Quando qualcuno comincerà a pagare? di Mircea Meti |
In Italia nessuno paga mai, politicamente, per i suoi errori. Qualche volta interviene la magistratura, ma solo quando si tratta di veri e gravi reati. La memoria degli italiani duro lo spazio di un telegiornale, e ciò facilita da sempre il camuffamento, il trasformismo, il riciclo della casta. Non si tratta di chiedere la galera per tutti quelli che sbagliano, ma il buon gusto di togliersi dalla scena dopo gli errori più marchiani. Abbiamo cominciato con la mancata "epurazione" del dopoguerra.
Il famigerato Graziani venne inserito dall'ONU nella lista dei criminali
di guerra (per l'uso di gas tossici e i bombardamenti degli ospedali
della Croce Rossa) su richiesta dell'Etiopia, ma non venne mai processato.
Fu invece processato e condannato a 19 anni di carcere per collaborazionismo,
ma, scontati quattro mesi, fu scarcerato. Poi è arrivato l'intervento "di pace", cioè la guerra, in Iraq. A quel tempo ci fu una minoranza che profetizzava che l'"esportazione della democrazia" avrebbe solo prodotto l'esportazione del terrorismo. Profezia avverata, ma nessuno dei sostenitori di quella follìa ha perso il posto. Anzi ancora oggi vengono a spiegarci come si combatte il terrorismo. Poi è sono arrivati la UE e il famigerato euro. Tutti quelli
che l'hanno promosso, sono gli stessi che ci dicono ogni sera dai
penosi talk shows politici, che la Ue e l'euro così come
sono non funzionano e vanno cambiati. Come se non fossero loro che
hanno creato e gestito la UE e l'euro in tutti questi anni. Infine è arrivata la "primavera araba" che alcuni vedevano con diffidenza, mentre i più osannavano come se si trattasse di una nuova rivoluzione francese o russa. L'Egitto è finito con un'elezione vinta dai Fratelli Musulmani e un seguente colpo di stato. La Libia è passata dall'essere il Paese africano con il PIL più alto al massacro di tutti contro tutti e l'ISIS che passeggia sul mediterraneo. Ci sarebbe da pensare che i guerrafondai che osannavano i bombardamenti dei francesi su Tripoli e le armi italiane date ai ribelli (ora in mano dei massacratori), si sarebbero cosparso il capo di cenere e andassero a coltivare agrumi. Invece. Sono tutti qui, al loro posto, a spiegarci che la situazione è grave e siami vicini all'"ora suprema" di un bell'intervento bellico. Alla faccia dell'art.11 della Costituzione.
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