PREMESSA
Il turismo viene inteso in questo contributo come una attività
ricreativo-culturale per chi lo fa, unattività di ospitalità
per la comunità ricevente, unesperienza di incontro per
entrambi i soggetti. ,
Gli scopi del turismo si differenziano in maniera vistosa tra i soggetti
ed i ruoli che ne sono coinvolti. In senso lato e generale possiamo
affermare che scopo ultimo del turismo e il benessere, economico e
ostentativo per chi lo vende, psicologico, culturale e fisico per
chi lo consuma.
Il legame fra turismo e dimensioni immateriali (lostentazione
della comunità ospitante, ed il benessere psicologico per il
turista) legittima la presenza nel settore dello psicologo e dellanimatore.
In un volume di Psicologia del Turismo sembra inutile definire il
ruolo e la funzione dello psicologo, mentre più interessante
è dare conto del ruolo e della funzione dellanimatore.
Lanimatore è un professionista del benessere immateriale,
che fa uso intenzionale di tecniche ludico-ricreative ed espressivo-
culturali. In termini di finalità non esiste distinzione possibile
fra tutte le professioni relazionali e sociali, essendo tutte concentrate
sullaumento del benessere o la riduzione del malessere. La vera
distinzione è relativa alle tecniche usate intenzionalmente
per produrre risultati. Il medico usa farmaci e bisturi; lo psicologo
usa il colloquio e le tecniche proiettive; il fisioterapista usa le
tecniche corporee: lanimatore fa uso, per la promozione del
benessere, delle tecniche ricreative (gioco, festa, divertimento,
spettacolo, gara, movimento, ecc.) ed espressive (linguaggi, arte,
musica, manualità, ecc.).
1.IL TURISMO COME ATTIVITÀ DI OSTENTAZIONE ED ACCOGLIENZA.
La comunità territoriale che ospita turisti deve intanto esprimere
un messaggio di auto-stima e di valorizzazione di sè. Invitare
qualcuno a casa propria implica avere qualcosa di valore da far vedere
o dare; richiede di essere consapevoli di proprie risorse da condividere
e di avere lorgoglio di farlo; esige un atteggiamento ed una
organizzazione di accoglienza.
L ospitante esprime dunque un misto di motivazione ostentativa (vieni
da me che ho tante cose belle da mostrarti e farti usare) e di disposizione
allaccoglienza (mi sono organizzato per il tuo benessere). Lostentazione
si fonda su almeno tre variabili immateriali: la consapevolezza di
avere qualcosa da dare; la valorizzazione ed insieme la disponibilità
a condividere (sia pure in cambio di soldi) questo qualcosa; la organizzazione
adatta alla ospitalità.
Il problema di molte comunità erritoriali potenzialmente
turistiche è che sono molto carenti tutte e tre le variabili
menzionate: da qui si intravvede un ruolo per lo psicologo e l'animatore.
La consapevolezza del "tesoro" da offrire ha a che fare
con l'autostima dell'ospitante, il suo rispetto per le radici e la
propria cultura, il suo senso della natura e dell'ambiente: in sintesi,
l'amore e la conoscenza della comunità.
Assume toni commoventi certo turismo statunitense, per esempio che
privo di vera storia, valorizza e promuove capanne di legno vecchie
di un secolo, dentro le quali ci sono statue di cera che rappresentano
Toro Seduto o il generale Custer. File di pullman, punti di ristoro,
stands di souvenir, cartelli pubblicitari distanti 200 miglia segnalano
un luogo che nessun europeo si sognerebbe di considerare un "tesoro"
da mostrare. Al contrario, si prova pena per lo sfacelo di certe basiliche
italiane, antiche di mille anni, coperte di graffiti, sepolte dai
manifesti che reclamizzano lultimo detersivo, schiacciate da
orrendi edifici circostanti, chiuse per lunghe parti della giornata.
Mentre il popolo americano è abbarbicato alle sue brevi radici
agricolo-pastorali, come testimonia la cultura del cinema western,
il popolo italiano si vergogna quasi dei suoi secoli di storia, tanto
da fare dei film sulla storia romana persino grotteschi. Le comunità
italiane sono ormai deterritorializzate, sradicate, svalorizzate dai
loro membri che le vivono come luoghi da cui fuggire, almeno nei week-ends
(per le grandi città) o addirittura per sempre (per le piccole
città provinciali).
