Una lente italiana per accedere alla storia contemporanea in internet[1]

Serge Noiret, Istituto Universitario Europeo, Firenze, sito

In questo intervento, non mi propongo ovviamente di illustrare i mutamenti del mestiere dello storico nell'epoca di internet, ma, più limitatamente, di delineare un percorso strutturato per la lettura della rete di storia contemporanea vista da una prospettiva "italiana" e dunque con alcuni riferimenti culturali europei e di questo paese in particolare.[2] In questa ottica, spero che un lettore americano non vorrà biasimarmi se alcune delle rissorse presentate nel corso di queste pagine sono, per lui, cose già ben note. Prima di entrare nel merito dell'argomento, vorrei definire i criteri che userò per [de]limitare il percorso di rete di questa introduzione alla storia (contemporanea) in internet vista dall'Italia.
Storia ed internet: una storia “tout court” ma con i mezzi di oggi
Le problematiche che si possano individuare relativamente a “storia ed internet”, sono quelle stesse che si pongono alla base del mestiere di storico da sempre; la rete non muta i termini di quello che hanno insegnato gli illuministi già nel XVII° secolo con Mabillon e come c'insegna ancora oggi il March Bloch del sempre attuale “apologie pour l'histoire ou du métier d'historien”, a proposito di questa vecchia scienza che da più di duemila anni si è posta una base epistemologica: “si les sciences devaient, à chacune de leur conquête se chercher une appellation nouvelle, au royaume des académies que de baptêmes, et de pertes de temps !“[3] Fare storia con la rete non esime lo storico dal fare riferimento ai pilastri del suo mestiere e prima di tutto al dubbio critico di fronte alle testimonianze del passato, alle fonti del suo lavoro. Anche se l'ampiezza dei mutamenti e la diffusione di pratiche e di conoscenze in rete e con la rete non sono ancora stabili e non ci permettono di dare giudizi definitivi in merito, il nuovo mezzo di comunicazione di massa non cambia in realtà le carte che lo storico ha a sua disposizione sul tavolo, eventualmente le ridistribuisce: esisteranno sempre le scelte critiche per delimitare un argomento a monte della ricerca e della scrittura, il corpus delle “prove” fossero pure digitali ed ipermediali e la narrazione. Internet, la rete, è uno strumento che va così dominato e ricondotto ad un percorso scientifico preciso elaborato a prescindere da esso e per il quale è necessario individuare con precisione le novità che, abbiamo detto, possono incidere sulla tipologia e la presentazione delle fonti del contemporaneo, sulle risorse comunicative offerte allo studioso e sul modo di elaborare una storiografia digitale.
Il computer, l'ipertesto ed infine, internet come nuovo medium della comunicazione, sono dunque solo l'ultima “modernità” che incide su di un vecchio mestiere. [4] Il filosofo e storico delle tecnologie Michel Serres –in sintonia con un altro importante storico della tecnica, Bruno Latour- afferma che le nuove tecniche del virtuale e della rete sono estremamente antiche nei loro scopi oltre ad essere qunato mai nuove nelle loro realizzazioni: la realtà chiamata “virtuale” è nata con Aristotele secondo Serres e non è altro che quello che immaginiamo o sognamo di essere o di fare, un'attività fisiologica dell'essere uomo. [5]

