La colonizzazione colombiana era basata sulla dichiarata volotà
di salvare le anime dei "selvaggi". La colonizzazione dei
XVIII, XIX e XX secolo si basava sulla "civilizzazione"
degli individui e dei paese colonizzati. Il XXI secolo ha visto l'ascesa
di un nuovo tipo di colonizzazione, basata sui diritti umani, la solidarietà,
l'altruismo e la bontà. L'idea di fondo è sempre quella.
L'Occidente non interferisce nella vita e nella politica dei Paesi
sotto-sviluppati per sottometterli, sfruttarli e derubarli, ma per
il loro bene.
Le guerre civili
Le guerre civili sono sempre criminali, disgustose, tragiche,
scandalose. Tuttavia la storia insegna che spesso sono necessarie
per la stabilizzazione, la crescita, lo sviluppo di una nazione. La
rivoluzione francese è stata una guerra civile fra aristocrazia,
ceto medio e quarto stato. La guerra civile fra unionisti e confederati
americani ha provocato 600.000 morti. La rivoluzione russa è
stata una guerra civile fra aristocrazia e proletariato, fra rossi
e bianchi. La rivoluzione cinese è stata una guerra civile
tra il Kuomintang e il Partito Comunista di Mao, durato tra alterne
fasi dal 1927 al 1950.
I francesi, gli americani, i russi e i cinesi non avrebbero mai accettato
che un contingente di Stati Uniti Africani o Nord-europei entrasse
in armi nel loro territorio per imporre un "cessate il fuoco"
fra le parti in conflitto, anche se "per il loro bene".
Peggio ancora se questi "contingenti di pace" fossero entrati
a sostegno di una parte contro l'altra. Cosa sarebbe successo se 100.000
svedesi, armati fino ai denti, fossero intervenuti a sostegno degli
Stati del Sud? Gli Stati Uniti potrebbero non esistere. Cosa sarebbe
successo se 100.000 africani fossero intervenuti in difesa della monarchìa
francese? Il ladro e tagliagole Napoleone è cresciuto proprio
grazie alla minaccia di intervento dell'ancient regime europeo contro
la rivoluzioe francese: e ne sono scaturiti milioni di morti.
Eppure oggi è ciò che l'Occidente fra quasi ovunque
sul pianeta. Ogni volta che ciò è avvenuto, in Africa
come in Asia, la vita dei popoli "salvati"
sono decisamente peggiorate. L'intervento Usa nel conflitto
fra i due Vietnam è stata una catastrofe (anche
pe gli Usa). E così è stato per l'Iraq, L'Afghanistan,
la Libia.
E' da notare che gli interventi "per il bene" dei
Paesi in conflitto, non avviene mai con aiuti pacifici,
medici o alimentari, disarmati. Ma con bombe sporche, omidici, carri
armati, embarghi, colpi di Stato.
L'immigrazione
Il colonialismo rinascimentale si basava sulle stragi e le rapine.
Il colonialismo moderno era fondato sui rapimenti, le deportazioni,
o le occupazioni armate. Il neo-colonialismo post-moderno si
basa sulla seduzione: venite da noi e troverete il paradiso. L'invito
non è fatto per avere forza-lavoro semi-gratuita e arricchire
il business dell'accoglienza, ma solo "per il bene"
di esseri umani che fuggono dalla miseria. Nessuno tiene conto del
depauperamento di risorse cui vengono sottoposti i Paesi di origine
dei migranti. La Nigeria o il Senegal vengono privati di migliaia
di giovani ed energìe che si riversano nel "Paesi del
paradiso"; e intanto l'Italia viene deprivata di migliaia
di giovani che vanno all'estero in cerca di lavoro, dopo che abbiamo
speso milioni per istruirli. Intanto l'Occidente deruba i Paesi
africani di materie prime e territori, e li usa come discarica di
scorie pericolose, favorendo le condizioni per l'emigrazione. Sonon
tanti gli emigrati che non potrà mai nascere un movimento anti-coloniale
in questo secolo.
La libertà della donna
Il neo-colonialismo dispiega tutte le sue armi nella difesa della
libertà della donna in tutto il pianeta.
In primo luogo pensiamo che la condizione della donna in Occidente
sia la migliore della Storia, il modello cui tutto il pianeta deve
ispirarsi. Non importa che il femminicidio sia un'usanza diffusa nei
paesi occidentali quanto e più che negli altri. Non importa
se il modello della donna dilagante, nei Paesi economicamente evoluti,
sia quello della divorziata con figli a carico. Non importa se i mass
media occidentali presentano abitualmente le donne come regine della
pornografia. Non importa se le donne in Occidente sono massacrate
da anoressìa, bulimìa, chirurgìa plastica, moda.
Il nostro modello di donna è l'unico accettabile.
