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TERZA PAGINA
UN'AMICA DI NOME NOA
La
comunicazione per noi Psicologi è il terreno su cui basarsi per decodificare
i messaggi e quindi i disagi delle persone. Per gli scrittori è al contrario
un mezzo per esprimere la propria visione del mondo mediante il comportamento
dei personaggi descritti. Per uno scrittore - giornalista il tutto si arricchisce
con un contatto più preciso con la realtà e con un riscontro con il quotidiano
e la vita usuale che circonda le persone. La giornalista - scrittrice Noa
Bonetti con il suo libro "Un'amica di nome Moana" (confidenze
a cuore aperto dell'indimenticabile star a luci rosse), a mio avviso, arricchisce
la modalità comunicativa letteraria, giornalistica, psicologica trovando
una quarta via che potremmo chiamare "specchio bifocale" dove
la narrazione si muove riflettendo continuamente i due punti bifocali: quello
dell'io narrante (dell'intervistatore, del descrittore, del biografo e dell'autobiografo)
e quello dell'oggetto protagonista intervistato.
Due personaggi reali si incontrano, si raccontano e registrano questo
incontro. Parlano di tutto. Discutono di Dio e di amanti, di case e di rossetti,
di cibo e di aspirazioni, di gioie e di delusioni. Parlano in realtà del
loro personaggio nella lunga avventura (e disavventura) che si chiama vita.
Accennano anche all'eventualità di pubblicare queste loro conversazioni
che mettono a nudo delle parti di sé in modo graduale, quasi un raffinato
spogliarello psicologico a due, ma scoprono anche altri personaggi di sfondo
che spesso hanno svolto, alcuni ancora oggi, dei ruoli importanti nella
società contemporanea
Poi Moana, uno dei due personaggi, muore misteriosamente.
L'altro, Noa, cerca di non far morire la storia, la confessione, il diario
di quattro anni che era fiorito dall'incontro con Moana e lo pubblica nel
giugno 1995 con la Sperling & Kupfer. Il libro è ben costruito, semplice,
con uno stile così spontaneo che si fa leggere come una favola. Sembra un
racconto poetico a due voci che quando arriva alla fine sembra non finire
poiché provoca delle riflessioni, forse degli action-out dovuti al notevole
effetto trascinante della storia. In qualche modo è come se il lettore
subisse un transfert innescato sulle caratteristiche fisiche e di personalità
della protagonista che, aiutata dall'altra protagonista (la scrittrice Noa
Bonetti) mostra le sfaccettature di una donna del nostro tempo, con i suoi
riti, i suoi miti, i suoi entusiasmi, le depressioni e le contraddizioni
che mostrano comunque sempre una generosità e una voglia di vivere non comune.
Questo libro ci dà l'occasione di riflettere sulle problematiche legate
alla sessualità e quindi all'erotismo e all'amore in genere. Gli studi sulla
sessualità, oggi numerosissimi, derivano scientificamente da quelli che
quasi un secolo fa espresse Sigmund Freud che indicò subito la relazione
fra nevrosi, psicosi e sessualità (prima di lui c'erano stati Krafft-Ebing
con il suo Psychopatia Sexualis). Effettivamente la dialettica sessuale
si esprime in modo altalenante riguardo ai ruoli e le funzioni agite e anche
secondo il contesto. Dal punto di vista femminile, a suo tempo, Erica Jong
parlava dell'ineguaglianza di base che non può essere eliminata. Cioè il
vantaggio dell'organo visibile e mobile dell'uomo e il vantaggio di quello
della donna che è un organo "per tutte le stagioni". Il problema
in realtà attualmente più evidenziato è quello della caduta del desiderio,
legato anche a una depressione di fondo che da qualche tempo aleggia nella
società contemporanea. È come se non si trovasse una vera ragione per sognare
e quindi per desiderare. Un paziente di 22 anni una volta rispose alla mia
domanda riguardo il suo più recente sogno: "Non voglio raccontare questo
sogno, non voglio ricordare perché altrimenti mi viene da desiderare che
si realizzi e so che non posso farcela". Sembrerebbe che la realtà
virtuale abbia preso il posto della fantasia e la pornografia all'erotismo.
Infatti l'erotismo è un sottile e ricorrente gioco dell'immaginario che
alimenta permanentemente il desiderio, mentre talvolta la pornografia diventa
una compulsione (negli USA ci sono cliniche per disintossicarsi)
che soffoca sempre più il desiderio. Forse un personaggio come Moana può
servire come modello di vitalità (fino alla morte) se non come modello di
vita (l'erotismo della pornostar aveva comunque il sopravvento sulle sue
rappresentazioni pornografiche), vitalità che oggi sembra carente insieme
all'entusiasmo di molti giovani che potrebbero apparire a noi come sono
apparsi molto tempo fa a Sandor Ferenczi "Vogliono amarsi l'un l'altro
e non sanno come
.".
La mia amica di nome Noa ha saputo cogliere attraverso questo libro,
che non a caso ha avuto un buon successo, le contraddizioni, gli entusiasmi,
i miti e le delusioni, la vita e la morte di un personaggio del nostro tempo
che rappresenta una piccola parte, anche se non sempre visibile, di noi.
Il libro, tra l'altro, mi ha ispirato:
VOCI
NEL VENTO
Due voci girano
sul nastro del racconto
giochi di bambole
storie di nonne e fantasie
piccoli gatti e nostalgie
sensazioni colorate cercando
all'ombra del desiderio
maschere e corazze per affrontare
le paure targate domani
e poi lo specchio senza riflesso
applausi di personaggi senza volto
passioni e amori e storie
che finiscono all'alba
canzoni respirando nell'anima
un tuffo all'infinito
nuotando finalmente
nei giardini di Atlantide
una voce racconta ancora al vento:
non si muore mai nel mare
.
Antonio Lo Iacono