Ipertesto e ipermedialità non sono sinonimi di WWW
Internet e l'ipertesto, nel campo della storia, sono due spazi solo parzialmente uniti: nel linguaggio booleiano, si otterrebbe un'intersezione tra due insiemi con larghi spazi che non s'incontrano. Infatti, bisogna sgomberare il campo da un luogo comune: internet ed il world wide web di storia sarebbero fatti di numerosi ipertesti ai quali si sarebbe aggiunto la comunicazione e la multi medialità. Non è affatto vero, in internet o più specificatamente nel WWW, non bisogna “per forza” usare un nuovo linguaggio di scrittura ipertestuale che corrisponde ad un modo diverso di strutturare e di esprimere il pensiero lineare. I modi tradizionali di scrittura sono sempre e rimarranno forse sempre presenti in rete. Il ricorso all'ipertesto e oggi anche all'ipermedialità, è una scelta ma non la scelta della rete e sicuramente non quella della storiografia di rete dove invece un testo lineare e tradizionale –la stragrande maggioranza della storiografia contemporanea di rete nel mondo delle “scholarly publishing” delle riviste digitali-[6] può anche essere collegato ad oggetti digitali multi mediali, la peculiarità della rete. Anzi, nella maggior parte dei testi in rete, abbiamo accesso ad una copia digitale di quanto pubblicato prima a stampa. [7]
E' vero anche che il mondo della multi-medialità –anche non ipermediale- offerto in internet, permette allo storico di sviluppare complessi studi con una diversificazione importante delle fonti: il saggio in rete di Robert Darnton non è né ipertestuale né ipermediale, è invece un'opera multi mediale che include le nuove potenzialità offerte da internet per affrontare argomenti di studio e di ricerca se non difficilmente presentabili e soprattutto impossibili da comunicare con la stampa tradizionale. L'avvicinarsi di Darnton al mondo dei caffè parigini agli albori della comunicazione politica contemporanea, alla fine del XVIII° secolo, non sarebbe stato possibile senza la multi medialità,[8]
lo è tuttavia senza l'ipertesto e l'ipermedialità. Infatti il saggio digitale di Darnton è molto diverso di quanto offrono altri oggetti storiografici introdotti nella rete tra il 1997 e il 2000, all'inizio soprattutto nel campo della storia urbana.[9] Darnton effettua un primo passo verso la rete: ci troviamo ad un bivio tra la scrittura tradizionale e l'ipermedialità; ci confrontiamo tuttavia con la scrittura tradizionale che integra la multi-medialità. Non c'è qui pericolo che lo storico, avvicinandosi alla rete, debba per forza perdere le coordinate del mestiere grazie ad un improbabile impatto del mezzo di comunicazione su un modo di scrivere rivitalizzato, tuttavia, dalla modernità delle tecnologie di comunicazione di rete e delle fonti digitali. [10]
Iniziare dal postulato secondo il quale, con la rete, possiamo porci le domande del mestiere di storico di sempre, ci obbliga dunque ad interrogarsi sull'oggi di questo mestiere e sugli elementi di modernità del fare storia all'alba del terzo milennio, su questi specifici cambi in atto nel mestiere[11]
: quello –illustrato sopra- delle potenziali trasformazioni delle modalità stesse della scrittura dello storico, quello delle fonti digitali che pongono nuovi problemi di decifrazione e di interpretazione[12], e, infine, quello del metodo usato per dare corpo alle ipotesi di ricerca usando il computer, l'ipertesto, la rete. [13] Il testo storico è infatti suscettibile di facili riscritture ed interventi grazie alla rete e al suo formato digitale e possiede più livelli potenziali di stesura e di lettura come ci proponeva Darnton nel 1999[14] o, prima di lui, già nel 1991, Stevan Harnad, docente di psicologia a Southampton che “ha invitato la comunità internazionale a superare il tradizionale sistema di pubblicazione e a immettere direttamente in rete le versioni preliminari degli articoli, in modo da rendere noto in tempo reale i risultati delle proprie ricerche. ”[15] Questo concetto del cantiere scientifico, del laboratorio in continua evoluzione è oggi ripreso da Peppino Ortoleva che parla di differenziare due “stati” del testo, edito e inedito. Quest'ultimo, che Ortoleva chiama il “testo instabile”,[16] è un elaborato provvisorio, sempre in movimento, che la rete offre al lettore e che Darnton ha concettualizzato nel suo saggio sulla nuova età dei libri. [17]
La necessaria riscossa dei professionisti sugli “amateurs”
Alcune disillusioni subite addentrandoci nell'analisi degli oggetti individuati durante una navigazione nella rete italiana –molti siti non offrono contenuti originali e scientificamente utili- faranno emergere una prima necessità a chi, lo storico, lo fa di mestiere: gli storici, in congiunzione con i professionisti, alleati di sempre, gli archivisti ed i bibliotecari, dovrebbero essere i protagonisti di siti scientifici in rete nella loro disciplina, in modo da fare nascere i contenuti di rete a partire dai luoghi tradizionali della cultura e della scienza, (le università, le scuole, le istituzioni culturali di valore scientifico), usando così una loro professionalità che, in gran parte, non viene sfruttata ancora al meglio all'interno del nuovo medium come ne rende conto Umberto Eco.[18] Questo, non per riproporre gerarchie di potere che vengono poi sfidate dall'uso della rete,[19] ma spazi professionalmente, scientificamente e criticamente protetti in rete.[20] Solo così si potrà combattere quello che sta accadendo in parte con il cosidetto uso pubblico della storia contemporanea in rete: la proliferazione senza filtri possibili di siti e di storiografie a-scientifiche e con messaggi ideologici che negano le acquisizioni storiografiche dell'ultima metà del XX° secolo. Non si dovrebbe abbandonare agli “amateurs”, ai revisionisti per calcoli politici o anche a quelli che plagiano idee e scritti altrui, il controllo del contenuto storico della rete anche se, purtroppo, accade anche questo e proprio per proporci in rete la memoria del passato recente e alcune delle tematiche più controverse della storia contemporanea.[21] Passata così al vaglio della critica, la rete non diventa più soltanto un caos ingovernabile, ma un luogo dove si raggiungono contenuti informativi ed euristici e da dove si possono diffondere meglio i lavori scientifici fatti dagli storici.
Infatti, aprendo il Seminario Professionale annuale della SISSCO su Linguaggi e siti, la storia online, che si è tenuto all'Istituto Universitario Europeo di Firenze e all'Università di Firenze, Dipartimento di Storia nell'aprile del 2000,[22] indicavo la necessità di implementare metodi di verifica e di critica delle fonti di rete offrendo come esempio di partenza la presenza simultanea -in quei mesi dell'anno 2000- di due siti sul FPÖ, il Partito Liberale Austriaco, che illustravano l'attività, i programmi e anche l'ideologia dl partito. [23] I due siti avevano tutto in comune, dalla grafica all'uso del logo e si differenziavano soltanto profondamente nei contenuti. Il secondo era un sito parodia e una satira delle pratiche politiche del partito di Jörg Haider e seguiva, in tempo “reale”, le innovazioni presentate sul primo: i contenuti e i links indicati erano riconducibili al razzismo e all'ideologia nazista. Quale dei due siti era quello "vero" e poteva fornire una “fonte”, una risorsa di rete per lo storico del contemporaneo ? Il giudizio critico su quei due siti era reso ancora più difficile dalla contemporanea presenza -in entrambi-, di un comunicato che denunciava la falsificazione da parte dell'altro sito.
Al di là di questo esempio estremo, i siti devono essere avvicinati con professionalità e con un giudizio intrinseco sulle loro qualità ed affidabilità, ma anche con criteri che ne permettono una critica dei contenuti. Come, se non armati di capacità di discernimento, ci si dovrebbe d'altronde confrontare con il sito del Ku Klux Klan americano che scrive la "sua" storia dell'America contemporanea ?[24]
La critica della storia in rete con adeguati criteri di giudizio, ci porta anche a verificare chi fa storia in rete e con quali scopi. Infatti, oltre a porre problemi di critica delle fonti o di uso pubblico della storia, la storia contemporanea in rete tende anche spesso ad essere legata alla sola memoria degli eventi o ad una moltiplicazione delle memorie individuali,[25] in un processo di auto rappresentazione che non possiede nemmeno le credenziali scientifiche delle ego-storie parallelle[26] o delle biografie collettive care a Pierre Bourdieu.[27] Esse sono la somma di aneddoti e testimonianze forse nemmeno così utili quanto lo era invece la testimonianza data dal giornale di Ménétrat, il vetraio parigino[28] per la fine del Settecento francese e la vita quotidiana a Parigi. E questo, anche quando si tratta di uno dei progetti più interessanti ed innovatore che la storia contemporanea italiana offra in rete, come il MU.VI., il Museo Virtuale della Lombardia e le sue storie di vita in un ambiente di rete multimediale. [29]
E per tentare di ovviare alla "promiscuità" della rete italiana che il MU.VI. lombardo come, d'altronde, altri siti eccellenti di storia italiana, sono stati selezionati per la loro qualità da un progetto chiamato Best of the WWW VL Italian History index, sulla base di alcuni parametri di giudizio sui contenuti e la presentazione che i siti devono riempire per essere scelti da un comitato editoriale di specialisti italiani di storia nel web. Una volta selezionati, i siti ricevono il logo del progetto che attesta la loro qualità e che possono pubblicare. Il giudizio viene rivisto ogni anno. [30]
Da Google ai portali storici scientifici: come trovare storia in rete.
In rete si trovano pochi LASE (limited area search engines), ovvero le aree del web interrogabili separatamente dal resto della rete per evitare il “rumore”[31] e le pressioni tecniche ed economiche alle quali sono sottoposti portali tematici e motori di ricerca generici ed a grande diffusione. [32] Abbiamo bisogno di portali scientifici e critici in aree specifiche che sono controllati dagli addetti al lavoro della disciplina stessa e per fare questo chi lo potrebbe fare meglio dei bibliotecari specializzati e degli storici ?
Entrare nella rete di storia contemporanea si può dunque fare in molti modi. Il primo potrebbe essere di ripercorrere le tematiche della storia dei due precedenti secoli e di vedere come i maggiori evventi e le delimitazioni cronologiche vengono seguiti nei portali generici e specializzati del web. Non percorrerò questa strada perché mostrerebbe solo parzialmente e precariamente il contenuto mondiale della rete e perché i portali più importanti per accedere alla storia come Yahoo o altri, offrono oggi i siti soprattutto in funzione dell'insegnamento online e di interessi commerciali senza indicare con certezza i miglior siti scientifici.[33]
Il secondo metodo potrebbe consistere invece in un approccio più di metodo della storia contemporanea dell'Ottocento e del Novecento, e quindi all'individuazione degli ambiti nei quali questi nuovi strumenti digitali offerti in rete offrono spazi utili per la ricerca.
Prima di dimostrare quanto internet possa oggi offrire e di addentrarsi nei siti, lo storico si deve porre almeno tre domande essenziali, tre postulati, riguardo ad Internet e alle sue implicazioni sulla disciplina storica che, oltre a permettere di rispondere al quesito primario e fondamentale: serve Internet per la storia, ci indicano come organizzare la nostra sitologia della storia contemporanea. Tre sono le domande che uno storico si deve porre prima di servirsi del nuovo medium sia in modo passivo/attivo per una ricerca delle informazioni scientifiche in esso contenute, sia in modo attivo per proporre attraverso la rete i risultati delle sue ricerche.
Gli interrogativi da risolvere sono i seguenti:[34]
  1. che cosa si può trovare su Internet e che cosa, al momento della ricerca, non si può invece trovare in rete o non si può ancora trovare;
  2. come trovare quello che cerco ? Si parla qui del linguaggio delle ricerche di informazioni nonché dei cosidetti motori di ricerca e dei portali specializzati
  3. come usare, da storico, quello che ho trovato in rete e, inoltre, come eventualmente usarlo sempre per la rete ?
Il primo quesito, deve essere risolto attraverso l'apprendimento dei limiti sempre sfuggenti dei contenuti del nuovo medium pervaso dall'altissima volatilità dei siti: la "mortalità" dei contenitori di informazioni storiche e non, nella rete, è sicuramente un dato implicito del suo uso. I siti nascono, muoiono o, peggio, rimangono abbandonati come campi che si smette inopinamente di coltivare. La rete stessa propone in modo fisiologico queste modalità versatili e sfuggenti di una presenza virtuale di informazioni legate alla disciplina[35]. Il secondo quesito viene invece risolto grazie alla conoscenza di tecniche di ricerca nella rete. Il terzo quesito riguarda la riflessione legata all'apprendimento dei possibili usi del nuovo medium e dei suoi limiti, delle problematiche che eviteremo di approfondire in queste pagine. Internet è dunque potenzialmente adatto a fornire risposte a molti dei nostri quesiti sulla storia contemporanea ammesso che si sappia cosa chiedere prima (la prima domanda), come cercare (la seconda domanda) e come mobilitare le conoscenze ottenute (la terza domanda).
Nella sitologia che segue, strutturata in categorie di interesse, ci limiteremo a rispondere alla prima e alla seconda domanda. Le risorse storiche di rete[36] per la Storia Contemporanea si possono poi raccogliere in 4 aree di interessi.
Il web offre dei servizi di comunicazione tra gli addetti al lavoro e per l'accesso all'informazione; lo storico può inoltre accedere a fonti storiche,[37] leggere la storiografia e la memorialistica e ha la possibilità di imparare ed insegnare a distanza, anche in modo a-sincronico, grazie a specifiche tecnologie di rete. [38] Di queste quattro aree, tratterò solo dei contenuti di internet, a prescindere dal suo possibile uso didattico, ovvero esamineremo lo stato della storiografia di rete, la presenza di siti di "reference" come i portali e la tipologia delle fonti digitali oltre ad alcuni specifici servizi comunicativi come le liste di discussione specializzate.
Ormai posso dire, tentando di rispondere al secondo quesito con soluzioni che potrebbero riguardare i quattro ambiti di interesse rilevati sopra, che il metodo di individuazzione delle risorse di rete si è fatto assai semplice offrendo risultati pertinenti senza chiedere molte conoscenze specifiche. E' assodato da tempo che nella ragnatela o si conoscono in anticipo, da altre fonti, gli indirizzi verso il quale puntare il “browser”, o si usa un portale dedicato al tema del nostro interesse o, si entra nel web usando un motore di ricerca generico. [39]
Uno di essi è oggi la porta maestra per entrare nel web: www.google.it –dall'Italia verso tutta la rete-[40] e la fa da padrone ormai su tutti gli altri motori di ricerca generici che si usavano fino a poco tempo fa. Molte cose dovrebbero essere dette a proposito di google e delle sue capacità di ricerca arrichite ogni anno da nuove tipologie di archivi digitali; basterà abbonarsi alla sua “newsletter” ed esplorare il sito "madre". [41] Google è, per il momento, la porta maestra verso i contenuti del web anche se All the web all the time, possiede qualche utilità specifiche,[42] ed il nuovo motore Teoma che, come Google, propone di indicizzare i siti e le informazioni seguendo indici di "notorietà", ma, tuttavia, non usa indiscriminatamente i links che puntano ad un sito ma quelli che sono compatibili con il tema della ricerca affinando così ancora meglio, iI risultato di una ricerca pensano i suoi promotori.[43]
Lo storico desideroso di identificare un nome, un luogo, una biblioteca, un archivio, un università, ottenere un immagine specificatamente legata ad un soggetto, entrare negli archivi delle liste di discussione specializzate, dovrebbe sempre usare Google. Inoltre, vista la volatilità con la quale spariscono le risorse di rete o, più spesso ancora, cambiano il loro indirizzo, sarà sempre molto facile ricorrere a google per identificare un nuovo indirizzo nella rete dove momentaneamente si sarà stabilita la risorsa cercata o, addirittura accedere per due mesi alle pagine vecchie di un sito anche quando esso stesso avrà modificato contenuti e presentazione o farsi tradurre nella lingua desiderata i contenuti delle pagine. Basta scrivere correttamente la stringa che si intende trovare in rete tra le virgolette alte (“... “) per avere il nuovo indirizzo di rete di un saggio, un archivio digitale, la pagina personale di un professore ecc. .
Risorse di rete per gli storici (del contemporaneo)
Risolto così il problema più spinoso del web; il caos dovuto alla provvisorietà degli indirizzi di rete, sarà molto più semplice parlare delle risorse disponibili e degli oggetti utili per gli storici del contemporaneo nelle tre aree che ho deciso di illustrare: i servizi disponibili per gli storici nella rete, le fonti accessibili e, infine, la storiografia di rete.
Iniziando dai servizi di rete, che spesso sono una trasposizione digitale delle opere che popolavano le sale di reference “fisiche” delle biblioteche tradizionali, diamo in primo luogo, uno sguardo alle banche dati bibliografiche che non vengono indicizzate nei loro contenuti dai motori di ricerca come google perché sono chiuse al pubblico della rete: ci si accede soltanto dopo il pagamento di un abbonamento.
Una delle più fornite banche dati a pagamento, il database di FirstSearch/OCLC, il WorldCat (the OCLC Online Union Catalog), permette di identificare libri in tutte le lingue del mondo a pagamento.[44] Il web contiene purtroppo oggi molti compartimenti stagni: spesso i siti che offrono importanti strumenti di ricerca allo storico restano inacessibili per i singoli utenti, che non possono sottoscrivere abbonamenti visto il costo elevato dell'acquisto e della gestione degli accessi ai contenuti. Solo le biblioteche possono investire una parte rilevante dei loro budgets annui -a scapito delle collezioni “fisiche” e soprattutto delle collezioni di riviste- per offrirne l'accesso in rete ai loro utenti. [45]
Le importanti banche dati bibliografiche commerciali per l'accesso all'intero contenuto di numerosi periodici del settore, (i cosidetti TOC's, “table of contents” o indici) sono essenziali per impostare una ricerca storica. Queste banche dati non sono molte, soprattutto nelle lingue europee diverse dall'inglese. Le più importanti banche dati che sono state costruite dopo il 1960, sono: America History & Life e Historical Abstract prodotti dalla ABC-CLIO[46] che sono unicamente dedicate alla storia, la loro principale caratteristica. Esse offrono libri, tesi di dottorato (Ph.D.) e citazioni di articoli di riviste in tutte le lingue con un riassunto –abstract- del loro contenuto. Permettono inoltre, uniche nel settore, di essere interrogate dalla selezione di un periodo storico: un decennio o un secolo o una combinazione delle due unità temporali dal 1450 in poi, la data storica di inizio dell'indicizzazione dei titoli. [47]
In secondo luogo, ma sicuramente non meno importante soprattutto per accedere alla storiografia europea, troviamo IBZ, (Internationale Bibliographie der Zeitschriftenliteratur) ,[48] la banca dati bibliografica in tutte le scienze che, dopo la selezione della sola storia o di altre scienze umane o sociali, fornisce davvero un enorme mole di titoli in tutte le lingue, l'unica di questo tipo al mondo a non essere soprattutto incentrata sulle pubblicazioni in lingua inglese e ad offrire l'accesso anche a riviste locali o di minor diffusione.
Art and Humanities Citation Index e Social Science Citation Index [49] dell'ISI (Institute for Scientific Information) americano, sono distribuiti in linea in italia dal Cilea[50] ed offrono, invece, la possibilità di accedere ad articoli di riviste e, soprattutto alle loro citazioni nelle note: è possibile sapere chi cita chi e che cosa e, da lì, trarre alcune conclusioni sul fatto che citazioni in commune tra articoli che sembrano lontani nei soggetti possono invece rivelare un interesse commune per problematiche legate tra di loro.
Specializzato in un solo settore della storia, Econlit,[51] la bibliografia online del Journal of Economic Literature, offre accesso alla storia economica privilegiando tuttavia gli studi in lingua inglese, ma dando certamente anche risposte pertinenti in altre lingue.
IBR, (Internationale Bibliographie der Buchrezensionen), della stessa famiglia di IBZ, prodotti dai Fratelli Zeller, offre invece la possibilità di individuare recensioni di libri, sempre in tutte le scienze. [52]
Infine Francis,[53] molto settoriale -europeo per quanto riguarda i suoi contenuti linguistici- dà l'accesso alla storia delle scienze e delle tecnologie.
Le tesi di dottorato americane ed alcune tesi di altri paesi anglo-sassoni sono accessibili da una banca data della UMI Digital Dissertations. [54]
Infine esiste anche Humanities Index che offre l'accesso ai riferimenti bibliografici di articoli di riviste nel campo umanistico, uno dei meno fornito del settore tuttavia. [55]
Esistono poi utilissime banche dati bibliografiche digitali legate alla storia di alcuni paesi europei. Sono poche tuttavia se le confrontiamo con le fonti assolutamente insostituibili che rimangono, ancora oggi, le bibliografie annuali stampate di storia nazionali. [56] Fanno eccezione la bibliografia digitale sulla storia delle Isole britanniche e dell'Irlanda con i titoli pubblicati fino al 1999 che è disponibile su un CDROM che spesso viene montato nelle reti di atenei e reso accessibile tramite il browser[57] e la storia mondiale e tedesca che vene scritta in Germania ed è accessibile direttamente dalla rete a pagamento, da una riproduzione, sotto forma di database, della Historische Bibliographie. [58]
