Cosa sappiamo della politica estera? (Adamus) Non esiste idea o proposta insignificante che sui media non passi con un'opinione del governo e una delle opposizioni. Ci sentiamo sempre in dovere di sentire due o più "campane", in politica interna: malgrado questo sappiamo poco e capiamo meno di quello che accade in Italia. In politica estera sentiamo sempre una campana sola: se si tratta di questioni relative ai Paesi amici, sentiamo solo le voci dei loro governi; se si tratta di problemi riguardanti Paesi non amici, sentiamo solo le voci delle opposizioni. Come pensiamo di capire cosa accade veramente? La democrazia occidentale ha da sempre una regola ferrea: le elezioni
vinte, non importa se con fondati dubbi di broglio, consentono a
chi vince di governare legittimamente e obbliga chi perde a stare
al gioco. I media nostrani sembrano avere molta simpatia per tutti i separatismi dei Paesi amici, molto meno per quelli dei Paesi non amici. Siamo dalla parte dei tibetani e contro la Cina, ma non ci sprechiamo per i ceceni per non fare arrabbiare la Russia. Siamo vicini al kosovo perchè non ci piace la Serbia, ma non vibriamo per gli armeni e i curdi perchè la Turchia sta diventando europea. Naturalmente non amiamo i separatismi europei (baschi, corsi, irlandesi) e siamo inorriditi di fronte agli accenni indipendentisti della "Padania". L'Italia è una sequela di misteri politici, di delitti irrisolti, di fenomeni incomprensibili, e i media non sono certo i facilitatori della comprensione che dichiarano. Metà dell'informazione nostrana è manipolata, l'altra metà è insulsa. Il risultato è che sappiamo pochissimo di noi stessi. Cosa ci autorizza a pensare che sappiamo di un Paese estero abbastanza per prendere le parti di qualcuno?
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