Corte di Equità Servizi Strumenti per i Cittadini Siti e Pagine Corte di Equità Servizi Strumenti per i Cittadini Siti e Pagine
(da "internet e networking" , mercoledì 5 Luglio 2000)  

L’eccessiva lentezza nella risoluzione delle controversie può creare ingenti danni economici alle aziende che operano su Internet. La giustizia civile è inadatta al Web.

Congestionata da tempo, lenta e piuttosto costosa, la giustizia civile male si adatta ad essere lo strumento principale di risoluzione dei conflitti tra gli utenti della Rete. I problemi che Internet pone, dal punto di vista giuridico, sono specifici e devono essere risolti da persone che abbiano una profonda competenza in materia e in tempi molto rapidi, in quanto la velocità è uno dei fattori caratterizzanti della Rete. Basti pensare che la chiusura di un dominio Internet, anche solo per un periodo relativamente breve, può determinare il fallimento di chi lo ha realizzato e la fuga dei navigatori verso altri fornitori di servizi. A ciò si aggiunga che, molto spesso, le dispute riguardano parti di nazionalità diverse, circostanza questa che comporta l’applicazione delle complesse norme di diritto internazionale privato, in base alle quali il giudice chiamato a decidere del caso può anche essere straniero ed il diritto applicabile può non essere quello italiano. Di tutte queste difficoltà tiene conto la Direttiva comunitaria sul commercio elettronico (in Guce 08.05.2000 n. C128/32) che, tra le diverse tematiche di cui si occupa, espressamente prevede che gli Stati membri debbano provvedere a fare in modo che le loro legislazioni non ostacolino "l’uso, anche per vie elettroniche adeguate, degli strumenti di composizione extragiudiziale delle controversie previste dal diritto nazionale". Risolvere in modo nuovo conflitti, vecchi e nuovi, è un’esigenza fortemente avvertita e della quale tiene conto il recente disegno di legge Adr (Alternative dispute resolution) discusso dal nostro Consiglio dei Ministri che prevede, tra l’altro, l’istituzione di una Camera di conciliazione presso ogni Consiglio dell’Ordine degli avvocati e la realizzazione di corsi di formazione per legali e consulenti. I metodi alternativi di risoluzione dei conflitti sono principalmente l’arbitrato e la conciliazione, detta anche mediazione. Quest’ultima, molto diffusa in alcuni stati d’oltreoceano, in Europa, e soprattutto in Italia, è ancora allo stato embroniale, soprattutto a causa della scarsa adesione da parte dei cittadini che, non conoscendone le caratteristiche, evitano di ricorrervi. In realtà la mediazione stragiudiziale presenta vantaggi considerevoli rispetto al giudizio ordinario e può essere utilizzata per qualsiasi tipo di conflitto. Essa non ha nulla a che vedere con la conciliazione che viene tentata dal giudice o dall’arbitro nel momento in cui si instaura un giudizio, ma consiste piuttosto in una procedura guidata da un terzo che cerca, con vari mezzi, di fare trovare un accordo alle parti che si presentano dinanzi a lui. Nei corsi di formazione per conciliatori si insegna che la figura del mediatore è quella di un moderatore del gioco delle parti che deve, anche attraverso incontri riservati con l’una e con l’altra parte, capire fin dove ognuna è disposta a cedere, per dirigere sapientemente entrambe verso un punto di contatto, che possa determinare la soluzione della disputa. È uno strumento versatile, certamente nuovo per la mentalità italiana, ma efficace, soprattutto per risolvere casi particolari come quelli che vengono a crearsi tra gli utenti della Rete, per i quali è preferibile rivolgersi ad una persona esperta di nuove tecnologie che comprenda la sostanza di quanto viene contestato. Il mediatore può essere una persona qualsiasi, non necessariamente un giurista, per cui viene scelto in base al contenuto specifico della lite in atto in quel momento. In Internet esistono già molti centri di mediazione, alcuni piuttosto evoluti, ai quali ci si può rivolgere per dirimere una disputa e tramite i quali si può riuscire ad ottenere ragione in modo semplice, rapido e senza spostarsi minimamente da casa. Si tratta delle Cybercourths, ovvero di luoghi virtuali organizzati come centri di mediazione, che forniscono un servizio completo di