Infine, un trattamento a parte richiede PCI, Periodical Content Index, la base estremamente costosa che fornisce serie di indici retrospettivi di TOC's (Table of Contents) di riviste -in alcuni casi per la fine del Settecento e tutto l'Ottocento- certamente la più utile per individuare articoli e saggi in riviste ormai datate o che hanno cessate da tempo di essere pubblicate. [59]
In questo panorama di servizi di "reference", l'aspetto commerciale è dunque dominante. Va detto, tuttavia, che alcuni servizi di spoglio di indici di riviste storiche sono invece accessibili direttamente in rete gratuitamente e costituiscono preziosi contributi alla ricerca storica. In Germania, Il Nachrichtendienst für Historiker offre l'indicizzazione degli articoli a carattere storico pubblicati nelle riviste in lingua tedesca, oltre ad una rassegna stampa della storia e della storiografia nei quotidiani e nelle riviste scientifiche di lingua inglese. [60] In Italia spicca tra tutte, l'iniziativa dell'Istituto Internazionale di Storia Economica "F. Datini" a Prato, che indicizza retrospettivamente gli articoli di collezioni di periodici di storia economica e sociale anche per l'Ottocento. [61]
Parlare dei servizi bibliografici di rete ci permette anche di introdurre il terzo punto di interesse della rete storica, quello della storiografia di rete che è spiccatamente una storiografia di riviste storiche, di e-journals. Infatti, lo storico di rete vorrebbe certamente non accontentarsi delle citazioni bibliografiche della letteratura che lo interessa, ma accedere decisamente ai contenuti, alla storiografia dei periodici delle scienze sociali ed umane. Per iniziare a rintracciare riviste storiche che si trovano in rete è necessario usare il capitolo del progetto WWW-VL History dedicato da Stefan Blaschke alle riviste storiche, l'History Journal Guide. [62]
La storia contemporanea non possiede un progetto di pubblicazione elettronica di riviste digitali che offra l'accesso intero e gratuito ai suoi contenuti a parte l'eccellente progetto francese Revues. org,[63] una delle poche iniziative non in lingua inglese e fuori dal processo schiacciante “di concentrazione editoriale che ha consentito a pochi editori internazionali (Elsevier, Kluwer, Blackwell) di detenere la quasi totalità della produzione scientifica”. [64] L'attuale realtà del mondo delle pubblicazioni scientifiche periodiche digitali è quella di un lucrativo mercato degli accessi ai contenuti di periodici in lingua soprattutto inglese. Per il resto, bisognerà cercare caso per caso, per individuare le riviste che pubblicano unicamente storia in formato elettronico senza possedere un equivalente "cartaceo". [65]
Fuori da quei circuiti anche se a pagamento, citiamo, prima di tutto, un progetto paricolare perché non offre l'accesso online all'ultimo numero di una rivista digitalizzata, ma, ad un archivio di riviste anche per tutto l'Ottocento, nelle scienze sociali ed umane. JSTOR, Journal storage è un progetto di grande rilevanza ed interesse per la storia contemporanea anche se, ancora una volta, per le riviste nella sola lingua inglese. La ricerca si può fare per parole chiave direttamente nel testo degli articoli delle riviste che sono state interamente digitalizzate in formato PDF. I saggi di interesse possono essere stampati o mandati, via email, ad un'indirizzo di posta elettronica. [66]
Le collezioni di riviste “storiche” sono dunque in grande maggioranza, legate a grandi editori che effetuano un controllo dalla produzione della rivista, alla sua distribuzione e alla vendità dei contenuti in rete. Il progetto MUSE, Scholarly Journals Online [67] offre così l'accesso ai periodici scientifici della Johns Hopkins University Press; Blackwell offre i suoi 263 periodici online nelle scienze sociali con altri 170 editori grazie alla piattaforma di Ingenta.com,[68] Swetsnet-Blackwell offre l'accesso ai contenuti, in varie lingue, di più di 6000 periodici,[69] ecc. .
Di solito, le biblioteche sottoscrivono un abbonamento -possibilmente all'interno di un consorzio di biblioteche per diminuire i costi di abbonamento ai servizi online[70]- garantendo l'accesso dai singoli PCs delle rete di ateneo o di biblioteche tramite il numero IP dei singoli computers. E' spesso anche possibile raggiungere queste risorse fuori dai campus o dalle biblioteche fisiche se l'accesso viene gestito da un server proxy che riconosce il nome dell'utente ed un password di entrata in modo da sottostare alle leggi sul copyright dei contenuti delle banche dati. [71]
Uscendo dagli spazi regolati dal mercato e dalle compagnie commerciali, la ricerca bibliografica è ovviamente –almeno per quello che riguarda l'accesso ai libri dell'Ottocento e del Novecento- oggi anche possibile usando cataloghi di biblioteche, gli OPAC's (Open Access Catalogues). [72] Le biblioteche che offrono specifici contenuti di storia contemporanea non sono così competitive per i loro contenuti indicizzati come lo sono i vari cataloghi delle biblioteche nazionali in Europa e nel mondo o le maggiori biblioteche universitarie americane come Melvyl[73] o, infine, il catalogo collettivo a pagamento OCLC. Individuare tutti gli estremi bibliografici di un libro nelle maggiori lingue europee è ormai diventato molto più semplice che per il passato. Nel caso poi, le pubblicazioni fossero molto recenti e non ancora comprate e/o catalogate nelle biblioteche, basterebbe usare invece le banche dati dei venditori e distributori in linea da Amazon.com alle compagnie che fornisco libri usati come Alibris. [74]
Se le riviste sono certamente le fonti più difficili da trovare indicizzate gratuitamente in rete, l'identificazione dei libri attraverso gli OPAC's delle biblioteche è stato migliorato ancora dalla nascità di meta cataloghi che permettono di interrogare simultaneamente più cataloghi da un unico modulo di ricerca. [75] Uno per tutti è il KVK, Karlsruher Virtueller Katalog il più importante database per rintracciare libri in tutte le lingue che permette di integrare anche altri meta-cataloghi di altri paesi –il COPAC inglese per esempio- e di interrogare gli OPACs di alcune biblioteche nazionali come lo SBN italiano. [76] Quanto al servizio a pagamento dell'OCLC, FirstSearch, ed il suo database WorldCat, esso offre certamente l'accesso ai cataloghi delle biblioteche della rete, ma 40 millioni di titoli sono sempre meno dei 75 millioni offerti gratuitamente in linea dal meta-catalogo KVK anche se entrano in giuoco anche i formati di catalogazione dei dati biliografici. [77]
E se per le riviste gli storici sono felici di poter accedere alla storiografia pubblicata in rete con tutte le difficolà sottolineate qui sopra, per le monografie storiche, la vicenda si fa ancora più complicata. Ovviamente non parleremo qui degli e-books o dei libri disponibili in rete grazie al "print on demand" perché il nostro discorso si farebbe troppo complesse e delicato. [78]
I libri degli storici continuano a non essere scritti per la rete. Cominciamo tuttavia a trovare in rete una versione digitale dei libri non più disponibili a stampa soprattutto quando il termine del copyright è stato raggiunto.[79] La rete offre poi, soprattutto negli Stati Uniti, dei siti web complementari dei libri scritti dagli storici. Questi siti interagiscono con il libro stampato e forniscono, oltre ad una documentazione impossibile da offrire in un libro a stampa come l'aveva rilevato Darnton, una scrittura multi mediale nel web. Spesso, un CDROM viene offerto insieme al libro facendo di un solo lavoro storiografico una trilogia: il sito, il CDROM, il libro. Un esempio di questo nuovo modo di scrivere la storia è stato molto premiato da quando, nel 1999, venne creato in rete prima della sua uscita a stampa: si tratta del sagio di Edward Ayers sulla storia locale di un paese di confine tra Nord e Sud prima, durante e dopo la Guerra di Secessione americana.[80] Questa scrittura ipertestuale ed ipermediale è stata favorita, negli ultimi anni negli USA dall'attenzione data al digitale dalle due maggiori associazioni di storici, la OAH (Organization of American Historians) e la AHA (American History Association). Quest'ultima, non confinata alla solo storia americana, offre dal 1999, e grazie agli sforzi dell'allora suo presidente Robert Darnton, un Gutenber-e Prize per le migliori tesi di dottorato scritte in formato digitale. Il premo ha anche lo scopo di migliorare il rapporto tra la communità accademica e le scholarly publishing in formato elettronico.[81] Anche la American Association for History and Computing (AAHC), l'associazione nazionale più attiva facendo parte della AHC (Association for History and Computing), promuove la scrittura in rete e con la rete in varie sue iniziative editoriali.[82]
Esistono certamente alcuni grandi progetti di pubblicazione in rete di versione digitali, spesso in inglese, dei libri del patrimonio culturale dell'umanità dei quali tratterò conto più avanti, ma si tratta, per lo più, di fonti secondarie o opere letterarie.
Altri servizi di grande interesse per gli storici, soni dati dalla comunicazione in rete attraverso le liste di discussione e gli emails (listservs).
La più importante rete di liste di discussione a livello mondiale rimane sicuramente la rete H-NET Discussion Network della Michigan State University,[83]
insieme alla rete Mailbase nel Regno Unito. Mailbase "provides electronic discussion lists for the UK higher education community" con più di 2. 500 liste per tutte le scienze e più di 170. 000 membri nel mondo intero. [84] L'uso dell'email sotto forma di “newsletter”, un bollettino che annuncia le novità di un progetto o un sito a chi avrà sottoscritto liberamente l'abbonamento, non è l'unica modalità di fruizione delle liste specializzate. In Italia per esempio, la SISSCO (Società Italiana per lo Studio della Storia contemporanea) ha dato vita ad una lista di discussione per i suoi soli soci informando così delle attività della società e dei dibattiti sull'uso pubblico della storia contemporanea.[85] Il problema posto agli utenti della rete dalle liste di discussione è oggi duplice: riuscire ad individuare le liste specializzate nei campi della storia contemporanea[86] e, in seguito, ottenere dai curatori una certa vivacità ed animazione grazie ad un comitato editoriale dinamico pronto a ritrasmettere informazioni come recensioni di libri, annunci di seminari e conferenze, creazione di siti web, offerte di lavoro specializzato, ecc. . [87]
Poiché sarebbe impossibile elencare tutti i siti e tutte le liste specializzate in queste pagine, tenterò dunque di concludere queste note sui servizi forniti agli storici dalla rete, con una riflessione che ne mobiliti tutti gli aspetti. Organizzare una missione di ricerca negli Archivi, Biblioteche, Istituzioni pubbliche e private può infatti essere preparata a bassi costi e risparmiando molto tempo di presenza in loco, attraverso l'uso complementare dei servizi di comunicazione offerti dal web. [88]
Le fonti storiche sul Web: la multimedialità
Se un elemento specifico caratterizza la storia contemporanea in rete -e la storia contemporanea ”tout court”- questo, è certamente il discorso relativo alle sue fonti. Le nuove fonti del contemporaneo sono legate alla nascita, nell'Ottocento e nel Novecento, dei nuovi media come la fotografia, il cinema, la radio, le registrazioni sonore, oltre a tutte le fonti iconografiche tradizionali che si connotano diversamente nel contemporaneo con l'apparizione del manifesto politico, della satira e della caricatura per una stampa ad uso quotidiano. In quel campo molte sono le iniziative di rete.
In Italia, Immagini e parole: la politica per strada, all'Istituto Gramsci dell'Emilia-Romagna, "... è un “prototipo” di banca dati di manifesti del Novecento. E' un archivio on-line che raccoglie le immagini e la descrizione catalografica di circa 500 manifesti italiani a contenuto politico e sociale prodotti nell'arco del 20° secolo...."[89] I documenti iconografici sono così potenziali contenuti della rete come Giuseppe De Luna ha scritto di recente in un manuale di introduzione alla storia contemporanea che indica proprio nelle fonti prodotte dai media del contemporaneo la caratteristica essenziale del periodo e, potremmo aggiungere, anche di quella particolare storia contemporanea che troviamo in rete. La fotografia storica per esempio è in Italia, [90] come nel resto del mondo, una delle fonti più accessibili in internet. Molte sono le raccolte internazionali che offrono in rete le fotografie storiche presentate all'interno di databases. [91] Sono note le collezioni dell'American Memory, il grande progetto della Biblioteca del Congresso di Washington ma, anche le collezioni della Bibliothèque nationale di Parigi, il progetto Gallica. [92]
I filmati che sono ormai utilizzati sempre nella confezione dei CD-ROM storici,[93] non sono ancora una tipologia di fonti che si incontra spesso in rete. Questo fatto dipende non della difficoltà di un loro reperimento archivistico ma, per problemi tecnici evidenti nella trasmissione di lunghi filmati attraverso la rete anche per chi gode di un accesso ADSL. [94] Lo saranno in un prossimo futuro e ci sarà certamente la possibilità di raggiungere importanti filmati conservati presso l'Istituto Luce di Roma o nelle Teche della RAI, come negli archivi di altri paesi.[95] Nel panorama delle fonti audiovisi, se si eccettano le trasmissoni degli ultimi anni delle varie radio, le fonti sonore sono più rare in rete e non di importanza decisive per la ricerca storica in Italia.[96] Esistono gli archivi storici della BBC di Londra che danno accesso ad alcuni loro documenti audiovisivi nella rete.[97] Robert Darnton ne creò addirittura ex novo a sostegno dell'apparato multimediale del suo saggio digitale per la American Historical Review facendo registrare ad una cantante d'opera le canzoni popolari parigine della fine del Settecento per poi caricarle in rete.[98]
Una riflessione a parte meritano alcuni progetti di storia orale soprattutto negli Stati Uniti e nel Canada.[99] Gli archivi delle interviste e delle dichiarazioni dei testimoni sono talvolta accessibili nella rete, anche se non sempre sotto forma di documenti audiovisi o soltanto sonori, ma di testi.[100]
Infine è certamente da menzionare un progetto che mobilita tutte le tipologie di fonti audiovisive disponibili in Internet attraverso l'ipermedialità. Si tratta del European Navigator, ovvero di un progetto sulla storia della costruzione europea dal 1945 ai nostri giorni.[101]
Oltre a questo mio accenno all'importanza delle fonti multimediali mi rimane ancora da dare conto dei numerosi documenti d'archivi che sono stati digitalizzati ed offerti in rete sulla base di fonti primarie e secondarie. Anche qui entriamo in un mercato redditizio se per esempio vogliamo accedere ai singoli documenti "declassificati" del World Govern Document Archives - Declassified Documents Reference System degli Stati Uniti che offrono importanti documenti per la storia mondiale dopo il 1945 grazie alle archivi digitalizzati delle agenzie federali come l'FBI e la CIA. [102] In un tutt'altro ambito, quello di un corpus eccezionale di testi letterari francesi, possiamo citare Frantext: "un vaste corpus, à dominante littéraire, constitué de textes français qui s'échelonnent du XVIe au XXe siècle", con, purtroppo anche qui, un accesso a pagamento al database dei suoi contenuti di rete.[103] Infine, sono state digitalizzate altre tipologie di fonti a stampa come alcuni giornali protagonisti della storia del XIX° e del XX° secolo. In Italia è il caso della Rivoluzione Liberale di Pietro Gobetti.[104] Per altre fonti a stampa come gli opuscoli, e in particolari gli statuti delle società di mutuo soccorso della Toscana ne '800 e nel '900, troviamo una banca dati prodotto dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e dal Dipartimento di Storia di quell'Università che offre, in linea, l'accesso alla loro riproduzione integrale.[105] Altre fonti sono ovviamente disponibili, dimostrando così la varietà dell'offerta in rete delle fonti digitalizzate del contemporaneo.
Per quanto riguarda i libri usati come fonti secondarie, la rete offre alcuni importanti progetti di biblioteche digitali con testi elettronici. Il primo progetto di questo tipo è stato il Project Gutenberg, [106] che, tuttora continua ad espandersi ed offre in inglese la letteratura mondiale. In Italia, il progetto Manuzio di Biblioteca Telematica, [107] consiste nella fondazione di una biblioteca di testi elettronici, accessibili gratuitamente via Internet. In Inghilterra, l'Oxford Text Archive Website[108] offre l'accesso in parte libera in parte no, a più di 2.500 titoli di varie lingue. Infine, all'Università del Kansas, CARRIE: a full-text electronic library,[109] creata da Lynn H.Nelson, il fondatore del progetto WWW-VL History, e diretta da Kendall Simmons, troviamo una banca dati di testi eletronici sulla storia del Kansas, ma anche con testi importanti per la storia degli USA e del mondo. Per rintracciare singoli titoli storici pubblicati da varie parti nella rete, sarà anche utile riferirsi al portale Humbul Humanities Hub dell'università di Oxford selezionando la categoria "history".[110]
Oltre alle fonti secondarie a stampa digitalizzate, i siti degli archivi pubblici e privati sul web sono anch'essi tentati di fornire in rete, oltre agli inventari dei loro fondi come l'Archivio Storico della Comunità Europea a Firenze[111]
anche, in alcuni casi ancora assai isolati, i loro singoli documenti. E' il caso dell'archivio storico dei Paesi Baschi, Irargi - Centro de Patrimonio Documental de Euskadi, che, da questo punto di vista, rimane un esperimento assai eccezionale.[112] Alcuni archivi italiani[113] hanno l'ambizione di fornire in rete i loro utilissimi contenuti per la storia contemporanea come il progetto del BAICR sugli Archivi del '900. [114] Tuttavia, anche nel campo delle istituzioni archivistiche, le maggiori istituzioni federali degli Stati Uniti dominano la scena delle possibilità di rete. Il NARA (National Archives and Records Administration) a Washington DC negli USA con il NAIL (NARA Archival Information Locator): A Prototype Database of Selected Holdings [115] un sistema in linea di accesso diretto a selezioni di fondi come, d'altronde, la stessa Biblioteca del Congresso di Washington.[116]
Altre tipologie di fonti, soprattutto fonti numeriche, sono presenti sul web e servono la storia economica e sociale e la demogafia storica. La storia politica per esempio non si può ancora giovare di serie statistiche online per i risultati elettorali se non indirettamente, con il caricamento in reti intranet di alcuni importantissimi CDROMs.[117]
L'History Data Service (HDS) all'Università di Essex parte dell'Art & Humanities data service del King's College di Londra[118] permette la raccolta, il deposito e la fruizione degli archivi digitali provenienti anche da singoli autori di materiali e ricerche scientifici e delle serie statistiche come il Great Britain Historical Database oline. [119] Fonti e materiali statistici accessibili direttamente online con serie di statistiche storiche sono disponibili in rete come the US Historical Census Data Browser[120] o I numerosi dati economici depositati attraverso Eh.Net, Economic History Service, il centro più importante in internet per l'accesso alla storia economica americana e mondiale. [121]
Tra storia e memoria: l'Olocausto in rete
Sarebbe certamente anche utile intraprendere la strada che avevo deciso di non percorrere in queste pagine, ovvero analizzare quello che la rete offre per alcune tematiche chiave della storia dell'Ottocento e del Novecento. Non essendo la cosa fattibile per motivi di spazio, volevo concludere questa rassegna affrettata accennando ad un solo tema -tra molti altri possibili- che, sicuramente, domina l'intera storia del XX° secolo: l'Olocausto.
La Shoah è un capitolo della storia del XX° secolo che trova nel web in generale e nel web italiano in particolare, contenuti importanti e non soltanto per un uso pubblico della storia contemporanea. Il Nizkor project,[123] "dedicated to the millions of Holocaust victims who suffered and died at the hands of Adolf Hitler and his Nazi regime", è uno dei siti più importante per quanto riguarda la storia dello sterminio degli ebrei. Anche in Italia grazie alla sezione della VL Italian History Index, curata da Elena Sodini,[124] i siti di maggior interesse storico, spesso non mantenuti da storici di professione, vengono seguiti ed inseriti nella bibliografia virtuale come Olokaustos.org, a cura di Giovanni De Martis, "il primo sito italiano che ha come argomento la storia dell'Olocausto dal 1933 al 1945",[125] che offre materiali importanti anche per l'insegnamento della storia del '900 riuniti in capitoli come L'Olocausto: dal 1933 al 1945, le biografie dei protagonisti dell'Olocausto, i luoghi dell'Olocausto, i temi dell'Olocausto, le biografie degli eroi della resistenza ebraica ed i documenti dell'Olocausto; quello dedicato all' Associazione nazionale Miriam Novitch fondata nel novembre 1992 con capitoli dedicati alle Fosse Ardeatine, alle vittime dell'Olocausto, un museo deli orrori con immagini delle esumazioni ed infine un capitolo dedicato alle Leggi Razziali.[126] Da segnalare sono anche i Documenti di Storia Contemporanea sull'Antisemitismo in Italia e nel mondo, un sito a cura di Andrea Tournoud che offre in linea, i testi delle leggi razziali dal 1938 al 1945 con un'introduzione di Michele Sarfatti.[127]
Infine, tratto dal progetto WWW-VL History, a cura di Ralf Blank e della Virtual Library Geschichte, troviamo uno dei migliori siti per rintracciare i contenuti di internet in merito alla Shoah: il Central Catalog of Holocaust resources

