1.0
Introduzione
Il
nostro intento è quello di mettere in guardia, non
di terrorizzare i genitori. A terrorizzarli sui pericoli di
Internet ci pensano già, incessantemente, gli altri
media di massa. Non c'è giorno infatti che non veniamo
informati su un nuovo tipo di utilizzo distorto di Internet:
una donna partorisce in Internet, due giovani fanno l'amore
per la prima volta in Internet, il piccante rapporto Starr
su Bill Clinton si può leggere in Internet. In realtà
in Internet le cose buone sono di gran lunga più numerose
di quelle cattive.Alcuni attribuiscono questo tentativo di
criminalizzazione di Internet, non solo alla gelosia degli
altri media che si sentono messi in pericolo dalla concorrenza
della Web, ma soprattutto a chi tenta imbrigliare una rete
sostanzialmente libera e incontrollabile. È comunque
sempre un problema delicato imporre una forma di censura ad
un medium di massa, anche perché i criteri di giudizio
variano non solo da persona a persona, ma anche da stato a
stato.
Infatti Internet è globale; quello che è accettato
in uno stato può non esserlo in un altro. Per questo
in certi stati c'è una censura totale, che è
ancora più offensiva di certi siti.
Bisogna
rendersi conto che Internet è una comunità virtuale
che rispecchia, nel bene e nel male, quella reale; allora
il nostro atteggiamento non potrà essere quello di
"burning the village to roast the pig" (bruciare il villaggio
per arrostire il maiale). I pericoli in Internet ci sono;
bisogna evitarli, non ignorarli. Difendersi non collegandosi
a Internet, significa escludere i propri figli da tutte le
opportunità che, purtroppo assieme a qualche pericolo
evitabile, la Rete offre.
Una prima inevitabile considerazione è che, per trovarli,
certi siti bisogna cercarli. La linea di difesa più
sicura resta sempre l'educazione ai valori e il rifiuto dei
disvalori di cui certi siti sono portatori. Per fortuna che
oggi ci sono anche molti altri modi per difendersi dai pericoli
di Internet.
Se
ci pensiamo bene, nessuno lascerebbe un bambino di 6 anni
girovagare da solo in una grande città; prima di lasciarlo
andare da solo, come genitori, vogliamo assicurarci che sia
in grado di avvertire e quindi difendersi dai pericoli; per
questo scopo cerchiamo di insegnargli alcune regole di comportamento
da rispettare. È un sano principio da applicare anche
alla navigazione in Internet. Il vero problema è che
molto spesso i genitori non conoscono che vagamente i pericoli
da cui difendere i figli on-line; solo una volta conosciuti,
si possono fissare le regole e i comportamenti necessari per
evitarli.
2.0
I pericoli in Internet
Bisogna tener sempre presente che quello che è considerato
un crimine nel mondo reale, resta un crimine anche nel cyberspazio.
Purtroppo è difficile per le forze dell'ordine controllare
i molti siti che sono contrari alle leggi, soprattutto per
difendere i minori da materiali inopportuni. In questo senso
non si deve mai dimenticare che genitori e insegnanti rappresentano
la prima linea nella loro difesa on-line.
Oltre
alla pornografia e alla pedofilia, sui cui generalmente si
accentra l'attenzione quando si parla dei pericoli in Internet,
ci sono altri pericoli nel cyberspazio: l'esaltazione della
violenza e della crudeltà, la disinformazione e l'istigazione
all'odio, la pubblicità di tabacco e alcool, siti che
raccolgono e vendono informazioni private sui nostri figli
e sulla nostra famiglia, che usano le strategie di marketing
interattivorivolte ai bambini più piccoli. Questi pericoli
possono essere di gran lunga più dannosi per i nostri
figli e per noi, dei contenuti sessuali di certi siti.
