole sono applicate dal conduttore stesso che in questo modo
diventa un modello imitabile per il partecipante e quindi un aiuto per esprimersi
in modo più completo e rispondente alle sue necessità. Daltra parte
è compito del conduttore facilitare lesperienza e quindi dovrebbe
saper osservare con attenzione il comportamento dei partecipanti per impedirgli,
o almeno cercare, di difendersi eccessivamente dagli avvenimenti e dalle
emozioni che li colgono. Il compito del conduttore è quello di consentire
di vivere le intense emozioni che gli accadimenti della maratona possono
suscitare e, là dove questo è più difficile, creare delle situazioni inattese
ed impreviste per il partecipante che facilitino prima la presa di contatto
con i sentimenti provati, e poi anche lespressione di quanto si prova.
Non sempre è facile è comunque occorre anche sostenere il partecipante impedendo
situazioni di depressione o di vera e propria disperazione che potrebbero
influenzare negativamente lesperienza. In breve, il conduttore è al
servizio dei partecipanti e lavora per renderli autonomi e sentirsi utili.
Quando ci riesce ha raggiunto lobiettivo suo e della maratona.