Notes

[1] Laddove non viene specificato, tutti i links citati in questo saggio s'intendono attivi alla data del 28 febbraio 2002.

[2] Un mio primo tentativo per dare un quadro generale, “Storia e Internet: la ricerca storica all'alba del terzo millennio”, è stato pubblicato nel numero monografico di Memoria e ricerca consacrato a Linguaggi e siti: la storia on-line, n. s., n. 3, 1999, pp. 7-20.

[3] Marc Bloch riceve da alcuni anni un giustificato ed importante successo nel mondo accademico italiano come viene testimoniato dalla discussione tra Mauro Moretti, Massimo Montanari, Massimo Mastrogregori e Bruno Karsenti su ""Apologia della storia", di Marc Bloch" in Contemporanea, a.5, n.1, gennaio 2002, pp.165-190. Ci riferiamo tuttavia qui all'edizione francese di Apologie pour l'histoire ou métier d'historien., Paris, Armand Colin, 1974, p.31.

[4] In un recente intervento sull'impatto di internet sul suo mestiere, un giovane giornalista, Alessandro Carlini scrive: “è cambiato tutto ma i giornalisti sono rimasti gli stessi”. Non sarà che anche il mestiere stesso sia rimasto tale e che alcune sue modalità pratiche si siano invece trasformate ? A.Carlini: “La preghiera del mattino nell'età del web. Ricapitoliamo: è cambiato tutto, ma i giornalisti sono rimasti gli stessi.”, in Problemi dell'informazione, a.XXVI, n.4, dicembre 2001, pp.438-444.

[5] “Michel Serres, philosophe: Le virtuel est la chair même de l'homme. Propos recueillis par Michel Alberganti.”, in Le Monde, 18 giugno 2001, url: [http://www.lemonde.fr/article/0,5987,3230—19/69/-,00.html]. Questa recente osservazione di Michel Serres continua un sodalizio intellettuale con Bruno Latour che, da tempo, studia la continuità dei modi di espressione delle scienze attraverso gli sviluppi storici delle tecnologie, e principalmente delle tecnologie della comunicazione. Si veda di Bruno Latour con Michel Serres: Conversations on science, culture, and time - Michel Serres with Bruno Latour, Ann Arbor, University of Michigan Press, 1995. Molti recenti studi di storia delle tecnologie della comunicazione come quello di Bruno Winston, Media, technology and society. A history from the telegraph to the internet, Routledge, London 1998, tendono così, nella scia di Latour e di Serres, a ridimensionare il ruolo dei computers e della rete e a reintegrarli negli sviluppi culturali e sociologici generali delle società contemporanee.

[6] Come ci si fa strada nel campo delle "Humanities" e dunque anche della storia attraverso la rete è una domanda alla quale risponde con successo Steven Tötösy de Zepetnek in "The New Knowledge Management: Online Research and Publishing in the Humanities", in CLCWeb: Comparative Literature and Culture: A WWWeb Journal, Vol.3 n.1, 2001; url: [http://clcwebjournal.lib.purdue.edu/clcweb01-1/totosy01.html]. La bibliografia continuamente aggiornata, la più completa in linea sulle varie tipologie di pubblicazioni elettroniche scientifiche è curata da Charles W.Jr Bailey: Scholarly Electronic Publishing Bibliography, url: [http://info.lib.uh.edu/sepb/sepb.html]. (Sull'edizione in continua espansione di questa bibliografia di riferimento nel campo delle "scholarly publishing" si veda a cura dell'autore stesso: "The Scholarly Electronic Publishing Bibliography" in The Journal of Electronic Publishing, Vol.7, n.2, dicembre 2001, url: [http://www.press.umich.edu/jep/07-02/bailey.html]).

[7] Invece, la manualistica in generale, i compendi storici usati e proposti in rete per la didattica della storia del Novecento per i licei, fanno maggior ricorso all'ipertesto e all'ipermedialità per organizzare la conoscenza da trasmettere. Infatti, un saggio che affronta molti dei problemi legati a storia e rete, anche se è stato impostato per l'insegnamento e l'apprendimento della storia nelle scuole è stato offerto da Antonino Criscione: “Criss-crossed landscapes. Laboratorio di storia e nuove tecnologie”, in C.Brigadeci, A.Criscione, G.Deiana, M.Gusso e G.Pennacchietti: Il laboratorio di storia. Problemi e strategie per l'insegnamento nella prospettiva dei nuovi curricoli e dell'autonomia didattica., Milano, Unicopli, 2001, pp.103-146. Si veda poi l'eccellente sito e le lezioni ipertestuali curate da Cliomedia: Webscuola, Storia del '900, url: [http://webscuola.tin.it/risorse/storia/sommario/index.htm].

[8] Robert Darnton: "An Early Information Society: News and the Media in Eighteenth-Century Paris", in American Historical Review, n.1, Febbraio 2000, url: [http://www.indiana.edu/~ahr/darnton/index.html].

[9] I progetti ipermediali di storia urbana in rete delle metropoli come New York, Chicago o Los Angeles, sono stati tra i primi a modificare il modo di scrivere saggi di storia in rete. Cito, tra altri siti, il progetto di Philip J.Ethington, Los Angeles and the Problem of Urban Historical Knowledge, url: [http://cwis.usc.edu/dept/LAS/history/historylab/LAPUHK/index.html] o il più complesso sito coordinato da Douglas Tallack: The 3Cities project is an inter- and multi-disciplinary study of the iconography, spatial forms and literary and visual cultures of New York City, Chicago and Los Angeles in the period 1870s to 1930s., url: [http://www.3Cities.org.uk/]. In generale, l'insegnameno della storia americana sotto l'angolo dell'innovazione tecnologica viene presentata da un speciale progetto dell'American Studies Association , (ASA), sponsorizzato dalla Georgetown University: Innovistas - a collection of innovative online collaborative projects, definito come "a showcase of high-quality, content-rich online projects which asks these projects to reflect upon their use of technology and pedagogy", url: [http://www.georgetown.edu/crossroads/innovistas/], a sua volta parte del più ampio progetto di didattica della storia americana, Crossroads, url: [http://www.georgetown.edu/crossroads/].

[10] Peppino Ortoleva da alla tecnologie della comunicazione, all'ipertesto e ai nuovi linguaggi ipermediali, un ruolo iconoclasta nella scrittura dello storico: "Presi nella rete? Circolazione del sapere storico e tecnologie informatiche", in Storia e Computer. Alla ricerca del passato con l'informatica, cit., pp.64-82 rielaborato ed approfondito in: "La rete e la catena. Mestiere di storico al tempo di internet", in S.Noiret, a cura di, Linguaggi e siti: la storia on-line, in Memoria e ricerca, n.s., 3, gennaio-giugno 1999, pp.31-39.

[11] In un recente saggio scritto da Rolanto Minuti per dare conto anche ai non addetti al lavoro di questi cambiamenti, l'autore indica negli strumenti usati dallo storico e nella comunicazione, i due elementi essenzialmente nuovi del mestiere. Rolando Minuti: Internet et le métier d'Historien., Paris, Puf, 2002. Una versione italiana di questo lavoro è accessibile in rete: "Internet e il mestiere di storico. Riflessioni sulle incertezze di una mutazione", in Cromohs, 6 (2001), 1-75, [http://www.cromohs.unifi.it/6_2001/rminuti.html]. Si vedano anche altre riflessioni dello stesso autore: “Le frontiere editoriali”, in url: [http://lastoria.unipv.it/dossier/minuti.htm] e infine sulla costruzione e la gestione dei periodici elettronici “Storiografia, riviste e reti: una transizione avviata ?”, in Memoria e Ricerca, n.s, n.8, 2001, pp.199-206; url: [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/13.htm]. Sul linguaggio della rete si veda di Luca Toschi: “Il multimedia d'autore. Un linguaggio per la memoria del futuro?” in Linguaggi e siti: la storia on-line, cit., pp.41-56, che mette a fuoco le differenze tra termini usati spesso a sproposito come "multimedia", "hypertext", "hypermedia", ecc., nella costruzione di una scrittura elettronica.

[12] Giovanni De Luna, in un saggio molto pervaso della “modernità” data dall'impatto delle nuove tecnologie sul fare storia contemporanea oggi, nota che le fonti multimediali sono sempre più accessibili “online” e spingono a ridefinire le varie tappe epistemologiche del mestiere di storico. G.De Luna: La passione e la regione. Fonti e metodi dello storico contemporaneo.”, Milano, La Nuova Italia, 2001, pp.121-122.

[13] Tommaso Detti, facendo il punto su storia contemporanea e uso del computer in Italia, ma, anche, degli studi internazionali che se ne sono serviti negli anni '70 e '80, scrive che almeno una cosa sembra essersi avverata con l'uso del computer: questo ha modificato sia il modo di scrivere che la definizione stessa dell'oggetto del suo mestiere, il testo storico. T.Detti: “Lo storico e il computer: approssimazioni”, in a cura di Simonetta Soldani e Luigi Tomassini: Storia e Computer. Alla ricerca del passato con l'informatica., Milano, Mondadori, 1996, pp.83-104.

[14] R.Darnton è intervenuto più volte sui livelli della o delle scritture dello storico nel tempo di internet e (Si veda la mia scheda su “I lavori del prof.Robert Darnton sulle pubblicazioni elettroniche”, in Memoria e Ricerca online, url [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/darnton-online-index.htm]) soprattuttto “A Historian of Books, Lost and Found in Cyberspace” in the American Historical Association Web site, [http://www.theaha.org/prizes/gutenberg/rdarnton.cfm], e The New Age of the Book, in New York Review of Books, March 18, 1999, url: [http://www.nybooks.com/articles/546]. (Traduzione Italiana nella La Rivista dei Libri, n.6, giugno 1999.); e infine, "Can an 18th-century book peddler bring academic publishing to the Web?", in LinguaFranca, the Review of Academic life Online, 10/5 - July/August 2000, url: [http://www.linguafranca.com/0007/inside-webcast.html].

[15] Su Harnad rimando alle pagine di Michele Santoro che ne spiega il pensiero novatore nel campo della comunicazione scientifica: “Pubblicazioni cartacee e pubblicazioni digitali: quale futuro per la comunicazione scientifica ?” in Memoria e Ricerca, n.s., n.8, luglio dicembre 2001, pp.207-218, qui pp.210-211. L'inizio della riflessione di Harnad si trova in "Scholarly Skywriting and the Prepublication Continuum of Scientific Inquiry", in Psychological Science, 1/1990, pp. 342-343 (ristampato in Current Contents 45, pp.9-13, 11 Novembre 1991), url: [http://www.cogsci.soton.ac.uk/~harnad/Papers/Harnad/harnad90.skywriting.html] e “Post Gutenberg Galaxy: the fourth revolution in the means of production of knowledge.”, in The public-access Computer system review, a.I, n.2, 1991, pp.39-53, (ristampato in PACS Annual Review, Volume 2, 1992 e in R. D. Mason (ed.) Computer Conferencing: The Last Word., Vancouver CA, Beach Holme Publishers, 1992 e anche in M. Strangelove and D. Kovacs: Directory of Electronic Journals, Newsletters, and Academic Discussion Lists (A. Okerson, ed), seconda edizione, Washington, DC, Association of Research Libraries, Office of Scientific & Academic Publishing, 1992), url: [http://www.cogsci.soton.ac.uk/~harnad/Papers/Harnad/harnad91.postgutenberg.html]. Anche dello stesso autore: "The invisible hand of peer review", in Nature, 5 Nov. 1998-, url: [http://helix.nature.com/webmatters/invisible/invisible.html] con una versione più approfondita in Exploit Interactive, 2000, n.5, url: [http://www.exploit-lib.org/issue5/peer-review/] e url: [http://www.cogsci.soton.ac.uk/~harnad/nature2.html]; inoltre di Steven Harnad, con H.Varian e R.Parks: Academic publishing in the online era: What Will Be For-Fee And What Will Be For-Free?, in Culture Machine, 2000, n.2 , url: [http://www.cogsci.soton.ac.uk/~harnad/Temp/Varian/new1.htm] e url: [http://culturemachine.tees.ac.uk/frm_f1.htm]; infine "Skyreading and Skywriting for Researchers: A Post-Gutenberg Anomaly and How to Resolve it.", in Text-e, colloque virtuel, Ecrans et réseaux, vers une transformation du rapport à l'écrit?, 15 octobre 2001 - fin mars 2002, url: [http://www.text-e.org/conf/index.cfm?ConfText_ID=7] , 5 aprile 2002.

[16] P.Ortoleva: "La rete e la catena. Mestiere di storico al tempo di internet", cit., pp.31-39.

[17] Nel suo, The New Age of the Book, cit., Darnton rilevava la possibile presenza di sei tipi di pubblicazioni grazie all'online, dalla tesi di dottorato con tutti gli elaborati e le fonti, alla pubblicazione definitiva a stampa senza la loro pesantezza.

[18] Umberto Eco si fa portatore di queste preoccupazioni nel suo intervento "Auteurs et autorité", in Text-e, colloque virtuel, Ecrans et réseaux, vers une transformation du rapport à l'écrit?, 15 octobre 2001 - fin mars 2002, url: [http://www.text-e.org/conf/index.cfm?ConfText_ID=11], 5 aprile 2002.

[19] Laura Parolin: “Come cambia il concetto di "autorità accademica" con la rete.”, in Memoria e Ricerca online, url: [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/14.htm]. Si veda anche sul difficile incontro tra accademia e prodotti di rete, di Renato Giannetti, "Tecnologie dell'informazione e reclutamento accademico", in Linguaggi e siti: la storia on-line, cit., pp.57-88.

[20] Il problema della qualità in rete è sicuramente il problema essenziale di un internet scientifico. Negli Stati Uniti e negli altri paesi anglo-sassoni sono state proposte tabelle di validazione della qualità dei siti e criteri da individuare per ogni sito scientifico.Si veda anche se ormai datato, a cura del collaboratore del progetto WWW-VL History, T.Matthew Ciolek: Ensuring High Quality in Multifaceted Information Services. Proceedings of the AUUG'95 and Asia-Pacific WWW'95 Conference, September 17-21 1995, Sydney, Australia, pp.68-75, url: [http://www.ciolek.com/WWWVLPages/QltyPages/EnsuringQlty.html]; inoltre il libro di Janet E.Alexander e Marsha Ann Tate: Web wisdom : how to evaluate and create information quality on the Web., Mahwah, N.J., Lawrence Erlbaum Associates, 1999 collegato ad un sito web che contiene altro materiale per la valutazione delle risorse web: Evaluating web resources, url: [http://www.widener.edu/libraries.html]. Si veda inoltre, tra molti altri interventi di questo tipo principalmente pubblicati dalle biblioteche americane, J.Ormondroyd, M.Engle e T.Cosgrave: “How to critically Analyze Information Sources”, url: [http://www.library.cornell.edu/okuref/research/skill26.htm]. In Italia, Guido Abbattista si è interessato dell'argomento nel suo "Dalla tipologia alla gerarchia. Idee per una valutazione delle risorse telematiche per gli studi storici", in Vetta, 1998, pp.19-34 e anche in "Ricerca storica e telematica in Italia. Un bilancio provvisorio", Cromohs, 4, 1999, 1-31, url: [http://www.cromohs.unifi.it/4_99/abba.htm]. Dal punto di vista di un uso di criteri di catalogazione dei siti di storia per l'insegnamento, si veda anche di A.Criscione: “La valutazione dei siti”, in Novecento.org, url: [http://www.novecento.org/ragnatele_6.htm]. Un progetto dell'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, a cura di chi scrive e di Carlo Spagnolo, renderà in proposito i suoi frutti alla fine del 2002, schedando siti di storia contemporanea italiana ed offrendo una scheda critica, sintesi di queste esigenze qualitative internazionali e delle specifiche necessità della rete italiana.

