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SAPER SOGNARE. DOPO 15 ANNI  NOI PSICOLOGIA SI RINNOVA
di Margherita Sberna

E' stupefacente come il tempo passa velocemente e come, quasi improvvisamente, dal non avere passato si abbiano 15 anni di storia certo difficile ma anche entusiasmante. Quanto cose abbiamo imparato in tutto questo tempo grazie a NOI PSICOLOGIA: è come se avessimo ripercorso tutta la strada, dall'invenzione dei caratteri da stampa all'informazione telematica, con gli stessi sogni di chi ha impiegato qualche centinaio d'anni per andare dal primo al secondo punto. Non un solo uomo, certo, ma "l'uomo" o meglio tutti gli uomini che sanno sognare e desiderare intensamente. Nessuno fa qualcosa solo per i soldi, per arricchire: ci sono sempre altre motivazioni e aspirazioni che spiegano gli sforzi e i sacrifici che si è disposti ad affrontare. Nel nostro caso ci sono alcuni sogni in comune  a tutti i membri della redazione, ed altri individuali ed a volte anche più intimi.  Fra i sogni in comune c'è certamente  il desiderio di diffondere la "cultura psicologica" e non solo intesa come psicoterapia ma soprattutto  come professione poliedrica ed in espansione  in nuovi territori. Da questo punto di vista desideriamo influenzare lo sviluppo della psicologia in Italia, aiutando anche gli studenti a scegliere settori nuovi, dove da un lato esistano spazi di lavoro e dall'altro  possibilità di nuove ricerche e, quindi, di ulteriori espansioni. Un altro desiderio è quello di stimolare ed aprire un dibattito tra professionisti  con diversa specializzazione, ma con la voglia di discutere, perché si confrontino effettivamente anziché sulla solita e tradizionale maniera un po' "clientelare" per cui si discute solo fra amici. Un ultimo sogno in comune è connesso al desiderio di essere conosciuti: facendo qualche rapido conto, gli psicologi noti per i loro scritti e le loro azioni sono relativamente pochi sulla totalità dei professionisti del settore.  Forse sono uno 0,5% o al massimo l'1%. Tutti noi della Redazione sosteniamo che è un gioco, che potremmo ad un certo punto "crescere" e decidere che non ci interessa. Ma c'è un "doppio legame" curioso che frena noi dello "zoccolo duro" ogni volta che stiamo per decidere di chiudere questa ormai famosa testata. Ci sono le difficoltà di affrontare la scelta, la morte, la nostra vecchiaia, forse…; ma c'è anche il desiderio  di mantenere aperta una sfida, di rendere più condivisa questa impresa élitaria e complessa, di misurare sempre la propria capacità di sognare, la forza delle nostra aspirazioni, il coraggio di dimostrare come ancora sia vero che volere è potere, dovendo fare i conti ad ogni nuovo numero da pubblicare con la scarsità delle nostre risorse, il che non significa solo pochi soldi, ma anche poche persone, pochi articoli, poco tempo…
Così, ancora una volta, abbiamo deciso di riprovarci rinnovando l'impostazione e inserendo novità. Somigliamo almeno un po' all'Araba Fenice?