Lo scenario
L'evo immateriale è stato concepito negli anni sessanta,
coi primi passi dei computers e quindi della smaterializzazione
dell'economia. Ma, dopo vent'anni di incubazione, possiamo
datarne la nascita con la caduta del muro di Berlino e l'inizio
ufficiale del processo di globalizzazione. L'insieme di questi
due fattori -la smaterializzazione e la globalizzazione- ha
cambiato il modo di produrre ricchezza e di lavorare del XXI
secolo.
Lo sviluppo della società industriale in Occidente
è stato causato dal settore manufatturiero: la trasformazione
di materiali in oggetti di serie, fatta da una manodopera
numerosa e poco costosa. La smaterializzazione dell'economia
ha diminuito gradualmente il valore degli oggetti materiali
in serie. La globalizzazione ha valorizzato una manodopera
numerosa e poco costosa negli ex Paesi del terzo mondo o negli
immigrati da quei paesi all'Occidente.
All'Occidente manufatturiero restano due alternative: cambiare
radicalmente sistema di produzione e lavoro o soccombere.
Ad oggi, ha scelto la seconda opzione. La prima opzione non
è nemmeno da lontano nel radar dei paesi occidentali.
Ecco quali dovrebbero essere le prospettive.
- Natura e cultura, non manifattura
Il manufatturiero, soprattutto nei paesi senza materie prime
da trasformare, sarà per il XXI secolo nelle mani
di Paesi nei quali la manodopera è in quantità
enorme e a bassissimo costo (est europeo, sudamerica, estremo
oriente, africa), oppure nelle mani dei "nuovi schiavi"
forniti all'Occidente dall'immigrazione selvaggia. Le future
fonti di produzione della ricchezza e del lavoro saranno
nei settori della natura (paesaggio, ambiente, ecologia,
agricoltura) e della cultura (arte, archeologia, alimentazione,
artigianato artistico, alta tecnologia).
- Idee e persone, non cose
Altre fonti di produzione e lavoro, seguente al declino
del manufatturiero, risiedono nel primato delle idee e delle
persone sulle cose, cioè dell'immateriale sul materiale.
La ricchezza ed il lavoro verranno dalla produzione e divulgazione
delle idee (ricerca, documentazione, insegnamento, informazione)
e dalla cura delle persone (salute, assistenza, educazione
e rieducazione, estetica e fitness)
- Oggetti e servizi personalizzati, non di serie
La serialità è tipica del manufatturiero,
anzi è la chiave del suo successo. E continuerà
ad esserlo finchè il costo unitario per prodotto
continuerà a diminuire. Anche i servizi sono stati
serializzati: per i grandi centri commerciali, le catene
di fast food, i settori turistico e alberghiero. Il manufatturiero
a basso costo sarà sempre più spesso delocalizzato,
e i servizi sarializzati saranno affidati agli immigrati
o al precariato. La ricchezza ed il lavoro futuri sarnno
basati sulla creazione di oggetti e la fornitura di servizi
unici, personalizzati, su misura: abiti, negozi, viaggi,
ristoranti, mobili e arredi, centrati su singoli individui
o piccoli gruppi.
Il lavoro
Sullo sfondo dello scenario descritto, risulta evidente la
distinzione la lavoro-merce e lavoro-senso.
Il lavoro-merce che sta scappando dall'Occidente (il che non
è troppo male) è il lavoro il cui unico significato
per il lavoratore è quello di sopravvivere. Il lavoro-merce
è quello contro cui abbiamo fatto tre secoli di lotte
operaie e contadine. Il lavoro-merce è quello remunerato
solo per consentire la sopravvivenza e la rigenerazione della
forza lavoro (senza riuscirci del tutto). Il lavoro-merce
è quello che può fare chiunque, cioè
quello dove ogni lavoratore può prendere il posto di
un altro senza che il processo produttivo ne risenta. Il lavoro-merce
è quello che può essere sostituito da una macchina
(e che prima o poi lo sarà). Il lavoro-merce è
quello che viene replicato all'infinito e non prevede alcuna
conoscenza fra le persone che producono e quelle che comprano.
Il manufatturiero e la serialità prosperano sul lavoro-merce.
Il lavoro-senso è quello che l'Occidente ha visto per
tutta la sua storia nelle ristrette èlites intellettuali,
ma solo nella seconda parte del XX secolo ha favorito in masse
sempre più vaste. Il lavoro-senso è quello che
offre al lavoratore la possibilità di impegnare il
suo tempo remunerato in opere o azioni di bellezza, o di intelligenza
o di umanità. Il lavoro-senso è quello che può
essere fatto in quel modo solo da quel singolo lavoratore;
e sarà fatto diversamente da un altro lavoratore. Il
lavoro-senso è quello che nessuna macchina potrà
mai fare. Il lavoro-senso è quello che viene fatto
su misura senza poter essere replicato in modo identico, e
si basa sulla fiducia fra persona cliente-utente-acquirente
e la persona operatore-produttore-venditore. Il lavoro di
natura e cultura, di idee e persone, di oggetti e servizi
personalizzati esigono un lavoro-senso.
Da oltre 30 anni, l'Italia sta ancora pensando a difendere
e promuovere la produzione materiale e il lavoro-merce, mentre
trascura e vilipende l'immaterialesimo e il lavoro-senso.
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