Tra i pericoli in Internet di cui bisogna essere avvertiti,
ci sono poi quelli che i nostri figli e i loro amici on-line
possono rappresentare per gli altri, noi compresi: possono
rendere note le informazioni sulla nostra carta di credito,
condividere informazioni private su noi e famiglia, non rispettare
il copyright, commettere crimini col computer, perdere o distruggere
i nostri file. E tutto questo magari inavvertitamente. Ci
sono infine i rischi che i virus rappresentano per i file
dei nostri computer Senza pretendere di essere esaustivi,
cerchiamo ora di entrare di più nel merito dei possibili
pericoli che si possono incontrare nella navigazione in Internet:
2.1
La pornografia
È
il più temuto e diffuso dei pericoli in Internet, anche
se, forse, non è il più preoccupante. Il mondo
del cyberspazio offre moltissimi siti che propongono materiale
pornografico di tutti i generi e livelli di erotismo, molti
ben oltre il limite della decenza e del buon gusto. Qualcuno
ha detto che Internet rappresenta per le generazioni attuali
quello che le riviste porno e le videocassette erotiche hanno
rappresentato per le generazioni di qualche decennio fa.
Sulla diffusione in pubblico di questo tipo di materiale,
ogni stato si atteggia in modo diverso, andando dal più
largo permissivismo alla censura più stretta; per cui
si verifica normalmente che in uno stato è illegale
quello che in un altro è tranquillamente permesso.
Anche i criteri di giudizio e i gusti della gente cambiano
nel tempo; basterebbe considerare come, anche da noi, negli
ultimi decenni sia sostanzialmente cambiato quello standard
giuridico che era il cosiddetto "comune senso del pudore".
Quindi
c'è anzitutto il problema di definire cosa sia osceno
("tu lo trovi osceno… per me ha un alto valore letterario");
negli Usa, per esempio, un'opera è considerata oscena
in base a questi 3 criteri:
-
Se
una persona normale, in riferimento agli standard della
società contemporanea, troverebbe che il lavoro,
preso nel suo complesso, sollecita un interesse lascivo;
-
Se
il lavoro rappresenta o descrive, in modo palesemente
offensivo, comportamenti sessuali specificamente previsti
dalle leggi in vigore;
-
Se
il lavoro, preso nel complesso, manca di un serio valore
letterario, artistico, politico o scientifico.
Il
fatto è che Internet, come mezzo di comunicazione globale,
supera facilmente qualsiasi confine e permette a tutti di
vedere tutto, ovunque ci sia possibilità di connettersi.
Se quindi da una parte non sarebbe realistico chiedere per
Internet uno standard adatto ad un bambino di 6 anni solo
perché ci sono dei bambini di quell'età che
navigano in Rete, resta il fatto che la difesa dei minori
dal materiale pornografico in Internet diventa un problema
familiare o comunque che riguarda le persone che nelle scuole
o nelle biblioteche gestiscono l'utilizzo della Rete con criteri
e intenti educativi.
A parte
certe esagerazioni erotiche su cui, anche col solo buon senso,
non possono sussistere dubbi, il criterio dell' oscenità
in Internet riguarda principalmente i singoli genitori che
devono considerare il materiale osceno in relazione all'età
e alla maturazione dei propri figli, oltre che ai propri convincimenti
personali. Il problema torna quindi all'educazione ai valori
e e alla difesa dai disvalori. Dopotutto è lo stesso
problema che, come genitori, abbiamo con il cinema, con la
televisione, persino con l'edicola di sotto casa.
NOTA 1 - Vale la pena di ricordare
che il concetto di "oscenità" non va solo
riservato alla sfera sessuale. Esiste un'oscenità dei
sentimenti, un'oscenità della politica e della vita
sociale, una spettacolarizzazione continua della privacy,
del dolore e del male, di cui la TV è intrisa e che
dovrebbe preoccupare almeno quanto la pornografia in senso
stretto. E' probabile che la esposizione ai demenziali talk
show ed ai "cripto-porno" spettacoli messi in onda
ad ogni ora del giorno, influenzino il modo di vivere e ragionare
dei nostri figli, più della visione di un acrobatico
e improbabile rapporto sessuale. I giovani che dichiarano
di voler diventare porno-attori sono vistosamente meno di
quelli che aspirano pubblicamente ad un posto di "sculettante"
o di abitante delle case dei "grandi fratelli".
