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SUGGESTIONABILITA' E FEDE

Accanto alle psicoterapie scientifiche suffragate dalla preparazione del terapista avvenuta secondo i canoni che gli consentono di  procedere al riconoscimento del disturbo e alla cura dello stesso, si affiancano quelle praticate da chi, sebbene privo di un adeguato strumento teorico e pratico, frutto di studi e di ricerche, opera in aree più o meno mascherate della persona sofferente. Prima che la psichiatria e la psicologia si organizzassero come discipline mediche, i disturbi psichici erano interpretati come malefici operati nei confronti di una persona da parte di un nemico - suscettibile di essere individuato - o come fenomeni di possessione. Sebbene le suddette discipline vadano progredendo nella ricerca di mezzi sempre più idonei, siano essi farmaci o interventi psicoterapeutici, continuano ad esercitare il loro intervento, in questo periodo la maniera più incisiva che nel passato più recente guaritori, chiaroveggenti e diversi "santoni". L'arma più sicura di cui si avvalgono nell'ambito della tecnica adottata è la suggestionabilità tanto che è verificabile come l'effetto sentito sia correlato al grado della stessa. Molti psicoterapeuti utilizzano coscientemente l'intervento suggestivo nei confronti di pazienti particolari o in periodi particolari del processo terapeutico, lo stesso fenomeno del transfert del malato e quello del terapeuta sono sollecitati e sostenuti dalla suggestionabilità.
Ma tale uso oculato, mirato spesso ad abbassare le difese iniziali del paziente e a sostenere le fantasie magiche che assegnano al terapeuta poteri eccezionali, è limitabile nel tempo in quanto lo scopo della terapia, nei limiti del possibile, è quello di sollecitare le capacità critiche e discriminanti del paziente affinché apprenda ad essere autonomo. In ogni comportamento umano la suggestione, in misura differente a seconda dei casi, recita la sua parte; essa influenza molte delle nostre decisioni in quanto ha il potere di assoggettare ad un altro, sia esso un uomo, un ideale o addirittura un oggetto. Se si constata l'aumento  dei guaritori, dei maghi e delle "prescelte del Signore", si deve dedurre che è aumentata, soprattutto per una certa categoria di soggetti, la suggestionabilità.
Ma perché è aumentata? Quale motivazione sostiene il pensiero che altera persino i processi percettivi? I tragici fatti di cronaca come quello di Pistoia accaduto nel dicembre scorso, la pubblicità televisiva e quella di alcuni "periodici" e "quotidiani", nonché i discorsi che si captano dove si formano gruppi umani, documentano il dilagare del bisogno di credere nella potenza magica. Gli stessi psicoterapeuti raccolgono le comunicazioni di pazienti che, con atteggiamento ambivalente, si affidano alla scienza medica e contemporaneamente a quella magica, quando non optano addirittura per quest'ultima ritenendola più efficace. Una mia giovane paziente, incoraggiata dalla propria madre, a sua volta convita da alcune amiche, si è recata nel Gargano dalla "mamma Lucia", una santona, che fa capo ad una vera istituzione. Mio ha riferito di esserle apparsa in un alone di luce mentre camminava come se volasse. Devo aggiungere che la suddetta paziente non soffre di gravi disturbi e che pertanto le impressioni riportate rientrano nel novero dei fenomeni suggestivi collettivi.
"Le credenze magiche particolari sono dominate da una credenza generale nella magia che sfugge alle prese della psicologia individuale….
Non possiamo concepire giudizio magico che non sia l'oggetto di una affermazione collettiva. Quando vi è giudizio magico vi è sintesi collettiva, credenza unanime, in un momento dato, in una società" .(1)
Sono dunque i bisogni collettivi che spingono, in certe fasi storiche o sotto una particolare pressione, ad operare la stessa sintesi: il medesimo effetto di una causa la cui validità è affidata al consenso del gruppo.
Allorché la soluzione dei problemi esistenziali che riguardano l'intera comunità non sia raggiungibile tramite la scienza, la logica o l'intervento di mezzi socio-economici adeguati, i gruppi umani si affidano ai poteri magici che, abbassando la soglia delle capacità critiche, immettono nel mondo dell'illusione e della possibilità nell'impossibilità. A Montreal, dove mi sono recata ultimamente, ho constatato come sui quotidiani di lingua italiana per gli emigrati arrivano le pubblicità di penalisti, avvocati, notai, assicuratori, maghi e indovini. Due o più modalità di soluzione dei tanti problemi ai quali va incontro lo sradicato. Gli uni propongono le vie logiche e quelle legali e gli altri quelle magiche, ma si agli uni che gli altri mirano ad assicurare, perché è soprattutto la rassicurazione della quale l'uomo di oggi sente più la necessità. Sul bisogno di sicurezza Favre De Vangelas dice:
"Prevedo che un giorno questa parola sarà molto usata in quanto essa esprime bene quel senso di sicura fiduciosità che non sapremmo esprimere con nessun'altra parola". (2)

Maria Antonia Ferrante

1)      Hubert H., Mauss M. "Teoria generale della magia". Newton Campppton, Perugia 1976, pag. 124
2)      Delumeau J. "Rassicurare e proteggere" Rizzoli, Milano 1992, pag. 2