[21] Sono tanti i siti che pongono problemi all'utenza scientifica di una rete storica. In Italia citiamo soltanto per l'autoreferenzialità e l'assenza di qualsiasi base critica e di identificazione della qualità degli autori un progetto chiamato "Conferenza Centrale per la storia e le discipline umanistiche in rete" parte di "StoriaOnline", url, [http://www.storiaonline.org/]. Da un'altra angolazione, quella dell'impossibilità di identificare gli autori delle tesi revisioniste, si veda per esempio Repubblica Sociale Italiana. Antologia e documentazione in rete sulla R.S.I. ad uso di Professori e Studenti come contributo all'aggiornamento della Storia del '900 a cura della Associazione storico-culturale ITALIA-RSI, url: [http://www.italia-rsi.org/]. E' tuttavia necessario usare prudenza nel rendere giudizi definitivi e di condanna sui siti cosidetti “amatoriali”. Come scrive giustamente Criscione a proposito dei siti del Novecento italiano: “l'osservazione diretta ci porta a constatare che non sempre la qualità si trova nei siti prodotti da Istituzioni culturali o Associazioni formalmente costituite né che inevitabilmente i siti cosiddetti "amatoriali" sono poco significativi o costituiscono soltanto "rumore". Accade infatti che accanto a siti insignificanti per il loro grigiore burocratico, emanazione di qualche prestigiosa istituzione culturale, troviamo siti "amatoriali" che presentano modalità inedite di stabilire relazioni significative tra passato e presente grazie alla loro capacità di collegare testi, immagini, suoni e di costruire qualcosa di nuovo attraverso l'utilizzazione di materiale già esistente.” A.Criscione: “Internet e l'uso pubblico della storia”, in Novecento.org, url: [http://www.novecento.org/Siti/web2.html].

[22] Informazioni sul convegno ed alcuni testi sono disponibili sul sito della SISSCO, la Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea, url: [http://sissco.iue.it/attivita/sem-apr-2000.html]. Esistono in rete due recensioni del convegno che trattano delle attuali problematiche su storia ed internet, quella di A.Criscione “Lo storico pescatore. Un seminario su Internet e la ricerca storica”, url: [http://www.novecento.org/ricerche/frame_ricerche.htm] e quello di Stefania Gallini: “La storia nella rete.”, in Memoria e Ricerca online, url: [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/gallini-online.htm].

[23] I due siti erano: [http://www.fpoe.at] e [http://www.fpo.at]. Quest'ultimo sito, caricatura del primo, è stato cancellato per vie legali ed è diventato un sito di attribuzioni di domini internet austriaci: FPO, Firmen, Privaten und Organisationen !

[24] Ku Klux Klan, url: [http://www.kkk.com/].

[25] E' quello che scrive Criscione a proposito dei siti sul '68 italiano, nei quali "è possibile notare una maggiore oscillazione tra storia e memoria, o almeno il tentativo di costruire un intreccio tra queste due dimensioni, non di rado confliggenti, del rapporto con il passato. Accanto a siti che propongono, attraverso testimonianze e foto, una sorta di "storia locale" del '68 , come [http://www.ilcircolino.it/il68/index. htm] in riferimento a Varese, troviamo un sito come [http://www.media68.com/index.htm], nato da un progetto parzialmente finanziato dall'Unione Europea e accoppiato ad un CD, che illustra un approccio fondato su cronologie, fonti, interpretazioni, strumenti bibliografici al '68 come fenomeno mondiale. Il sito della Facoltà di Filosofia dell'Università di Napoli propone sia il catalogo on line della mostra "Napoli frontale" (Napoli, 9-25 giugno 1998) contenente immagini, saggi, testimonianze [http://www.filosofia.unina.it/napolifrontale/catalogo_politico.html], sia una serie di documenti della Sinistra Universitaria di Napoli [http://www.filosofia.unina.it/documenti68/index.html]." A.Criscione: “Internet e l'uso pubblico della storia”, in Novecento.org, url: [http://www.novecento.org/Siti/web2. html].

[26] Luisa Passerini e Alexander Geppert (a cura di): European Ego-Histoires: Historiography and the Self, 1970-2000, in Historein, n.3, 2002; url: [http://www.historein.gr/3rdPresent.htm].

[27] Pierre Bourdieu : "L'illusion biographique.", in Actes de la Recherche en Sciences Sociales, n.62-63, giugno 1986, pp.69-72.

[28] Daniel Roche: Journal de ma vie: Jacques-Louis Menetra, compagnon vitrier au 18e siecle., Paris, Montalba, 1982.

[29] Si vedano le storie contenute nel MU.VI., Museo Virtuale della Memoria Collettiva di una Regione, la Lombardia, url: [http://www.url.it/muvi/index.htm]. Oltre alla Lombardia, il Mu.Vi. è anche storia di Bologna grazie al Dipartimento di discipline storiche dell'Universita di Bologna, in collaborazione con il Cineca (Consorzio Interuniversitario di supercalcolo) e la cineteca della città, i promotori del MU.VI., un nuovo museo virtuale dedicato alla vita quotidiana bolognese nell'ultimo secolo. "L'idea nasce dalla volonta di considerare un aspetto meno consueto della storia contemporanea, ma ugualmente molto interessante e proficuo da un punto di vista didattico-educativo, perché si inserisce in una nuova concezione storiografica, piu legata al quotidiano e al vissuto. Un ambito "vivo", dunque, e uno strumento fondamentale per preservare la memoria comune di una civiltà. Il sito è diviso in varie sezioni: "la vita domestica", "la vita sociale", "la vita economica", "la vita politica", con una raccolta di documenti fotografici, sonori, ricostruzioni tridimensionali di oggetti che hanno accompagnato la vita della città di Bologna lungo tutto il Novecento.", url: [http://www.cineca.it/muvi/index.html].

[30] Il progetto Best of the WWW VL Italian History Index fa parte dell'Italian History Index ed è accessiibile all'url [http://vlib.iue.it/hist-italy/best.html]. I criteri definiti dal comitato editoriale composto da professori, bibliotecari ed archivisti sono i seguenti: “to be eligible, a website must originate out of a sound research or editorial project; its focus must be on intensity, novelty and reliability of content, not primarily on technology; use of IT devices must be clearly validated not per se, but on the basis of the creativity of the web site comunication project; its authors must be clearly indicated and credits acknowledged; its objectives must be stated and its intended audience identified; its content must be scientific-review proof; it must offer free access to its materials and must neither have any commercial purpose nor rely heavily on advertising, even if a moderate amount of pertinent advertising for self-funding purpose may be admitted; if publishing is its main objective, it must be stated whether it is peer reviewed and who the members are of its scientific board; if it publishes editions of classical texts, sound philological criteria must be recognizable (original language, completeness, paratextual apparatus); the site must be regularly updated and developed according to its proclaimed agenda; eligibility for the Best of the VL Italian History Index requires that a site is high quality in its entirety and not only in one single section.” Anche il sito di storia spagnola appartenente allo stesso WWW-VL, the Spanish History Index offre, a cura del suo ideatore, Ignacio Lopez Martin, un logo simile a quello italiano per i miglior siti di storia spagnola; url: [http://vlib.iue.it/hist-spain/best.html].

[31] In Italia, La Storia. Consorzio italiano per le discipline storiche online, accessibile sul server dell'Università di Pavia, [http://lastoria.unipv.it/], ha costruito un LASE ragruppando siti di indubbio interesse per la storia antica, medievale, moderna e contemporanea, [http://lastoria.unipv.it/search.html]. “Scopo di 'La Storia' è quello di riunire i principali siti storici italiani con caratteristiche di e-journals o di gateways - cioè non su tematiche ristrette, né siti di Dipartimento o di altre istituzioni - in un'associazione che si faccia promotrice di iniziative comuni: un motore di ricerca di tipo LASE...”.

[32] La propensione ad evitare il rumore dei motori di ricerca generici ha dato vita ad interessanti esempi di LASE per la storia antica e medievale, con il motore Argos [Limited Area Search of the
Ancient and Medieval Internet] per esempio, url [http://argos.evansville.edu/]. La storia contemporanea non gode ancora di questo privilegio a nostra conoscenza. Solo alcuni motori limitati all'ambito accademico possono dare conto anche della storia, ma non specificatamente di essa. Il motore di ricerca accademico, Scirus per esempio, "...covers only websites that contain scientific content, such as university web sites and author homepages". I suoi contenuti vengono offerti a pagamento per l'accesso ad un web che si vorebbe "protetto" da informazioni non desiderate, url: [http://www.scirus.com/].

[33] Il catalogo centrale o portale di storia, un progetto dell'Università del Kansas, WWW-VL History, all'url [http://www.ukans.edu/history/VL/], è stato “specchiato”, (“mirror site”) all'Istituto Universitario Europeo di Firenze all'url [http://vlib.iue.it/history/index.html]. Sul progetto di Virtual Library WWW-VL, vedere R.Minuti: Internet et le métier d'historien...., cit., pp.35-37 oltre alle informazioni disponibili sui siti della WWW-VL, e del WWW-VL European History Project, url: [http://vlib.iue.it/].

[34] Serge Noiret: “A proposito di Spazi OnLine”, su Memoria e Ricerca, n.s., 1, 1998, url: [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/1.htm]

[35] Migliaia di siti spariscono ogni giorni o vengono abbandonati per diversi motivi. (C.Alix, F-Latrive e L.Noualhat: “Internet. Au cimetière des sites. Abandon, ruine, succès... Panorama des différentes façons de disparaître du Net.”, in Libération, 24 janvier 2002, [http://www.liberation.com/quotidien/semaine/020124-000280/0INTE.html]).

[36] Molti interventi su “storia ed internet”, sono soprattutto impostati dal punto di visto dell'uso pedagogico delle risorse di rete come quello di T.A.Schröder: “Geschichte im Internet: Möglichkeiten für den Unterricht.”, in Geschichte in Wissenschaft und Unterricht, 49/1, 1998, pp.4-21. Intendo citare qui la bibliografia essenziale sul tema, non dimenticando alcuni dei primi saggi che hanno tentato un approccio delle problematiche internet/storia come quelli di E.Welsch, "The wired historian: internet prospects and problems.", in The centennial review, n.3, 1994, pp.479-502; di A.Gibson: "WWW and the Internet. New opportunities for historical discourse.", in History & Computing, v.7, n.3, 1995, pp.81-89 e di G.Price: The World Wide Web and the Historian, in History & Computing, v.7, n.2, 1995, pp.104-108. Sulla storia nella rete prima del web si veda di Lynn H.Nelson: “Before the Web: the early development of History on-line.”, in Memoria e Ricerca Online, url: [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/nelson-online.htm] e in italiano, “Prima del Web: gli sviluppi della storia online.”, in Linguaggi e Siti : la storia on line, cit., pp.115-130; sugli sviluppi americani di internet, dello stesso autore: "Wie alles entstanden ist... Geschichtswissenschaft und Internet in den USA.", in Stuart Jenks e Stephanie Marra (a cura di): Internet Handbuch Geschichte., Köln, Böhlau, 2001, pp.1-22. Si veda invece sulla rete di storia nelle università italiane, Guido Abbattista, “Ricerca storica e telematica in Italia. Un bilancio provvisorio.", in Cromohs, 4 (1999), pp.1-31, url [http://www.cromohs.unifi.it/4_99/abba.html]; più recentemente, Filippo Chiocchetti: “Le guide alle risorse storiche online: una rassegna critica.”, Cromohs, 7 (2002), 1-22, url: [http://www.cromohs.unifi.it/7_2002/chiocchetti.html]; una lista critica di risorse storiche su internet è data da Dennis A.Trinkle e Scott A.Merriman, The History Highway 2000. A Guide to Internet Resources, New York-London, M.E.Sharpe, 2000 (Aggiornamento della vecchia edizione a cura di D.A.Trinkle; D.Auchter; S.A.Merriman e T.E.Larson: The History Highway: A Guide to Internet Resources, M.E.Sharpe, New York 1996). Si veda su internet e storia e sul "redefining History in the Electronic Age" sempre a cura di Dennis A.Trinkle: Writing, Teaching and Researching History in the Electronic Age, M.E.Sharpe New York, 1998. Sulle risorse della rete si veda inoltre di T.A.Schröder, Historisch relevante Ressourcen in Internet und World Wide Web: Angebot, Bewertung und Ausblick, in Vierteljahrshefte für Zeitgeschichte, n.3, 1996, pp.465-77; S. Landeryou, "World history internet resources." in The reference librarian, n. 57, 1997, pp.161-166; K.P.Busche, “Geschichte(n) schreiben im internet.Ansätze für einen kommunikativen Geschichtsunterricht mit einem neuen Medium.”, in Praxis Geschichte, n.2, 1997, pp.64-7; J.Mittag, P.Sahle, “Geschichte und computer im Internet: Informationsgewinnung zwischen Chaos und Ordnung.”, in Historical Social Research, 21/2, 1996, pp.126-32; Peter Horvath, “Geschichte Online. Neue Moeglichkeiten für die historische Fachinformation,.” Supplemento numero 8, 1997, a Historical Social Research, Köln, 1997; Mark Newmark: “Getting beyond the West: The Internet and World History. ”, in JAHC – Journal of the American Association for History and Computing, Vol.3, n.3, novembre 2000, url: [http://mcel.pacificu.edu/JAHC/JAHCIII3/K12/newmarkIII3.HTML] che conclude sottolineando che nessun altro mezzo, oltre ad internet, offre gli strumenti con cui gli studenti possono imparare la storia di parti del mondo che altrimenti non sarebbe possibile insegnare loro. Altre epoche e tematiche storiche sono state oggetto di sitografie in Italia e all'estero: Alessandro Cristofori si è dedicato alla preistoria e all'antichità: “Internet e la ricerca scientifica nelle discipline antichistiche”, in Memoria e Ricerca, url: [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/6.htm]; Andrea Zorzi all'epoca medievale nel suo "Millennio digitale. I medievisti e l'Internet alle soglie del 2000.”, in Memoria e Ricerca, url: [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/7.htm] e infine, Guido Abbattista all'epoca moderna in “Risorse elettroniche e telematiche per gli studi di Storia moderna.”, in Memoria e Ricerca, url: [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/8.htm]; due storici si sono dedicati a fare il punto sulla storia in rete in due dei maggiori paesi europei,: Marin Dacos per la Francia: “Uno storico nel paese del Minitel. Il Web e la storia in Francia.”, in Memoria e Ricerca, anche disponibile online a [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/12.htm] che venne pubblicato prima in francese: "Un Historien au Pays du Minitel: Le Web et l'Histoire en France à la Fin de l'Année 2000.", in JAHC - Journal of the American Association for History and Computing, Vol.III, n.3, novembre 2000, url: [http://mcel.pacificu.edu/JAHC/JAHCIII3/global/dacos/dacosindex.html]. Stefan Blaschke ha invece offerto la stessa panoramica per la Germania: ““Entschuldigung, wo aber bitte schön finde ich...?” Deutsche Geschichtswissenschaft, deutsche Geschichte des 19.und 20.Jahrhunderts und das Internet”, in Memoria e Ricerca, n.9, gennaio-aprile 2002; url: [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/blaschke.htm]; un saggio dedicato alla storia contemporanea in Germania su internet che rende solo conto dei siti, Ralf Blank: "Neueste Geschiche und Zeitgeschichte.", in Stuart Jenks e Stephanie Marra: Internet Handbuch Geschichte., cit., pp.91-116. Infine, nel campo delle tematiche particolari della storia contemporanea: la storia americana su Internet, M. O'Mailey e R. Rosenzweig: "Brave new world or blind alley ? American history on the World Wide Web.", in The Journal of American History, Vol.84, n.1, giugno 1997, pp. 132-155.; la storia dello sport: R. W. Cox, The Internet as a Resource for the Sports Historian, Frodsham, Sports History Publishing, 1996; in Italia, uno dei pochi esempio concreto di studio di un area è dato da M. Zani, Risorse internet per gli studiosi di Storia Urbana, in “Storia Urbana”, n. 75, 1996, pp. 135-67 e per le risorse di storia delle istituzioni, si veda la rubrica tenuta da Manuela Coluzzi: "Internet per la storia delle istituzioni.", in Le Carte e la Storia, dalla prima uscita nella rivista nell'anno IV, n.1, 1998, p.107- poi a.V, n.1, 1999, p.107-; a.V, n.2, 1999, p.107-; a.VI, n.2, 2000, p.117-; a.VII, n.1, 2001, p.123-.