2.2
La pedofilia
Inutile
dire che la pedofilia è il pericolo più grave
in cui un minore può incorrere navigando nella Rete.
Da una parte ci sembra giusto dire che i pedofili non li crea
Internet, ma che chi usa la Rete per questo genere di intenti,
è già pedofilo prima di mettersi on-line; ciò
non toglie che, purtroppo, come anche i recenti casi di cronaca
dimostrano, in Internet ci sia un rischio pedofilia da cui
difendere i propri figli on-line.
E il
problema, sia chiaro, non è solo l'accesso, per altro
non facile, ai disgustosi siti di pornografia infantile o
del turpe commercio di materiale pornografico relativo a bambini;
il vero grave problema è che un minore sia agganciato
on-line da un pedofilo.
Per
illustrare questo pericolo in modo più efficace ci
siamo avvalsi della presentazione di un caso reale che abbiamo
tratto dalla "Guida ad Internet per Genitori… e come proteggere
i vostri figli nel cyberspazio" di Parry Aftab. Secondo questo
scrittrice americana, che si definisce "mamma e avvocato del
cyberspazio", pur essendo i casi di pedofilia diversi uno
dall'altro, i pedofili tendono ad usare alcune tecniche comuni.
- Cominciano
la conversazione con un minore cercando di creare un rapporto
di fiducia e amicizia, presentandosi spesso come coetanei
dell'altro sesso.
- Una
volta abbattute le barriere della cautela, cominciano a
introdurre gradualmente argomenti sessuali, spesso servendosi
della pornografia infantile per dare l'impressione che gli
altri bambini sono normalmente impegnati in queste attività.
- Poi
cominciano un approccio alla curiosità sessuale del
minore, con domande o dando loro dei "compiti", come indossare
un determinato capo di biancheria intima e compiere certi
atti sessuali.
- Questi
compiti si allargano a chiamate telefoniche e allo scambio
di foto o video sessualmente espliciti.
- Alla
fine il pedofilo tenta di combinare un incontro faccia-a-faccia
(rivelando a questo punto la sua vera età).
Secondo
Parry Aftab, ci sono però molti stadi ai quali il pedofilo
può essere bloccato da genitori attenti. Inoltre, figli
con sane amicizie e con saldi rapporti di fiducia nei genitori,
più difficilmente diventano vittime di pedofili.
I pedofili,
in genere, si inseriscono nella solitudine del minore; alimentano
le lamentele sulla vita domestica, creando una atmosfera di
"noi" contro "loro". Questo comporta almeno due conseguenze:
crea una distanza tra il minore e i genitori, mentre nel contempo
lo porta ad una segreta "alleanza speciale" con il pedofilo.
NOTA
2 - La pedofilia on line è un fenomeno da controllare
e combattere, ma va ricordato che: 1) occorre comunque che
il pedofilo arrivi ad un contatto fisico col minore, il che
è un bel salto, rispetto ad un volgare dialogo su una
chat; 2) i casi di pedofilia più freqenti nascono sui
pianerottoli quando non nelle cucine delle nostre case; 3)
trovare un sito di pornofilìa infantile è un'impresa
difficilissima (nessun bambino nè adulto riesce a farlo
"per caso")
2.3
Disinformazione e pubblicità on-line
Internet
è un modo economico e facile per diffondere informazioni.
Nella Rete tutti possono pubblicare, tutti sono esperti. Una
delle cose più difficili da fare nel cyberspazio è
separare la realtà dalla fiction. Il pericolo diventa
evidentemente maggiore con la pubblicità che, se mira
a convincere gli adulti, a maggior ragione risulta attraente
per i minori, creando in loro desideri e aspettative che andranno
inevitabilmente delusi.
