Idee varie per la Prevenzione |
Una
ricerca condotta dallo staff di Becca R. Levy della Yale University
e pubblicata sul numero 83-2 del Journal of Personalità and Social
Psychology, afferma che chi ha una buona percezione di sé e sviluppa
attitudini e comportamenti positivi ed ottimisti vive circa 7 anni
di più di chi ha impressioni negative. I ricercatori sono arrivati
a questa conclusione dopo aver seguito in Ohio 660 uomini e donne
fra i 50 ed i 94 anni per un periodo di 22 anni. La speranza di
vita di chi pensa
.diventerò vecchio è concretamente
superiore di quella di chi pensa
questo potrebbe essere
il mio ultimo anno. Addirittura, gli atteggiamenti degli
ottimisti influenzano fra laltro il livello di
colesterolo e la pressione del sangue. PREVENIRE
LA VIOLENZA Sul
primo numero di MONITOR - la rivista dellAPA (American Psychological
Ass.) del 2003 è presentato un intervento ideato da membri
dellassociazione insieme con operatori sociali e membri del
NAEYC (National Association Education Young Children)
. Questo progetto comprende:
-una campagna promozionale antiviolenza attraverso diversi
tipi di mass-media
- un training per operatori sociali finalizzato allapprendimento
di un metodo formativo trasferibile in altri contesti
- un intervento di Psicologia di Comunità e quindi di animazione
del territorio destinatario
- una strategia di espansione tesa a preparare adulti in genere
ed operatori educativi in senso lato i quali hanno contatto con
minori, a stimolare comportamenti non violenti in questi ultimi. Il
programma negli USA è attuato dal 2000 ed ha coinvolto 300 professionisti,
3.000 adulti, una decina di territori fra cui Kansas
City, Atlanta, Chicago, New York. Levaluation
, momento particolarmente delicato e significativo, si propone di
verificare lefficacia dellintervento e di identificare
le aree che hanno bisogno di cambiamenti e di miglioramenti ed utilizza
sostanzialmente due tipi di controllo:
- sulle azioni a supporto del progetto, mentre esso viene
realizzato
- sulle azioni a cascata conseguenti allintervento. *
Egeo nella linea di prodotti di
ArcipelagoEd presenta CIVES un kit elaborato
da ARIPS secondo gli stessi principi. Chi
vuole può scaricare il testo da qui. In
occasione della giornata mondiale di lotta allAIDS, Kofi
A. Annan, segretario delle Nazioni Unite, ha inviato il seguente
messaggio:
Lepidemia dellAIDS si è trasformata in un terribile
fardello per milioni di persone, famiglie e comunità di tutto il
mondo. Per alleviarlo è necessario migliorare lattenzione
alla salute, facilitare laccesso e il trattamento, adottare
strategie di prevenzione più energiche, promuovere lefficacia
dei servizi sociali, sostenere i più vulnerabili e in particolare
gli orfani. LAIDS
porta un altro carico terribile che ognuno di noi potrebbe contribuire
ad alleggerire: la stigmatizzazione dei malati. La ghettizzazione
può produrre un danno grande quanto il virus. La solitudine e labbandono
che genera sono causa di profondo dolore per i sofferenti. Tuttavia
tutti potremmo soffrirne, perché il pregiudizio è un affronto alla
nostra comune condizione umana. Alcune
persone, poiché sono malate di AIDS, vengono private del godimento
dei fondamentali diritti umani come la possibilità di alimentarsi
o di vivere o di svolgere unattività di lavoro che sono perfettamente
in grado di esercitare. A volte sono allontanati dalla loro comunità,
in alcuni casi particolarmente tragici- dalla loro stessa
famiglia. La paura del pregiudizio porta al silenzio: un silenzio
che nella lotta contro lAIDS equivale alla morte. Questo timore
limita il dibattito pubblico sullAIDS e demotiva le persone
ad appurare se hanno contratto il virus. Può anche portare alcune
persone -per esempio una madre che allatta suo figlio, o un partner-
a correre il rischio di trasmettere il virus purchè non si sospetti
che cè la possibilità che abbiano contratto linfezione.
Però
il muro del pregiudizio e del silenzio comincia a indebolirsi. Ci
sono indizi di progresso in tutti i continenti. I più alti dirigenti
parlano pubblicamente del problema. Nei tribunali si difendono i
diritti delle persone malate o sieropositive. Nei luoghi di lavoro
si stabiliscono principi da rispettare. Le scuole, i mass-media,
i programmi educativi per i giovani contribuiscono a far sì che
le nuove generazioni siano preparate a vivere in un mondo dove ci
sono HIV e AIDS. Nellanno trascorso nellAssemblea generale
straordinaria dellONU, tutti gli Stati membri hanno approvato
allunanimità una dichiarazione di impegno su HIV-AIDS che
ha trasmesso un messaggio chiaro in tutto il mondo. Gli Stati si
impegneranno a promulgare leggi per proibire la discriminazione
contro chi ha lHIV e contro i membri di gruppi vulnerabili
e a rischio. Comunque,
per quante leggi e regolamenti si adottino, non cè arma migliore
contro la stigmatizzazione e il silenzio che la voce della gente
di tutto il mondo che parla apertamente di AIDS. Con lo slogan
vivi e lascia vivere la campagna mondiale contro lAIDS
di questanno esorta a fare tutto il possibile perché tutti,
malati o no, possano godere dei loro diritti e vivere con dignità.
In questa giornata mondiale di lotta allAIDS, proponiamo di
sostituire il pregiudizio con lappoggio, la paura con la speranza,
il silenzio con la solidarietà. Agiamo con la consapevolezza che
questo compito comincia con ciascuno di noi. *
Egeo presenta PROSPETThivA
un kit elaborato da ARIPS per prevenire la diffusione
del virus. Su
MONITOR la rivista dellAPA- dellottobre 2002,
la ricercatrice Dorothy Espelage, esperta di violenza fra ragazzi
e giovani, evidenzia i punti in comune fra differenti ricerche su
questo fenomeno:
-quasi tutti i ragazzi fanno lesperienza del bullismo nella
scuola
-gli aggressori raramente sono degli impulsivi; piuttosto di solito
pianificano le loro azioni;
-in oltre l80% dei casi almeno una persona sapeva che lattacco
era programmato; nel 60% lo sapevano 2 o più persone;
-gli aggressori non hanno un profilo preciso: in genere sono maschi
ma con differenze rispetto ad età, razza, situazione familiare,
successo scolastico;
-gli aggressori non hanno fissato i loro obiettivi in anticipo;
-prima di agire gli aggressori esibiscono comportamenti che generano
preoccupazione, come tentativi per ottenere unarma o scrivere
frasi sospette. Una
nuova ed innovativa ricerca rappresentativa rispetto a tutti gli
USA ha coinvolto 15.686 studenti dai 12 ai 18 anni (realizzata dalléquipe
di Tonja R. Nansel PhD). Il 17% di essi dichiara di essere stato
un aggressore qualche volta o più frequentemente nel periodo scolastico.
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