Gratuità e piacere nel gioco
al convegno "Time to Play"
Resoconto sull'evento internazionale sul tema del gioco e della cultura ludica a cura di Eugenia Galateri. |
Brevi note di una osservatrice...Per chi volesse approfondire e consultare il programma rimando al sito http://www.comune.torino.it/gioco/timetoplay/ e ai materiali distribuiti nel convegno (ricerche, la raccolta degli abstract degli interventi, alcune riviste inerenti al tema, un indirizzario della rete ALI per giocare, della rete Jona, di Iter, Unicef etc) a breve disponibili nel fondo Tesp della Biblioteca Lazzerini di Prato. Intendo qui proporre, sulla base di alcuni seminari frequentati, alcuni spunti tratti dall’interessante e piacevole iniziativa di confronto che ha coinvolto operatori sociali, insegnanti, bambini, ludologhi, responsabili delle istituzioni e esperti nei molteplici argomenti inerenti ai temp e spazi del gioco. Non si è trattato solo di partecipare a seminari ma anche a esperienze reali di giochi condivisi. Da segnalare come significativamente innovativa
la metodologia del relazionare praticata nella prima giornata
che associava la presentazione di relazioni e il dibattito a forme
di gioco collettivo. Tra le molte parole chiave individuate come caratterizzanti
il tempo del giocare e gli spazi ludici:
Riporto alcuni denominatori comuni di base: "Condizione prima del giocare: trovare il tempo.." Sul tema della gratuità del giocare si sono soffermati in molti per chiarire che ciò non attiene all'irrilevante, al ‘non importante’, ma alla qualificazione di tempi/spazi di gioco. Free in inglese significa libero e gratuito mentre in italiano utilizziamo i due termini distinti e allora occorre aggiornare il 'luogo comune' della 'gratuità' spesso indicata come 'non valore' e invece da considerarsi per il gioco come ' tempo/spazio non mercificato'. Il 'tempo libero' è elemento fondamentale
da vivere nella quotidianità, per fare esperimenti, scambiare
esperienze e il gioco viene indicato dunque come diritto di bambini
e grandi a un tempo che è: cultura, benessere, partecipazione
sociale. . Si osserva che difficilmente però ci si concede di giocare per sensi di colpa.anche se il gioco è esplorazione, percorso di conoscenza, di cura di sè. L'ombra scura de gioco sta invece quando 'siamo giocati' e su questo il peggio lo ritroviamo nei modelli invasivi proposti dalla televisione. Tra tempo e gioco c'è un rapporto fondamentale infatti
la prima caratteristica del giocare sta nell'avere del 'tempo
libero' e questo introduce ai temi del 'loisir' : tempo
libero dagli obblighi familiari e definibile come un 'vacuum'... Il gioco, citando vari autori tra cui Elias, viene visto come "trasformatore del tempo". Nel gioco infatti è alterato il senso della "durata" del tempo. Si denuncia che il dominio della città da parte delle automobili determina l’incongruenza di parchi gioco che diventano di fatto recinti!!!. E' fondamentale per una crescita felice che bambine e bambini possano giocare ovunque nelle strade e nelle piazze e non in luoghi separati e questo è misura della ‘qualità del vivere in città’ anche degli adulti. Su questo aspetto si è soffermato in particolare un seminario che ha esposto le metodologie di esperienze alternative svolte in varie città tra cui Torino, Bari, Monaco etc. Sul tema della disponibilità di tempo per giocare nel corso del convegno è stata presentata e distribuita una ricerca promossa dalla Città di Torino e edita in maggio 2005 che ben dimostra la scarsità di 'tempo libero' di bambine e bambini di Torino: Vite da bambini: la quotidianità dai 5 ai 13 anni a cura di Maria Carmen Belloni. Suggestive le analisi sul gioco come stato d'animo, presenza dell'inconscio, sogno. Il gioco, citando Winnicott e Elias viene declinato da Duccio Demetrio in: cura, spaesamento, contrada, innocenza, dipendenza, frenesia, segreto, variazione. In particolare la cura è qui autostima, creatività; lo spaesamento è il 'carpe diem' ma anche il ricordare, gioco di memoria, di connessioni; la contrada è possibilità nel gioco di condividere, scambiarsi frasi, narrazioni; l'innocenza è sorpresa, linguaggio, innamoramento... ma anche prefigurazione dei giochi degli adulti (potere, guerra etc) ; la dipendenza è una doppia dipendenza che deriva dalla posta in gioco e dall'identità; la frenesia è il coinvolgimento ma anche il 'prendersi gioco'; il segreto richiama il senso di onnipotenza e la variazione rimanda alla diversità del giocare rispetto alla vita di ognuna/o e attiene dunque alle regole, alle parti svolte etc Nel contesto del giocare il tempo è sistema complesso che rimanda a ‘tempo vissuto e tempo agito’. Valori e significati cambiano per come il gioco si svolge; il tempo del gioco vive ed è vissuto, ci sono forme di oggettività e soggettività. Vari autori e proverbi popolari vengono citati rispetto alle definizione del tempo gioco come tempo perso/tempo guadagnato: "un bel gioco dura poco " e infatti viene affermato: "il tempo/spazio del gioco dei bambini è zona franca del tempo/spazio quotidiano, non corrisponde alle compatibilità del tempo libero adulto". Interessante poi il tempo del gioco come: 'farsi gioco, spiazzarsi, sentirsi in gioco' e il riferimento al valore del silenzio, della meditazione rispetto a S. Francesco che si definiva 'giullare di Dio'. In particolare da segnalare:
Indispensabile a mio parere l'acquisizione degli atti che speriamo vengano pubblicati breve. Eugenia Galateri, 7 novembre 2005 |