Come si può educare i figli saper distinguere i fatti
dalle esagerazioni pubblicitarie? Robin Raskin (negli Usa è
una delle cosidette "mamme Internet") considera questo tipo
di disinformazione un grosso problema, ancora senza una valida
difesa tecnologica (come, in qualche modo, c'è contro
il materiale pornografico). Tocca quindi ai genitori insegnare
ai figli a distinguere tra le esagerazioni pubblicitarie e le
fonti credibili, e soprattutto che in Internet non sempre le
cose sono quel che sembrano. Anche al supermercato o con la
pubblicità postale ("hai vinto… un computer") i minori
sono sottoposti ad un vero e proprio bombardamento; ma questo
avviene alla presenza dei genitori. Difendersi da questi pericoli
è più difficile quando si è on-line, quando
cioè i bambini normalmente sono soli. Quindi una buona
regola sarebbe surf with them, navigate con i vostri figli.
Più bambini navigano on-line, più i pubblicitari
li fanno oggetto del loro marketing. Ecco alcuni dati statistici
sulla pubblicità on-line riferiti agli Usa:
- i
bambini controllano oltre 150 miliardi di dollari di potere
d'acquisto;
- la
pubblicità televisiva rivolta ai bambini costa 700
milioni di dollari l'anno;
- le
vendite di prodotti informatici per bambini superano i 5
miliardi di dollari l'anno (1,6 di hardware e 3,5 di software)
L'efficacia
della pubblicità sui bambini è dimostrata dall'episodio
di "Soupy Sales e gli odiosi bigliettini verdi" riferito da
Parry Aftab nella sua citata "Guida ad Internet per Genitori".
Soupy Sales era un presentatore televisivo che conduceva una
trasmissione in cui vendeva giocattoli per bambini. Con le
tipiche esagerazioni dei banditori di mercato consigliò
ai bambini di prendere dai portafogli di mamma e papà
quegli "odiosi bigliettini verdi", in cambio dei quali lui
avrebbe dato loro i magnifici giocattoli che reclamizzava.
Non furono pochi i bambini che lo fecero davvero.
Bisogna quindi aiutare i bambini a capire dove comincia la
pubblicità e dove finisce il contenuto di una trasmissione.
Negli Usa, per esempio, tra il programma tv e l'annuncio pubblicitario
c'è un "bumper" (stacco) di 5 secondi. Sempre negli
Usa la CARU (Children's Advertising Review Unit, unità
di rassegna della pubblicità per bambini) ha stabilito
alcune regole per la pubblicità ai bambini che si trovano
on-line, al sito (http://www.bbb.org/advertising/caruguid.html#making):
- I
bambini dovrebbero essere avvertiti quando diventano target
di una vendita.
- Si
deve fare un ragionevole sforzo che ogni acquisto fatto
da un bambino sia a conoscenza dei genitori.
- Altrimenti
i genitori dovrebbero poter annullare l'acquisto e ricevere
di ritorno l'importo.
- I
genitori, per legge, non possono essere ritenuti responsabili
dei contratti di acquisto fatti dai loro figli minori.
2.4
Odio, violenza e fanatismo
Internet
abbonda di siti in cui dei propagandisti senza scrupoli diffondono
l'odio ed esaltano la brutalità e la violenza; ecco
perché il controllo dei siti a cui i figli possono
accedere è fondamentale. Bisogna che i bambini diventino
scettici sulle sollecitazioni che ricevono, che siano informati
e non disponibili a certi messaggi. Purtroppo spesso l'efficacia
di un messaggio dipende dalla forza e dalla convinzione con
cui viene proposto; in questo senso i messaggi ispirati dall'odio
o scaturiti dal fanatismo sono per loro natura messaggi forti
e particolarmente convincenti per minori non preparati a riceverli
e mediarli con la propria esperienza e le proprie conoscenze;
non per niente la cultura, intesa come insieme di esperienze
e conoscenze, è il maggior nemico che odio e fanatismo
possono incontrare.
