SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE SULL'APPRENDIMENTO (M. Sberna )

Ogni azione pedagogica che si proponga l'acquisizione di contenuti informativi di vario genere, sia che abbia finalità riguardanti la sfera  del  saper  fare o del saper  essere,  deve  consentire  la completa  appropriazione, da parte del discente,  di ciò  che  gli viene proposto, tanto da consentire la trasferibilità di quanto si è appreso ad altre situazioni. Secondo  Thorndike  perché  ciò avvenga  è  necessario  che  siano presenti,   nella  nuova  situazione,  elementi  di   identità   o somiglianza con la realtà già sperimentata, sia tra situazione  di apprendimento, sia tra successiva situazione operativa. In  pratica non si può insegnare qualcosa di troppo slegato  dalla realtà degli individui coinvolti e non è possibile realizzare  ciò che  si è imparato se non esistono paralleli con la realtà in  cui ci  si  trova  a dover operare.  Le  identità/somiglianze  possono riguardare il contenuto, il metodo oppure i procedimenti.Judd  ritiene  invece  che  l'apprendimento  sia  consentito  solo attraverso  la  generalizzazione cosciente  di  principi   teorici applicati poi alle situazioni reali. E' famoso l'esempio di quegli allievi che migliorarono le loro prestazioni individuali dopo aver avuto  una  lezione  teorica sulla legge  di  rifrazione  (dovendo colpire un bersaglio immerso nell'acqua).Secondo  Ancona l'apprendimento  umano si  costituisce  come  una costruzione   progressiva  di  apparati  autonomi  che   rimangono disponibili  solo  per  semplici acquisizioni,  ma  anche  per  la produzione  di  nuove risposte. L'apprendimento umano è  cioè  una parte  dell'interno dell'organizzazione del pensiero  inteso  come comportamento   motivato,   le  cui  motivazioni   sono   ordinate gerarchicamente in modo da trasformarsi da espressioni di  bisogno in riflessi della realtà. Come sostiene  la  teoria elaborata da Bion  a  questo  riguardo, l'apprendimento è un fatto dinamico che da una parte si basa su un patrimonio  genetico  e dall'altra si evolve a  contatto  con  gli stimoli  esterni. E' quindi un fenomeno caratterizzato insieme  da stabilità  e flessibilità. Perché vi sia un apprendimento  occorre saper  tollerare la frustrazione, il che dipende dalle  esperienze emotive  fatte  in  età neonatale, e occorre  saper  tollerare  le ambiguità.

MOTIVAZIONI E RESISTENZE

Non  occorre spendere parole per  sottolineare  l'influenza  della motivazione  rispetto ai risultati dell'apprendimento.  Fra  tutte quelle che si potrebbero elencare indico le 8 che, a parere di  A.Moles  e  F.  Muller influiscono in particolare  nel  processo  di sviluppo intellettuale dell'adulto:

1- il  desiderio di migliorare la propria posizione  professionale   (far  carriera)  e sociale (entrare a far parte di  una  classe sociale superiore rispetto a quella di appartenenza)

2- il  desiderio di riconoscimento del proprio successo  da  parte   altrui

3- il  desiderio di comprendere meglio la vita e  l'umanità  nelle   sue espressioni

4- la competitività, il desiderio cioe di risultare  superiori  in   qualsiasi situazione di confronto

5- il  bisogno  di collezionare,  ancora connesso  in  parte  alla   competizione:  collezionare  piu  lauree piuttosto che avere la   biblioteca sempre aggiornata, ecc.

6- la   ricerca   di  attivitòà  alternative  che  possano   essere   utilizzate anche per lo svago

7- la sublimazione di alcune tendenze che non trovano una adeguata   risposta nella sublimazione individuale vissuta quotidianamente

8- motivi personali  connessi  alle proprie  esperienze personali,   alle frustrazioni, all'ansia, all'angoscia.

