Per una politica sindacale nell'ottica del Tempo Libero (G. Contessa - 1977)

Malgrado la diffusa letteratura sul concetto di tempo libero, possiamo per semplicità, usarne la definizione concettuale più generica e larga:"Tempo Libero è lo spazio di tempo non occupato da attività lavorativa o dall'espletamento di bisogni fisiologici". Ricerche effettuate nel mondo anglosassone dimostrano che può considerarsi Tempo Libero dell'uomo medio europeo occupato, un tempo pari alle 4,30 ore di media al giorno.Questo dato tuttavia è assolutamente teorico ed è condizionato sia dai diversi connotati sociologici individuali, sia dalla situazione sociale in cui il tempo libero si esprime. In altre parole, è evidente che le quattro ore e mezzo di tempo libero ipotetico diminuiscano o aumentino in proporzione al reddito, al tipo di attività lavorativa, all'età ed al sesso degli individui; ma anche in proporzione alla composizione del nucleo familiare ed alla sua coesione, della funzionalità del trasporti,della entità del tempi morti infralavorativi, della distribuzione delle ferie annuali e dei ponti settimanali.

I dati più recenti mostrano che attualmente in Italia la forza lavoro ammonta a circa il 33% della popolazione. Segni chiarissimi fanno prevedere che questa cifra vada diminuendo e non solo per motivi di contingenza economica: il numero di disoccupati è infatti salito in misura assai minore rispetto a quello dei non occupati. II sociologo Alberoni prevede che la tendenza del mercato del lavoro in Italia sia verso un aumento dei salari ed una diminuzione degli occupati con una estensione delle fasce non occupate. Fenomeni che causano questa tendenza possono essere: l'aumento della scolarità; la diffusione dell'automazione; la pratica del doppio lavoro; la potenzialità conflittuale delle masse non occupate. Secondo questo quadro ci stiamo avviando ad una società in cui lavorano meno uomini ed in cui gli uomini lavorano meno, con l'eccezione delle zone di sviluppo del doppio lavoro. Se questa analisi è attendibile significa che ci stiamo avviando ad un tipo di società in cui il lavoro non e più unico polo della dinamica sociale: ad esso si affiancano una serie di attività che possiamo far rientrare sotto il nome di Tempo Libero.

Tempo libero e sistema
Tadizionalmente il tempo libero è visto come una funzione del sistema produttivo. Sia che si veda questo tempo come un'evasione edonistica, sia che lo si consideri come un riposo generatore, resta il fatto che suo fine è quello di servire a migliorare l'efficienza lavorativa.Un sistema come quello capitalistico, che vede il lavoro e l'accumulazione come suo pilastro centrale, non può che ritenere secondari gli altri aspetti della vita dell'uomo. Ad una mentalità rigorosamente capitalistica (direi calvinista) il tempo libero è visto come "tempo perso" perchè improduttivo. Per un atteggiamento di tipo edonistico e materialista il tempo libero è un'evasione dall'impegno di lavoro, un'avventura, uno sfogo creativoo ritenuto tale, dopo una settimana di alienazione. Alla mentalità individualista e piccolo borghese il tempo libero è il momento del riposo e dell'isolamento, delle occupazioni familiari. II sistema, che deve identificare produttore e consumatore, si è impadronito del Tempo Libero trasformandolo in un gigantesco mercato.Così l'alienazione coatta della fabbrica si riproduce nel tempo libero attraverso la manipolazione dei mass-media, la suggestione dei miti, la competizione moltiplicata dai consumi ostentativi. II passaggio dalla catena di montaggio alla catena di automobili sull'autostrada per il week-end è indolore per il sistema: anzi, perpetua comportamenti funzionali all'efficienza dell'organizzazione tayloristica del lavoro. Denominatore comune del momento produttivo e del tempo libero è l'inutilità del pensare: l'uomo è alienato negli oggetti che produce e che consuma. Ed il tempo libero altro non è che la somma dei consumi alienati nel campo turistico, informativo, sportivo, teatrale ecc. In queste condizioni il sindacato ha giustamente centrato la sua attenzione sul momento produttivo, trascurando il resto. Le lotte si fanno nelle fabbriche, mentre il resto del tempo è una tregua. Anche per il sindacato il Tempo Libero diventa un riposo o un'evasione: il lavoratore lotta sul posto di lavoro per otto ore al giorno, poi si siede rilassato davanti a Canzonissima o allo stadio. Gli uomini contro ilsistema in fabbrica diventano, grazie al tempo libero, uomini del sistema; la ribellione allo sfruttamento diventa accettazione della manipolazione nel Tempo Libero. In tutti questi anni il sindacato ha creato una cultura del lavoro ma ha trascurato di mettere a fuoco una cultura del tempo libero. Alle lotte sul lavoro non sono seguite le lotte nello spazio di tempo che veniva definito libero. II sindacato degli anni '70 ha il compito di creare questa cultura nuova, che vede l'uomo come una sintesi e che tiene nello stesso conto il momento del lavoro e del tempo libero. Una lotta circoscritta al momento produttivo ha ormai un'efficacia limitata, dal momento che il sistema estende il suo controllo anche all'esterno della fabbrica. Poichè il sistema ha diviso l'uomo in homo faber e homo ludens, coartando il primo e manipolando il secondo, il sindacato deve ricomporre i due momenti attraverso una nuova sintesi culturale. II tempo libero è dunque da liberare così come il lavoro è da liberare, ed il sindacato deve farsi carico di promuovere questi due piani di lotta contestualmente. Tutta l'esperienza controculturale degli anni '60 ha dimostrato come siano possibili tentativi di cultura alternativa all'interno del sistema. Nel complesso il sindacato italiano, fra le forze di sinistra, è stato quello meno creativo in termini di controcultura, anche se questo si giustifica con la crudezza delle battaglie contrattuali. La stona della Contestazione dell'ultimo decennio, negli USA come in Europa, ci ha insegnato la necessità di una lotta su tutti i fronti in cui il sistema si esprime. Ci ha insegnato che il vero nemico dei lavoratori non è il padrone in senso fisico, ma un sistema che si esprime con lo sfruttamento in fabbrica e la manipolazione fuori dalla fabbrica. Come gli studenti hanno capito che la loro lotta doveva essere portata fuori della scuola ed investire la fabbrica e il sistema, cosi i lavoratori devono esportare la lotta fuori della fabbrica investendo il cosiddetto tempo libero.