risoluzione delle dispute. Chiunque abbia delle pretese da vantare nei confronti di qualcuno, può rivolgersi ad una Cybercourth, descrivere il proprio problema o compilare un modulo prestampato, dopodiché un mediatore prescelto contatta la controparte, le espone il problema e questa, se intenzionata alla mediazione della controversia, compila a sua volta un modulo di risposta. Superata questa prima fase, il mediatore contatta nuovamente le parti, analizza la questione e, solo se le parti riescono a raggiungere un accordo, risolve la controversia, compilando un terzo modulo di accordo. Se, invece, l’accordo non viene raggiunto, la disputa non viene risolta, in quanto la corte non ha alcuna autorità di imporre una propria soluzione. In linea di massima, i mediatori virtuali lavorano secondo questo schema di base, ma ogni Cybercorte ha le sue peculiarità operative e, soprattutto, una sua specializzazione. Presso I-Courthouse (http://www.i-courthouse.com), per iniziare la mediazione occorre che le parti dichiarino espressamente di riconoscerla come vincolante, attribuendo alla soluzione raggiunta con la conciliazione un valore analogo a quello di un contratto. Le parti, che possono anche restare assolutamente anonime, possono scegliere di rivolgersi ad un giudizio pubblico, il Peer Jury, nel quale l’organo giudicante è composto da giurati che diventano tali semplicemente iscrivendosi gratuitamente in un’apposita lista, oppure ad una sessione privata, alla quale partecipano solo i diretti interessati. La soluzione viene raggiunta in pochissimi giorni ed, almeno al momento, non ci sono spese per il giudizio. I-Courthouse è specializzata nei conflitti relativi ai problemi della Rete e molti utenti inseriscono nei loro contratti una clausola con la quale si impegnano a rivolgersi a questo mediatore per risolvere le loro controversie. Tra i casi trattati recentemente, alcune contestazioni di utenti di aste virtuali, per la mancata assegnazione di beni a cui avevano diritto, il risarcimento di danni riconosciuto ad uno studente a cui un amico aveva danneggiato il monitor del computer ed altri piccoli conflitti della vita telematica quotidiana. Cybersettle.com (http://www.cybersettle.com) offre, invece, un servizio di mediazione per dispute relative alla proprietà, alle assicurazioni e ad altri settori, ma lo fa in modo innovativo, completamente telematico e confidenziale, accessibile 24 ore su 24. Il processo virtuale ha inizio quando un utente, munito di propria password, avanza le proprie rivendicazioni compilando un form predisposto all’interno del sito, nel quale indica e quantifica le sue pretese, proponendone tre diverse, il cui ammontare non viene rivelato alla controparte. Inviata la richiesta, il programma avvisa l’altra parte della pendenza di una rivendicazione e la invita, via mail, fax o telefono, a partecipare alla mediazione telematica. Se la parte decide di partecipare, entra nel sistema con una propria password, formula a sua volta tre proposte ed invia il relativo modulo. A questo punto il programma calcola se le offerte opposte rientrano in un certo margine di tolleranza, oscillante intorno al 30%, e nel caso ciò si verifichi, l’accordo viene considerato raggiunto e la disputa è conclusa, senza che le parti si siano mai incontrate, in qualsiasi posto esse si trovino ed avendo potuto partecipare alla risoluzione anche in giorni diversi ed in qualsiasi ora della giornata. Si tratta di un modo di risolvere le liti decisamente moderno e dinamico che in Europa trova pochi corrispondenti, salvo il centro Iris Mediation (http://www.iris.sgdg.org) realizzato da un gruppo francese. Ciò non significa, comunque, che questi centri di mediazione siano destinati a restare una realtà che non ci riguarda. Tutt’altro. Anche alla luce della Direttiva sul commercio elettronico e dei disegni di legge in discussione, probabilmente la mediazione diventerà presto uno strumento concreto per dirimere le liti, rapido ed economico che dovrebbe, ci auguriamo, migliorare e semplificare la vita di ogni cittadino, oltre che quella dei navigatori della rete.

Laura Turini


Corte di Equità Servizi Strumenti per i Cittadini Siti e Pagine
Corte di Equità Servizi Strumenti per i Cittadini Siti e Pagine