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L'Econofisica, una scienza emergente
Gianaurelio Cuniberti, Marco Raberto, Enrico Scalas, Gabriele Susinno

Secondo una recente ricerca condotta dall’UK Engineering and Physical Sciences
Research Council il 48% dei dottori di ricerca (PhD) in fisica matematica
e fisica statistica hanno trovato lavoro nel 1997 nel settore finanziario [Gershon 98]. Siamo di fronte ad una nuova tendenza nell’ambito della finanza?
In realtà la relazione tra Scienze Economiche (Finanza inclusa) e Scienze Naturali
ha una storia lunga e ricca di interesse; la novità di questi ultimi anni è il fenomeno
del massiccio reclutamento da parte delle istituzioni finanziarie di personale con solida preparazione fisicomatematica.
Nelle biografie di coloro che diedero un importante contributo allo sviluppo della scienza economica, non di rado troviamo persone provenienti dai campi della matematica e della fisica.
Isaac Newton costituisce forse il primo illustre esempio di un fisico che rivestì un importante ruolo pratico in un’istituzione finanziaria. Nel 1696 egli venne nominato direttore della zecca di Londra e, malgrado il suo incarico fosse considerato una sorta di sine cura, Newton vi profuse grande impegno tanto che, durante il periodo del Great Recoinage, diventò il terrore dei falsari inglesi [Westfall 80]. Precedentemente, la “tosatura” della moneta ovvero l’asportazione di piccole quantità di metallo prezioso costituiva un importante fattore di svalutazione della sterlina. Essa era resa possibile a causa delle irregolarità presenti sul bordo delle monete metalliche, imprecisioni dovute alla pratica del conio manuale. Newton,
al quale si deve l’introduzione in Inghilterra del conio automatico, può essere quindi considerato a pieno titolo un precursore degli “scienziati naturali” che, in numero cospicuo, lasciano oggi l’accademia per assumere ruoli di responsabilità nelle istituzioni finanziarie.
Il contributo teorico allo sviluppo della Scienza Economica da parte di persone provenienti dalle Scienze Naturali è stato, nel passato, di grande rilevanza.
Senza la pretesa di una completa ricostruzione storica, presentiamo nel seguito alcuni
esempi di proficua interazione.
È doveroso citare, relativamente al diciannovesimo secolo, Léon Walras (1834-
1910) e Vilfredo Pareto (1848-1923). Walras, nelle sue due opere maggiori, Èlements d’économie politique pure (1874) e Théorie mathématique de la richesse sociale (1883) applicò in modo pionieristico la matematica al problema dell’equilibrio
economico generale.
A Pareto, un ingegnere di origine italiana, profondamente influenzato dall’opera
di Walras, dobbiamo, nel suo libro Cours d’économie politique, la famosa e controversa legge di distribuzione dei redditi.

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