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PSICOLOGIA ALL’ESTERO

USA – APA American Psychological Association

GRANDI MANOVRE NELLA PSICOLOGIA USA: se ne vanno dall’APA gli accademici.

Un gruppo di  accademici è uscito dalla American Psychologica Association ed ha costituito l’American Psychological Society, ed ora l’APA  teme una emorragia consistente di iscritti. Virginia O’Leary dice che sono già 2.000 gli ex APA passati all’APS. Il motivo della divisione va ricercato nella diversità di interessi e bisogni degli psicologi professionisti, pubblici o privati, e degli accademici. I membri APA criticano la scissione  in quanto  indebolirebbe la psicologia, ma i separatisti affermano che non vi sono motivi per competere o marciare separati: la scissione ha il solo scopo di offrire agli accademici una “casa” più vicina ai loro interessi. La divisione in realtà è lo sbocco di un annoso dibattito fra coloro che vogliono una associazione sindacale-corporativa e coloro che ne vogliono una più interessata alla ricerca. A questo dissenso si aggiungono vissuti intergruppali ostili che si trascinano da tempo: gli accademici sentono di perdere tempo in battaglie che non li interessano, i professionisti si sentono da sempre “psicologi di 2° classe” in un’APA fondata da accademici. Gli  accademici inoltre lamentano che l’immagine della psicologia americana sia diventata quella di una quasi-psichiatria, per il pubblico, mentre la psicologia dei ricercatori viene poco considerata. R. Flower, attuale presidente APA afferma che spesso i clinici hanno votato a favore degli accademici, anche rinunciando  a fondi cospicui; inoltre auspica che sia possibile mantenere un doppio tesseramento, in modo da ridurre i rischi di eccessiva separazione. Per giunta, clinici ed accademici devono oggi fare i conti con una maggioranza di “altri” psicologi (comunità, lavoro, scuola, ecc.) che stanno emergendo politicamente e che si dichiarano stanchi di vedere i propri interessi subordinati ai conflitti fra accademici e clinici.

GLI PSICOANALISTI NON MEDICI VINCONO: da quest’anno saranno ammessi all’IPA e all’APA.

Da quest’anno negli USA diventa possibile ciò che da noi in Italia lo è da sempre. Gli psicoanalisti non medici si possono iscrivere alla International Psychoanalytic Association e alla American Psychoanalitical (APA) Association. “Questo cambierà l’intera faccia del lavoro nel campo della salute mentale” dice Reuben Fine. D’ora innanzi possono accedere al training psicoanalitico laureati di ogni provenienza, il che è considerato  un bene per l’intero settore. L’APA aveva per anni interdetto l’accesso al training ai laureati non  medici (quindi anche agli psicologi) ma ora ciò è stato reso impossibile grazie alla legislazione anti-trust, cui hanno fatto ricorso i non medici.

APERTO IL DIBATTITO NEGLI USA CIRCA LA POSSIBILITA’ per gli psicologi di prescrivere farmaci.

“L’uso di farmaci per trattare problemi comportamentali è una logica estensione della pratica psicologica” ha affermato Ronald E.Fox al recente Congresso annuale della American Psychological Association. Naturalmente gli psicologi americani si aspettano una battaglia da parte dei medici, verso i quali peraltro sono in guerra da anni su diverse questioni. Fox si è dichiarato consapevole dei pericoli di un simile progetto per gli psicologi: diventare psichiatri di serie B; oppure distributori di pillole; oppure trascurare gli altri trattamenti non farmacologici. Tuttavia, l’idea di fondo è quella dell’orgoglio professionale degli psicologi, i cui confini di intervento, secondo Fox, devono essere decisi solo dagli stessi psicologi e non da altri.