A parte la classiche città darte, lItalia dispone
di migliaia di siti pieni di ricchezze culturali, artistiche, archeologiche,
naturalistiche, ambientali, gastronomiche che sono sottovalutate e
magari poco conosciute dagli stessi abitanti. Molti luoghi potenzialmente
turistici sono come individui privi di auto-stima che non consiglierebbero
a nessuno di passare un weekend con loro.
Indurre una comunità a valorizzarsi è uno dei possibili
compiti dello psicologo e dellanimatore. Il primo può
farlo attraverso la costituzione di gruppi di leaders, che analizzino
il potenziale "tesoro" del territorio e progettino il modo
di valorizzarlo. Il secondo mediante la ricerca, realizzata insieme
ai cittadini, delle tradizioni dimenticate, dei tesori sepolti, delle
leggende scomparse, oppure dei panorami trascurati, dei boschi trasandati,
dei fiumi inquinati. Entrambi possono lavorare per 1'enpowerment,
laggregazione e la partecipazione della comunità alla
propria valorizzazione.
A volte la scoperta di qualcosa che ci piace in noi, si accompagna
al segreto, alla gelosìa, alla riservatezza, o' non pensiamo
che quello che pare bello a noi possa interessare anche gli altri,
eppure siamo restii a condividerlo come se, così facendo, dovessimo
perderlo. Lautostima deve dunque accompagnarsi allapertura
ed allo scambio, mentre spesso, le comunità potenzialmente
ospitanti sono chiuse, provinciali, autarchiche, indisponibili più
che incapaci a condividere.
In termini culturali si tratta di indurre nelle comunità un
atteggiamento turistico. Qui lItalia sconta grandi arretratezze,
anche dovute ad equivoci ideologici. Negli Anni Settanta, lo sviluppo
dignitoso e desiderato era solo quello industriale. Giganteschi apparati
industriali, spesso inquinanti e dirompenti per il tessuto locale,
sono stati preferiti, anzi hanno spesso sostituito, tesori di grande
potenziale turistico. Il lavoro dellospitalità è
ancora spesso ritenuto servile, non professionale, pre-moderno e residuale.
Solo da poco stiamo comprendendo che il turismo è, in quanto
industria e mercato del benessere e dellimmateriale, un settore
centrale della Postmodernità. La produzione e la vendita
dei servizi turistici è un processo sofisticato, a basso investimento
ed alto reddito aggiunto, che ha il pregio di un impatto soft sulla
comunità. Mentre la cultura industriale ha implicato gravi
alterazioni ambientali e culturali, la cultura turistica ha il carattere
della conservazione e della qualificazione della qualità ambientale
e vitale di un territorio.
La propensione alla condivisione del "tesoro" turistico,
cioè la commercializzazione della storia e della identità
di un territorio, richiede uno spostamento nella attribuzione dei
valori ed una apertura allesterno. Una comunità che si
trasforma in turistica richiede che gli abitanti diano più
valore ad un bosco che ad una officina; che il lavoro della guida
turistica diventi più appetibile di quello del fresatore; che
un festival sia considerato importante almeno come una fognatura.
Inoltre una vocazione turistica richiede unapertura mentale
ed organizzativa non solo a ricevere ospiti ma anche ad andarli a
cercare, mediante contatti nazionali ed internazionali, progetti da
offrire, relazioni da intessere.
Qui lo psicologo può offrire la sua competenza nei processi
di cambiamento degli atteggiamenti, oltre che nella formazione. E
1'animatore può stimolare la comunità nella progettazione
di pacchetti attraenti, oltre che nella realizzazione di servizi e
programmi ricreativi e culturali.
Infine l'organizzazione. Una comunità turistica deve essere
una impresa integrata e coordinata che produce servizi qualificati.
Come una organizzazione manufatturiera integra le sue risorse, funzioni
e procedure allo scopo di produrre beni così un territorio
deve integrarsi per produrre benessere turistico".
La disintegrazione delle comunità nazionali è così
avanzata che è cosa rara la progettualità inter-istituzionale.