Ne conseguono alcuni corollari che possono essere presi a fondamento di una azione sindacale nel settore del tempo libero:

  1. la lotta per la liberazione dallo sfruttamento non è solo in fabbrica, ma ovunque (anche nel tempo libero);
  2. il sistema attua un controllo maggiore nella fabbrica che fuori diessa (nell'impresa il lavoratore è alienato d'autorità, al di fuoriè manipolato);
  3. i comportamenti acquisiti in fabbrica devono estendersi all'esternocosì come i comportamenti acquisiti all'esterno sono riportabiliin fabbrica;
  4. è necessario contestualizzare la lotta in fabbrica e quella neltempo libero, o meglio, è necessario promuovere una lotta che tengaconto di entrambe le dimensioni;
  5. il Tempo Libero va utilizzato per la diffusione di modelli comportamentali alternativi, che contribuiscano al ribaltamento dei rapporti di potere all'interno dell'azienda.

Quali problemi sottende il Tempo Libero ?
Nella concezione suindicata il Tempo Libero si identifica con tutti quei settori agibili per una vasta e globale presa di coscienza: la scuola e la formazione permanente, la cultura e l'informazione il cinema e il teatro, la musica e l'arte, lo sport e il turismo. La comprensione di queste disparate attività nel concetto di Tempo Libero deriva dalla loro modalità di fruizione, che è appunto realizzata nello spazio di tempo non lavorativo. Ma non è sufficiente indicare il Tempo Libero attraverso i settori che si ritengono inseribili nel suo contesto. Bisogna anche identificare le problematiche che il sindacato deve affrontare nella nuova ottica sintetica indicata prima.

Anzitutto il rapporto fra scuola-formazione permanente e tempo libero che deve essere interpretato in modo nuovo. Se vediamo il Tempo Libero come uno spazio per la presa di coscienza, ne esaltiamo le caratteristiche formative, ma perchè questo avvicinamento fra la formazione e il Tempo Libero non sia respinto dai lavoratori è necessario reinventare il concetto di formazione attraverso l'ottica della contro-cultura. Cioè attraverso una formazione che si diversifichi da quella borghese, lontana dalle motivazioni dei lavoratoriI lavoratori possono accettare di utilizzare il Tempo Libero per la formazione purchè questa non sia una formazione slegata dai loro interessi culturali. Purchè perda le sue connotazioni astratte e libresche per esprimersi attraverso mezzi e contenuti concreti. La conquista delle 150 ore di formazione deve essere esaminata anche da questa ottica e deve riuscire a creare una controcultura integrata in cui il Tempo Libero sia recuperato per la presa di coscienza.