[37] Stefano Vitali ci indica in molti suoi interventi come e quanto la digitalizzazione delle fonti ponga problemi specifici di catalogazione, lettura ed interpretazione. S.Vitali: "Archivi on line": qualche riflessione metodologica", il file RTF è disponibile negli atti del convegno fiorentino: Archivi storici e archivi digitali tra ricerca e comunicazione.Workshop Coordinato dai dott.Federico Valacchi (Università della Calabria), Stefano Vitali (Archivio di Stato di Firenze) e Andrea Zorzi (Università di Firenze). In collaborazione con l'Archivio di Stato di Firenze, 20-21 ottobre 2000, url: [http://www.storia.unifi.it/_storinforma/Ws/archivi/ws-archivi-alia.htm]. Vedi inoltre, S.Vitali: "Navigare nel passato. Problemi della ricerca archivistica in Internet.", in Contemporanea, 4 (2001), n.2, pp.181-204. Più specificatamente dedicato alle fonti medievali, si veda pure di Andrea Zorzi
Documenti, archivi digitali, metafonti, in ibid., url: [http://www.storia.unifi.it/_PIM/AIM/metafonti.htm] e P.Paoletti: "Informatica e fonti storiche", in Scrineum, n.1, 1999, pp.1-13, url: [http://dobc.unipv.it/scrineum/paoletti.htm].

[38] Serge Noiret: "La didattica della storia su Internet", in Memoria e Ricerca, n. s. , n.2, 1998, 177-199; url: [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/3.htm]; si veda sulle tematiche dell'insegnamento della storia medievale negli USA di Pietro Corrao: "E-classroom. Esperienze digitali e telematiche di didattica medievistica negli Stati Uniti.", in Reti Medievali - Didattica, url: [http://www.storia.unive.it/_RM/didattica/recensioni/corrao.htm]. Gli USA sono alla punta per quanto riguarda l'utilizzo delle nuove tecnologie per l'e-teaching/e-learning, si veda di Dennis A.Trinkle e Scott A.Merriman: History.edu : essays on teaching with technology., Armonk, N.Y., M.E.Sharpe, 2001; Pauline McCormack: "Virtually History: The Use of On-line Comunications in Higher Education" in JAHC, vol.II, n.1, giugno 1999, url: [http://www.mcel.pacificu.edu/JAHC/JAHCII1/ARTICLESII1/McCormack/mccormac.htm]; Deborah Lines Andersen: “Historians on the Web: A Study of Academic Historians' Use of the World Wide Web for Teaching.”, in JAHC Vol.3, n.2, agosto 2000, url: [http://mcel.pacificu. edu/JAHC/JAHCIII2/ARTICLES/anderson/index.html].

[39] Mavis Toffoletto: “Trovare informazioni su internet: come usare motori di ricerca, indici e banche dati di risorse elettroniche.”, in Contemporanea, a.III, n.2, marzo 2000, in rete all'url: [http://www.spbo.unibo.it/bologna/dipartim/dist/biblioteca/contemporanea/2-00.html]. Una pagina utile per selezionare questi motori si trova presso la biblioteca dell'IUE e contiene l'accesso ai General Search Engines and Directories, MetaSearch Engines ed infine Search Engines, Gateways and Directories for European countries, url: [http://www.iue.it/LIB/external/search-engine.html].

[40] La "Newsletter" di Google è disponibile all'url: [http://www.google.com/contact/newsletter.html].

[41] Si vedano di Google la pagina: “tutto su Google”, [http://www.google.it/intl/it/about.html] che offre una descrizione delle caratteristiche dei servizi disponibili. Invece, il modulo approfondito di ricerca in italiano per la rete mondiale si trova a: [http://www.google.it/advanced_search?hl=it]. Un'interessante possibilità di google, disponibile dal modulo avvanzato di ricerca, “Cerca pagine che contengono collegamenti alla seguente pagina”, da la possibilità di rintracciare "chi cita chi" e, dunque, di trarre delle conclusioni su legami tematici tra una pagina ed un'altra.

[42] All the web della Fast Search & Transfer ASA (I suoi prodotti di ricerca per la rete si trovano a: [http://www.fastsearch.com/products/]) si trova all'url: [http://www.alltheweb.com], e possiede un modulo specializzato di ricerca per alcuni linguaggi e tipologie di documenti di rete comme i siti ftp o i documenti in formato MP3; url: [http://www.alltheweb.com/advanced].

[43] Teoma, url: [http://www.teoma.com/]. Teoma offre le sue particolarità alla pagina Search with Authority: The Teoma Difference, url [http://static.wc.teoma.com/docs/teoma/about/searchWithAuthority.html]: "Teoma provides better results because it goes beyond traditional page ranking methods to determine authority, in addition to relevancy. To determine the authority or quality of a site's content, Teoma uses Subject-Specific PopularitySM. Subject-Specific Popularity ranks a site based on the number of same-subject pages that reference it, not just general popularity, to determine a site's level of authority...."

[44] FirstSearch Database Information Area, la pagina che offre dettagli sulle banche dati bibliografiche di

OCLC, Online Computer Library Center, [http://www.oclc.org/home/], è disponibile all'url: [http://www.oclc.org/firstsearch/databases/]. Il WorldCat database contiene "... more than 48 million bibliographic records representing 400 languages.Covers information back to 2100 B.C. Includes holdings information from libraries across the world."

[45] Una lista assai esaustiva delle risorse commerciali accessibili nel campo delle scienze sociali e della storia si può rintracciare con specifiche spiegazioni sui loro contenuti presso il sito della biblioteca dell'IUE: Electronic resources in the EUI Library Alphabetical list, url: [http://www.iue.it/LIB/e-access/electronic-alpha.html].

[46] "In the early 1960s ABC-CLIO pioneered computer-assisted abstracting and indexing.Today, Historical Abstracts and America: History and Life comprise the largest history database in the world." Informazioni commerciali sono disponibili alla pagina Historical Abstracts on the Web, url: [http://www.abc-clio.com/]

[47] Un esempio delle possibili ricerche è offerto dall'ABC-CLIO all'url: [http://sb2.abc-clio.com].

[48] Il “Web-Portal des Gemeinsamen Bibliotheksverbundes der Länder Bremen, Hamburg, Mecklenburg-Vorpommern, Niedersachsen, Sachsen-Anhalt, Schleswig-Holstein und Thüringen”, url: [http://www.gbv.de/] offre l'accesso, a pagamento, alla banca dati IBZ; url: [http://www.gbv.de/cgi-bin/nph-wwwobnmenu?PAGE=OBNBIBLIO&LANG=DU&EXT=ON]

[49] "The Science Citation Index Expanded, is a multidisciplinary database, with searchable author abstracts, covering the journal literature of the sciences. It indexes more than 5,700 major journals across 164 scientific disciplines, covering approximately 2,100 more journals than its SCI print and CD-ROM counterparts, with all cited references captured.", url: [http://www.isinet.com/isi/]. Queste banche dati fanno parte di un pachetto di banche dati bibliografiche chiamato oggi “Web of Science”, per i quali le informazioni sono disponibili all'url: [http://www.isinet.com/isi/products/citation/wos/index.html]

[50] Il CILEA, Consorzio Interuniversitario Lombardo per la Elaborazione Automatica, è accessible al'url: [http://www.cilea.it/].

[51] EconLit è prodotta dalla American Economic Association che pubblica il Journal of Economic Literature e la rassegna annuale: Index of Economic Articles. Il database contiene più di 400.000 citazioni ed è distribuito da SilverPlatter "...a global leader in providing comprehensive and seamlessly integrated database collections of scholarly reference information in electronic form - over the Internet, on campus and corporate Intranets, and on CD-ROM"; url: [http://www.silverplatter.com/].

[52] "Die IBR-Online weist interdisziplinäre, internationale, vornehmlich die Geistes- und Sozialwissenschaften berücksichtigende Rezensionen in wissenschaftlichen Zeitschriften nach. Die IBR-Online umfasst über 830.000 sachlich erschlossenen Nachweise (1985 ff). Die Erschließung der Sachgebiete erfolgt deutsch und englisch.", url: [http://www.gbv.de/cgi-bin/nph-wwwredir/e250-039.gbv.de:37948/]

[53] FRANCIS vuol dire French Retrieval Automated Network for Current Information in Social and Human Sciences. Prodotto dall' Institut de l'Information Scientifique et Technique (INIST), url: [http://www.inist.fr/], di Nancy, contiene più di 2 millioni di dati biblografici di almeno 2000 riviste in più di 20 lingue ma, con una prevalenza del Francese, Inglese, Tedesco, Italiano e Spagnolo a 90%. Le aree coperte sono: "Archeology, Art, Business management, Education, Ethnology and social anthropology, Geography, History & Science of religion, History of science of technology, Information science, Latin America, Linguistics, Literature, Philosophy, Prehistory and protohistory, Psychology, Public administration, Sociology".

[54] Digital dissertation chiamata nel passato anche Dissertation Abstract, dice di sé che “with more than 1.6 million entries, the Dissertation Abstracts database is the single, authoritative source for information about doctoral dissertations and master's theses.The database represents the work of authors from over 1.000 graduate schools and universities. We add some 47.000 new dissertations and 12.000 new theses to the database each year.” , url: [http://wwwlib.umi.com/dissertations/about_pqdd].

[55] Humanities index prodotto dalla H.H.Wilson Company, è una banca dati bibliografica con più di 450.000 citazioni di articoli appartenenti a più di 500 riviste, publicate dopo il 1984, la maggioranza in inglese. La lista dei periodici indicizzati è disponibile all'url: [http://www.hwwilson.com/journals/ihum.htm]. Le aree coperte sono le seguenti: "Archaeology, Area Studies, Art, Classical Studies, Comunications, Dance, Film, Folklore, Gender Studies, History, Journalism, Linguistics, Literary & Social Criticism, Literature, Music, Performing Arts, Philosophy, Religion and Theology."

[56] Citiamo infatti due tra le molte insostituibili bibliografie storiche a stampa, quella francese e quella italiana. La prima a cura del Centre national de la recherche scientifique, Comité français des sciences historiques: Bibliographie annuelle de l'histoire de France : du cinquième siècle à 1939., Paris, CNRS, 1955- e la seconda, a cura della Giunta centrale per gli studi storici: Bibliografia storica nazionale., Roma, Laterza, 1939-.

[57] The Royal Historical Society: Royal Historical Bibliography on CD-ROM: the history of Britain, Ireland and the British overseas., Oxford, Oxford University Press, 1998. La bibliografia digitale copre la storia irlandese e britannica con pubblicazioni dal 1901 al 1992 e contiene più di 250.000 titoli di libri ed articoli di riviste.

[58] A cura della “Arbeitsgemeinschaft ausseruniversitärer historischer Forschungseinrichtungen in der Bundesrepublik Deutschland (AHF)”: Historische Bibliographie., Monaco, Oldenbourg, 1987- , che viene pubblicata online con il titolo di: Die Datenbank zur Geschichte. Attualmente, la bibliografia sui titoli pubblicati nella Historische Bibliographie tra il 1990 e il 2000, conta approssimativamente 124.000 entrate; url: [http://www.historische-bibliographie.de/].

[59] "PCI Web -[http://pci.unige.it/]- è un indice elettronico dei contenuti di migliaia di periodici nel campo delle scienze umane e sociali, dal loro primo numero fino al 1995. Di ogni periodico sono indicizzati tutti gli articoli. PCI Web attualmente indicizza oltre 12 milioni di articoli in 3781 periodici. Ogni anno vengono aggiunti spogli di oltre un milione di nuovi articoli, mentre la base dati - una volta completata - raggiungerà i 20 milioni di articoli da circa 5000 periodici." Il servizio prodotto dalla casa editrice inglese Chadwyck-Healey, parte del gruppo Pro-Quest, [http://www.chadwyck.co.uk/], è offerto in Italia dal Servizio banche dati del CSITA all'Università di Genova; url [http://www.sba.unige.it/banchedati.html].

[60] Il Nachrichtendienst für Historiker è accessibile all'url: [http://www.nfhdata.de/premium/index.shtml]. Due volte a settimana offre una rassegna chiamata Review of English/American Press con articoli sulla storia e la storiografia apparsi nei più importanti quotidiani e riviste scientifiche di lingua inglese; url: [http://www.nfhdata.de/premium/datenbasis-information/pages/Presseschau-Englisch/index.shtml].

[61] La lista alfabetica dei periodi indicizzati dall'Istituto Internazionale di Storia Economica "F.Datini" è accessibile all'url: [http://www.istitutodatini.it/biblio/riviste/home.htm]. Il Datini "mette in linea, consentendone la consultazione a distanza, gli indici delle riviste di storia economica e sociali presenti in alcune biblioteche dell'area pratese e fiorentina...."

[62] Una lista completa ed in continua espansione dei periodici di storia fa parte del progetto WWW-VL di storia, l'History Journals Guide, curato da Stefan Blaschke, url: [http://www.history-journals.de/] ed offre anche la possibilità di ricevere un'utlissima newsletter bisettimanale [hjn@history-journals.de], direttamente nell'email e gratuitamente con tutte le modifiche al sito, le nuove riviste indicizzate e la lista della storiografia digitale disponibile.

