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Dalla servitù della gleba alla cittadinanza: la storia non è affatto andare avanti (Adamus)
Servitù della gleba fonte
Cittadinanza

"La servitù della gleba, molto diffusa nel medioevo (già colonato al tempo dei Romani), era una figura giuridica che legava i contadini ad un determinato terreno (gleba, in latino, è propriamente la "zolla" di terra).,,

Anche se proprietà terriera e servitù della gleba cominciarono ad essere inscindibili attorno al secolo IX, essa trovò un fondamento giuridico formale con l'editto di Federico I di Danimarca (6 maggio 1524), che garantì ai proprietari terrieri la giurisdizione sui loro sudditi. Nel sec. XVI la servitù della gleba si affermò quasi ovunque, ed in alcuni territori, soprattutto nell'area tedesca, molti contadini liberi furono ridotti alla condizione di servi della gleba....

La servitù della gleba va intesa anzitutto come un obbligo reciproco. Il signore garantiva ai servi della gleba tutela giuridica e militare. Per tutela giuridica si intende che il signore doveva assicurare l'assistenza legale in caso di liti verso terzi. In cambio il servo della gleba versava al signore diversi tributi, in denaro, beni o servizi. Per esempio, nella Germania sud-occidentale, ogni anno, in segno di riconoscimento dello stato di servitù, doveva essere fornita al signore una gallina, e in caso di morte di un capofamiglia servo della gleba il miglior capo di bestiame (qualora morisse una donna, l'abito migliore). I servi della gleba erano soggetti al banno. Erano definiti bannalità: il turno di guardia, il trasporto di materiali, l'alloggiamento dei guerrieri e quello del signore, la trasmissione di messaggi.

Nel corso dei sec. XV e XVI questi obblighi vennero via via trasformati in tributi in denaro e in ricchi patrimoni. Nell'area tedesca sud-occidentale il tasso si aggirava generalmente attorno all'1,5% del patrimonio. Esistevano anche zone in cui, fino agli inizi del secolo XIX, erano ammessi pagamenti in natura o in prestazioni equivalenti. I signori potevano vendere, acquistare e scambiare servi della gleba. Ciò però non significava altro che le prestazioni venivano rivolte ad un nuovo signore, perché, generalmente, il servo della gleba continuava a coltivare il vecchio fondo. Questo “cambio di proprietà” era rilevante, per il servo, solamente tramite eventuali divieti di matrimonio. Infatti il servo della gleba sottostava alla giurisdizione del proprio signore, il quale decideva anche se egli potesse contrarre matrimonio, e solo con autorizzazione da parte del signore era concesso al servo di lasciare il fondo. Chi tentava di allontanarsi veniva ricercato e riportato indietro con la forza. Solamente quando ad un servo riusciva di raggiungere il territorio di una città, e di ottenere colà un diritto di residenza, poteva sottrarsi alla giurisdizione del proprietario fondiario. Da questo contesto nasce il detto “l'aria della città rende liberi”. Inversamente, un servo della gleba non poteva essere allontanato dal fondo che coltivava, nemmeno con la forza."

"In termini giuridici la cittadinanza è la condizione della persona fisica (detta cittadino) alla quale l'ordinamento giuridico di uno Stato riconosce la pienezza dei diritti civili e politici. La cittadinanza, quindi, può essere vista come uno status del cittadino ma anche come un rapporto giuridico tra cittadino e stato. Le persone che non hanno la cittadinanza di uno stato sono 'stranieri' se hanno quella di un altro stato, apolidi se, invece, non hanno alcuna cittadinanza." (fonte)

La cittadinanza italiana si acquisisce per nascita se almeno uno dei genitori è cittadino italiano (jus sanguinis). La dizione "si acquisisce" suggerisce l'aspetto vantaggioso della cittadinanza. Si trascura il fatto che la cittadinanaza non sia un atto negoziale ma una imposizione. A nessun essere umano che nasca su un territorio viene chiesto se vuole avere o no quella cittadinanza. La nascita degli Stati nazionali ha imposto la cittadinanza, come vincolo praticamente inamovibile.

Nelle dichiarazioni, anche la cittadinanza è un obbligo reciproco. Lo Stato dichiara di garantire ai cittadini:

  • "i diritti civili, cui corrispondono obblighi di non fare da parte dello stato e, in generale, dei pubblici poteri e che rappresentano, quindi, una limitazione del loro potere; comprendono la libertà personale, di movimento, di associazione, di riunione, di coscienza e di religione, l'uguaglianza di fronte alla legge, il diritto alla presunzione d'innocenza e altri diritti limitativi delle potestà punitive dello stato, il diritto a non essere privati arbitrariamente della proprietà, il diritto alla cittadinanza e così via;
  • i diritti politici, relativi alla partecipazione dei cittadini al governo dello stato (inteso in senso lato, comprensivo anche, ad esempio, degli enti territoriali), sia direttamente (attraverso istituti quali il referendum, la petizione ecc.) sia indirettamente, eleggendo i propri rappresentanti (elettorato attivo) e candidandosi alle relative elezioni (elettorato passivo);
  • i diritti sociali, cui corrispondono obblighi di fare, di erogare prestazioni, da parte dello stato e dei pubblici poteri; comprendono i diritti alla protezione sociale contro la malattia, la vecchiaia, la disoccupazione ecc., il diritto alla salute, il diritto al lavoro, il diritto all'istruzione e così via." (fonte)

In concreto, i diritti civili sono garantiti solo dietro compenso o licenza; i diritti politici sono vanificati da leggi e procedure che ne limitano il godimento; i diritti sociali sono riconosciuti solo parzialmente e spesso a caro prezzo.

In cambio, lo Stato carica sui cittadini un macigno di tasse, accise, costi che arriva fino al 70% del reddito, ben lontano dall'1,5% del patrimonio che gravava sui servi della gleba.

I servi della gleba erano soggetti al "banno". I cittadini moderni sono soggetti a un molto maggiore numero di obblighi. dalla raccolta differenziata all'obbligo di servizio militare (in Italia abolito da poco); dagli espropri alle testimonianze giudiziarie; dalle ricevute fiscali alle dichiarazioni dei redditi.

I servi della gleba non potevano lasciare il fondo senza autorizzazione. I cittadini possono lasciare lo Stato, ma solo con un passaporto valido e costoso.

Molte funzioni di potere che ai tempi dei serviz della gleba eano assegnate al signore, oggi sono delegate alle imprese. Le quali possono vendere, acquistare e scambiare i cittadini chiamati lavoratori. Le quali hanno ancora una sorta di divieto di matrimonio, tradotto nel rifiuto si assunzione delle donne che possono restare gravide.

Ma la più pesante differenza fra i servi della gleba e i cittadini è che questi ultimi non hanno più città in cui fuggire.