Estratti da Manifesto per la soppressione dei partiti politici (Simone Weil)

 

  • Il fine di un partito politico è cosa vaga e irreale. Se fosse reale, esigerebbe un enorme sforzo d'attenzione, in quanto una concezione del bene pubblico non è cosa facile da elaborare. L'esistenza del partito è palpabile, evidente, e non esige alcuno sforzo per essere riconosciuta. È inevitabile, così che in realtà il partito sia esso stesso il proprio fine.
  • I partiti parlano, è vero, di educazione nei confronti di quelli che sono venuti a loro: simpatizzanti, giovani, nuovi aderenti. Questa parola è una menzogna. Si tratta di un addestramento che serve a preparare l'influenza ben più rigorosa esercitata dal partito sul pensiero dei suoi membri.
  • Lo scopo manifesto della propaganda è la persuasione, non la comunicazione della luce. Hitler aveva capito perfettamente che la propaganda è sempre un tentativo di asservimento dello spirito.
  • Ma se l'appartenenza a un partito obbliga sempre, in ogni caso, alla menzogna, l'esistenza dei partiti è assolutamente, incondizionatamente, un male.
  • Quando in un paese esistono i partiti, ne risulta prima o poi uno stato delle cose tale che diventa impossibile intervenire efficacemente negli affari pubblici senza entrare a far parte di un partito e stare al gioco. Chiunque si interessi alla cosa pubblica desidera interessarsene efficacemente. Così, chiunque abbia un'inclinazione a interessarsi al bene pubblico o rinuncia a pensarci e si rivolge ad altro, o passa dal laminatoio dei partiti. Anche in questo caso sarà preso da preoccupazioni che escludono quella per il bene pubblico.
  • Ma in realtà, al di là delle eccezioni molto rare, un uomo che entra in un partito adotta docilmente la disposizione d'animo che esprimerà più tardi con le parole: "come monarchico, come socialista, penso che...". È una posizione così confortevole! Perché equivale a non pensare. Non c'è nulla di più confortevole del non pensare.
  • L'istituzione dei partiti sembra proprio costituire un male senza mezze misure. Sono nocivi nel principio, e dal punto di vista pratico lo sono i loro effetti. La soppressione dei partiti costituirebbe un bene quasi allo stato puro. È perfettamente legittima nel principio e non pare poter produrre, a livello pratico, che effetti positivi.
  • Quasi dappertutto – e anche, di frequente, per problemi puramente tecnici – l'operazione di prendere partito, di prendere posizione pro o contro, si è sostituita all'operazione del pensiero. Si tratta di una lebbra che ha avuto origine negli ambienti politici e si è espansa, attraverso tutto il paese, alla quasi totalità del pensiero. Non è certo che sia possibile rimediare a questa lebbra che ci sta uccidendo, senza cominciare dalla soppressione dei partiti politici.

Nessuno può uccidere nessuno. Mai. Nemmeno per difendersi.