indice generale |
LA FINE DELL'INFINITO
Sapere
che "non c'è niente di nuovo sotto il sole" può essere senz'altro
rassicurante per chi ha appena ereditato una felicità, ma diventa presto
esasperante per chi spera da tempo che di momento in momento la realtà possa
cambiare
.. Chi pensa, in genere, considera tutto il passato e tutto
il futuro scegliendo (o facendosi scegliere da) un periodo o un lungo per
costruire riflessioni che, in qualche modo, lo riguardano. Ma, nell'istante
in cui si riesce a pensare ad una cosa soltanto, questa subito sfugge, magari
poi fa capolino travestita da altre immagini senza farsi mai afferrare
completamente
. Inseguire il tempo e lo spazio è il destino fondamentale
degli uomini che hanno deciso di farsi delle domande:
-
da dove vengo?
-
dove sto andando?
E quando la questione diventa più pressante si traduce:
-
da dove sono venuto?
-
dove andrò?
Può continuare ossessivamente:
-
come è successo? Perché? Quando? Chi è stato il responsabile?
-
come fermare il tempo? Come trovare il nostro spazio? Come capire?
Come sentire?
Come sentirsi?
.
Quest'ultima domanda si può esprimere in tanti altri modi:
1) come sentirsi
individui?
2) Come sentirsi
insieme?
3) Come sentirsi
accettati?
4) Come sentirsi
bene?
5) Come sentirsi
comunicativi?
6) Come sentirsi
importanti?
7) Come sentirsi
amati?
8) Come sentirsi
rispettati?
9) Come sentirsi
consapevoli?
10) Come sentirsi vivi?
11) Come sentirsi protetti?
12) Come sentirsi adeguati?
13) Come sentirsi desiderati?
14) Come sentirsi equilibrati?
15) Come sentirsi liberi?
16) Come sentirsi sicuri?
17) Come sentirsi utili?
18) Come sentirsi indipendenti?
19) Come sentirsi forti?
20) Come sentirsi pronti?
21) Come sentirsi rilassati?
22) Come sentirsi a casa?
23) Come sentirsi padroni?
24) Come sentirsi tranquilli?
25) Come sentirsi innamorati?
26) Come sentirsi entusiasti?
27) Come sentire di
.sentirsi
.?
Oggi più che mai molte persone vengono nello studio dello psicoterapeuta
perché non si riconoscono, non sanno più chi sono quando vedono l'immagine
di uno sconosciuto che li guarda al di là dello specchio
confondono
la loro identità con tutte le altre come se il corpo abitato dall'io fosse
irreale
un fantasma che fa il verso di esistere. Questo "tradimento
del corpo" diventa sempre più ricorrente e più "visibile"
per noi psicologi attenti alla comunicazione verbale e al comportamento
di chi viene a chiederci un "motivo valido" per vivere perché
l'esistenza si è, giorno dopo giorno, "riempita di vuoti" incolmabili
dagli alibi (dipendenze?) e sempre più destrutturanti. L'esperienza del
vuoto nella società occidentale è sempre stata vista con diffidenza, spesso
emarginata come pericolosa per la vita sociale e per la salute mentale.
L'oriente, viceversa, "riempie di vuoto" la propria cultura spaziando
dal Taoismo all'Ikebana, dal Buddhismo al teatro "No", dal Keernsasui
all'Haiku
Nell'Haiku per esempio la vera poesia è realmente negli spazi vuoti tra
le parole:
Vecchio stagno
Tonfo di rana
Suono d'acqua
Ed è evidente l'assenza del soggetto che fa assurgere il
vuoto al centro della scena con una potenza spontanea difficilmente eguagliabile.
Ecco qui l'idea di una logica meccanicistica che nonostante la "paura
del vuoto" può trovare una autocoerenzza che prescinde dalla creazione
originaria e indica sempre più una via di coerenza interna (bootstrap).
Ciò vuol dire, in qualche modo, negare l'esistenza di alcuna entità
fondamentale, di qualsiasi legge della natura, di qualsiasi struttura indiscutibile;
cioè, per esempio, la scienza proprio per questo non può essere tale, come
del resto il tentativo di spiegare il lutto difficilmente potrà essere
scientifico ma soprattutto filosofico, teologico, poetico.
Nella fisica moderna la situazione è simile: non è immaginabile che
ogni particella contenga tutte le altre secondo la nostra logica di tempo
e di spazio, poiché a noi sembra impossibile immaginare come ogni singola
particella possa contenere tutte le altre e essere parte di ciascuna contemporaneamente
Solo con la poesia si è giunti a tanto:
Vedere il mondo in un granello di sabbia
E il cielo in un fiore di campo
Tenere l'infinito nel palmo della tua mano
E l'eternità in un'ora
(William Blake)
Ogni
trasformazione della materia produce delle scorie, spesso non facilmente
utilizzabili; tutte queste scorie ingombrano lo spazio (momento dopo momento)
e inquinano l'ambiente o nella migliore ipotesi creano caos, disordine.
La misura del disordine, chiamata Entropia, rappresenta la denuncia
permanente delle falsità del principio nell'ordine universale che rimane
solo come mito utopistico della mente umana. perciò il secondo principio
della Termodinamica può essere applicato alla realtà moderna della persona
e al suo ambito spazio-temporale che ne determina il carattere e i rapporti.
La PSICOENTROPIA rappresenta per l'individuo l'incontro con la propria consapevolezza
e il proprio karma, camminando sulle passerelle dei propri vuoti, della
solitudine, dell'allenamento a morire e, paradossalmente, a essere immortale,
che compie ogni giorno della propria esperienza. Il lato oscuro del buio
è la luce. Questo perché i sensi hanno delle caratteristiche definite. La
mente no!
La mente ha bisogno del buio, coi chiudiamo gli occhi per
pensare, ciascuno di noi ha bisogno dell'infinito anche se ogni volta che
ci si concentra sull'idea viene una sensazione di sgomento. Sapere che il
nostro universo, anche se fra qualche milione di anni, sparirà, può accelerare
la confusione delle persone e aumentare i movimenti e le trasformazioni
nel tentativo di esorcizzare una delle paure fondamentali dell'uomo: "la
paura della fine"
. Tutto questo aumenta il disordine e l'inquinamento
mentale dell'individuo che cerca sempre più delle sicurezze, delle realtà,
delle terre su cui costruire il suo mondo interno, senza l'ansia che la
solita combinazione spazio-temporale, prima o poi, glielo posso portare
via
La Psicoterapia si confronta col disordine dell'individuo, con le
sue incoerenze profonde (per es. dire di voler il piacere ma in realtà cercare
il dispiacere), con il suo "ritmo evolutivo" che dal BIG BANG
lo porta inesorabilmente al BIG CRUNCH (dall'espansione al collasso dell'io),
e propone il DRAMMAUTOGENO (azione spontanea), come verifica del "senso
d'infinito" che il soggetto possiede, collegandolo con la solitudine
esistenziale che determina la RIDONDANZA bloccante. In altre parole la PSICOENTROPIA,
per mezzo del DRAMMAUTOGENO determina le coordinate del sentiero che la
persona sta attraversando, senza paura (inconsapevole), con tutta la paura
(fobico-ossessivo) della fine dell'infinito
.
Antonio Lo Iacono