[63] I progetto è stato descritto dal su ideatore Marin Dacos: "Revues.org.Una "federazione" fra riviste di scienze umane e sociali su Internet.", in Memoria e Ricerca, n.s., n.6, 2000, pp.199-200, url: [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/10.htm]. Le riviste attualmente disponibili online sono: Annales historiques de la Révolution française; CH-Cahiers d'Histoire; Corps et Cultures; Cultures et Conflits; Revue d'histoire du XIXe siècle; Revue des mondes musulmans et de la Méditerranée; Rives nord-méditerranéennes e, infine, Ruralia, la rivista dell'ARF, l'Association des ruralistes français.

[64] M.Santoro: “Pubblicazioni cartacee e pubblicazioni digitali: quale futuro per la comunicazione scientifica?”, cit., p.212.

[65] Oltre all'History Journal Guide citato più sopra, una lista alfabetica di tutte le riviste elettroniche disponibile in italia o sulla storia italiana è data dal mio WWW-VL Italian History Index, url: [http://vlib.iue.it/hist-italy/journals.html]. In Italia le riviste scientifiche di questo tipo sono poche, citiamo la più importante per la storia moderna CROMOHS - Cyber Review of Modern Historiography , [http://www.cromohs.unifi.it/] (Rolando Minuti:A proposito di Cromohs” in Memoria e Ricerca, n.s., n.2 1998, pp.201-203, url [http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/3-2.htm]); per la storia contemporanea cito, tra poche altre possibilità, la rivista di alcuni giovani storici: Minimo Storico, Ricerche su politica e religione nella storia, url: [http://www.comune.bologna.it/iperbole/assminsto/]. Invece la pubblicazione elettronica di edizioni a stampa è cosa più diffusa nella rete. Si veda per esempio l'edizione elettronica del Mestiere di Storico - Annale SISSCO, [http://sissco.iue.it/pubblicazioni/annalindex.htm] che viene pubblicata sul sito dopo la pubblicazione a stampa.

[66] Esiste una lunga bibliografia di recensioni e di critica del progetto, pioniere in questo settore della riproduzione digitale sul sito stesso di JSTOR, [http://www.jstor.org/], all'indirizzo [http://www.jstor.org/about/bibliography.html].

[67] Il "Project MUSE covers the fields of literature and criticism, history, the visual and performing arts, cultural studies, education, political science, gender studies, and many others... [and] was launched in 1995 by the Johns Hopkins University Press, in collaboration with the Milton S.Eisenhower Library at Johns Hopkins University, to offer the full text of JHUP scholarly journals via the world wide web...." La lista dei periodici digitalizzati si trova all'url: [http://muse.jhu.edu/journals/]. Rimando qui per le problematiche che riguardano il passaggio all'elettronico per le University Presses al caso italiano sviluppato da Anna Maria Tammaro: "Nuove prospettive per la comunicazione scientifica.", in Biblioteche Oggi, Vol.XIX, n.4, maggio 2001, pp.22-35.

[68] Ingenta è un consorzio di editori commerciali che offre l'accesso alle loro pubblicazioni attraverso un modulo commune di ricerca e di identificazione dei contenuti dei periodici oltre a dare anche l'accesso gratuito, per soggetto, a risorse virtuali di vario tipo. E' certamente "the world's largest website for the search and delivery of research articles, ingenta.com offers you access to article summaries from over 25.000 publications linked to the full text of over 5.200 titles. Full text access is set by each of our 170 publisher partners, but typically individual subscribers, or individuals within institutions that subscribe, can access the full text of their publications for free.", url: [http://www.ingenta.com/]

[69] SwetsnetNavigator da l'accesso a più di 6000 riviste di oltre 60 editori in tutte le lingue; url: [http://www.swetsnetnavigator.nl/]

[70] Si veda soprattutto il saggio di Tommaso Giordano sui consorzi per l'accesso alle riviste elettroniche in Italia: “Consorzi per la condivisione di risorse informatiche elettroniche.Nuovi scenari e nuovi modelli.”, in Biblioteche Oggi, Vol.XIX, n.6, settembre 2001, pp.16-26, url: [http://www.bibliotecheoggi.it/2001/200109giordano16.pdf].

[71] Cito la situazione della biblioteca dell'Istituto Universitario Europeo di Firenze –non diverse da molte altre sede universitari- che offre tale possibilità: Access to Electronic Resources, url: [http://www.iue.it/LIB/e-access/ERaccess.html].

[72] Sulla ricerca bibliografica in linea si veda si F.Metitieri e R.Ridi: Ricerche bibliografiche in Internet. Strumenti e strategie di ricerca, OPAC e biblioteche virtuali., Milano, Apogeo, 1998. Sempre di Ridi, molto utile perché orientato verso il pubblico degli storici: “Biblioteche in linea”, url: [http://www.burioni.it/forum/ridi-opac.html] anche pubblicato in Il documento immateriale. Ricerca storica e nuovi linguaggi in La Storia Consorzio italiano per le discipline storiche online e Indice dei libri del mese, maggio 2000, Dossier n.4.

[73] The University of California Melvyl® system; parte della CDL (California Digital Library) è accessibile all'url: [http://www.dbs.cdlib.org/].

[74] Amazon; url: [www.amazon.com/] o la banca dati per rintracciare libri usati: Alibris, url: [http://www.alibris.com/] o comunque il KVK (vedi sotto) che permette anche di interrogare cataloghi commerciali insieme agli OPAC's di biblioteche.

[75] Alcuni dei maggiori cataloghi o, meta cataloghi, sono recensiti su siti italiani come l'AIB (Associazione Italiana Biblioteche), url: [http://www.aib.it/]. Si tratta dell'utillissimo MetaOPAC Azalai Italiano, url: [http://www.aib.it/aib/opac/mai.htm], della lista degli OPACs italiani, [http://www.aib.it/aib/lis/opac1.htm], quella degli OPACs nel mondo, [http://www.aib.it/aib/lis/r.htm] e di altre liste. Si veda sempre in l'Italia, l'elenco offerto sul server Alice.it: Biblioteche italiane, url: [http://www.alice.it/library/net.lib/bibita.htm] o dal Politecnico di Torino, url: [http://www.biblio.polito.it/it/documentazione/biblioit.html]. Infine il catalogo in linea del Servizio bibliotecario nazionale, [http://opac.sbn.it/].

[76] Il KVK permette l'interrogazione simultanea delle biblioteche nazionali dei maggiori paesi europei, di tutte le biblioteche tedesche, insieme anche alla British Library e alla Library of Congress di Washington; url: [http://www.ubka.uni-karlsruhe.de/kvk.html]

[77] OCLC (Online Computer Library Center), è "... a nonprofit membership organization serving 41.000 libraries in 82 countries and territories around the world.", url: [www.oclc.org/]. La banca dati delle monografie FirstSearch/WorldCat è accessibile a pagamento; url: [http://newfirstsearch.oclc.org/]; FirstSearch offre, oltre alla grande banche dati di monografie, degli articoli "full-text" e diverse banche dati che offrono indici di riviste online insieme ad un tentativo di catalogare scientificamente le risorse del web: Netfirst.

[78] In generale sulle risorse di Internet si può cominciare dall'utilissima guida di Marco Calvo, Fabio Ciotti
Gino Roncaglia e Marco Zela pubblicata ogni anno dalla Laterza: Internet 2000. Manuale per l'uso della rete e a cura degli sessi autori: Frontiere di rete. Internet 2001: cosa c'è di nuovo, url: [http://www.laterza.it/internet/]. Sul print on demand e le pubblicazioni elettroniche la letteratura di rete è sterminata. Rimando agli interventi di Antonio Bizzo: Come le nuove tecnologie ridefiniscono i passaggi nella creazione del libro, url: [http://sissco.iue.it/dossiers/internet/predis-bizzo.pdf] e al saggio di Roberto Di Quirico La rivoluzione informatica e le nuove frontiere dell'editoria accademica, url: [http://sissco.iue.it/attivita/sem-aprile-2000/diquirico.htm], entrambe comunicazioni durante il convegno dell'aprile 2000 della SISSCO: "Linguaggi e siti, la storia online", cit..

[79] Per la storia medievale esiste il progetto LIBRO, the Library of Iberian Resources Online che offre importanti saggi storiografici gratuitamente in linea, diretto dall'American Academy of Research Historians of Medieval Spain, url: [http://libro.uca.edu/].

[80] Edward Ayers e Anne S. Rubin: The Valley of the Shadow: Two Communities in the American Civil War., New York, W.W. Norton & Co., 2000 è anche accessibile nel progetto multimediale di rete e nel CDROM venduto insieme al libro che presentano testi, fonti, statistiche e dati elettorali con altri materiali: “the project is an extensive archive of sources for the period before, during, and after the Civil War for Augusta County, Virginia, and Franklin County, Pennsylvania. The sources include newspapers, letters, diaries, photographs, and maps, plus church, census and military records.... The Valley of the Shadow Project is an outstanding opportunity to expose students to historical research with primary sources. Students can explore different dimensions of the Civil War conflict and write their own histories, reconstructing the life stories of women, African Americans, farmers, politicians, soldiers, and families. The site provides a comprehensive set of teaching materials, including lesson plans....”, url: [http://www.iath.virginia.edu/vshadow2/choosepart.html]. Un resoconto interessante del progetto premiato nel 1999 come migliore sito di storia americana dell'anno, [http://www.education-world.com/best_of/1999/reviews/rev_1999_19.shtml] ci da un eccellente introduzione al progetto da parte dello stesso Ayers: History in Hypertext, url: [http://www.vcdh.virginia.edu/Ayers.OAH.html]. Egli parla di "storia ipertestuale" per collegare meglio l'ipermedialità del suo progetto storico.

[81] “Gutenberg-e is a prize competition aimed at encouraging the electronic publication of the best history dissertations including those in fields where the traditional monograph has become endangered. Originally launched in 1999 with a generous grant from the Andrew W. Mellon Foundation, the program has been extended for a further period of three years, thanks to a second munificent grant from the foundation. The AHA will award six prizes a year in 2002, 2003, and 2004. Each prize will consist of a $20,000 fellowship to be used by the author for converting the dissertation into an electronic monograph of the highest quality to be published by Columbia University Press. For the 2002 competition (the fourth in the series), nominations are being accepted for dissertations in the field of History of North America
before 1900,” url: [http://www.theaha.org/prizes/gutenberg/Index.cfm]. “The program is not intended simply to reward excellence in scholarship with yet another prestigious prize but rather to use prestige—the bluest of ribbons awarded by the grandest of juries with the full authority of the AHA behind it—to set a high standard for electronic publishing. By legitimizing electronic publishing, the AHA hopes to change attitudes of academics toward e-books. By making most of the new media, the program may also contribute to a new conception of the book itself as a vehicle of knowledge. ”, Robert Darnton: “What Is the Gutenberg-e Program?”, url: [http://www. theaha. org/prizes/gutenberg/rdarnton2. cfm].

[82] Il sito dell'AAHC si rova all'url: [http://www.theaahc.org/]. Sull'AHC rimando invece a George M. Welling: "L'Association for History and Computing (AHC) su Internet: una prospettiva olandese.", in Linguaggi e siti la storia online, cit., pp.75-84.

[83] H-Net discussion network; url: [http://www2.h-net.msu.edu/lists/]. "H-Net's e-mail lists function as electronic networks, linking professors, teachers and students in an egalitarian exchange of ideas and materials.Every aspect of academic life--research, teaching, controversies new and old--is open for discussion; decorum is maintained by H-Net's dedicated editors." Sulla storia del progetto rinvio a Franco Andreucci: “L'esperienza di H-Net.”, in Linguaggi e siti, la storia online, cit., pp.67-74.

[84] Mailbase, url: [http://www.mailbase.ac.uk/]. Citiamo soltanto una delle ultime arrivate: history-digitisation, [http://www.mailbase.ac.uk/lists/history-digitisation/]. "A list concerned with the digitisation, of historical material... [which] aims to bring together experts in the field of digitising historical material and academics who have projects in mind."

[85] La Sissco è accessibile all'url: [http://sissco.iue.it] e le informazioni su sissco-racine [sissco@racine.ra,it], il forum della Sissco, sono accessibili a [http://sissco.iue.it/info/lista.html].

[86] Alcuni motori di ricerca o portali offrono la possibilità di trovarle come Tile.Net [http://tile.net/] o Forum One, [http://www.forumone.com/] o, ne fanno l'elenco come il WWW-VL Italian History Index per quanto riguardano le liste di discussioni sulla storia italiana, url: [http://vlib.iue.it/hist-italy/lists.html]

[87] Un lista veramente attivita e di grande utilità intende servire la storia nei musei, è Museum Professionals Mailing List, [http://www.museumslist.net/], che offre l'archivio dei messaggi online ed è diretta da un attivisimo comitato di redazione.

[88] Un esempio di come trovare archivi e, in un secondo tempo, organizzare una visita sul posto, è stato dato da Gerben Bakker ricercatore del primo anno nel 1997-1998 del Dipartimento di Storia e Civiltà dell'IUE che cominciava una tesi, su Music, Film and Industrialization Culture. The Development of European Entertainment Industry, e aveva necessità di sapere se, presso il British Film Institute di Londra, esistevano fondi archivistici per poter scrivere un capitolo della tesi consacrata alla storia economica delle maggiori case cinematografiche in Germania, Francia ed Inghilterra. (S.Noiret: "A proposito di Spazio Online", cit., pp.195-215.)

[89] Istituto Gramsci dell'Emilia-Romagna di Bologna: Immagini e parole: la politica per strada, url: [http://www.manifestipolitici.it/]. "Con questo progetto promosso dall'Istituto Gramsci Emilia-Romagna con sede a Bologna si è inteso favorire, attraverso l'impiego della tecnologia digitale, la consultazione da parte di un vasto pubblico di un materiale documentario difficilmente reperibile." Il manifesto ad uso politico è presente in Internet su altri siti specializzati di grande interesse come quello dell'Istituto di Storia Sociale ad Amsterdam che offre 150 manifesti di propaganda politica elettorale per le elezioni olandese dal 1870 al 1997, accessibili sul Web in un database di più di 25.000 manifesti interrogabili ! "Steun! Stem! Staak!, 150 Nederlandse affiches uit de verzameling van het IISG", url: [http://www.iisg.nl/exhibitions/affiche/index.html], o il sito che ripercorre le campagne elettorali canadese: "A history of the vote in Canada", url [http://www.civilization.ca/membrs/canhist/elections/el_001_e.html]; infine non si può assolutamente mancare il sito americano della Library of Congress dedicato al voto delle donne e alle campagne elettorali al femminile parte della American Memory : "Votes for Women" Suffrage Pictures, 1850-1920 , in [http://memory.loc.gov/ammem/vfwhtml/vfwhome.html]; questo apparato fotografico è anche correlato da un altro sito che presenta i documenti a stampa: 'Votes for Women:' Selections from the National American Woman Suffrage Collection, 1848-1920.", url: [http://memory.loc.gov/ammem/naw/nawshome.html]; "The NAWSA Collection [nella Library of Congress di Washington] consists of 167 books, pamphlets and other artifacts documenting the suffrage campaign...." La caricatura politica per il XIX° secolo è anch'essa presente in rete: Jim Zwick (a cura di): History of the 19th Century in Political Cartoons, url: [http://www.boondocksnet.com/cartoons/].

