Gratuità e piacere nel gioco al convegno "Time to Play"
Resoconto sull'evento internazionale sul tema del gioco e della cultura ludica a cura di Eugenia Galateri.

Brevi note di una osservatrice...

Per chi volesse approfondire e consultare il programma rimando al sito http://www.comune.torino.it/gioco/timetoplay/ e ai materiali distribuiti nel convegno (ricerche, la raccolta degli abstract degli interventi, alcune riviste inerenti al tema, un indirizzario della rete ALI per giocare, della rete Jona, di Iter, Unicef etc) a breve disponibili nel fondo Tesp della Biblioteca Lazzerini di Prato.

Intendo qui proporre, sulla base di alcuni seminari frequentati, alcuni spunti tratti dall’interessante e piacevole iniziativa di confronto che ha coinvolto operatori sociali, insegnanti, bambini, ludologhi, responsabili delle istituzioni e esperti nei molteplici argomenti inerenti ai temp e spazi del gioco.

Non si è trattato solo di partecipare a seminari ma anche a esperienze reali di giochi condivisi.

Da segnalare come significativamente innovativa la metodologia del relazionare praticata nella prima giornata che associava la presentazione di relazioni e il dibattito a forme di gioco collettivo.
La sequenza di relazioni infatti era intervallata da performance di mimi e il richiamo a non superare il tempo assegnato (20 minuti) per ogni singola relazione era dato da un intervento musicale della banda (tamburo fisarmonica, basso tuba..). Suoni, immagini, parole e cibo: uno splendido mix ci ha permesso di gustare l'incontro dalle 9 alle 18 dimostrando che "parlare di gioco" comprende anche sperimentare il ‘piacere’: l’esperienza diretta del giocare anche degli adulti.

Tra le molte parole chiave individuate come caratterizzanti il tempo del giocare e gli spazi ludici:
  • gratuità
  • gratificazione
  • inventiva
  • non misurabilità
  • molteplicità
  • libertà
  • scelta
  • scoperta di sè e del mondo
  • autonomia

Riporto alcuni denominatori comuni di base:

"Condizione prima del giocare: trovare il tempo.."
"Perdere tempo per il piacere di farlo.."

Sul tema della gratuità del giocare si sono soffermati in molti per chiarire che ciò non attiene all'irrilevante, al ‘non importante’, ma alla qualificazione di tempi/spazi di gioco. Free in inglese significa libero e gratuito mentre in italiano utilizziamo i due termini distinti e allora occorre aggiornare il 'luogo comune' della 'gratuità' spesso indicata come 'non valore' e invece da considerarsi per il gioco come ' tempo/spazio non mercificato'.

Il 'tempo libero' è elemento fondamentale da vivere nella quotidianità, per fare esperimenti, scambiare esperienze e il gioco viene indicato dunque come diritto di bambini e grandi a un tempo che è: cultura, benessere, partecipazione sociale.
Si ritiene che nel giocare: 'vero tempo di vita vera' si esplichi una cultura di pace caratterizzata da: raccolta e rielaborazione, ozio creativo, reinvenzione del cambiamento nella diversità, azioni collettive, ' competenze militanti’, nuove prospettive, speranze, utopia.

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Il filo conduttore del gioco = gratuito è parte fondamentale e non accessoria di questo tempo/spazio di tutte/i; introduce nel mondo adulto il tema dell'incertezza, dell'imprevedibilità. Si cita la frase di Fink: "..esce estatico da se stesso per reinterpretare tutto il mondo"; il gioco è visto allora come 'risorsa interiore'; si ripercorrono gli archetipi e in particolare si ripropone Jung che vede il gioco all'origine della nostra storia in una dimensione primordiale di 'fascinazione'.

Si osserva che difficilmente però ci si concede di giocare per sensi di colpa.anche se il gioco è esplorazione, percorso di conoscenza, di cura di sè.

L'ombra scura de gioco sta invece quando 'siamo giocati' e su questo il peggio lo ritroviamo nei modelli invasivi proposti dalla televisione.

