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Autismo, un problema emergente

Chiamiamo autismo, con un termine se volete un po' generico ma dalla evoluzione etimologica antica, quel tipo di acuta sofferenza che mina la capacità dell'individuo di mettersi in relazione con gli altri.
Tale sofferenza, pur affondando le sue radici nell'enigma del soggetto, non si può esaurire nell'angusto perimetro di chi ne è colpito ma si pone come inquietante interrogativo, innanzitutto alle famiglie di questi bambini e più in là a tutta la gamma di esperti e di servizi che vengono chiamati in causa per comprendere e venire in aiuto a questo precoce dramma esistenziale.
Il titolo di questo convegno, nell'intenzione di chi l'ha promosso, esprime bene la coscienza della complessità di questo problema, e la molteplicità dei punti di vista coi quali è stato affrontato da quello biologico/genetico, a quello più squisitamente psicologico, che fa riferimento a seconda delle impostazioni a una prospettiva intrapsichica o relazionale, o comportamentale.
Parallelamente a tale ventaglio di ricerche e di pratiche terapeutiche, segno dell'attenzione viva delle comunità scientifiche per questo problema, si è sviluppato l'impegno per gli aspetti organizzativi dei servizi al fine di consentire una presa in carico, vera ed efficace, cioè non settoriale.
Questo convegno si è posto perciò un duplice obiettivo: da un lato, fare il punto dei risultati conseguiti dalle ricerche neuropsicologiche, psichiatriche e psicologiche, e dall'altro far luce sulle strutture e modalità organizzative dei servizi in Italia o in Europa. Se la ricerca e la pratica terapeutica non sempre o non ancora hanno fatto completa luce su questo problema umano emergente, non per questo occorre stare inattivi. La sofferenza, questa sofferenza in special modo, richiede una solidale risposta della comunità civile e politica che si concretizzi in una coordinata rete di servizi e di competenze, atte a rispondere, ognuna nel suo specifico, ma anche ognuna in accordo con le altre, alle varie facce di questo multiforme problema (aspetti sanitari, educativi, sociali, psicologici).
Nel titolo si parla di risorse familiari: non è un appello a una magica energia: le famiglie sono grandemente provate quando hanno al loro interno questo tipo di sofferenza e comprensibilmente non sono provviste di grandi risorse: ma, proprio per questo è importante che l'aiuto che esse ricevono sia appropriato ed efficace e le metta in grado di utilizzarle al meglio.
Nessuna famiglia sola riesce a contenere questo tipo di sofferenza con la quale essa  è in prima persona coinvolta.
Bisogna creare dei circuiti per cui le risorse familiari ed extrafamiliari si alimentino reciprocamente. Solo così individui e famiglie potranno ridare senso a eventi tanto dolorosi ma non per questo meno umani.

Eugenio Scabini