[90] Numerose banche dati con fotografie storiche sono accessibili in Italia oltre al progetto europeo di condivisione dei fondi di fotografie storiche: IkonsCentre, storia della fotografia e molto altro, url: [http://www.ikons-centre.org/ikons/index_ita.html]. Sugli archivi di fotografie storiche in Italia rimando agli atti del convegno dell'Archivio Fotografico Toscano di Prato: Strategie per la fotografia. Incontro degli archivi fotografici, Prato, AFT, 2002; url: [http://www.aft.it/]; e per gli indirizzi internet al mio "La fotografia storica su Internet oggi in Italia", in Contemporanea, a.IV, n.4, ottobre 2001, pp.803-813.

[91] Un esempio tra moltissimi altri: MHS (Michigan Historical Society) Visual Database.Search, url: [http://www.mnhs.org/library/search/vrdb/bsearch.html].

[92] Si veda tra altri siti importanti: Bibliothèque nationale de France, Gallica, [http://gallica.bnf.fr/]; CNRS: Accès à la banque d'images de la Photothèque, [http://phototheque.cnrs.fr/]; Library of Congress: Prints and Photographs reading room, [http://www.lcweb.loc.gov/rr/print]; Archives nationales du Canada, Photographies, [http://www.archives.ca/]; la maggiore banca dati di fotografia in Germania e una delle maggiori in Europa: Bildarchiv Foto Marburg, [http://www.fotomr.uni-marburg.de/].

[93] In Svizzera, un esempio assolutamente eccellente di ipertesto multimediale di storia dei “tempi moderni”, quelli dei nuovi media, è il CDROM, nel quale sono presenti un numero molto consistente di filmati d'epoca. Hans Ulrich Host: Clics et déclics sur les temps modernes, Lausanne, Editions Antipodes-Ciné-Clio, 1998, distribution par email: [Monique.Pavillon@hist.unil.ch]

[94] Il caso della CINETHES, è emblematico di quei problemi relativi alle fonti audiovisive di rete: CINETHES e' il nodo internet per lo scambio e la diffusione delle informazioni e dei dati sulle immagini d'archivio. In prospettiva il nodo potrà distribuire le immagini stesse. Cinethes parte ora in via sperimentale con una selezione di schede relative ai film, documentari, libri e materiali cartacei del Centro Sperimentale di Cinematografia (sia come Cineteca Nazionale che come Biblioteca "Luigi Chiarini"), dell'Istituto Luce, della Mediateca della Regione Toscana, dell'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e del Centro Audiovisivo della Regione Lazio, ma è aperto a tutti gli archivi d'immagine che vorranno collaborare alla realizzazione di questo nuovo mezzo d'informazione sul cinema.", url: [http://www.ips.it/cinethes/archivi.html].

[95] Per la storia del film oltre che per l'accesso agli archivi audiovisivi in rete rimando all'indice di risorse virtuali curato da Gerben Bakker per il conto del WWW-VL EUI European History Project, [http://vlib.iue.it]: Film History, url: [http://vlib.iue.it/hist-film/Index.html].

[96] Il sito dal nome davvero poco felice di Superdante.it, a cura del Ministero per I Beni Culturali e le Attività Culturali, Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali, offre un interessante collana audiovisiva per la storia del '900 italiano a partire dei fondi della Discoteca di Stato nella quale si può sentire per esempio la voce di Luigi Cadorna o di Armando Diaz dopo Vittorio Veneto, ecc.. Il progetto si chiama Non solo voci, "una rilettura del Novecento attraverso una documentazione multimediale: la raccolta delle Voci dei personaggi della Storia e della Letteratura; brani di filmati a sfondo biografico e/o divulgativo...", url: [http://www.superdante.it/inside.asp?id=4].

[97] History, url: [http://www.bbc.co.uk/history/]. Per esempio alcune testimonianze orali dei partecipanti inglesi alle trincee della Prima Guerra disponibili nel formato Real Audio: Listen to eyewitness accounts from the men who were there, [http://www.bbc.co.uk/history/programmes/trench/index.shtml].

[98] Robert Darnton: An Early Information Society.A Cabaret-Concert by Hélène Delavault.Twelve Songs from Paris, circa 1750.; url: [http://www.indiana.edu/~ahr/darnton/songs/].

[99] Nel Canada esiste un progetto ambizioso per la storia orale online: il Memory Project con lo scopo seguente: " to provide Canadians, especially youth, with a venue to share oral histories on the Canadian experience." Si veda principalmente il capitolo dedicato a "Passages to Canada, Peace and War" e quello dedicato a "Heroes and Heroism" che permettono di accedere a fonti multimediali, url: [http://www.thememoryproject.com/].

[100] Il progetto di storia orale dell'Università del Kentucky (USA) offre fonti in entrambi i formati: trascrizioni testuali e documenti sonori interrogabili e poi accessibili dalla rete tramite un modulo di ricerca: "the Collection contains over 5,300 interviews totalling approximately 10,000 hours of tape. Many interviews are transcribed and most are subject-indexed", url: [http://www.uky.edu/Libraries/EIAMC/oralhistory.html]; il Rutgers Oral History Archives of World War II, offre invece l'accesso in rete alla sola trascrizione delle interviste e non a documenti audiovisi; url: [http://fas-history.rutgers.edu/oralhistory/orlhom.htm]; mentre molte altre biblioteche ed archivi americani e canadesi danno soltanto gli indici dei documenti consultabili sul posto e non fanno accedere in rete ai contenuti.

[101] "Ce site s'adresse aux étudiants, aux professeurs, aux chercheurs et à tous ceux qui s'intéressent à l'histoire de l'Europe. Il vous fera découvrir le projet multimédia European Navigator consacré aux événements et à l'évolution institutionnelle de l'Europe de 1945 à nos jours." Il progetto, url: [http://www.enafree.lu/], è accessibile e visibile in internet soltanto attraverso un collegamento satellitare disponibile in Italia presso l'Istituto Universitario Europeo nella sua sede degli Archivi Storici della Communità Europea a Firenze, [http://wwwarc.iue.it/].

[102] "From the presidential libraries, the C.I.A., the F.B.I. and a host of other agencies comes this collection of U.S. government documents. The major domestic and international events of the post-World War II world are covered in information by and for presidents, senators, and congress members. All were classified.Some were top secret. Now you can search every one of them.View a digital facsimile to see what was removed -- and what was left in.A tool for international relations specialists, political scientists, economists, journalists, historians, anyone interested in how a government thinks and acts." Le informazioni e anche una possibilità di testare gratuitamente la banca dati sono sul sito commerciale della Primary Source Media, url: [http://www.ddrs.psmedia.com/].

[103] "Sur l'intégralité du corpus, il est possible d'effectuer des recherches simples ou complexes (base non-catégorisée). Sur un sous-ensemble comportant des oeuvres en prose des XIXe et XXe siècles, les recherches peuvent en outre répondre à des critères syntaxiques (base catégorisée)." Le informazioni dettagliate sul contenuto davvero di eccezionale interesse anche per le modaità di ricerca offerte in linea, si trovano sul sito web dell'ATILF-CNRS (Analyses et traitements informatiques de la Langue française), url: [http://www.inalf.fr/cgi-bin/atilf.exe].

[104] Il giornale è disponibile sul sito del Centro Studi Piero Gobetti di Torino, [http://www.erasmo.it/centrogobetti/].

[105] L'associazionismo in Toscana negli opuscoli della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze; url: [http://www.amanuense.it/BncfSite/associazionismo/index.asp]. In Francia nel corso del progetto Gallica, hanno messo in rete i periodici delle "Sociétés savantes". "Gallica propose la mise en ligne des publications périodiques des principales sociétés savantes de deux régions, l'Aquitaine et la Lorraine. Environ 580 000 pages, issues des fascicules de 36 revues publiées de 1750 à 1914 et émanant de 29 sociétés sont désormais consultables.", url: [http://gallica.bnf.fr/SocietesSavantes/].

[106] Project Gutenber, url: [http://promo.net/pg/].

[107] La Biblioteca Telematica; url: [http://www.mediatel.it/liberliber/biblioteca/elenchi/index.html]

[108] OTA, url: [http://ota.ahds.ac.uk/]. "The OTA works closely with members of the Arts and Humanities academic community to collect, catalogue, and preserve high-quality electronic texts for research and teaching.The OTA currently distributes more than 2500 resources in over 25 different languages, and is actively working to extend its catalogue of holdings."

[109] Carrie; url: [http://www.cc.ukans.edu/carrie/carrie_main.html]

[110] Humbul Humanities Hub offre più di 290 titoli di storia, url: [http://www.humbul.ac.uk/]

[111] Archives Historiques des Communautés Européennes, Istituto Universitario Europeo, Villa 'Il Poggiolo', Piazza Edison, 11, 50133 Firenze, Tel.+39/055/4685620 e Fax.+39/055/573728, email [archiv@iue.it], url per l'accesso a EURHISTAR, la base dati degli inventari: [http://wwwarc.iue.it/eharfr/eurh-fr.html].

[112] Il Centro de Patrimonio Dokumental de Euskadi offre di visualizzare online i documenti di interesse dopo la loro selezione attravero moduli di ricerca e soggettari in linea; [http://www.irargi.org/]. In generale per quanto riguardano numerosi progetti di rete disponibli in Spagna rimando al saggio di Ignacio Lopez Martin: "Internet e la storia di Spagna, tra realtà e progetti", in Linguaggi e Siti, la storia online., cit., pp.131-150 e all'indice di risorse di rete curata dallo stesso autore: WWW-VL Spanish History Index, url: [http://vlib.iue.it/hist-spain/Index.html].

[113] Una lista assai esaustiva delle possibilità di rete degli archivi italiani è offerta nel progetto WWW-VL Italian History Index, url: [http://vlib.iue.it/hist-italy/archives.html] nonché sul sito Archivi del Sistema Archivistico Nazionale, url: [http://archivi.beniculturali.it/]. Spicca certamente per la storia del '900, l'offerta dell'Insmli (Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia), [http://www.insmli.it], che offre la possibilità di accedere alla Guida agli Archivi dei 62 Istituti di storia della Resistenza disseminati nella penisola. Si può così consultare un database contenente le descrizioni dei fondi, fino al fascicolo, di archivi riguardanti la storia della Resistenza e dell'Italia contemporanea.

[114] Il progetto è da molto tempo in corso di realizzazione tra numerose istituzioni romane per la storia del '900, ma rimane certamente l'impresa di maggior respiro affidato alla rete per la storia contemporanea, url: [http://www.baicr.it/].

[115] NAIL, [http://www.nara.gov/nara/nail.html]

[116] La Library of Congress da soprattutto accesso agli archivi attraverso il gigantesco progetto della American Memory, url: [http://memory.loc.gov/]; " American Memory is a gateway to rich primary source materials relating to the history and culture of the United States.The site offers more than 7 million digital items from more than 100 historical collections."

[117] All'IUE, si può accedere all'eccelente serie di dati elettorali europei per l'Ottocento ed il Novecento elaborati da Daniele Caramani: Elections in Western Europe since 1815., Il CD-ROM è un supplemento al suo libro: Elections in Western Europe since 1815 : electoral results by constituencies., London, Macmillan Reference, 2000. "It contains the election results of national legislative elections for the lower houses of parliament of 18 Western European countries from the 19th century until the present time", url: [http://www.iue.it/LIB/e-access/CD-ROMs.html#elections].

[118] "The AHDS is a UK national servic .... Our team is here to help you discover, create and preserve digital collections in all areas of the arts and humanities.", url: [http://ahds.ac.uk/]. Invece, l'HDS, [http://hds.essex.ac.uk/ ], è parte dell'UK Data Archive, [http://dawww.essex.ac.uk/] ma è soprattutto una delle sotto-sezioni dell'AHDS all'università di Essex. L'identificazione e l'accesso ai materiali si fa attraverso BIRON, un modulo uniforme di ricerca, [http://biron.essex.ac.uk/cgi-bin/biron/]. Si veda in proposito di Oscar Struijvé: "L'History Data Service (HDS): usare Internet per fornire accesso a collezioni di risorse storiche., in Linguaggi e siti, la storia online., cit., 99-114. Una guida per la digitalizzazione delle risorse storiche è anche stata redatta per il conto del'HDS da Sean Townsend, Cressida Chappell e Oscar Struijvé: Digitising History : A Guide to Creating Digital Resources from Historical Documents, url: [http://hds.essex.ac.uk/g2gp/digitising_history/index.asp].

[119] "The Great Britain Historical Database is a large database of British nineteenth and twentieth-century statistics. A significant amount of work has gone into integrating the referencing of spatial units, and where practical assembling data for different dates into single tables.The Great Britain Historical Database Online (GBHD Online) provides registered users with web-based access to a significant part of the Great Britain Historical Database. It contains: Statistics from the 1861 Census and the Registrar General's reports, 1851-1861; Employment statistics from the census, 1841-1931; Demographic statistics from the census, 1841-1931; Mortality statistics from the Registrar; General's reports, 1861-1920; Marriage statistics from the Registrar General's reports, 1841-1870; Trade union statistics for the Amalgamated Society of Engineers (ASE), 1851-1918; Official poor law statistics, 1859-1915 and 1919-1939; Small debt statistics from county courts, 1847-1913.", url: [http://hds.essex.ac.uk/gbh.asp]

[120] "The data presented here describe the people and the economy of the US for each state and county from 1790 to 1960. This site is made available with the cooperation and consent of the Inter-university Consortium for Political and Social Research (ICPSR), in Ann Arbor, Michigan." L'accesso a queste fonti statistiche è gratuito, url: [http://fisher.lib.virginia.edu/census/].

[121] Eh.net, [http://www.eh.net/]. Sulla storia economica nella rete rimando a Debra L.Morner, Robert Whaples, Samuel H.Williamson, "La storia ecomomica on line.", Linguaggi e siti, la storia online., cit., pp.85-98 e a Michelangelo Vasta: “Storia di Internet, Internet per la storia. La rete e le risorse per lo storico economico”, in Archivi e Imprese, n.17, 1998, pp.191-228.

[122] Al momento di rendere questo sagio non avevo ancora potuto prendere conoscenza del saggio recente dedicato a quest'argomento di Paolo Di Motoli ed Enrico Manera: "La Shoah in rete", in Contemporanea, a. 5, n.1, gennaio 2002, pp.221-226.

[123] Si veda in proposito come il saggio bibliografico di Robert Rozerr contenuto in The Holocaust encyclopedia, New Haven, Yale University Press, 2001, pp.734-735, diretta da Walter Laqueur e Judith Tydor Baumel, offra un attenzione nuova su come l'argomento venga tratato in rete. Il progetto Nizkor si trova all'url: [http://www.nizkor.org/]

[124] WWW-VL Italian History Index, Holocaust, a cura di Elena Sodini, url: [http://vlib.iue.it/hist-italy/military-ww2.html#holocaust]

[125] Url: [http://www.olokaustos.org/].

[126] Associazione Miriam Novitch, url: [http://www.romacivica.net/novitch/index.htm].

[127] Il saggio di Sarfatti è stato tratto da La rassegna Mensile di Israel, Vol.LIV, n.1-2, 1988, pp.49 e ss., url: [http://www.dsca.it/].