Turismo significa qualificazione professionale, salute ed estetica
ambientale, valorizzazione dei beni artistici e storici, trasporti
efficaci, orari dei servizi centrati sul cliente, ordine pubblico,
volontariato, controllo dei prezzi e della qualità delle prestazioni.
Insomma una casa che deve ospitare qualcuno deve essere organizzata
col massimo comfort per lospite, il che significa anche massimo
comfort per chi la abita. Questo richiede un coordinamento ed una
strategia fra enti diversi o settori diversi dello stesso ente, strategìe
coordinate, funzioni
specializzate, procedure efficaci, informazioni diffuse: insomma una
organizzazione di qualità.
Qui può intervenire lo psicologo del lavoro e dellorganizzazione,
le cui competenze si possono applicare al territorio turistico non
diversamente da come si applicano ad una organizzazione aziendale.
Ma anche lanimatore ha una funzione: che è quella di
stimolare la creazione di spazi, servizi, avvenimenti per la ricreazione
e la cultura che non esistono ancora, ma sono potenzialmente realizzabili
per rendere migliore il prodotto turistico offerto.
2.IL TURISMO COME ATTIVITÀ RICREATIVA E CULTURALE.
Le motivazioni del turista sono di due ordini. Il primo ordine è
quello della vacanza, dellevasione, del riposo, del divertimento:
della ri-creazione delle energìe psicofisiche compromesse durante
la settimana o durante lanno di lavoro.
Il secondo ordine è quello della curiosità, dellesplorazione,
della crescita formativa, della conoscenza: cioè dellarricchimento
degli orizzonti culturali.
Il primo ordine di motivazioni può essere considerato terapeutico
nel senso della cura e del ripristino del sè compromesso dalla
vita quotidiana. Il secondo ordine può essere valutato come
formativo, nel senso della crescita e della espansione.
Non di rado il turista è mosso da entrambe le motivazioni intrecciate
fra loro, quella riparativa e quella espansiva. Ma ciò che
ci interessa è sottolineare che la cura e la crescita sono
tipiche finalità attinenti al ruolo dello psicologo e dell
animatore.
In alcuni casi le due motivazioni si accompagnano ad una terza che
è quella della ostentazione: andare in un posto per dire di
esserci stato. Tuttavia è raro il caso che vede questa motivazione
slegata da una delle precedenti o da entrambe.
Non è raro invece che le motivazioni e le aspettative vengano
del tutto o in parte frustrate.
La ri-creazione e la crescita culturale non si realizzano per semplice
spostamento dei corpi. La tendenza perniciosa del turismo moderno
sta nella omologazione ambiantale: tutto assomiglia all'ambiente da
cui il turista proviene Edilizia, urbanistica, traffico, inquinamento,
deturpazione degli scenari, rumore stanno dilagando in ogni angolo
della Terra. La musica e il divertimento ripetono ovunque i modelli
televisivi. Persino la cucina si internazionalizza, diventando un
neutro mix di sapori sempre più perduti. E lingua del Paese
ospitante è considerata un dialetto senza valore, soppiantato
da un ridicolo inglese planetario.
Il concetto di divertimento adulto, che consiste nella esperienza
della divergenza e della diversità, viene sostituito da quello
regressivo ed infantile della ripetizione.
Perchè dunque le motivazioni del turismo vengano soddisfatte,
occorre che il turista ed il territorio ospitante siano aiutati a
superare le proprie ambivalenze. Il turista vuole ricrearsi e /o crescere
culturalmente, ma insieme vuole perpetuare le sicurezze lasciate a
casa. La comunità ospitante vuole offrire una propria identità
originale, ma insieme asseconda la richiesta di uniformità
per paura di non essere in sè desiderabile.
Lo psicologo qui ha molto da offrire nella progettazione di offerte
turistiche davvero ri-creative e culturalmente stimolanti e nella
valutazione delle motivazioni e degli atteggiamenti dei turisti.
Lanimatore a sua volta ha un ruolo centrale nella realizzazione
di prodotti e servizi ricreativi e culturali.
3.IL TURISMO COME ESPERIENZA DI INCONTRO.
Il turismo è in senso generale una esperienza di incontro fra
culture, stili di vita, tradizioni e bisogni.