II problema del doppio lavoro. II sindacato deve porsi sulla via dell'aumento dei salari e dei posti di lavoro, ma verso la diminuzione del lavoro individuale. Il doppio lavoro, come la pratica dello straordinario, oltre a limitare le possibilità occupazionali interferisce nel discorso del Tempo Libero, in quanto impedisce la nascita di una controcultura, rallenta la presa di coscienza, raddoppia lo sfruttamento

II problema dell'orario di lavoro e delle ferie annuali. Se il sindacato vuole agire lo spazio del Tempo Libero deve garantire un' equa distribuzione di esso anche in base alla possibilità di fruizione dei servizi. La concentrazione degli orari e la loro scarsa flessibilità, la concentrazione delle ferie settimanali e annuali certamente impediscono un uso alternativo del Tempo Libero a causa della inagibilità dei servizi turistici, culturali e sportivi e dei trasporti II sindacato deve dunque approfondire la tematica non come marginale, ma come essenziale per la fruizione di un tempo libero alternativo

II problema degli anziani. Oltre ad essere un problema assistenziale e sanitario, quello di circa dieci milioni di pensionati è un problema di Tempo Libero. Ci stiamo avviando ad una società in cui l'età media si avvicina ai 75 anni (nel 2000 arriverà agli 85): poichè l'età del pensionamento è intorno ai 60 anni, significa che resta uno spaziozio "libero" dal lavoro di circa dieci anni. Inutile sottolineare il potenziale di aiuto alla società che questa forza può dare se debitamente incanalata verso un utilizzo qualitativo del Tempo Libero.

II problema dell'informazione. Se è vero che il sistema estende ilsuo potere attraverso la manipolazione dei mass-media nel Tempo Libero è chiara l'importanza del problema dell'informazione. Un diverso utilizzo del tempo libero passa anche attraverso la diffusione di modelli di riferimento alternativi, il ribaltamento dei valori, la riqualificazione dei consumi. In questo senso è necessario che il sindacato estendala sua azione al controllo dell'informazione, affinchè le lotte in fabbrica non siano rese vane dalla manipolazione.

La partecipazione. E' evidente che la manipolazione è tanto più difficile quanto più il lavoratore è vicino e partecipa nei processi decisori. La partecipazione all'attività sindacale non è tuttavia l'unica forma agibile. Il Tempo Libero deve anche realizzarsi attraverso la partecipazione alla creazione del fatto culturale, della informazione e del fatto artistico. L'alienazione del Tempo Libero sarà sempre minore se il sindacato riuscirà a trasformare il lavoratore da fruitore a produttore, da consumatore a creatore della cultura, mediante la partecipazione.Così la partecipazione al fatto teatrale significa "fare" teatro; la partecipazione al fatto sportivo significa "fare" sport; lo stesso dicasi per il cinema, l'arte, la musica, l'informazione ecc. La mancanza di partecipazione rende l'individuo un semplice consumatore di un prodotto confezionato da altri , cioè dal sistema. Fare un turismo partecipativo significa "comunicare" con le diverse situazioni, fare un turismo alienante significa "consumare" paesaggi e comunità senza avere con essi dei veri rapporti.

CONCLUSIONI E PROPOSTE OPERATIVE
Le conclusioni vogliono solo indicare l'entità del problema del Tempo Libero e l'ottica in cui deve porsi il Sindacato. La traduzione di questa ottica in linee politiche spetterà alle mediazioni politiche e alla sperimentazione. L'idea di fondo è che il Sindacato deve impostare una lotta più integrale e meno "lavorocentrica"; deve vedere la politica del Tempo Libero non come una cosa diversa, ma come l'altra faccia della politica del Lavoro. L'importanza della creazione di una controcultura nel Tempo Libero è pari all'importanza del contropotere in fabbrica, perchè la liberazione dallo sfruttamento non deve essere sospesa al fischio della sirena.
E' ora dunque che il Sindacato:

  • ponga impegno nello studio delle problematiche del Tempo Libero almeno nella misura che pone allo studio del Lavoro
  • tenga presente, nelle decisioni di politica sindacale, la duplice ottica Lavoro-Tempo Libero
  • porti avanti, attraverso i CRAL e le Organizzazioni Ricreative, una serie di sperimentazioni in linea coi principi generali indicati
  • inizi una formazione di operatori socioculturali