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L'A.S.I.P.A. ha fondato al suo interno:
L'ISTITUTO DI PSICOTERAPIA DINAMICA

Come scuola e centro scientifico culturale di formazione e specializzazione in psicoterapia. L'Istituto di Psicoterapia Dinamica (I.P.D.) si basa su una concezione dinamica della vita che tende a superare le teorie e le tecniche utilizzate in modo statico e dogmatico, proponendo un metodo costruito ecletticamente  e orientato dinamicamente. Più precisamente la Psicoterapia Dinamica è una psicoterapia centrata anche sul corpo oltre che sulla mente, tendente a proporre una integrazione fra i dinamismi psichici e quelli somatici per una "più totale" percezione, autopercezione e espressione dell'individuo. È una reintegrazione vitale, compiuta con vari mezzi e pratiche, di  alcune possibilità comunicazionali ed espressive abbandonate e non adeguatamente utilizzate dal soggetto. E' una proposta di formazione e realizzazione individuale che promuove ed accelera la conoscenza, la consapevolezza, la crescita psicosomatica. L'I.P.D. si avvale, per la formazione degli allievi, di docenti soci dell'A.S.I.P.A. e di altre associazioni, italiane e straniere, particolarmente qualificati nella materie di loro competenza, di psicoterapeuti di varie scuole con requisiti di affidabilità ed esperienza. Si tende perciò a sviluppare la capacità di cogliere dinamicamente la propria realtà e quella degli altri, per saper interagire anche coinvolgendosi empaticamente nelle situazioni, comunicando  con diverse modalità espressive o psicofisiche. La prassi terapeuto-didattica dell'istituto talvolta può anche estrinsecarsi come un "non metodo", poiché se l'operatore può fungere da specchio, da risonatore, da rivelatore, è importante che possa agilmente seguire (controllare, modificare) gli spostamenti e le fughe (dalla paura, dalle scelte, dal sentire in genere) delle persone in trattamento psicoterapeutico. La psicoterapia dinamica è allora una terapia per le malattie ed i disturbi psicologici e psicosomatici che include nella sua prassi terapeutica dei metodi spesso esclusivamente focalizzati sulla relazione e sui continui spostamenti tra terapeuta e soggetto in trattamento. Gli spostamenti sono comportamentali, empatici e di rapporto in genere, ma possono anche essere stimolati a livello socioambientale, con ricorrenti innovazioni nel setting analitico, con coinvolgimento di altre persone e altri terapeuti, cercando di rivoluzionare e/o riproporre il vissuto dello spazio e del tempo con interventi polivalenti nelle situazioni, l'I.P.D. privilegia lo scambi e il lavoro di crescita anche attraverso gruppi di incontro e di maratona (all'interno dell'Istituto è attivo anche un corso di specializzazione, unico in Italia, per conduttori di gruppo di incontro). Le tematiche delle maratone e dei gruppi esperienziali riguardano i momenti esistenziali fondamentali della crescita umana: la dipendenza, l'affermazione dell'io,  il distacco, l'abbandono, le varie paure (di esistere, di non esistere, di avere paura, di impazzire, di morire, di vivere, ecc.), il vissuto della solitudine, l'innamoramento, la sessualità, il sentimento della morte, ecc. I fondamenti epistemiologici dell'I.P.D. partono dal presupposto che i disagi psichici si manifestano spesso come lotte interne distruttive ed autodistruttive, come comportamenti coatti, come congelamenti, blocchi energetici ed emozionali e, spesso, come vere e proprie piccole morti, è perciò spesso opportuno affrontarli specificamente con pratiche di "rianimazione" stimolanti e vitalizzanti. Anche per questo l'istituto, avvalendosi di studi e ricerche proprie nel campo della psicoterapia e della creatività, ha elaborato delle tecniche nuove chiamate Drammautogeno e Kula Kula che propone didatticamente anche ai suoi allievi (queste tecniche sono state presentate dal 1980 in poi da Antonio Lo Iacono in vari congressi internazionali: Roma, Parigi, Cocoyoc-Messico, New York, Gerusalemme). La psicoterapia del Drammautogeno rassomiglia più ad una scultura che a un dipinto, poiché si tende semplicemente a mettere in luce quello che c'è già. Si cerca cioè di togliere le cose che appesantiscono, offuscano e confondono l'immagine reale dell'esistenza. Questa prassi terapeutica è così una continua ricerca del continuo collegamento con l'intervallo del presente e si può pensare come uno strumento rivelatore alla guisa di una forcella da rabdomante. In un lavoro di questo  tipo si tende a portare alla luce le "non azioni" questi intervalli intesi come espressione del presente, dell'armonia, dell'equilibrio tra un'azione e l'altra spesso sotterrati dalle difese dell'individuo. Il Drammautogeno non lavora sulle difese ma ci passa "attraverso": non si può buttare giù un muro per entrare nella casa, talvolta una  piccola finestra, un piccolo buco è sufficiente. Questa "terapia del buco" si esprime più precisamente come una "terapia d'infiltrazione" e non di demolizione. Il fine dello Psicoterapeuta Dinamico è in definitiva far coincidere le tecniche con le esigenze del momento, rispettando il processo involutivo-evolutivo della terapia inventando anche, se necessario, creativamente e continuamente delle situazioni nuove, intervenendo nel contesto sociale come effettivo animatore psicosociale.