La III guerra mondiale dura da anni, e nessuno sa dire perchè (G.Colombi)

Nel 1990 Saddam Hussein invade il Kuwait e nel 1991 una cinquantina di nazioni occidentali inizia la guerra contro l'Iraq. La caduta delle torri gemelle nel 2001 è stato l'avvìo della III guerra mondiale, che vede dal 2003 gli Usa a capo di una coalizione occidentale contro Iraq prima e Afghanistan poi.

Chiunque pratichi la psicologia sa che è quasi impossibile determinare la causa e l'effetto fra una serie di eventi. Nelle guerre ci sono le cause dichiarate e le cause sottostanti. L'importanza delle cause dichiarate sta nel fatto che grazie ad esse che i Governi trovano il consenso tra le masse, necessario per affrontare una guerra.

Come nelle due precedenti guerre mondiali la causa dichiarata di questa è ambigua e confusa. La prima guerra mondiale ha considerato la sua causa scatenante nell'omicidio di Serajevo. La seconda, nella presa del corridoio di Danzica da parte di Hitler. La terza è attribuita a cause diverse: la difesa del Kuwait, la vendetta l'attentato al WTC, la caccia a Bin Laden, le armi di distruzione di massa, la guerra al terrorismo, l'esportazione della democrazia, la guerra contro i talebani oppressori dei diritti umani.

Il fatto impressionante è sempre la discrepanza abissale fra il motivo dichiarato per affrontare una guerra, e la gravità di una guerra "mondiale".

La prima guerra mondiale, per l'attentato mortale ad un erede al trono, ha causato circa 15.000.000 di morti dei quali 9 milioni di militari e 6 milioni di civili. E' durata 4 anni.

La seconda guerra mondiale, per impedire la conquista di una striscia di terra in Polonia da parte di un Hitler che aveva già conquistato senza nessuna obiezione l'Austria e la Cecoslovacchia, ha causato oltre 70.000.000 di morti di cui 48.500.000 civili e 22.500.000 militari. E' durata 5 anni.

La terza guerra mondiale va meglio, per ora: oltre 40 nazioni contro l'Iraq prima e i talebani oggi. Dura da 6 anni ed ha fatto (secondo fonti inglesi) circa 1 milione di morti fra gli iracheni e circa 6000 morti fra gli occidentali. Dell'Afghanistan si sa ancora poco, ma le premesse nefaste ci sono tutte. Gli afghani combattono da quasi due secoli e non hanno mai perso. Il fatto è che questo si dichiara avvenuto per vendicare i 3.000 morti di New York, e difenderci da un terrorismo di cui una delle cause è proprio la guerra mondiale stessa.

In questa terza guerra mondiale ci sono diverse contraddizioni, oltre alle motivazioni molto fumose. Basta citarne due.

La prima è quella relativa alle vittime civili. L'opinione pubblica mondiale guerrafondaia fa finta di scandalizzarsi per i civili uccisi come "danni collaterali", e dimentica che l'uccisione dei civili è la peculiarità di tutte le guerre moderne. Chi può dimenticare Dresda? Oltre ai dati complessivi sopracitati, ne ricordiamo uno a chi a la memoria corta. Dal 1940 al 1945 Milano subì decine di bombardamenti da parte degli "alleati". Il 20 Ottobre del 1944 nel quartiere di Gorla si contarono circa 703 vittime civili, tra questi 200 bambini dai 6 agli 11 anni, dalla prima alla quinta elementare, unitamente ai loro maestri, e alcune mamme che, dopo il primo allarme, apprensive erano accorse con in braccio altri bambini, per condurli nei rifugi (ancora esiste il monumento a memoria)

La secondo è quella delle trattative. Tutti urlano che "non si tratta coi terroristi" e si pensa ad una futura pace senza trattative in Iraq, in Palestina o in Afghanistan. Un Occidente che ha trattato con tutti i peggiori regimi della storia, da Hitler a Stalin, da Franco a Pinochet oggi rifiuta di sedersi ad un tavolo coi nemici per negoziare una tregua, se non una pace. Con chi si deve negoziare una pace se non con i nemici? Può non piacerci ma i nemici dell'Occidente oggi sono gli estremisti islamici che si definiscono patrioti o insorgenti anche se noi li chiamiamo terroristi. E tratteremo certamente, come abbiamo fatto in Vietnam, in Irlanda, in Corea, in Giappone. Solo che più tardi tratteremo più persone innocenti (militai e non) avremo da piangere.

Nessuno può uccidere nessuno. Mai. Nemmeno per difendersi.