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CASO CLINICO

Intendo proporvi il seguente interessante caso clinico che traccerò solo in grandi linee, riservandomi di aggiungere il resto della cartella clinica solo a dibattito avviato.
Trattasi di giovane sedicente psicologo. Presenta stati di ansia e talvolta di profonda angoscia correlati alla sua collocazione professionale.
Si ritiene psicologo, anzi, afferma, psicoterapeuta (forse delirio maniacale) nonostante la realtà smentisca la sua concezione del mondo.
Storia travagliata: Laurea in Filosofia con indirizzo psicologico, si occupa del Collettivo studenti di Psicologia ma finisce di fare una tesi di ricerca in materia junghiana. Non riesce ad entrare (numero chiuso, mancanza di appoggi) nella Scuola di Specialità in Psicologia. Si sente rifiutato e disprezzato anche dalla Università di Padova, che non gli riconosce nessun esame tra quelli sostenuti e pretende di iscriverlo al primo anno di corso.
Entra in analisi, si iscrive alla Scuola Superiore di Formazione in Psicologia di Cremona, attratto da nomi riconosciuti come Ermentini, Ravasini, Napolitani, Balzarini, che ritiene seria e rassicurante (ma non rientra nel proposito directory delle scuole).
Continua il suo delirio e si trasferisce negli U.S.A. dove riesce non si sa come ad ottenere un Master in Postural Integration (tecnica oscura che definisce orgogliosamente neoreichiana) ed un dottorato in Psicologia Clinica a Tucson (non riconosciuto in Italia per le note leggi internazionali).
Esorta la qualifica di formatore in Postural Integration all’International Center of Release and Integration di S. Francisco, torna in Italia, convinto di avere una sua collocazione e di poter essere utile nel campo della psicologia. A queste fasi di convincimento maniacale, corroborate da deliri riguardanti la sua identità, alterna momenti di profonda depressione e regressione nei quali si identifica con figure di grandi perseguitati (Cristo, Socrate, gli indigenti, la collettività degli psicologi non iscritti a rinomate organizzazioni (ha fatto domanda di ingresso alla SIPs ma non ha ottenuto risposta) e prende la subitanea decisione di tornare negli U.S.A., non sentendosi utile al paese ed amato. Probabile conflitto edipico non risolto. Personalità scissa con componenti di delirio mistico.
Il caso si presenta difficile e non risponde a terapia farmacologica, né fa grandi passi avanti nella analisi.
Lo propongo ai colleghi per aver suggerimenti ed aprire un dibattito scientifico sulla patologia in questione.

M. Soldati