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 LA PAROLA A … E. Limbos

Eduard Limbos è il coordinatore del Centre de Jeunesse, de Rencontre et de Sports (CJRS), e formatore presso il Servizio Formazione Quadri del Ministero della Comunità Francese a Bruxelles. Ha avuto una formazione in Psicologia Sociale a Oxford ed ha lavorato per l’Unicef. Ha pubblicato numerosi libri tradotti in cinque lingue.

D.: Lei può essere considerato il fondatore dell’area dell’animazione a livello europeo. Com’è la situazione a questo riguardo, attualmente in Belgio?

R.: E’ il Ministero della Comunità Francese che si occupa di diffondere la cultura fra adulti e minori e dunque a lui spetta occuparsi della formazione degli Animatori socio-culturali e dei loro quadri (formazione che in questa ottica è molto importante).
In Belgio vengono date sovvenzioni ad organizzazioni che si occupano di giovani o di adulti; lo Stato riconosce organizzazioni che si occupano di tempo libero, purché svolgano la loro attività da almeno due anni e paga al 40% gli animatori utilizzati attivamente; inoltre ogni organizzazione può richiedere allo stato per un tempo massimo di 6 anni insegnanti in servizio nelle scuole pubbliche; o obiettori di coscienza, che fanno sì un servizio più lungo, ma che possono trascorrerlo in organizzazioni che si occupano dei giovani; oppure giovani laureati disoccupati il cui utilizzo come animatori è “coperto” finanziariamente, anche se solo temporaneamente, dallo Stato. Un altro evidente appoggio dello Stato all’animazione in genere si rivela attraverso l’aiuto economico elargito alle diverse organizzazioni per coprire spese di materiale, e di organizzazione (al 30%) o addirittura costi di personale (un animatore ed un segretario, purché reperiti dall’organizzazione stessa).
Ci sono insomma molti aiuti a testimonianza che in Belgio l’animazione è ritenuta molto importante.

D.: Che rapporti ci sono fra animazione e psicologia?

R.: La psicologia è la scienza che consente di conoscere dal punto di vista teorico i gruppi ed il loro funzionamento. L’animazione ha bisogno della psicologia e anche della sociologia per poter agire con maggiore competenza sia nei confronti dei singoli individui, sia in confronto al gruppo. L’animatore deve avere le caratteristiche sue e una professionalità specifica: dunque l’attitudine personale che potremmo definire spontanea deve essere supportata dalla conoscenza e capacità d’uso di numerose tecniche specifiche.

D.: Qual è il peso che assume la psicologia nella formazione degli animatori?

R.: In Belgio si seguono in questo settore soprattutto le correnti rogersiane e lewiniana.
Rogers era un terapeuta di adulti: delle sue metodologie viene preso ciò che può essere utilizzato con giovani normali, cioè senza patologie, e che non può essere applicato al campo del tempo libero.
Anche Moreno è un’importante fonte di stimoli e supporti: in particolare sottolineo l’uso dello strumento del sociogramma che
spesso noi utilizziamo per costruire l’équipe  di lavoro….

D.: Quali sono gli obiettivi su cui investire più energie dal punto di vista della formazione’

R.: Poiché il lavoro come animatore può avere inizio a 17 anni, si può dare inizio alla formazione a 16 anni. Si fanno corsi di vario genere, anche connessi al tipo di attività e di ambiente dove opererà l’aspirante animatore: possono infatti essere utilizzati in Case di vacanza; case dei giovani, in attività del tempo libero, ecc.; comunque due sono essenzialmente i filoni dell’apprendimento. Da un lato, si tratta di offrire un bagaglio di strumenti tecnici-pratici. Dall’altro, si tratta di consentire l’apprendimento di uno stile, e quindi di lavorare sulle caratteristiche personali.

D.: Come sono i giovani in Belgio?

R.: Al di là delle loro inclinazioni ideologiche e pratiche, i giovani belgi amano molto “mescolarsi” in Confederazioni pluraliste, dove possono comunque esprimersi e confrontarsi.