L'industria della solidarietà (M.Meti)

Siamo l'unico paese al mondo che dedica quasi ogni programma televisivo e quasi ogni manifestazione pubblica, alla cosidetta "solidarietà". La parola indica una raccolta di fondi, per azioni che una volta venivano chiamate di carità o beneficienza.

La solidarietà che i cittadini forniscono coi loro soldi è prima di tutto diretta a coloro che organizzano queste raccolte di fondi. E' rarissimo che i portatori del bisogno ricevano più del 20% dei fondi raccolti. Circa l'80% del ricavo (salvo eccezioni: in qualche caso va quasi tutto ai bisognosi, in altri casi non va nulla) viene speso per l'organizzazione della raccolta, il che significa anzitutto per gli stipendi o le prebende dei promotori. L'Italia è il solo Paese al mondo ad aver fatto della beneficienza un' industria. La solidarietà non solo fornisce posti di lavoro, ma anche un discreto potere a chi controlla le organizzazioni promotrici. I capi di questi enti vengono ospitati in televisione come "maestri di pensiero", vendono libri, diventano addirittuta consulenti di ministri e assessori. Naturalmente, nella veste di opinionisti e consulenti, puntano a fare in modo che lo Stato e le Regioni regalino sempre di più soldi e potere alla loro organizzazione di "solidarietà".

L'economia ha identificato coll'acronimo "BRIC" i Paesi che stanno emergendo come i più fiorenti del pianeta: Brasile, Russia, India, Cina. I potenti del mondo hanno creato nel 1999 il G20 che riunisce i Paesi più industrializzati del pianeta: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti (G8); Australia, Arabia Saudita, Argentina, Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Messico, Sudafrica, Turchia, Unione europea. Questi Paesi hanno i soldi per fare le guerre, controllano i flussi bancari, stabiliscono le regole dei commerci nel mondo. Non hanno i soldi per gestire i loro problemi sociali? Ha senso che l'Italia finanzi con soldi del Governo e con le elemosine "solidali" iniziative assistenziali in Paesi ormai ricchi come il Brasile, l'India o l'Indonesia ?
Oltre a questi Paesi ce ne sono altri meno fortunati ma che grazie alla solidarietà italiana possono fare a meno delle poltiche sociali, per investire tutte le loro risorse in armi da guerra o benefici per le èlites. Un esempio clamoroso è la Romania. Con la complicità dell'Italia e di altri Paesi europei, e con l'intermediazione delle organizzazioni dedite all'adozione, la Romania finanzia e gestisce le sue politiche per l'infanzia letteralmente "vendendo" i piccoli rumeni. La solidarietà verso la Romania serve in sostanza per facilitare le adozioni e per far risparmiare alla Romania gli investimenti verso l'infanzia.

L'Italia è uno dei Paesi del mondo in cui i cittadini sono più gravati dalle tasse. Lo Stato si sforza di far accettare ai cittadini il salasso fiscale, dichiarando a gran voce che i prelievi servono a finanziare, oltre al resto, la sanità, la cultura, l'università, le politiche assistenziali. Poi non passa ora senza che i cittadini vengano sollecitati a versare un obolo per la ricerca medica, per il restauro dei monumenti, per il sostegno a certe disabilità. Pur essendo i primatisti del mondo in fatto di prelievo delle tasse, gli italiani scoprono che la metà dei servizi pubblici dipende dall'elemosina che i volonterosi elargiscono tramite sms.

Tutto ciò serve a garantire il lavoro a migliaia di sedicenti ma finti "volontari", e a fornire potere ad un intero ceto cresciuto all'ombra della solidarietà. Ma è utile anche ad una miriade di cialtroni che scrivono libri che nessuno comprerebbe se non fossero "per finanziare le scuole dei bambini brasiliani"; che recitano o cantano in spettacoli dove nessuno li chiamerebbe e che nessuno pagherebbe, se non fosse per "aiutare le donne indiane". Insomma, la solidarietà è anche un sostegno alla carriera di sedicenti e variopinti artisti.

E i veri volontari? Il carrozzone della solidarietà prende in giro il pubblico, illude i bisognosi, e sfrutta i veri volontari. Coloro che gratuitamente, senza nulla in cambio (nè soldi, nè notorietà, nè potere), forniscono un aiuto a chi ha bisogno, finiscono per essere il mezzo per gli affari ed il potere degli imprenditori della beneficienza.

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