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L'equazione
delle onde della "meccanica ondulatoria" ammette due tipi di soluzioni,
cioè le onde divergenti da una sorgente (posta nel passato) e quelle convergenti
verso una sorgente (posta nel futuro). Alle onde divergenti corrispondono
i comuni fenomeni della fisica e della chimica ("entropici"), mentre alle
onde convergenti corrispondono i fenomeni "sintropici", che si possono identificare
con quelli della biologia.
Si
ottiene così, nel modo più semplice e naturale, la famosa "teoria unitaria
del mondo fisico e biologico" proposta nel 1942 dal grande matematico italiano
Luigi Fantappiè, dell'Istituto Nazionale di Alta Matematica dell'Università
di Roma.
Brano
tratto dal primo capitolo del libro Entropia, Sintropia, Informazione,
Di Renzo Editore
Il
30 ottobre del 1942 il grande matematico italiano Luigi Fantappiè (1901 - 1956) presentava
alla Accademia d'Italia la nuova "teoria unitaria del mondo fisico e biologico".
Tratto
dalla prefazione del libro Principi di una teoria unitaria del mondo
fisico e biologico, Di Renzo
Editore
Potrà
sembrare al lettore un fatto piuttosto strano che un matematico osi intraprendere,
con le considerazioni che seguono, una scorsa così ampia nei domini di tutte
le altre scienze, senza potervi avere, naturalmente, una competenza specifica,
ed è appunto la stessa riflessione che, per molto tempo, ha lasciato esitante
l'autore circa l'opportunità di sviluppare e rendere pubblica questa teoria.
Tuttavia, avendone appena accennato il germe, verso il Natale del 1941,
al collega ed amico Prof. G. Azzi, dell'Università di Perugia, e avendone
ricevuto un primo forte stimolo a svilupparla maggiormente, sono stato poi
indotto a esporla, in forma sempre più ampia e precisa, anche ad altri illustri
colleghi di varie discipline, finché gli incoraggiamenti ricevuti mi
hanno convinto sempre più decisamente del fatto che essa, pur essendo estremamente
ardita in talune sue affermazioni e pur richiedendo ancora un enorme lavoro
di verifica e di completamento nei singoli dettagli, riesce però ad offrire
la possibilità, per ora unica, di un'architettura generale, in cui vengono
spontaneamente a trovar posto, almeno per molte delle loro caratteristiche
più salienti, quasi tutti i fenomeni naturali finora noti. Con questa teoria,
infatti, si riesce a inquadrare in uno stesso schema razionale perfettamente
coerente non solo i fenomeni fisici e chimici finora spiegati, ma anche
quelli biologici, non esclusi i fenomeni della personalità, e forse certi
fenomeni elementari, come la cosiddetta «radiazione penetrante», l'«elettrone
positivo» o «positrone», il «protone negativo» e i «mesotroni», tuttora
resistenti ad una spiegazione esauriente.
E
' per questo che, invitato dal «Consejo Nacional de Investigaciones Cientificas»
di Spagna e da altri enti culturali di quella nazione amica a svolgere delle
conferenze nell'autunno del 1942, mi sono deciso ad esporre pubblicamente
per la prima volta (oltre ad altri argomenti più strettamente matematici)
questa «teoria unitaria» in una conferenza di insieme tenuta all'Accademia
delle Scienze di Madrid (3 novembre 1942), e ripetuta all'Accademia delle
Scienze di Barcellona (1 dicembre 1942), seguita da una discussione di vari
punti della teoria stessa in una successiva seduta privata, appositamente
indetta.
Invitato poi dal Prof. Carlini
a partecipare al Convegno di Scienza e Filosofia (organizzato da lui e dal
Prof. Castelli presso la Scuola Normale Superiore di Pisa nei giorni 31
maggio, 1 e 2 giugno 1943), mi è stato possibile presentare questa mia teoria
in un ambiente scientifico-filosofico ricco delle più svariate tendenze
ed orientamenti di ricerca, e di dibatterne moltissimi punti con quasi tutti
gli illustri colleghi presenti e cioè, oltre che con lo stesso Presidente
Prof. Carlini, coi Proff. Severi, Rondoni, Carrelli, Puccianti, Persico,
Guzzo, Abbagnano e Banfi. Essi stessi potranno constatare come le loro osservazioni,
obiezioni, domande di chiarimenti e le nuove questioni poste, a cui potei
rispondere solo in modo più o meno sommario nel pomeriggio concesso alla
discussione della mia teoria, abbiano contribuito in modo essenziale all'arricchimento
e al completamento della teoria stessa, quale ora viene esposta nel presente
lavoro.
