La
psiche e gli artifici della Rete
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Internet si basa sulla "presentificazione". La freccia del tempo, a livello percettivo, si riduce ad una circolarità perenne. In Internet il "prima" e il "dopo" perdono forza. Una schermata messa online 5 anni fa non presenta i segni del tempo su una carta ingiallita, una pubblicazione polverosa, una grafica datata. Gli ipertesti riducono l'idea di una lettura sequenziale a favore di una lettura circolare, mosaicale, labirintica. Comunicare fino alla modernità richiedeva un incontro o un messaggero, e magari un lungo viaggio. Con la modernità, la posta ha ridotto a qualche giorno di tempo i contatti; il telegrafo a qualche ora; il telefono a qualche minuto. La Rete, con le e-mails, le chats e le webcams, ha ridotto il tempo di comunicazione a qualche frazione di secondo. Una pagina pubblicata oggi è virtualmente immortale, cioè immediatamente disponibile per la fruizione pubblica per i decenni (o secoli) a venire. I linguaggi per la creazione di pagine dinamiche (come Asp o Php) ed i database interattivi, sono dispositivi per l'attuazione di infiniti futuri possibili. L'idea del tempo come sequenza puntiforme viene sostituita dall'idea di flusso, turbine, vortice. Internet
produce anche una forte "delocalizzazione". I concetti
di "lontano" e "vicino" si attenuano. Pagine
prodotte in Bulgaria, in Cina o in Ghana, se scritte in inglese
non si distiguono affatto. Una chat mette in contatto simultaneo
soggetti che risiedono in cinque continenti. L'orizzonte di riferimento
per i navigatori non è più geografico o nazionale,
ma meramente linguistico e, se si usa l'inglese, planetario. La
rete è lo scheletro portante della globalizzazione. Internet
azzera tendenzialmente i concetti di "estero" e "straniero",
come depotenzia il concetto di stato nazionale. L'idea di spazio
come distanza, viene sostituita dall'idea di velocità di
connessione. E' vicino ciò che è connesso in modo
da essere raggiunto in pochi secondi, anche se è all'altro
capo del pianeta. E' lontano quello che ha una connessione lenta,
anche se sta sottocasa.
Internet
è un sistema vivente in costante evoluzione, che non prevede
il concetto di "finito". Non è possibile dire se
e quando un sito è finito, sia per i necessari aggionamenti
sia a causa dell'interazione coi navigatori. Ogni testo pubblicato,
cioè reso pubblico, su Internet è potenzialmente modificabile,
arricchibile, correggibile e aggiornabile, dall'autore e dai lettori,
per più generazioni successive. Internet è un'infinita
biblioteca di testi non finiti, in progress. La stabilità
del finito viene sostituita dalla precarietà del non finito.
La Rete è uno spazio di cameratismo planetario. Nel mondo materiale non esiste qualcosa di analogo per la comunicazione, l'aiuto, l'informazione. Per qualsiasi problema ognuno può rivolgersi alle migliaia di forum, gruppi di discussione, blogs e ricevere consigli a titolo gratuito. Sono milioni i programmi informatici freeware disponibili sulla Rete e sono miliardi le pagine a disposizione. Magari è difficile riclgersi al vicino di casa per chiedere un po' di zucchero, un consiglio, un confronto: ma è facilissimo farlo in Rete e ricevere una risposta.
L'organizzazione sociale e produttiva della modernità di fonda sull'intermediazione. I ruoli di intermediazione hanno per secoli proliferato e si sono moltiplicati in parallelo con la complessità. Fino a diventare un intrico silvano che circonda ogni individuo e lo sepera da ogni altro. Le funzioni primarie dell'uomo come imparare, amare, lavorare, comunicare sono diventate progressivamente impossibili senza l'intermediazione di singoli, corporazioni, ceti, istituzioni. Internet riduce l'intermediazione a favore dell'immediatezza. La rete diventa il solo intermediario fra il singolo ed il mondo. Dall'idea alla sua attuazione non occorrono più nè tempo nè intermediari. Imparare, amare, lavorare, comunicare diventa immediato per il singolo, da casa, con la sola mediazione di un pc e della Rete.
Internet è il più vistoso fenomeno di auto-apprendimento della storia umana. Milioni di utenti hanno imparato a navigare, spedire mail, chattare, senza alcuna formazione formale ad hoc. Migliaia di appassionati hanno imparato a fare siti web e a creare software senza alcuna istruzione specifica, se non l'aiuto cameratesco di altri appassionati. Ogni giorno escono decine di dispositivi, programmi, linguaggi nuovi che molti imparano ad usare senza l'aiuto di corsi o docenti. Salvo eccezioni, i sistemi di istruzioni impartite per l'uso di ogni tecnologia informatica sono incomprensibili ai più, per cui l'auto-apprendimento si basa sul sistema di "prove ed errori" e sulla "peer education". Internet è la realizzazione del sogno illichiano di "descolarizzazione".
La Rete offre a tutti la possibilità dell'anonimato e dell'esperienza di identità plurime. Si può vivere la rete col proprio nome e cognome, ma anche con pseudonimi, nickname, nome de plume, alias con caratteri psichici e fisici diversi. In Internet si può essere se stessi, nessuno o qualcun altro. Questo elemento può facilitare gli intenti criminosi, ma non più delle scritte sui muri, delle lettere anonime o delle tefonate con voce alterata. Tuttavia l'anonimato e la pluri-identità favoriscono l'apertura, l'espressione, la esplorazione dei diversi soggetti presenti in un individuo. Diminuendo il rischio dell'esposizione, l'anonimato favorisce il protagonismo e libera le parti nascoste. Il potenziale positivo dell'anonimato è stato da secoli valorizzato dalla Chiesa nella confessione. Quello delle pluri-identità ha trovato nel Carnevale e nelle maschere la sua espressione popolare. Internet ha reso di massa e quotidiana questa possibilità, ampliandone il raggio d'azione. Continua >>>>> |