IDEE PER LA FORMAZIONE PER DIRIGENTI DI SERVIZI PUBBLICI E PRIVATI

In questo scorcio di terzo millennio nei settori pubblico e privato dei servizi cosiddetti "alla persona" comincia a diffondersi una cultura di impresa, naturalmente a carattere "sociale".Il principio ispiratore del Welfare State in Italia era connesso essenzialmente ad uno Stato Benefattore, piuttosto che ad uno Stato erogatore di un servizio dovuto ai cittadini che per esso pagano tasse e "ticket" di vario genere. La recente legislazione nazionale ha introdotto, attraverso il nuovo nome di Aziende Sanitarie per le ex-USSL, e attraverso l'Autonomia Scolastica, un'impostazione che si avvicina maggiormente a quella delle imprese profit, in cui la redditività dell'azienda è un elemento di notevole importanza, su cui l'attenzione del gestore ècontinuamente focalizzata. Analogamente accade per i servizi resi da soggetti privati sovvenzionati dallo Stato: il passaggio a forme di co-finanziamento o di convenzione, li costringe a tenere in conto la soddisfazione dei bisogni del cliente e il bilanciamento tra costi e benefici. Questo implica un mutamento delle figure dirigenziali che da meramente burocratiche, diventano più manageriali. Diventano cruciali competenze relative ai temi seguenti:

A- MARKETING & MARKETING SOCIALE- i principi di marketing applicabili ad un servizio sociale- l'immagine del servizio- il marketing interno
B- ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO & SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE- la valorizzazione delle persone - l'analisi dell'organizzazione del lavoro- rapporto fra carichi di lavoro ed efficienza del servizio- funzionalita dell'organizzazione e qualita del servizio
C- NEGOZIAZIONE- i conflitti e le diversita- la comunicazione ottimale per capirsi- strategie per superare i problemi
D- EVALUATION- efficienza- efficacia- soddisfazione- qualità

FORMAZIONE PER AMMINISTRATORI PUBBLICI DI ENTI LOCALI

Gli attuali amministratori pubblici devono tener conto di una serie di variabili che si stanno facendo sempre piu importanti per i cittadini e che riguardano l'ambiente in cui vive l'uomo, sia dal punto di vista concreto e geografico, in termini psicologici ed immateriali. In questo senso la transizione da comunità fondate sullo scambio e sulla condivisione di beni e servizi materiali, a comunità centrate sulle relazioni e sugli scambi immateriali, sembra essere una sfida sopprattutto per coloro che si trovano ad amministrare la cosa pubblica. Da questo punto di vista sono punti nevralgici settori immateriali quali la Cultura, lo Sport, il Tempo Libero, le Politiche Giovanili, ecc. In molti casi accade che per un amministratore sia difficile, o richieda molte energie, reperire in tempo reale le informazioni per poter intervenire adeguatamente.Questo richiede velocità ed efficienza nei diversi passaggi dall'individuazione delle necessità alla loro reale soddisfazione, per poter agire in "tempo reale". Suggeriamo qui piste per la Formazione:

A- MONITORARE LA COMUNITA'- tenere alcune variabili sotto controllo per avere informazioni tempestive sul livello di benessere- verificare e valutare periodicamente i servizi ed i prodotti erogati
B- PROGETTAZIONE E PIANIFICAZIONE PER LA COMUNITA'- predisporre servizi e attività in risposta alle esigenze osservate
C- LE CONNESSIONI- creazione di reti di collegamento fra Agenzie ed Istituzioni- gestione delle risorse e coordinamento

FORMAZIONE AL MANAGEMENT SCOLASTICO

Dopo una lunga incubazione il Dirigente Scolastico, grazie anche all'autonomia amministrativa, ha sempre piu il ruolo di un manager di un'impresa che produce un servizio immateriale. Il problema ancora grandemente presente deriva dalle modalità di reclutamento di questi dirigenti che sono in grado di affrontare il nuovo ruolo solo grazie a doti personali ma senza una specifica preparazione. Preside e Direttore non sono dei "super" insegnanti, ma i responsabili di un'azienda che produce apprendimento, educazione, crescita. Ciò richiede che essi siano in grado di garantire l'efficienza del sistema che dirigono, tenendo conto che esso èestremamente permeabile al territorio in cui è inserito. Anche qui suggeriamo piste di Formazione:

A- MANAGEMENT SCOLASTICO
iniziativa di lunga durata, in parallelo coi 9 mesi di attivita scolastica

B- IL DIRIGENTE COME COORDINATORE DI GRUPPI
Gestione dei gruppi di lavoro, piccoli e grandi che caratterizzano la vita scolastica

C- IL DIRIGENTE COME LEADER DI COMUNITA'
Il manager scolastico come stimolatore e coordinatore di una rete di connessioni fra le risorse collettive della comunità

I MUSEI E LE LORO POTENZIALITA'

Il patrimonio artistico italiano è estremamente significativo ed abbondante, ma ancora sottoutilizzato nonostante in questi anni si sia provveduto a valorizzarlo. I musei restano ancora luoghi di fruizione passiva della cultura, dove soprattutto le persone colte, sono in grado di apprezzare ciò che vedono. Solo in rare occasioni il visitatore ècoinvolto e diventa protagonista e ancora troppo spesso ciò accade solo in relazione ai minori. D'altra parte i musei possono costituire uno stimolo importante anche per valorizzare e potenziare le abilità e le capacità dei singoli individui e delle collettività in particolare del territorio sul quale incidono.Essi possono essere luoghi e motori di sapere distribuito ed autoappreso.

A- CORSO PER DIRIGENTI DI MUSEI
Allargare la visuale al territorio esterno alle mura del museo; precisare l'immagine del museo; realizzare campagne promozionali e attività di marketing; progettare interventi di collegamento fra museo e singoli/ gruppi/ istituzioni

B- LABORATORI DI SIMULAZIONE
possono essere diversificati nell'impostazione e adatti a target differenti, basati su grandi giochi o su esperienze di tipo espressivo, collegati al passato o proiettati nel futuro

ESEMPIO DI SEMINARIO SULLA LEADERSHIP

argomenti
esercitazioni
1° Giornata
  1. La leadership: relazione tra potere e leadership; leadership come funzione del campo (teoria di K.Lewin)
  2. Fonti e funzioni della leadership: dall'alto il capo, dal basso la leadership;unidirezionale il capo, pluridirezionale la leadership; funzionale/ socioemotivo/ burocratico; compito/ relazioni/ formalita'
  3. La leadership come funziione complessa: leadership contingenziale e leadership distribuita; leadership rappresentanza dell'identita'
  4. Le skills basiche del leader: ascolto, comunicazione, feed-back
  • Interdipendenza e responsabilità
  • Ascolto
  • Comunicazione
  • Feed-Back
2° Giornata
  1. Il pensiero complesso per la gestione del cambiamento:il cambiamento come delta; il cambiamento come catastrofe; il cambiamento come de-ristrutturazione; la motivazione al cambiamento
  2. Evoluzione delle variabili organizzativele e skills basiche del leader: costruzione consenso, decisione,  coordinamento
  • Decisione  con video ripresa ed analisi
3° Giornata
  1. processi di conoscenza e trasformazione della     cultura nella P.A.
  2. la P.A. sopra o dentro la comunita'?
  3. la conoscenza collettiva: il capitale intellettuale; pensiero, decisione e strategia d'azione; decidere come responsabilita', condivisione e rischio; strategia come visione del futurole
  4. skills basiche del leader: negoziazione, motivazione, visione
  • negoziazione/ motivazione/ visione
  • sociogramma