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LA
PAROLA A
. L. LONGHIN
a
cura di Franca Mazzei Maisetti
PROBLEMI DI EPISTOMOLOGIA: PUO' LA PSICANALISI DEFINIRSI UNA SCIENZA?
Approfittiamo
della recente pubblicazione del libro di Luigi Longhin "ALLE ORIGINI
DEL PENSIERO PSICOANALITICO" (ed. Borla L. 30.000), per affrontare
un discorso di estrema importanza culturale e scientifica. L'autore da me
intervistato dice: "Dopo un secolo di vita della psicoanalisi si rende
necessario un discorso epistemologico in quanto, a seguito delle numerose
e sempre più frequenti critiche, è urgente una sistematizzazione di quelli
che sono gli esiti della ricerca relativa ai fondamenti, ai limiti e al
valore del sapere psicoanalitico. Una risposta può venire solo da un'indagine
epistemologica perché, come afferma Lakatos parafrasando Kant, la storia
della scienza senza la filosofia della scienza è cieca. Non basta allora
una conoscenza del sapere scientifico in generale, bensì è necessaria anche
quella relativa ai contenuti specifici della singola scienza di cui si vuol
trattare: nel nostro caso la psicoanalisi".
Da dove nasce l'esigenza che anche il sapere psicoanalitico
sia scienza? Perché tanto bisogno di credere che la psicoanalisi sia scientifica?
Non si tratta di bisogno di credere ma piuttosto di
cercare i fondamenti e le caratteristiche di rigorosità e oggettività di
questa disciplina perché la "scienza" è l'unica forma di sapere
oggettivo. Dice Agazzi "La scienza ci fa conoscere automaticamente
la realtà, pur non esaurendo ma tale conoscenza".
Come è possibile usare gli strumenti scientifici tradizionali
per una disciplina che ha una specificità tanto diversa e lontana da ogni
altro tipo di "sapere"?
Occorre evitare il duplice pericolo: per l'epistemologo
di fare una filosofia di ciò che non sa in quanto non conosce il metodo
scientifico della psicoanalisi e le sue teorie fondamentali, per lo psicanalista
di fare un discorso pseudoscientifico, cioè non rigoroso, non oggettivo
e non verificabile.
È possibile usare questo criterio per la psicoanalisi?
L'indagine epistemologica va oltre il livello metodologico
più proprio della scienza per indagare il grado di fondatezza della scienza
stessa; ecco perché l'indagine epistemologica appartiene alla filosofia
e non alla scienza, anche se ogni psicoanalista-scienziato potrebbe svolgere
questa ricerca non più in quanto psicoanalista-scienziato ma in quanto filosofo
sia pure in modo del tutto occasionale, fermo restando il pericolo che il
discorso rimanga generale se non tiene presente la specificità della scienza
psicoanalitica, cioè i suoi metodi, le sue teorie, i suoi fondamenti.
Quali sono i fondamenti della psicoanalisi?
È questo il tema fondamentale del mio libro, tenendo
presente che ricercare i fondamenti della psicoanalisi che possono essere
sia di natura filosofica, come ad esempio la concezione meccanicistica-materialistica
della natura oppure quella evoluzionistica-materialistica. Possono essre
cioè legati a questa o quella scienza. Frued, per esempio, era influenzato
dalle grandi tematiche filosofiche e dai modelli delle varie discipline
scientifiche del suo tempo; dalla concezione vitalistica trasse la teoria
della libido, della concezione romantica della natura derivò l'indagine
sull'irrazionale, sui sentimenti, sui conflitti e sui sogni. Infine, nella
concezione positivistica e meccanicistica della natura fu spinto a cercare
sia nel concetto di energia, che aveva alla fine dell'Ottocento un ruolo
indiscusso in ogni ambito del sapere scientifico, sia nel modello della
fisica cui la biologia, la medicina e la neurologia cercavano di adeguarsi,
il fulcro della sua metapsicologia e della sua tecnica psicoanalitica.
Quindi un'indagine sui fondamenti si rende necessaria
soprattutto oggi, visto che non solo la scienza sta attraversando un inteso
mutamento ma tutta la realtà sta cambiando faccia.