Tra tempo e gioco c'è un rapporto fondamentale infatti la prima caratteristica del giocare sta nell'avere del 'tempo libero' e questo introduce ai temi del 'loisir' : tempo libero dagli obblighi familiari e definibile come un 'vacuum'...
Questo tempo del gioco è particolarmente importante per il bambino che è in genere 'dominato' : non ha un reale accesso al tempo perché' quasi sempre il suo tempo è in relazione alle richieste di altri: genitori, scuola etc etc

Il gioco, citando vari autori tra cui Elias, viene visto come "trasformatore del tempo". Nel gioco infatti è alterato il senso della "durata" del tempo.

Si denuncia che il dominio della città da parte delle automobili determina l’incongruenza di parchi gioco che diventano di fatto recinti!!!. E' fondamentale per una crescita felice che bambine e bambini possano giocare ovunque nelle strade e nelle piazze e non in luoghi separati e questo è misura della ‘qualità del vivere in città’ anche degli adulti. Su questo aspetto si è soffermato in particolare un seminario che ha esposto le metodologie di esperienze alternative svolte in varie città tra cui Torino, Bari, Monaco etc.

Sul tema della disponibilità di tempo per giocare nel corso del convegno è stata presentata e distribuita una ricerca promossa dalla Città di Torino e edita in maggio 2005 che ben dimostra la scarsità di 'tempo libero' di bambine e bambini di Torino: Vite da bambini: la quotidianità dai 5 ai 13 anni a cura di Maria Carmen Belloni.

Suggestive le analisi sul gioco come stato d'animo, presenza dell'inconscio, sogno. Il gioco, citando Winnicott e Elias viene declinato da Duccio Demetrio in: cura, spaesamento, contrada, innocenza, dipendenza, frenesia, segreto, variazione.

In particolare la cura è qui autostima, creatività; lo spaesamento è il 'carpe diem' ma anche il ricordare, gioco di memoria, di connessioni; la contrada è possibilità nel gioco di condividere, scambiarsi frasi, narrazioni; l'innocenza è sorpresa, linguaggio, innamoramento... ma anche prefigurazione dei giochi degli adulti (potere, guerra etc) ; la dipendenza è una doppia dipendenza che deriva dalla posta in gioco e dall'identità; la frenesia è il coinvolgimento ma anche il 'prendersi gioco'; il segreto richiama il senso di onnipotenza e la variazione rimanda alla diversità del giocare rispetto alla vita di ognuna/o e attiene dunque alle regole, alle parti svolte etc

Nel contesto del giocare il tempo è sistema complesso che rimanda a ‘tempo vissuto e tempo agito’. Valori e significati cambiano per come il gioco si svolge; il tempo del gioco vive ed è vissuto, ci sono forme di oggettività e soggettività.

Vari autori e proverbi popolari vengono citati rispetto alle definizione del tempo gioco come tempo perso/tempo guadagnato:

"un bel gioco dura poco "
"il piacere dopo il dovere"

e infatti viene affermato: "il tempo/spazio del gioco dei bambini è zona franca del tempo/spazio quotidiano, non corrisponde alle compatibilità del tempo libero adulto".

Interessante poi il tempo del gioco come: 'farsi gioco, spiazzarsi, sentirsi in gioco' e il riferimento al valore del silenzio, della meditazione rispetto a S. Francesco che si definiva 'giullare di Dio'.

In particolare da segnalare:
  • la presentazione di giochi tradizionali artigianali tra cui in particolare quelli proposti dal relatore indiano che oltre alla loro piacevolezza dimostravano una grande coerenza simbolica con il vivere orientale come consapevolezza, cooperazione con la natura.
  • Il giocare con la rete: le esperienze dei giochi tecnologici.
  • I laboratori creativi nei reparti ospedalieri, condivisi tra bambini, operatori e genitori per giocattoli da adattare alle specifiche disabilità per garantirne facilitazione e accessibilità.
  • il video sull’esperienza svolta recentemente in Tunisia da 3 donne italiane in viaggio con un ludobus.che ha mostrato intrecci giocosi tra viaggiatrici e residenti.

Indispensabile a mio parere l'acquisizione degli atti che speriamo vengano pubblicati breve.

Eugenia Galateri, 7 novembre 2005