Mercato e politica internazionale di Guglielmo Colombi

Viviamo in un mondo di capitalismo concorrenziale e globalizzato. Ogni azienda compete contro ogni altra e in ogni parte del pianeta. Il "mercato" è sovrano e lavoratori, salute, ambiente, sono fattori sacrificabili al profitto. Le guerre sono oggi, più che nei secoli precedenti, guerre commerciali e finanziarie dove i morti sono solo insignificanti "danni collaterali". La politica è a volte una pallida foglia di fico che serve a coprire l'oscenità del dio danaro, più spesso è il "comitato d'affari" dell'industria e della finanza. Governi, Presidenti e dittatori, nonchè terroristi, sono burattini e marionette animati dalle multinazionali e dalle buro-corporazioni. Il tragico è che tutto ciò non è (come nel secolo scorso) una interpretazione costruita da gruppi eversivi o rivoluzionari. E' ciò che viene pubblicamente asserito ogni giorno dai mass media anche più asserviti e benpensanti.

Il fatto curioso è che tutto ciò viene dimenticato, quando si parla di politica internazionale e rapporti fra gli Stati. Qui saltano fuori parole ireniche come alleanza, amicizia, solidarietà, cordialità. Gli shows televisivi che mostrano gli inutili e dispendiosi incontri internazionali fra gerarchi (come se nessuno di loro conoscesse le videoconferenze) si soffermano sulle strette di mano, i sorrisi, gli abbracci. Sembrano raduni di ex compagni di scuola. Come è possibile che in un pianeta tormentato da crudeli guerre commerciali e finanziarie, nonchè armate, i capi di Stato vengano mostrati come "amiconi" ? Evidentemente i media sono solo i gazzettieri del consenso.

Ci fanno credere che gli Usa siano interessati ad un'Europa forte e unita, quando è evidente che gli interessi economici di queste due entità sono in oggettivo conflitto. E' come dire che Apple desidera una Microsoft, forte e in salute. Se il pianeta è un solo mercato, le "bancarelle" degli Usa e dell'Europa vendono gli stessi prodotti e sono concorrenti sul piano globale. Lanciare una bella guerra armata in qualche parte del mondo è essenziale per il complesso industrial-militare americano, che così resta la prima stampella dell'economia Usa. Poco importa se gli Stati "amici (parola usata al posto di "servi") poi devono affrontare un terrorismo dilagante. Gheddafi aveva come primo partner commerciale l'Italia, il che spiega il gusto dei francesi nell'accopparlo. Fare un embargo per punire Putin è facile per gli Usa, visto che i peggiori danni li subirà l'economia europea.

Ci fanno credere che la Germania vuole un 'Europa forte, mentre è evidente che i tedeschi vogliono un'Europa forte solo se sono loro a controllarla. E' essenziale per la Germania che la FIAT vada peggio della Wolkswagen. E' ovvio che la Germania faccia di tutto perchè l'Europa importi le arance dal Marocco (che ammazzano una parte dell'agroalimentare italiano), se il Marocco si impegna a comprare macchinari industriali tedeschi concorrenti di quelli francesi o italiani. Quando la Cina o gli arabi comprano pezzi del "made in Italy" tutti esultano come se ricevessino i regali di Natale. Nessuno segnala che in un mercato globale, comprare un'impresa comporta la libertà di spostarla in altre parti del mondo, fonderla con altre imprese, chiuderla.
Molte aziende offrono gadgets col loro logo, a scopo promozionale. Le imprese farmaceutiche regalano viaggi a Barbados ai medici compiacenti. Gli Stati usano le "missioni umanitarie" e gli "aiuti internazionali" per vendere i loro prodotti ai Paesi aiutati.
La "solidarietà" verso l'immigrazione selvaggia, non è altro che un sistema di reclutamento di manodopera sfruttabile a prezzi più bassi e senza garanzie.

Insomma, in un pianeta dominato da speculatori, borseggiatori e tagliagole, perchè i capi degli Stati vengono dipinti come boy-scout in cerca di affetto? O è una finzione o è pura stupidità.

Nessuno può uccidere nessuno. Mai. Nemmeno per difendersi.