Anche
se non si arriva a livelli di esplicita violenza, in Internet
ci si può imbattere, anche involontariamente, in siti
dove ci sono persone con idee e pregiudizi che cozzano contro
il sistema di valori nostro e della nostra famiglia; è
importante spiegare ai propri figli quali sono questi valori,
costruendo una base solida contro chi vuol stravolgere le
loro idee.
Partendo da questa solida base di valori, bisogna insegnare
loro quali pericoli derivano dal pregiudizio e quale sia l'importanza
della tolleranza verso gli altri. Più avranno occasione
di comunicare via Internet e condividere idee con bambini
di tutto il mondo, più impareranno quanto in fondo,
pur nelle diversità, siamo uguali.
Mark Twain diceva che "Viaggiare è fatale al pregiudizio,
al fanatismo e alla ristrettezza mentale". Su Internet si
può "viaggiare" ogni giorno per tutto il mondo, e diventa
quindi importante che i nostri figli capiscano di far parte
di una comunità globale di persone diverse.
NOTA
3 - Questo discorso vale a maggior ragione per la TV, che
ogni giorno diffonde idee e valori contrari a quelli che vorremmo
per i nostri figli, per di più sotto forma bonaria.
Mantre un sito "cattivo" o "idiota" sul
web si presenta subito come tale, un programma "cattivo"
o "idiota" in tv si presenta sempre col bonario
sorriso di qualcuno che vuole convincere gli spettatori -
spesso riuscendoci- che si tratta di concetti "normali".
2.5
I Predatori del cyberspazio
Predatori
(dall'inglese predator) è il termine con cui si possono
designare quanti usano la Rete per scopi illeciti. Il vero
problema è quello di scovarli. I messaggi che viaggiano
via Internet, infatti, provengono da persone apparentemente
neutre, cioè delle quali poco o nulla si può
sapere con sicurezza per quanto riguarda genere, età,
razza e religione.
Bisogna
che noi e i nostri figli abbiamo sempre coscienza che di chi
si incontra in Internet non si può essere sicuri che
sia quello che dice di essere; non si può sapere con
sicurezza che età abbia, se sia maschio o femmina,
non si conosce il colore della sua pelle e come prega. La
regola base, su cui bisogna far convinti i nostri figli, è
che in Internet non sempre uno è quel che dice di essere.
Anche su questo aspetto di Internet ha due facce:
- da
una parte la Rete é l'ambiente più ugualitario
e democratico al mondo, dove tutti sono uguali e virtualmente
presenti, senza confini geografici, razzismo o discriminazioni,
e dove la comunicazione è globale;
- dall'altra,
proprio questo eccesso di eugualitarismo democratico permette
libertà d'azione ad ogni genere di malintenzionati
(generalmente definiti i predatori del cyberspazio), da
cui siamo costretti a difendere noi e i nostri figli.
Uno
dei maggiori problemi in questo senso è costituito
dal fatto che questi predatori del cyberspazio operano in
casa nostra, entrano nella camera dei ragazzi o nel soggiorno
attraverso il computer di famiglia, con noi e i nostri figli
rilassati in pantofole e pigiama. È su questa atmosfera
di intimità familiare che loro contano per presentarsi
come non estranei. Il compito dei genitori è di insegnare
ai figli che questi sono estranei e che da loro bisogna proteggersi.
Nel caso si incorra in una di queste persone, si consiglia
comunque di denunciare subito alle autorità ogni tentativo
di combinare un incontro faccia-a-faccia con i vostri figli,
mentre va segnalato al sysop (l'operatore del sistema) ogni
caso di messaggi molesti, e-mail non richiesti, ed altre comunicazioni
potenzialmente offensive con cui i predatori del cyberspazio
si introducono in casa vostra.
2.6
Cookie
Secondo
Parry Aftab ci sono sostanzialmente 2 modi per perdere l'anonimato
on-line: uno, involontario, sono i cookie e l'altro, volontario,
cioè fornendo noi stessi le informazioni che ci riguardano.