 

Tutte  queste  motivazioni  possono  coesistere,  in   proporzioni diverse, oppure una puo predominare a seconda dell'esperienza stessa accumulata precedentemente. Se esistono delle "forze" che spingono e  sollecitano  l'apprendimento, occorre anche  rimarcare  che  ne esistono  altre,  di  segno contrario, che  fanno  da  deterrente, frenando  e  limitando anche le possibilità  di  cambiamento.  Fra queste ultime si possono elencare:

- la  sfiducia nelle proprie possibilità e la tendenza a  ritenere che   si  continueranno  ad  accumulare  insuccessi   nonostante qualsiasi  sforzo  da parte propria.  Questo  atteggiamento  può portare all'inattività completa, all'immobilismo, al verificarsi di quanto si e predetto

- per alcuni la difficolta a superare l'imbarazzo della  necessità di imparare ancora. Solo i bambini e i giovani hanno qualcosa da imparare:  gli adulti sono quelli a cui si deve chiedere  aiuto; non   possono  evidenziare  la  loro  necessità   di   ulteriore apprendimento. Per fortuna in questi anni  in cui si continua  a  parlare  di  educazione  permanente e  di  formazione  continua, questo stereotipo sta, un poco alla volta, perdendo di peso  ma, soprattutto in certi strati operatori, e stato sostituito con la convinzione  della  propria  sapienza  personale  in   confronto all'ignoranza  della  massa  dei colleghi. Anche  questo  e  uno stereotipo, forse una razionalizzazione di quello precedente

- la  scoperta   dell'esistenza   di  una  serie  di   difficoltà, soprattutto  a livello di atteggiamenti e di comportamento,  che non  si  immaginavano  e che  fondamentalmente  intimoriscono  e rendono  piu fragili, dando spesso origine a fenomeni di fuga  e di allontanamento dalla situazione di apprendimento

- la   rigidezza rispetto alle proprie convinzioni  a  livello  di principi e di valori. A volte tale atteggiamento è utilizzato in termini di difesa, altre volte evidenzia un'effettiva difficoltà a  lasciare,  o almeno mutare, un patrimonio a cui  ormai  si  e uniformato  il  proprio stile di vita. E' evidente che  piu  una persona  e  su con gli anni, piu e per lei  difficile  accettare innovazioni  che la tocchino in maniera determinante ed in prima persona

- il   senso  di  avviarsi  verso  la  conclusione  della  propria  esistenza e quindi di propria inutilità rispetto alla società in cui  si  vive. La mancanza di interessi e a volte  motivata  dal bombardamento  che  tutti  subiamo  rispetto  al  rapporto   fra esistenza individuale e utilità in termini capitalistici, tipici della nostra società occidentale.

LA COLLIMAZIONE DELL'ESSERE COL FARE

La  situazione  dinamica sulla quale poggia  l'indisponibilità  al cambiamento  è  la  sovrapposizione  completa,  sino  a  diventare coessenza,  tra  cio  che si è e cio che si fa.  Per  un  soggetto normalmente  evoluto dal punto di vista psichico il  valore  delle azioni  non  coincide  col  valore  personale  e  pertanto  gli  è possibile   riconoscere   senza  eccessiva  difficoltà   di   aver eventualmente  sbagliato  in quanto l'ammissione  dell'errore  non reca  ferita  alla  sua  essenza,  anzi  puo  arricchirla  per  la dimostrata  capacità  di riflessione su di se  che  comporta.   Al contrario,  chi fa coincidere la prassi con il  valore  personale, non sarà mai disposto a riconoscere di aver compiuto errori;  tale ammissione equivarrebbe infatti ad un'autosqualificazione e  tutti i meccanismi difensivi a disposizione entreranno pertanto in gioco per  rendere diritto cio che in verità si e fatto  storto,  oppure per attribuire lo storto agli altri. La  povertà  immaginativa di questi soggetti che, proprio  per  il loro  modo di funzionare non possono compiere nuovi  apprendimenti autentici traspare  quando,  nell'assistere  al  cambiamento   di un altro, non possono nemmeno concettualizzarlo come tale: essi lo vedono  piuttosto come "un'autocritica", cioe un procedimento  che muta  la  sostanza personale dell'altro invece  che  indicarne  un ridimensionamento conoscitivo.

Finestra X - Da: "Dinamica dell'apprendimento" di L. Ancona - Ed.Scientifiche e Tecniche Mondadori.