In secondo luogo pensiamo che le donne non occidentali
siano incapaci di emanciparsi da sole. Le assemblee incaricate di
eleggere i deputati agli Stati generali presentarono nel 1789,
all'inizio della rivoluzione francese, all'Assemblea Rivoluzionaria
i Cahier de Doléances des femmes, una prima richiesta formale
di riconoscimento dei diritti delle donne. Negli stessi anni, sempre
in Francia, Olympe de Gouges pubblicò Le prince philosophe,
romanzo che rivendicava i diritti delle donne, ed iniziò ad
organizzare gruppi di donne. La sua azione tuttavia fu interrotta
quando iniziò a criticare lo stesso Robespierre, e nel 1793
venne ghigliottinata. Contemporaneamente a quanto avveniva
in Francia, pure nel Regno Unito si pubblicarono libri a sostegno
della tesi dei diritti per le donne. Nel 1792 Mary Wollstonecraft
pubblicò A Vindication of the Right of Women,
mentre iniziavano a formarsi i primi circoli femminili. Tuttavia le
richieste delle donne non ottennero risposte adeguate, sino a quando
- con la riforma del 1832 e con la legge comunale Corporations
Act del 1835 - alle donne venne concesso il diritto di voto,
anche se era limitato alle elezioni locali, mentre per quelle nazionali
non era possibile. Il movimento delle suffragette, come movimento
nazionale volto a chiedere il suffragio femminile, vide la luce nel
Regno Unito solo nel 1869. Ci volle ancora un secolo
perchè nascesse e crescesse un forte movimento femminista,
che ancora non ci ha portato alla piena difesa e uguaglianza della
donna.
Tutto questa storia va evitata alle donne dei Paesi meno avanzati.
E' l'Occidente che deve insegnare come si vive a donne che sono madri,
mogli e figlie di quelli che combattono nelle guerre civili; che sono
madri, mogli e figlie di quelli che emigrano; che sono madri, mogli
e figlie delle donne che accettano il viso velato, le limitazioni
dell'istruzione, i matrimoni combinati. Per il "bene delle
donne" non ci limitiamo a fare propaganda, o a fornire
aiuti culturali, ma stigmatizziamo, offendiamo, imponiamo embarghi
a interi Paesi.
L'omosessualità
La questione omosessualità è simile a quella della donna.
Fino a ieri in Occidente l'omosessualità era punita con la
galera, e ancora oggi non sono rari i casi di emarginazione e pestaggio.
Oggi facciamo finta che il problema sia risolto ed esigiamo che tutto
il pianeta faccia come noi. Anche in questo caso pensiamo che gli
omosessuali dei Paesi non occidentali siano incapaci da fare le loro
battaglie. Li esoneriamo da questo sforzo favorendo la loro emigrazione,
e ostacolando così la nascita e la crescita di un movimento
laico per la difesa e l'uguaglianza degli uomini o delle donne omosesuali
in tutti i Paesi non-occidentali. Anche qui non ci limitiamo a fare
propaganda, o a fornire aiuti culturali, ma stigmatizziamo, offendiamo,
imponiamo embarghi, sempre "per il loro bene".
La droga
Quello che avviene con la droga è paradossale. Ai Paesi occidentali
non piace la droga, ma non si sforzano di proibirne o legalizzarne
o il consumo. Le spese per l'educazione o la prevenzione primaria
sono insignificanti rispetto alle spese per la "guerra alla droga"
in tutto il pianeta. Non ci importa se nei Paesi andini si consuma
la coca da sempre. Non ci importa se in Yemen si usa il qat come il
caffè da noi. Non ci importa se la Cina ha dovuto affrontare
e perdere una guerra per impedire agli occidentali di vender l'oppio
ai cinesi. Non ci importa nemmeno se i papaveri dell'Afghanistan sono
il bene più commerciato dall'esercito americano.
E non ci interessa sapere che ci sono già alcuni Stati (California
compresa) che hanno legalizzato la cannabis ricreativa.
Andiamo in Sudamerica e in Estremo Oriente con i mitra, i bazooka
e i lanciafiamme per fare la guerra alla droga con migliaia di morti.
Non possono avere gusti e idee diverse sulla salute. Non possono coltivare
o fabbricare prodotti che i politici occidentali non gradiscono (non
le masse, che ne vanno pazze). Non possono nemmeno fare uso "per
il loro bene", delle droghe dei loro padri e dei loro nonni.
Ciò che importa è che siano sottomessi, come le vecchie
colonie.
Sarebbe fantastico vedere dei marines musulmani che invadono la Franciacorta
o il Kentucky per distruggere i vigneti e le fabbriche di alcol per
la "guerra all'alcol", la Francia per la "guerra al
bikini" o Hollywood per la "guerra alla pornografia".
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