GLI SPAZI DELLA SOLIDARIETÀ (Gabriele Righetto)
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Solidarietà: Un piccolo tentativo di definizione e distinzione

Solidarietà e carità - La solidarietà è connessa, non poche volte, alla distribuzione di risorse o alla loro produzione in modo cooperativo, con la cooperazione può avvenire la messa a disposizione delle risorse non solo secondo quello che ognuno ha dato per la sua produzione, ma anche in modo da eccedere il meccanismo di scambio se si riconosce a qualcuno l’accesso a risorse indipendentemente dalla sua partecipazione attiva, in nome di un’appartenenza da cui proviene la condizione di poter attingere alle risorse presenti.
Non va confusa la solidarietà con la carità.
Mentre la seconda è una profonda scelta individuale di coscienza, (che può avere motivazioni anche assai partecipate e condivise), la solidarietà è un evento sociale che si manifesta in un contesto in cui vi sono regole di vita condivise e scenari organizzati, per cui il patrimonio di una comunità viene inteso come dotazione a sostegno tutte le persone o gli esseri viventi che in quella comunità si trovano con comunanza di spazi e scorrere di tempi. Mentre la carità è un’alta opzione individuale, la solidarietà è un’opzione concordata e condivisa da una comunità che non si considera solo somma di individui, ma anche comunanza di progetti di vita orientati ad obiettivi e scopi comuni. La carità appartiene al regno delle virtù; la solidarietà (che può intrecciarsi alla carità, ma non obbligatoriamente) appartiene all’etica politica, ossia ad un insieme di regole concordate e condivise per governare i modi qualitativi del vivere insieme, in spazi comuni.
Vicinanze ed accessi - Finché ci riferiamo ad un discorso molto generale sulla solidarietà esso mantiene un carattere astratto. Diverso diventa lo scenario quando ci si riferisce a risorse ben identificabili: la casa, il lavoro, il cibo, i beni di comfort, i trasporti, i momenti ricreativi e di tempo libero socializzato, il coinvolgimento con luoghi naturali, le cure sanitarie.
Tali risorse non solo hanno precisa concretezza, ma anche sono riferite ad una precisa spazialità non solo in termini di vicinanza, ma più pragmaticamente in termini di accessibilità.
Allora non appare solo la dimensione distributiva, ma emerge (e spesso in modo molto forte) la dimensione appropriativa e di esclusione. I beni primari non sono beni assicurati, si raggiungono con difficoltà e una volta perduti può essere arduo e al limite impossibile recuperarli.
Il possesso e lo stato di detenzione esclusiva suscitano anche sentimenti molto forti espressi in termini di paura di perderli. Non poche volte questi beni primari dipendono dal loro stare ed essere presenti in luoghi; l’accesso e la detenzione di questi dipende dall’appartenenza o non appartenenza a certi luoghi legittimati. Il presente intervento non intende approfondire il concetto di solidarietà, ma vuole offrire alcune riflessioni su come giochino le variabili ‘luoghi e spazialità’ nel far emergere e manifestare concretamente la socialità. L’intervento sarà suddiviso in:

  • una prima parte in cui si considerano le strutture primarie ed ancestrali della vicinanza e della solidarietà
  • una seconda parte riferita agli spazi contemporanei della solidarietà
  • una terza parte sarà dedicata ad un accenno all’Urbanistica partecipata (o Progettazione Partecipata) per suggerire rapidamente uno strumento con cui sostenere pratiche solidaristiche.

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