Riguardo ai suoi risultati
fondamentali, ritengo utile richiamare fin d'ora l'attenzione del lettore
sui seguenti:
1)
dimostrazione
della validità del principio di causalità e dei secondo principio della
termodinamica, o principio dell'entropia, per tutti i fenomeni detti appunto
«entropici» e cioè per la quasi totalità dei fenomeni finora studiati (quelli
riproducibili nei laboratori scientifici), come conseguenza necessaria della
natura corpuscolare-ondulatoria di tutti i fenomeni naturali e della teoria
della relatività ristretta, che vengono oramai ammesse dalla generalità
dei fisici, come postulati sperimentalmente provati. Con ciò quei due principi
fondamentalissimi, che venivano finora ammessi come altrettanti postulati
accanto agli ultimi, vengono ora invece dedotti necessariamente da questi,
come teoremi, e quindi spiegati, precisandone esattamente i limiti di validità.
In particolare il principio di causalità, opportunamente precisato, risulta
così, invece di una categoria della nostra mente, una legge generalissima
dei fenomeni entropici, aventi una effettiva realtà obiettiva.
2)
Scoperta
di una nuova immensa categoria di fenomeni, quelli «sintropici», del tutto
diversi dai precedenti, e identificazione di una parte di essi coi
fenomeni più tipici e finora più misteriosi della vita (di cui si viene
così a intravedere la vera essenza), quali ad esempio la formazione dell'occhio
e di tanti complicatissimi apparati degli esseri viventi, il processo clorofilliano,
l'ascesa della linfa nelle piante, i fenomeni psichici della personalità
umana, ecc. Tali fenomeni vengono rappresentati e spiegati nel modo più
naturale da certe soluzioni delle stesse equazioni ondulatorie fondamentali,
che reggono i fenomeni entropici, però di tipo essenzialmente diverso da
quello delle soluzioni che rappresentano questi ultimi. E' lecito anzi prevedere
che questa nuova categoria dei fenomeni sintropici sia molto più estesa,
varia e importante di quella dei fenomeni entropici finora principalmente
studiati, potendo questi essere prodotti dai primi, ma non viceversa.
3) Dimostrazione della validità, per tutti i fenomeni sintropici (e quindi anche, direttamente, per quelli entropici da essi prodotti), di un principio di finalità, che segue pure ineluttabilmente dagli stessi postulati iniziali sperimentalmente accertati (natura corpuscolare-ondulatoria dei fenomeni, relatività ristretta), con la stessa necessità logica con cui il principio di causalità segue da essi per i fenomeni entropici. Viene con ciò definitivamente eliminata la possibilità (finora sostenuta da molti scienziati, che ritenevano la causalità meccanica unica legge fondamentale dell'universo) che i caratteri finalistici evidentissimi in molti fenomeni (come quelli della vita sopra ricordati) siano soltanto un'apparenza, un'illusione dei nostri sensi, e non una realtà obiettiva, poiché ora il dato evidente dei sensi viene corroborato dalla teoria, acquistando la sicurezza di una necessità matematica.
4)
Infine,
un altro risultato importantissimo consiste in ciò: mentre finora si era
ammesso senz'altro, senza nemmeno postularlo chiaramente (in modo implicito
veniva postulato attraverso il principio di causalità), che tutti i fenomeni
naturali fossero da noi riproducibili, con difficoltà di solo ordine tecnico,
ma non di principio, con la presente teoria invece ci si rende conto della
possibilità, e anzi della effettiva esistenza in natura, accanto ai fenomeni
riproducibili, causabili (entropici), di fenomeni di un'altra specie del
tutto diversa (fenomeni sintropici), che noi possiamo osservare, ma non
riprodurre a nostro piacimento. Ciò comporta evidentemente un cambiamento
radicale dell'idea che si aveva finora dell'uomo, del suo sapere, e della
sua effettiva potenza, nel complesso dei fenomeni dell'universo. Risulta
infatti che tutta l'immensa mole del nostro sapere scientifico, accumulato
nei tre secoli da Galilei ad oggi, riguarda principalmente i fenomeni da
noi riprodotti nei laboratori (in base al «metodo sperimentale» di Galilei,
che è stato finora il fondamento della ricerca scientifica), e quindi i
soli fenomeni entropici, e cioè una parte limitata dei fenomeni effettivamente
esistenti, mentre per quanto riguarda l'altra parte, ben più importante,
dei fenomeni sintropici, con la presente teoria si deve constatare non solo
che la nostra conoscenza inizia solo ora, ma che su essi, né gli uomini,
né alcun altro agente naturale non hanno né potranno mai avere un potere
diretto di produzione o di modificazione. Questi ultimi fenomeni, infatti,
possono al più essere influenzati solo indirettamente dai fenomeni entropici
concomitanti, da noi opportunamente disposti, ma nel loro complesso costituiscono
una parte importantissima dell'universo che è sottratta al nostro dominio
e al nostro arbitrio, il quale dunque non è affatto limitato dalle sole
difficoltà tecniche e possibilità materiali, ma è limitato bensì, per principio,
alla sola parte
entropica dell'universo, la quale è ben lungi dal costituirne la totalità,
come si era finora creduto.
Roma,
maggio 1944