Il turista porta con sè il Paese di partenza, mentre la comunità
circostante offre se stessa allincontro.
E tristemente sorprendente constatare quante esperienze turistiche
si concludono nella più completa assenza di incontri. Molti
pacchetti turistici sembrano pensati apposta per evitare il contagio
dellincontro. In nome della sicurezza e della comodità,
migliaia di turisti vivono il loro viaggio sotto vetro e gli unici
contatti con gli abitanti si limitano agli operatori turistici: guide,
cameriere, baristi, taxisti.
Non è strano che mentre tutti i pacchetti turistici prevedono
la visita al famoso monumento, quasi nessuno prevede un incontro vero
con persone del luogo?
Questa estraneità fra persone produce un atteggiamento violento
da entrambe le parti. Il turista si sente oggetto di sfruttamento
intensivo e dunque si difende con atteggiamenti di chiusura e superiorità;
la comunità ospitante si sente colonizzata e risponde con atteggiamenti
repulsivi e di sfruttamento. Si struttura cosi una relazione reciprocamente
predatoria, che più che come incontro si connota come scontro.
Lincontro è dunque artefatto e mediato solo dagli scenari
naturali ed artistici, che tuttavia, privi di un retroterra di relazioni
interpersonali, diventano visioni imbalsamate da car toli na.
Lo psicologo e lanimatore potrebbero anche qui fornire occasioni
preparate di incontro reale fra persone, studiand le modalità
e le situazioni più efficaci. I pacchetti turistici potrebbero
prevedere incontri organizzati fra persone di Paesi diversi, il cui
scopo sarebbe la reciproca conoscenza e comprensione.
4.QUALE PSICOLOGO E QUALE ANIMATORE PER IL TURISMO.
Fino ad ora lo psicologo è una figura molto rara nel turistico,
dove ha agito soprattutto in veste di formatore per
operatori ed animatori.
Ciò che auspichiamo è invece un sempre maggiore inserimento
nei processi di sensibilizzazione, valorizzazione del territorio,
coesione comunitaria, relazione inter-sistemica, progettazione di
servizi. Non pensiamo naturalmente ad uno psicologo clinico, ma ad
uno psicologo di Comunità o del Lavoro, capace di realizzare
Ricerche-Intervento, gruppi di lavoro, progettazioni partecipate,
gruppi di incontro inter-culturali.
Lanimatore è certo una figura più diffusa nel
turismo, fin dagli Anni Sessanta. La Legge Quadro Sul Turismo ne fa
esplicita menzione: anche se dopo quasi dieci anni, nessuna Regione
ha legiferato in merito, come doveva.
Purtroppo la diffusione dell'animatore è stata pilotata da
un settore turistico perticolarmente selvaggio e profit oriented:
le multinazionali dei villaggi turistici.
Le quali hanno inventato questa figura inizialmente al solo scopo
di poter diminuire i servizi di ospitalità, secondo lequazione:
più divertimento meno comodità alberghiere. Questo peccato
originale sia pure attenuato negli anni, influenza tuttora l'immagine
e la qualità professionale degli animatori: che sono in prevalenza
usati come "giullari della distrazione".
Esistono tuttavia esperienze diverse che fanno intravvedere una funzione
più qualitativa, sia per gli animatori che per il turismo.
Si tratta delle esperienze CEE di sviluppo dei territori poveri a
vocazione turistica. Qui gli animatori hanno fatto egregie azioni
di valorizzazione del territorio, enpowerment, e progettazione di
servizi attrattivi. Naturalmente questi animatori hanno avuto una
formazione ben diversa da quella da "enterteiner" spesso
richiesta da alberghi e villaggi. Una formazione che prevedeva competenze
nella ricerca ambientale e documentale; nella animazione dei gruppi;
nella organizzazione di servizi ed eventi ricreativi e culturali.
GUIDO CONTESSA è attualmente Vice-Presidente Nazionale della
SIPS-Società Italiana di Psicologia; Segretario Nazionale dell'AIATEL
- Associazione Italiana Animatori Tempo Libero; membro senior dell'
ARIPS-Assoc1azione Ricerche ed Interventi Psicosociali.
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