TG nel marasma

Dove è finita la regola di “controllare le notizie?”. Ormai tutti i TG vanno a veline.
-Tre giorni prima sentiamo che l’occupazione è aumentata. Tre giorni dopo l’occupazione è diminuita di 75.000 unità.
-Milano blocca le auto per l’inquinamento! Gli esperti appaiono per dire che il provvedimento è inutile.
-Il CoronaVirus è poco letale e di difficile trasmissione. Oggi fermiamo città e trasporti. Ieri è arrivato in Italia un aereo dalla Cina. Oggi blocchiamo una nave con 6.000 passeggeri . Le mascherine vengono da WoHan (ieri) No, da Bergamo (oggi).

Giornalismo agghiacciante

Giletti ieri sera ha toccato il fondo del giornalismo: è la versione finto-politica della D’Urso. La serata agghiacciante doveva riguardare il matrimonio pacchiano di due variopinti in odore di mafia, invece si è trasformata nell’apoteosi promozionale dei due coniugi. I quali sono sembrati come Gulliver nella terra dei nani, e appariranno di sicuro in tutte le fogne televisive.

Dopo avere starnazzato per metà trasmissione sul “garantismo” come atto di fede (“tutti sono innocenti fino alla condanna”), Giletti ha dedicato la seconda metà a trattare da camorrista un cantante neo-melodico che si esibisce in quartieri o case malfamate e una bella signora che ha come colpa quella di essere stata moglie di un presunto camorrista e sorella di due camorristi condannati. Le prove delle colpe dei due protagonisti sono state raccolte intervistando passanti, testimoni oscurati, o peggio, un carabiniere in divisa che ha definito la signora (che dovrebbe denunciarlo per diffamazione), come “camorrista”.
Come mai la moglie di Riina (sorella di Bagarella) o i figli di Provenzano non hanno fatto un giorno di prigione? Perchè non sono stati giudicati dal tribunale Giletti, coi suoi patibolari giudici a latere. Secondo Giletti le voci di quartiere sono più attendibili della magistratura: se il portinaio e la commessa (o un pennivendolo) dicono che sei camorrista, non serve un processo. Devi discolparti, e non puoi invitare un cantante a casa tua, senza sputtanarlo.
Forse Giletti e i figuri che usa come opinionisti dovrebbero sapere che se uno non è in carcere o ne è uscito dopo aver espiato una pena, non può essere definito delinquente, mafioso, camorrista. E i cittadini non sono obbligati a sapere se uno con cui pranzano è indagato dalla magistratura o ha il nome scritto in un rapporto di polizia.

Detroit

Domenica sera RAI3 ha meritoriamente mandato in onda un capolavoro.

Detroit è un film del 2017 diretto da Kathryn Bigelow e scritto da Mark Boal. La pellicola narra gli scontri di Detroit del 1967 avvenuti dal 23 al 27 luglio, scatenati dall’intervento della polizia in un bar privo di licenza; alla fine il risultato fu di 43 morti, 1.189 feriti, oltre 7.200 arresti e più di 2.000 edifici distrutti.

Il film insegna due cose. La prima è che ogni rivolta si traduce in violenza con vittime fra i rivoltosi, le forze dell’Ordine e i cittadini. La seconda è che se le torture sono commesse dagli Usa, dalla Francia o dall’Italia si tratta di errori, se sono commesse a Hong Kong o Iran sono crudeltà di regime.

Crimini sotto silenzio

Giornalisti, commentatori, mezzibusti, inviati, opinionisti e politici sono riusciti in questi giorni in un’impresa linguistica difficile quanto vergognosa.
Non hanno mai associato i termini “crimine” o “terrorismo” all’assassinio (con relativa strage) del generale Soleimani.
Trump accusa Soleimani di avere gestito “operazioni coperte” all’estero, minacciando il monopolio di queste,che gli Usa hanno da 70 anni.

Suggerimento per il MOIGE

La tv è piena di trasmissioni “spazzatura” che influenzano in modo disgustoso i modi di pensare, i consumi, le abitudini e gli atteggiamenti dei nostri figli.
Suggeriamo al MOIGE di chiedere che venga inserito questo avviso all’inizio di ogni puntata di:

Grande fratello (Nip e Vip)
Temptation Island
La pupa e il secchione (e viceversa)
Ciao Darwin
Uomini e donne
Avanti un altro
Live-Non è la D’Urso
…..e tutti gli spettacoli che sfruttano i minori per fare ascolti.