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PSICOLOGIA & SOCIETA'
QUESTIONE SIPS - QUESTIONE SIPS - QUESTIONE SIPS
QUALE SIPS?

Caro Calvi,
come tu sai, da qualche anno, specie a partire dall'ultima presidenza Bertini, la SIPS sta attraversando un periodo di preoccupante turbolenza, una conflittualità  spinta tra presidenza e consiglio direttivo nazionale ha reso la gestione lenta ed  inefficace. L'indubbio successo ottenuto dal riconoscimento giuridico della professione, dovuto peraltro anche agli sforzi delle precedenti presidenze, non può far passare sotto silenzio tutto ciò. Le ultime elezioni per il rinnovo della presidenza e de CD nazionale sono state molto chiacchierate, con molti ricorsi ed un giudizio dei Probiviri, segno del disagio in cui tali elezioni si sono svolte. Non certamente la pressione dei delegati, ma il senso di responsabilità dei soci ha consentito alla SIPS di superare questo difficile momento. Il  Congresso Nazionale di Venezia si è chiuso con molti interrogativi, che non possono essere scaricati, come qualcuno fa, sull'attuale CD, essendo stato interamente gestito dalla passata presidenza e CD. All'Assemblea di Napoli si tentò un salvataggio in extremis, approvando un bilancio, il 1987, che era mancante, persino, dell'approvazione dei Sindaci, fatto questo mai successo, che richiedeva quindi un ripensamento ed un radicale cambiamento di rotta.
Invece tale stile di gestione continua. I sindaci non hanno potuto svolgere alcuna verifica. Nessun bilancio preventivo per il 1988. Nessun bilancio consuntivo per il 1988. Nessun bilancio preventivo per il 1988. Invano ho fatto presente nel CD nazionale la cosa. Si sperava nell'Assemblea che avevi convocato per il 9/7 a Bologna. Ma le pressioni di alcuni delegati, le convocazioni di consigli delegati, cui non competono statutariamente compiti nazionali, hanno costretto la presidenza a convocare ed annullare l'Assemblea dei soci del 9 luglio.
Dopo aver dichiarata nulla un'Assemblea che aveva convocata, ha convocato il CD nazionale, di notte, a casa del consigliere Tozzi, senza ordine del giorno, senza orario, per prendere decisioni amministrativamente irregolari e statutariamente non valide.
Tutto questo segue ad una lunga serie di attività dubbie, come convocazioni verbali del CD nazionale, nomine e cariche inesistenti, spese non autorizzate da alcun bilancio, lettere minatorie di diverso tipo dirette alla presidenza, cui si continua a ricordare che si deve ai delegati al sua elezione. Una lunga documentazione di tali lettere, è a disposizione di tutti i soci, per poter capire il clima in cui si è operato. La convocazione di un'assemblea nazionale ed il suo annullamento per un vizio di forma rappresenta il massimo delle irregolarità, anche perché nulla è stato fatto per convocare un'altra assemblea, anzi, si è convocato irregolarmente di notte un direttivo che ha deciso spese non autorizzate e senza bilancio.
Il mancato rispetto dello statuto lo si è visto nelle convocazioni d'urgenza del CD naz., nella gestione della rivista Psicologia Italiana, che è rimasta nelle mani delle precedenti persone, continuando, ora come allora, a non uscire. L si vede nel fatto che un consiglio di delegati vuole gestire situazioni e risorse di competenza non sua. Lo si vede nel fatto che poche attenzioni sono date alle attività associative, insufficienti a gestire, sia pure come immagine e presenza, il momento delicato della realizzazione dell'ordine professionale. Molti interessi sull'ordine e deserto sulla SIPS: questa è la situazione in cui siamo ridotti. Questa propensione a seguire la piazza ed a coprire ad oltranza passate gestioni, attribuendo al CD naz. poteri di assemblea ed al consiglio dei delegati poteri da CD naz. portano ad un'inefficienza estrema. Dopo molto silenzio e ripetuti continui appelli, con sforzo ed impegno, di fronte al perdurare dell'inefficienza e dell'irregolarità amministrativa e statutaria, desidero ritirare la mia partecipazione ad una gestione che considero golpista e pericolosa per l'immagine degli psicologi italiani. Penso che tale gestione sia lesiva dell'unità degli psicologi italiani e per giunta pericolosa in un momento come questo in cui il bisogno di realizzare al meglio l'ordine professionale degli psicologi consiglia ogni sforzo per procedere secondo il consenso e non secondo colpi di mano.
In questa situazione di irregolarità, non desidero più essere corresponsabile di una situazione che si avvia a diventare cronica e che non corrisponde alla mia idea della SIPS, costantemente mantenuta in condizioni di trasparenza e di regolarità.