I cookie sono dei mini-programmi con cui il provider può
entrare nel nostro disco fisso e raccogliere certe informazioni
sul computer e sulla nostra navigazione.
Non tutti i cookie possono essere considerati come una ingerenza
indebita; alcuni svolgono funzioni tecnicamente utili, come
facilitare la connessione, altrimenti ci si dovrebbe registrare
ogni volta che ci si connettete ad Internet.
Nell'e-market (mercato elettronico), per esempio, i cookie
servono anche a permetterci di acquistare on-line più
di un articolo per volta. Anche nel browser ci possono essere
cookie a scopo pubblicitario.
D'altronde i cookie possono in teoria essere rimossi dal nostro
computer, in modo da poter navigare anonimamente; prima di
farlo però bisogna essere sicuri che la rimozione non
influisca sull'accesso al vostro provider. Quindi bisogna
saper scegliere.
2.7
La privacy
Mettere
on-line i propri dati privati è uno dei più
seri pericoli in cui si può incorrere in Internet.
Eppure il 90% dei siti per bambini chiedono loro i dati personali
(nome, cognome, indirizzo, età) anche senza il consenso
dei genitori; spesso, proprio riempendo un questionario con
i loro dati personali e familiari, i bambini ricevono in premio
un accattivante omaggio. I dati così raccolti possono
poi essere usati per scopi commerciali, o addirittura per
essere venduti a terzi in un oggi fiorente commercio di indirizzi.
Così
come cerchiamo di difendere i nostri figli dai pericoli di
Internet, così dovremmo cercare di difenderci dai pericoli
che, magari inavvertitamente e non intenzionalmente, loro
possono causare a noi e ai nostri amici; anche perché
spesso, essendo a casa loro, i nostri figli credono di essere
anonimi e non si rendono conto della gravità di questi
fatti. Non è quindi solo un problema di fiducia o meno
nei loro confronti; basta che compilino un apparentemente
innocente modulo on-line perché i vostri dati siano
diffusi in rete e quindi utilizzabili anche dai malintenzionati.
2.8
Il cyber-gioco d'azzardo
Anche
il cyberspazio non è sfuggito al gioco d'azzardo. Negli
Usa, formalmente, il cyber-gioco d'azzardo è proibito
solo sul territorio nazionale; per cui i siti sono sistemati
al largo delle coste e in questo modo sfuggono ad ogni controllo
di legge.
Di solito i siti che gestiscono i cyber-casino chiedono di
versare anticipatamente con carte di credito la cifra che
si vuol giocare. Bisogna inoltre considerare che i siti illegali
sono migliaia e che, per i gestori questi casino virtuali,
il denaro dei minori è buono quanto quello di altri.
Chi ha esperienza di queste cose afferma che, almeno negli
Usa, c'è da sorprendersi che ci siano così tanti
minori che giocano d'azzardo, spesso a causa di carte di credito
personali o di eccessive disponibilità di denaro. A
volte, almeno finché non arriva il resoconto, usano
la carta di credito dei genitori.
È quindi necessario tenere sotto stretto controllo
la carta di credito e le disponibilità finanziarie
dei figli, bloccando la possibilità non solo di usare
fondi, ma anche di fornire dati personali.
Bisogna inoltre convincerli che "Gambling on-line is a no-win
game" (Al gioco d'azzardo on-line non si vince) e che gli
unici a guadagnare sono, come sempre, gli organizzatori dei
siti.
NOTA
5 - Identico discorso vale ovviamente tanto e forse più
per i giochi elettronici da bar, le puntate sui cavalli, e
le diverse forme di gioco d'azzardo promosse e gestite dallo
Stato.
VA
INFINE RICORDATO CHE ESISTONO PROGRAMMI DI LIMITAZIONE DELLA
NAVIGAZIONE SU INTERNET CHE CONSENTONO DI ESCLUDERE SITI O
PAROLE DALLE RICERCA DEI MOTORI.
Vedi 
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