È un apporto significativo dell'epistemologia contemporanea
l'aver dimostrato che non tutto ciò che è "reale" e "oggettivo"
in quanto la scienza coglie solo parti della realtà e proprio quelle che
sono colte tramite i processi di referenzialità e di oggettivazione, operazioni
proprie del sapere scientifico o, nello stesso tempo, l'aver individuato
che non solo ciò che è "materiale" è "reale" tutto ciò
che si contrappone al "nulla". Ogni scienza si occupa della realtà
da un certo punto di vista servendosi dei pochi predicati fondamentali specifici
e costruisce proposizioni vere e verificabili attraverso predicati operativi
di intesa intersoggettiva.
Cosa si intende per intersoggettività?
L'intersoggettività è data dall'accordo sull'uso di determinati
strumenti da parte di più soggetti ed il terreno sul quale si fonda è la
prassi. Ad esempio rimane una pagina esemplare della storia della scienza
la scoperta del "controtransfert" come predicato operativo indispensabile
per il lavoro psicoanalitico. Non si trattò di un'intesa intersoggettiva
tra gli scienziati-psicoanalisti, per convenzione o per accordo formale,
ma per la constatazione dell'intrinseca validità di tale strumento operativo,
carico di teoria che lo giustifica e lo fonda. Una particolare concezione
di scienza, quella neopositiva, ha bloccato per circa quarant'anni la possibilità
di valorizzazione di uno strumento che ora viene considerato indispensabile,
tanto da assurgere al ruolo di "principessa" della tecnica operativa
da "cenerentola" al quale era invece relegato. Un'intesa intersoggettiva
su alcune operazioni quali le interpretazioni transferali e controtransferali
nel training analitico rende possibile una conoscenza oggettiva anche nel
sapere psicoanaliltico.
Ma che cosa "è vero" in ambito scientifico, visto
che ogni scienza aspira ad esprimere proposizioni vere?
Questo è un concetto fondamentale sul quale abbiamo
posto la nostra attenzione oltre al concetto di cosa costituisce in ambito
scientifico la "rigorosità"; infine abbiamo analizzato il concetto
analogico di "scienza". Quest'ultimo permette di evitare il pericolo
del riduzionismo sia ontologico che metodologico. Infatti la ragione implicita
per cui si ritiene che una scienza, ad esempio la psicoanalisi, debba ridursi
a quella di un'altra, per esempio la neurofisiologia, sta nella convinzione
che la neurofisiologia si occupi della "vera realtà" mentre la
psicoanalisi si occupa solo della manifestazione di tale realtà.
Quali sono gli oggetti specifici della epistemologia
psicoanalitica?
È un discorso lungo e complesso per il quale rimando
al mio libro. In sintesi posso dire che sono oggetto dell'epistemologia
psicoanalitica il setting analitico e lo stesso processo terapeutico, intesi
come l'insieme delle strategie, delle regole e degli strumenti messi in
atto al fine di ottenere la conoscenza e la guarigione del paziente. Sono
oggetto dell'epistemologia psicoanalitica in quanto fanno parte delle operazioni,
dei predicati operativi che oggettivano i diversi referenti, cioè i vari
aspetti della mente inconscia, sempre rispettando le condizioni di rigorosità
e di verificabilità, senza le quali non può esistere discorso scientifico.
Come il lettore potrà constatare leggendo il libro di estremo
interesse per chi volesse approfondire le radici della psicoanalisi, è
possibile trovare una risposta ai molteplici attacchi di autori vari sulla
non scientificità della psicoanalisi, i quali basano su una concezione teorica,
spesso acritica, ingenua e rozza. È indispensabile per lo scienziato verificare
se il suo modo di operare è coerente con il modello teorico al quale si
ispira. Tale modalità è importante a maggior ragione per la psicoanalisi
che può, a ragion veduta, affermare che esiste un modello psicoanalitico
"trasformazionale" basato su regole, strategie e mezzi, tesi alla
conoscenza cioè alla trasformazione della mente e di conseguenza del comportamento
umano.
L'autore affronta l'argomento con rigore scientifico, analizzando
e discutendo i presupposti di ogni scienza: referente scientifico, predicati
fondamentali e operativi, concetto di verificabilità.
Franca Maisetto
BIBLIOGRAFIA
-
E. Agazzi (1979) "Problemi epistemologici delle scienze
umane" in "Epistemologia" anno II numero speciale
-
G. Jervis (1989) "La psicoanalisi come esercizio critico"
Garzanti
-
L. Lakatos (1970) "La storia della scienza e le sue ricostruzioni
razionali" in AA.VV. "Critica e crescita della conoscenza"
Feltrinelli.