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IL PARADIGMA DELL’ARCIPELAGO E
LA STRATEGIA DELLE CONNESSIONI

La frantumazione delle modernità rende assai ipotetica una rimozione unitaria. Le profezie di nuovo Rinascimento fondato su una ideologia forte e unitaria e su progressivi accorpamenti politico-economici, sembrano in parte troppo illusorie, in parte addirittura minacciose.
Illusorie perché la differenziazione, la segmentazione, la articolazione sempre irreversibili, in tempi medi e brevi. Il vecchio ordine, ancora vicino, non è più ripristinabile; e un nuovo ordine planetario richiederà decenni. I geologi ipotizzano che il movimento che ha portato da Pangea ai Continenti (dall’unità delle terre emerse alla loro frantumazione), condurrà ad una nuova unificazione, ma in milioni di anni.
Minacciose perché è fondato il sospetto che una riduzione della frantumazione possa avvenire oggi all’ombra del “Grande Fratello”.
Lo scenario abituale è dunque figurabile con l’immagine dell’arcipelago.
Una distesa di schegge dalle forme irregolari e dalla distribuzione apparentemente caotica; ciascuna delle quali non  ha più o non ancora necessariamente un’identità, una specializzazione, un ruolo. Anzi, ciascuna scheggia è una aggregazione casuale di elementi eterogenei.
Le connessioni fra isole mediante una rilettura del passato (tutto oggi è revival) ed una estensione verso il futuro (la fantascienza è il “genere” espressivo di questi anni), sembrano la caratteristica del secolo a cavallo fra i due millenni.
Il riconoscimento dell’arcipelago come mercato e come comunità, richiede una strategia delle connessioni fondata sulla creatività combinatoria e sulle relazioni negoziali.
La struttura frattale, a labirinto o ragnatela, prevede flussi informativi che si muovono in direzioni plurime, alla base, in altezza e in profondità. Flussi basati sulla cultura di “gruppo”. Il prodotto più raffinato di questo modello teorico è la “macchina connessionistica” (Connection Machine),  che opera mediante 65.536 unità di elaborazione “in parallelo”, ciascuna delle quali dotata di una sua propria memoria.
Il paradigma della macchina connessionistica, ha la sua forza nella integrazione delle parti e nella loro fungibilità, oltre che nei dispositivi e nei ruoli di “istradamento”. Qui diventano cruciali le procedure (cioè i metodi e i modelli) ed i ruoli smistatori e informatori (animatori, consulenti, promotori, esperti di media, divulgatori, collegatori attivi). Caratteristica di questi ultimi è l’appartenenza a più sistemi, il possesso di competenze trasversali, ed un grado maggiore di discrezionalità.
Tutto il convegno è ispirato al modello della Connection Machine cioè alla visione della città-arcipelago/labirinto, fatta di isole autonome, governata da una amministrazione locale che assume una funzione di istradamento.

Guido Contessa