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SESSUALITA’ & HANDICAP

Alla presenza di un folto pubblico, attento e interessato, si è svolto a Siena, sabato 15 aprile scorso, l’incontro sul tema “Handicap e sessualità”, organizzato dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Siena e dalla Consulta provinciale portatori di handicap.
L’Assessore G. Resti ha introdotto e coordinato i lavori, e ha ribadito con forza che riconoscere ai portatori di handicap il diritto alla sessualità significa restituire a queste persone una vera e propria dignità umana.
E. Aprea, giornalista intervenuto nel dibattito, ha presentato il suo film documentario “Una protesi, ma non basta”, ed ha aggiunto con viva convinzione che esiste una dimensione comune che rende uguali i normodotati e gli anormodotati: è la pelle sulla quale si riversano le sensazioni di carattere fisico e psicologico, le tensioni sessuali, la voglia di fare l’amore.  L’handicappato tende però a nascondere queste esigenze  con preoccupazione, paura e vergogna perché la società nel suo insieme, il pregiudizio  o il protezionismo della gente, gli precludono tutto ciò.
A.Guidi, neuropsichiatra infantile e responsabile nazionale CGIL-handicap, ha esortato a non continuare a far violenza sugli  handicappati scegliendo sempre per loro ogni possibile soluzione. Certamente essi hanno minor possibilità di scelta ed è necessaria una diversificazione all’approccio sessuale a seconda del tipo di handicap. Ammettere comunque la diversità e contemporaneamente riconoscere eguali diritti senza demagogie e falsità, significa abbattere insieme e nello stesso tempo barriere culturali e architettoniche.
L’attualità del tema handicap e sessualità e l’esigenza di parlarne a chiari termini, è pressante. Il primo ed unico convegno si tenne a Milano nel 1976. Valgimigli, psichiatra di Modena, ha segnalato allo Stato il ritardo della preparazione professionale attraverso corsi specialistici: unico rimedio proposto alle esigenze di sessualità è la negazione di esse e la loro rimozione con psicofarmaci.
N. Daita, responsabile CGIL-handicap della regione Abruzzi, nel suo sentito e partecipato intervento, ha parlato di sessualità intesa nell’armonia della sue diverse ed eterogenee componenti di amore, amicizia, fantasia, sensazioni, pulsioni. Tutto  ciò visto come esigenze di uomini e donne in generale, ma ancor più dei portatori di handicap che troppo spesso vivono invece la sessualità dissociata nelle sue componenti o incanalata con violenza nella direzione della repressione a causa del rigore di una vita fatta di regole imposte e che talvolta esplode con tragicità.
M. Zappella, neuropsichiatra infantile, intervenuto più volte sui diversi casi prospettati dalle numerose persone presenti in sala (operatori sociali e sanitari, medici, psichiatri, insegnanti, operatori della riabilitazione, handicappati e familiari di handicappati) ha volutamente e concretamente parlato di handicap e sessualità attraverso la lettura di due poesie di Dino, un amico spastico, che hanno chiuso quattro ore di testimonianze offerte, di riflessioni, di confronti, di ragionamenti, nell’impegno a continuare con forza a lavorare perché la società sia “diversa” e migliore per tutti.
Provincia di Siena