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TOKIO

TOKIO  9-11 OTTOBRE 1987

Primo  congresso regionale dell’area del Pacifico – Associazione Internazionale Psicoterapia di Gruppo.
Tema del Congresso: “I cambiamenti dell’individuo durante la Psicoterapia di Gruppo”.
Dopo aver preso possesso della stanza d’albergo che mi attendeva, mi ha colpito il fatto che sul quadro luce della stanza ci fosse l’indicazione: piedi, riferentesi al riquadro inferiore della scrivania. Il fatto che per sedersi a leggere o a scrivere si potesse dar la luce sia alla testa che ai piedi mi ha sensibilizzato a pensare a lavorare durante il congresso con tutto il corpo-persona.
Dopo le prolusioni della seduta d’apertura, ho dedicato tutto il mio tempo al lavoro nei gruppi. Ho tralasciato aspetti riguardanti la gruppoanalisi anche se fa parte della mia preparazione e formazione per privilegiare lo psicodramma, area nella quale lavoro. Come pure ho privilegiato conduttori giapponesi piuttosto che australiani, canadesi e americani. Mi interessava infatti, accanto all’aspetto professionale, l’aspetto esistenziale e culturale specifico di questo popolo.
Esperienze effettuate:
-  presentazione psicodramma di una analisi contestuale delle tecniche di Morita, Freud e Moreno. Morita è un terapeuta giapponese della fine dell’800 e propone una terapia al raggiungimento di piccoli obiettivi che siano per il cliente di importanza esistenziale in senso globale.
-  Riscaldamenti come approccio tra i componenti del gruppo e tra conduttore del gruppo e protagonista.
-  Uso del teatro come “problem solving”.
-  Aspetti transculturali del comportamento umano. La spontaneità dei samurai e la spontaneità secondo  Moreno. L’uso della spontaneità nel  rappresentare con gruppi scultorei fissi o in movimento, con parola o senza, lo stato emotivo e le tensioni di una persona in un dato momento o situazione. La spontaneità come viene vissuta all’interno della persona e come viene espressa all’esterno.
Ho trovato i giapponesi che ho frequentato persone emotive e con un contatto corporeo caldo ed espressivo. Non so quanto ciò potesse dipendere o meno dal fatto che io trattassi prevalentemente con persone abituate all’approccio psicodrammatico nel quale l’uso del corpo e dell’azione prevale su quello della parola e della mente. Mi ha stupito e mi è piaciuto il fatto che il Congresso finisse con il lavoro dei gruppi e non davanti ad una tavola rotonda nella quale con vari bla-bla i grandi e i piccoli capi cercano di trarre delle conclusioni comunque inafferrabili e che gli organizzatori del Congresso fossero le stesse persone che hanno poi condotto le danze e i giochi nella serata d’addio.
Ci siamo lasciati augurandoci un arrivederci a Sidney dove dal 14 al 17 gennaio 1988 si terrà un congresso dal titolo: “Tapestry”: come, per quanto riguarda la terapia di gruppo, fare un tappeto con i fili che compongono la trama e l’ordinto provenendo dall’est e dall’ovest.

Terenzio Formenti

TOKIO

Innumerevoli
gialle
laboriose
formichine
attendono
verdi segnali
per guadare
fiumi di macchine
si addentrano
nelle viscere
della terra
per fare
            pigiate in
            sferraglianti celle
            il loro miele quotidiano
salgono
silenziose
in tubi multicolori
immensi grattacieli
che si perdono
nel cielo