Rassegno dal giorno 9/7 le mie dimissioni dal CD naz. e dai compiti che da tale ruolo mi derivano (…). Chiedo che si affidi ad un organismo esterno un'indagine approfondita sulla situazione gestionale siano al 1988, comunicando che in mancanza chiederò quanto previsto dalla legge. Chiedo che in caso ne ricorrano gli estremi, si indicano nuove elezioni per il rinnovo del CD naz. Comunico che tale decisione è irrevocabile e incompatibile con la mia presenza alle prossime riunioni del CD naz. non avendo intenzione di condividere più nulla dell'attività di tale organismo, che nell'attuale modalità di gestione considero irregolare, come ho ripetutamente detto e scritto ai colleghi che lo compongono ed al Presidente….

ENZO SPALTRO

Caro Presidente,
il complesso degli avvenimenti della giornata del 9 scorso a Bologna, apertasi con la tua unilaterale decisione di dichiarare la nullità dell'Assemblea, e chiusasi con un ipotetico CD "autoconvocatosi" senza alcun o.d.g., mi  conduce ad alcune immediate reazioni che, a mio giudizio, non possono attendere la prossima riunione del CD né, tantomeno, l'Assemblea Generale dei Soci SIPS di dicembre.
È singolare infatti, deprecabile, che sulla base di considerazioni giuridico-formali (la mancata previsione della seconda convocazione nella tua lettera di convocazione dell'Assemblea e il fatto tuttora da accertare sotto il profilo quantitativo, che taluni soci non avessero ricevuto l'invito a parteciparvi) si sia di fatto vanificata la possibilità di sviluppare un serrato dibattito sulle questioni amministrative e organizzative della SIPS, alle quali, come sai, non soltanto il CD annette grande importanza, ma, forse, anche l'insieme della Società nel suo complesso.
Non affrontare infatti il tema del consuntivo '88 e del bilancio preventivo '89 significa di fatto perpetuare quelle condizioni di confusione formale e sostanziale, di illegittimità nei comportamenti, di insufficienza, più in generale, operativa e sostanziale, che ha ridotto la Società ad uno stato di grande debolezza organizzativa e gestionale.
Innanzi tutto il bilancio '88, del quale peraltro non avendo mai ottenuto un passaggio di consegne, non abbiamo responsabilità. Nel 1988 la Sips, tra centro e periferia, aveva circa 35 casse; ebbene, nessuna di queste quadra con i dati contabili, sia sotto il profilo della documentazione di spesa, sempre carente per quanto riguarda la periferia come già rilevato dai Sindaci nel bilancio '87 del quale rifiutarono la firma, sia sotto il profilo dell'obiettivo riscontro con le giacenze di cassa al 31/12/88, come dichiarato sotto la propria responsabilità dai delegati di sezioni e divisioni.
M sbaglierebbe chi interpretasse questa situazione puramente come un problema tecnico e contabile.
Essa è infatti sintomo ed effetto di una mentalità e di una modalità di gestione della Società da tempo adeguata alle esigenze, priva di regole, priva - se mi è permesso - di quel minimo di professionalità e competenza che ciascuno di noi pur usa nelle proprie attività.
(omissis)
…i 2900 soci morosi al 14/12/88, per tacere di quelli riferiti agli anni precedenti, ben testimoniano la situazione cui la Sips è giunta e alla quale con estrema difficoltà stiamo tentato di porre rimedio.
Il bilancio '88, la cui mancata approvazione impedisce in maniera assoluta l'adozione di impegni di spesa e lo sviluppo delle attività, avrebbe infatti dovuto rappresentare la prima occasione nella quale il CD declinava le proprie strategie e priorità.
Lo stesso infatti è stato redatto sulla base di 4 punti di forza: a) recupero delle morosità e regolarizzazione delle quote associative; b) trasferimento agli organismi decentrati (sezioni e divisioni) di circa 1/3 del bilancio complessivo; c) costituzione di una struttura amministrativa e gestionale solida e qualificata; d) modello operativo basato su comitati e su obiettivi, in grado di preconizzare i futuri uffici operativi necessari in una struttura di questa dimensione.
Di questi alcuni sono in fase di realizzazione …. (omissis)
Su un punto tuttavia….abbiamo clamorosamente mancato, e cioè nel ripristino di quelle condizioni di base di legalità che pur avevano costituito il minimo comun denominatore del nostro CD, per  molti versi lacerato da dissensi e conflitti insuperabili.
