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IL CONTRIBUTO DELLO PSICOLOGO ALLA SICUREZZA SUL LAVORO

La sicurezza nei luoghi di lavoro è una questione controversa e di difficile soluzione, essendo molteplici le possibili cause e gli elementi coinvolti in questo complesso fenomeno. Risalgono al 1919 le prime ricerche sistematiche sull'argomento e, da allora, sono stati compiuti notevoli passi  avanti per la comprensione di questo gravoso problema sociale, anche se le cifre dimostrano che siamo ancora ben lontani dalla sua soluzione. Senza dubbio l'approvazione del d.l. /94, relativo alla sicurezza nei luoghi di lavoro, è stato un evento importante, poiché oggi tutte le organizzazioni lavorative, dalle più grandi alle più piccole, sono tenute per legge a rispettare una serie di parametri che contribuiscono a tutelare la salute e l'incolumità dei lavoratori. La Legge si preoccupa però esclusivamente degli aspetti oggettivi della questione, limitandosi a prendere le misure atte ad aumentare quelle che gli anglosassoni chiamano "safety", in altre parole condizione oggettiva di assenza di pericolo. Purtroppo ciò non basta a garantire l'incolumità delle persone. Lo sanno bene le imprese che investono una grande quantità di denaro  per misure di sicurezza, che i lavoratori tendono a non utilizzare, dimostrando di avere una percezione soggettiva del pericolo inferiore rispetto alla possibilità reale di subire un danno fisico. Non solo: spesso vengono messi in atto veri e propri meccanismi di difesa atti a proteggersi dall'idea inaccettabile di poter incorrere in gravi incidenti. Basti pensare, per citare un esempio tratto dalla vita quotidiana, alla cintura di sicurezza delle automobili: non usarle consente consente di negare il pericolo che ognuno di  noi corre quotidianamente nel traffico stradale, mentre in realtà si riesce soltanto ad aumentare la percentuale di probabilità  di ferirsi gravemente in caso di incidente. Il problema va dunque considerato  non solo dal punto di vista strettamente legato alle condizioni fisiche dei luoghi di lavoro ma, anche, da un'ottica comportamentale. Questo è ciò che gli psicologi stanno facendo da anni, anche se il legislatore non ha riconosciuto gli sforzi e i risultati raggiunti dalla ricerca. La legge obbliga il datore di lavoro a garantire ad ogni lavoratore una formazione adeguata, esclusivamente sotto forma di informazioni e istruzioni circa i rischi per la sicurezza e la salute. Non viene fatto, invece, nessuno sforzo perché alla necessaria informazione segua un effettivo cambiamento del comportamento lavorativo. Eppure gli psicologi sanno bene quanto sia difficile modificare il comportamento e, certamente, potrebbero essere utili sforzi in questo senso. Tutto ciò non deve però scoraggiare quegli psicologi che si vogliono occupare di queste tematiche: al contrario dovremo perseverare su questa strada per convincere anche chi psicologo non è dell'importanza  degli aspetti comportamentali, poiché da questo dipende la vita di molte persone. Proprio sul ruolo dello psicologo in ambito di sicurezza, si terrà il 28 settembre a Roma un convegno presso la sede della Mercedes Benz Italia, organizzato dall'associazione 4 Venti che riunisce molti psicologi  del lavoro e delle organizzazioni del Lazio.