Mistificazioni sul "porto sicuro" di Mircea Meti


Tutta la polemica sull'immigrazione illegale gira intorno al concetto di "porto sicuro". La Libia, sito di partenza e porto naturale per le barche in difficoltà, non è considerata sicura perchè pare che i migranti siano rinchiusi in lagers e maltrattati. Questa narrazione contiene parecchie contraddizioni, che non sembrano appassionare i mass media.

1. Tutti i migranti arrivano in Libia
La Tunisia è più vicina all'Italia e non viene considerata "insicura". Eppure pochissimi migranti vengono portati là. L'Algeria è più vicina al Magreb ed è a un passo dalla Francia. Ma anche da lì non partono nè vengono portati i migranti. Infine c'è il Marocco, a un tiro di fucile dalla Spagna e per niente malfamato. Eppure da lì partono pochi migranti.
Quelli che arrivano dal centro-africa potrebbero riparare a sud, dove ci sono Paesi senza guerre e con regimi a legalità accettabile come il Senegal, la Namibia o il Sudafrica. Ma non sembra che i rifugiati del centro-africa considerino queste mete accettabili, anche se fuggono da guerre e persecuzioni.
I migranti medio-orientali hanno a disposizione Egitto, Israele, Oman, Emirati: Paesi sicuri e non belligeranti.
Per non parlare di pakistani e afgani, che per arrivare al Mediterraneo devono attraversare decine di Paesi dove chiedere asilo, e che non prendono nemmeno in considerazione India, Cina e tutte le ex repubbliche sovietiche.

2. Fayez al-Sarraj è stato insediato dall'Occidente
Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU riconosce all'unanimità il futuro governo di unità nazionale come solo governo legittimo della Libia, con a capo Fayez al-Sarraj.
Possiamo dire che Sarraj è stato insediato con l'approvazione di tutto l'Occidente. Infatti, viene ricevuto a Roma come a Parigi o Berlino come un capo di Stato "amico". Per non farsi mancare niente l'Europa concerta anche con Khalifa Belqasim Haftar, il generale che controlla la Cirenaica. Ora, i casi sono due. O non è vero che la Libia gestisce campi di tipo nazista, o è vero. Allora non si spiega come mai l'Occidente tratta dei massacratori come amiconi. E' come se l'Europa trattasse coi guanti bianchi Hitler, Mussolini o Pinochet.

3. Alla Turchia i miliardi, alla Libia le briciole
Sono in tutto a 5,6 i miliardi di euro versati a Istanbul per il programma concordato nel 2016 affinché il Paese si faccia carico dell'accoglienza dei rifugiati, diretti alla rotta balcanica. Il "tappo turco" iper-finanziato serve a difendere gli Stati dell'Europa centrale e orientale. Sono molti quelli che considerano la Turchia come "porto non sicuro", ma questo non sembra impensierire nessuno.
La Libia ha goduto di 338 milioni di euro dal 2014 a oggi, provenienti da fondi europei, cioè quasi un ventesimo della Turchia. Siccome il tappo libico serve a difendere l'emigrazione selvaggia verso l'Italia, la UE non la considera importante come la Turchia. Il paradosso è che l'Unione Europea dichiara la Libia uno Stato "non sicuro", ma continua a finanziarla (sia pure in misura risibile).

4. L' ONU è una soap opera
L'ONU è la solita barzelletta. Le ispezioni ai campi turchi mettono in evidenza situazioni disumane, ma non succede niente, anche perchè Erdogan non è stato messo lì dall'ONU. Invece, l'Alto commissario delle Nazioni Unite Zeid Raad Al Hussein, sui lager di Tripoli, afferma: "Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a episodi di schiavitù moderna, uccisioni, stupri e altre forme di violenza sessuale pur di gestire il fenomeno migratorio e pur di evitare che persone disperate e traumatizzate raggiungano le coste dell’Europa". Dimenticando che il governo di Tripoli è stato insediato e continua a essere appoggiato da tutti, ONU compresa. Perchè non mettere le sanzioni a uno Stato considerato tanto crudele?

Nessuno può uccidere nessuno. Mai. Nemmeno per difendersi.