Mi riferisco alle grandi questioni, come ad esempio quella della rivista, che non esce solo perché, ad un anno dal nostro insediamento, non siamo ancora riusciti a far sì che il Presidente, come recita lo Statuto e come abbiamo più volte deliberato, ne assuma la responsabilità di direzione, perpetuando così non solo la situazione del passato, ma anche l'assenza di un minimo servizio culturale rivolto ai soci; come la decisione di affrontare spese straordinarie o politicamente significative, come ad esempio il ripianamento dei debiti espressi dalla passata gestione, senza il confronto dell'approvazione assembleare o del Collegio Sindacale; come la mancata distinzione dei ruoli tra CD e organi periferici pur così ben delineati dallo Statuto; come la questione relativa all'ACTA, di cui si decide il finanziamento senza pretendere che, come più volte deliberato, la proprietà della stessa sia della Sips e non, com'è attualmente, di esterni ad essa e senza pretendere, anche questo come deliberato, che la nomina del Direttore sia comunque fatta dal CD; come non aver preteso, nonostante le mie pressanti richieste, un formale passaggio di consegne ed il rilascio dell'archivio storico ed amministrativo della Sips; per finire con le questioni più minute ma altrettanto importanti, relative ad esempio al mancato trasferimento dei poteri di firma sui conti dal vecchio al nuovo Direttivo; al mancato rinnovo dei Sindaci e dei Probiviri, ampiamente scaduti….
Sono questioni minime queste? Certo, ma danno il sapore del perpetuarsi di una vecchia logica, di un essere prigionieri, anche sotto il profilo operativo, di un passato fatto di piccoli soprusi e di irresponsabilità, di gravi irregolarità e inadempienze amministrative, di una tale debolezza amministrativa e gestionale da alimentare vere e proprie tentazioni di surrogare il potere del CD da parte di taluni delegati, al limite del "golpe", com'è apparso con chiarezza nella recente riunione di Bologna, dove il CD non è riuscito, ancora una volta, ad esprime la propria strategia.
Dove sono, infatti, quelle iniziative che avrebbero dovuto rilanciare l'immagine della psicologia e degli psicologi, affrontare i problemi professionali e anche pratici della loro attività, studiare lo sviluppo della professione, collegare la psicologia italiana ad un contesto internazionale, innanzitutto europeo; dove sono i servizi, le strutture, i supporti offerti ai Soci, che pur cominciano a versare una quota associativa relativamente significativa? Dov'è una strategia di sviluppo dell'insegnamento della psicologia e della formazione post-laurea; dov'è - più in generale - un'azione di collegamento con le istituzioni, il mondo del lavoro, il mondo della …. (omissis)
Per questo motivi, Ti invito, caro Presidente, ….. ad assumere con urgenza iniziative che ristabiliscano un clima di fiducia e di consenso, che ripristino una stretta "legalità" associativa, che promuovano urgentemente l'elaborazione di programmi e progetti politico-culturali adeguati al momento che la Psicologia Italiana sta vivendo; magari con un po' di "stile" nei rapporti.
In sostanza, ti chiedo di essere "super partes" come, peraltro, l'attuale Statuto, che prevede l'ineleggibilità del Presidente, sembra richiedere.
Non è più tollerabile infatti che tu accetti messaggi ultimativi sui ruoli e sulle competenze istituzionali, che l'attuale CD venga dipinto come "prodotto" da un gruppo di pressione; che circolino messaggi ufficiali nei quali sei descritto facente parte di quella o di quest'altra parte.
Peggio ancora, che rinunci, ed attraverso te che rinuncino tutti, ad esprimere un gesto coraggioso di superamento del passato e dei gruppi che questo passato ha gestito e che vorrebbero continuare a gestire il presente.
Malgrado i risultati.
Io credo infatti che se anche il Presidente, come mi sembra, diventa "pars" le alternative sono due: o la situazione di conflitto lacerante e paralizzante, che più volte abbiamo vissuto; o per rinuncia di alcuni, lo
strapotere di un gruppo, di una fazione, di una parte.
Ora io, come tutti noi d'altronde, ho molte altre cose da fare, ed in questo secondo caso rinuncerei volentieri, anche  per non farmi complice oggettivo di un andazzo inconcludente, sostanzialmente inutile e talvolta illegittimo. Intanto, mantengo il mio ruolo e la mia responsabilità di Tesoriere e del Comitato dei Servizi. Limitatamente alla gestione ordinaria.
Oggi, ci troviamo davanti ad un impegno straordinario, l'attuazione della Legge 56, che richiede, da parte di tutti noi, un'attenzione costante, un lavoro tenace, una capacità di evitare divisioni e di superare posizioni sterili o polemiche.  Magari anche qualche sacrificio rispetto alle proprie ambizioni.
Senza questo sforzo collettivo la nostra estrema debolezza interna diverrà anche esterna e la Sips, gli psicologi italiani, rischieranno di perdere nell'attuazione della legge quanto con anni di battaglie hanno finalmente ottenuto . tutto questo non in spirito polemico ma costruttivo: tant'è che sto già adoperandomi per le mie incombenze organizzative relative al prossimo XXII Congresso Nazionale.
Resto in attesa di un riscontro preciso, ma solo sotto il profilo dei fatti e dei comportamenti pratici da parte tua e, se lo crederanno, di quanti altri mi leggono.

GIORGIO SANGIORGI