Giornalisti di moda

Questi sono un’appendice irritante di quelli dello spettacolo. A Milano, a Parigi o a New York non c’è mai una sfilata ridicola o patetica o banale. E’ tutta una sequenza di aggettivi iperbolici e di vergognose machette. In peggio, questi giornalisti non sanno che la moda è stata inventata in Italia o in Francia. Il loro italiano è zoppicante, ma per sembrare più raffinati ci ammorbano con una sequela di termini inglesi come trendy, cool, smart, fashion, make up, outfit, swimwear…..

Giornalisti dei talk show "simil-politici"

Il loro scopo sarebbe far parlare gli ospiti in modo che i telespettatori si facciano un’idea. I più subdoli invitano a parlare solo quelli che diranno ciò che piace loro. I più smaccati fanno parlare per 10 minuti gli amici, e per 12 secondi i non-amici. I più incapaci invitano 20 ospiti e poi non riescono a non farli parlare tutti insieme. Poi ci sono i giornalisti-predicatori-nascosti: che non riescono a fare domande che abbiano meno di 100 parole. E infine i giornalisti-predicatori, che arrivano a parlare più di tutti gli ospiti messi insieme e fanno domande a risposta obbligata. Infine ci sono quelli che intervistano i politici con domanda finte e un continuo alzarsi e abbassarsi della testa, per dire “sei bravo, vai avanti così”.

Markette motori

Il TG1 e il TG5 fanno due trasmissioni uguali sui “motori”. In ogni puntata l’informazione consiste nella presentazione di 2/3 automobili. Veri e propri spot di vendita, con la sola omissione del prezzo, spacciata per informazione.